FIRENZE. L' Anea (Associazione nazionale autorità e enti di ambito) in collaborazione con Utilitatis, ha presentato la sesta edizione del Blue Book, i dati sul Servizio idrico integrato (Sii) in Italia. Il dossier propone un esame delle variabili quantitative che descrivono i principali aspetti tecnici ed economici del Sii con dati che riguardano la pianificazione di 82 Ato, in cui si distingue un importante sottogruppo rappresentato dalle revisioni triennali, dove sono confluiti 21 Ambiti. Lo studio fa il punto su affidamenti, analisi della domanda di risorsa e di infrastrutture, gli investimenti e le tariffe, le carte dei servizi e le prestazioni. In sintesi: crescono le tariffe dell'acqua in Italia e la spesa media mensile di una famiglia di tre persone è intorno ai 22 euro al mese, pari a un'incidenza dello 0,8% sul paniere della spesa complessivo (l'acqua comunque continua ad essere uno dei servizi più economici). La spesa media per il sistema idrico integrato si attesta a 134 euro l'anno per un consumo di 100 mc e a 201 euro l'anno nel caso di 150 mc. Come sempre, visto come è impostato per legge il sistema tariffario (sono inclusi i costi degli investimenti) si registrano marcate differenze tra le varie aree del Paese: gli esborsi più elevati si rilevano in Toscana (193 euro l'anno per un consumo di 100 mc e 301 euro l'anno per 150 mc), mentre la spesa più contenuta si risconta invece in Molise (43 e 73 euro l'anno). La tariffa reale media del 2010, ponderata per la popolazione residente si attesta a 1,37 euro per metro cubo e nel 2020 è stimato possa arrivare a 1,63 euro.
Oltre ai numeri è da evidenziare che questo appuntamento cade in un momento delicato e di transizione per il settore idropotabile in Italia, viste le modifiche del quadro normativo imposte dal decreto Andrea Ronchi e la richiesta di referendum da parte di 1 Milione e 400mila cittadini che chiedono un altro modello di governo dell'acqua in Italia che preveda un sistema interamente pubblico. Nel mezzo da evidenziare: l'aumento dei consumi pari al 3% nei prossimi dieci anni (sottolineato anche dal rapporto Blue BooK) con incrementi particolarmente sensibili nelle Isole (+7,2%) e nel Mezzogiorno (+4,3%); il parziale fallimento del sistema attuale dove le tariffe non possono, a detta ormai di tutti gli addetti ai lavori, coprire i costi di gestione e gli investimenti (servirebbero 2 miliardi di euro all'anno per 20-30 anni mentre dagli anni ‘90 i soldi dedicati al settore sono diminuiti); ancora oggi l'aspetto ambientale è considerato secondario (un esempio è rappresentato dai ritardi nel settore di depurazione) e non ci sono ancora reali interconnessioni tra i settori di utilizzo dell'acqua (i bilanci idrici dove sono stati fatti raramente si prendono in considerazione); infine il sistema di regolazione sta per essere smantellato senza nemmeno che sia stata creata un'authority nazionale. Rispetto a questi ultimi temi il presidente di Anea Luciano Baggiani ha sottolineato «la necessità di un intervento urgente da parte del Governo e delle Regioni per superare l'attuale fase di stallo, creata dall'imminente obbligo di liberalizzazione e dalla contestuale soppressione delle Autorità d'ambito, gli enti che controllano e affidano, appunto, il servizio. L'immobilismo su questo fronte arrecherebbe un grave pregiudizio al cittadino-utente, col rischio di bloccare gli investimenti nei prossimi anni, per un ammontare stimato in 2,5 miliardi di euro». Secondo Anea la regolazione dei servizi gestiti in monopolio è essenziale per le funzioni della pubblica amministrazione a tutela dell'utente. «Rafforzare la regolazione locale e il collegamento col territorio, garantendo agli enti preposti una maggiore indipendenza, magari in stretto collegamento con le Regioni, nonché istituire un'autorità nazionale indipendente di settore, che possa svolgere funzioni di armonizzazione, raccordo e supervisione» sono le proposte di Anea.
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