mercoledì 31 maggio 2017

TRASFORMAZIONE DI PIAZZA D’ARMI A MILANO: IL PROGETTO DEVE DIALOGARE CON I QUARTIERI

MILANO, 31 MAGGIO 2017                                                             COMUNICATI STAMPA


Legambiente: “L’ecoquartiere come possibile volano per la rigenerazione dell'intero ovest di Milano, ma occorrono soluzioni innovative per la mobilità”

Nel progetto di trasformazione di Piazza d’Armi non basta puntare su un’edilizia energeticamente efficiente per assolvere la scommessa della costruzione di un ecoquartiere. Occorre agire su più fronti, tra cui quello fondamentale della mobilità.
In cima alle preoccupazioni di Legambiente c'è il tema degli spostamenti dei futuri nuovi residenti. L'arrivo di nuovi abitanti e attività rischia di produrre impatti insostenibili, se non verranno studiate soluzioni innovative di mobilità collettiva, condivisa e ciclabile. Agire su quella porzione di territorio costituisce un'opportunità importante per un ripensamento complessivo dell'organizzazione della città, dei suoi servizi e della sua accessibilità nell'intero quadrante tra le direttrici di Via Forze Armate e Via Novara, con l'adiacente complesso ospedaliero San Carlo, anch'esso oggetto di importanti ripensamenti.

«Un ecoquartiere è prima di tutto un quartiere a zero mobilità privata, dove non servono parcheggi né nuove strade, per il semplice fatto che chi decide di andare a viverci deve poter fare a meno della propria auto – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia Perché ciò sia possibile occorre rafforzare e qualificare l'offerta e l'affidabilità di servizi di mobilità alternativa a quella privata, che al momento in quel quadrante urbano non sono sufficienti».

Occorre dunque pensare ad un intervento che funga da volano di rigenerazione urbana anche per i popolosi quartieri circostanti, con funzioni che migliorino la qualità della vita e l'offerta di servizi, a partire da temi importanti come la mobilità, ma anche il verde e le acque, stimolando in questo modo investimenti pubblici e privati che consentano l'innalzamento degli standard ambientali per i residenti dell'ovest milanese e di Baggio..

«Non si può rinunciare a valorizzare il suolo e le acque – prosegue Meggetto – per questo le aree da destinare a verde vanno progettate non solo in rapporto al loro utilizzo come verde pubblico, ma anche per le molte funzioni che il suolo libero è in grado di svolgere per il benessere urbano: dal contrasto alle isole di calore alla ricostruzione del reticolo di rogge e canali, al drenaggio e alla gestione delle acque meteoriche, per arrivare alla creazione e gestione di un sistema intelligente di orticoltura urbana e di efficace connessione ecologica e paesaggistica con le aree verdi periurbane».

La Piazza d'Armi è anche una delle ultime aree libere di Milano. Pertanto le funzioni del suolo, del verde e delle acque devono essere preservate, anche per la forte connessione che può essere aperta con l'adiacente Parco delle Cave nella definizione di un vero corridoio verde che penetri in città. Per Legambiente, dunque, l'Ecoquartiere è una sfida possibile e convincente, a condizione di prenderla molto sul serio.


Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
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Nuovo eliporto all’Humanitas di Rozzano: dopo i Carabinieri Forestali anche la Polizia Provinciale verifica le irregolarità

MILANO, 31 Maggio 2017                                                  COMUNICATO STAMPA


A seguito dell’esposto ai Carabinieri Forestali presentato da Legambiente Lombardia e dall’Associazione per il Parco Sud di Milano, che ha portato ad un sopralluogo dei militari dell’Arma, anche la Polizia Provinciale ha visitato il cantiere di Rozzano dove Humanitas sta realizzando la nuova pista di atterraggio elicotteri. L’ispezione ha accertato irregolarità nelle realizzazioni in corso e le mancate autorizzazioni alle varianti del progetto in esecuzione.

Una piattaforma di atterraggio elicotteri, perfettamente funzionante, esiste già, ma Humanitas vuole spostarla per far posto ad un nuovo padiglione ospedaliero. Peccato, però, che la nuova pista sia stata progettata nel recentissimo Parco del Fontanile il quale, paradossalmente, era la compensazione ambientale relativa ad un parcheggio realizzato all’interno dal Parco Sud. Inoltre per costruire un ponte che sovrappassa tre rogge storiche, è stato eliminata una porzione di bosco senza alcuna autorizzazione, così come sono state sradicate piante per far posto alla nuova piattaforma in cemento.

«Invece di cementificare un Parco Pubblico consumando ancora suolo, la nuova pista di atterraggio elicotteri si sarebbe dovuta costruire sul tetto di uno dei suoi edifici – sottolineano congiuntamente Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia e Renato Aquilani, presidente dell’Associazione per il Parco Sud di Milano – Se, viste le irregolarità, il cantiere sarà bloccato dalle autorità, facciamo nuovamente appello a Humanitas perché cambi il progetto e ripristini il verde del Parco del Fontanile. Tornare indietro è ancora possibile».

Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti

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I bioblitz del progetto DIFOINFO


lunedì 29 maggio 2017

ENTI E ASSOCIAZIONI TERRITORIALI UNITI NELLA RETE PER IL FIUME: PRESENTATO IL MANIFESTO PER IL PO

Milano, 29 maggio 2017                            COMUNICATO STAMPA



Il Manifesto per il Po, sottoscritto da un nutrito gruppo di associazioni e portatori di interesse, intende dare avvio a un percorso di aggregazione e rilancio dell’azione di tutela e valorizzazione del Po e del suo territorio.

Lungo il Po sono già attivi otto parchi regionali e cinquanta aree protette di varia natura. L’intera asta del fiume è inoltre gestita da due istituzioni dedicate: l’Autorità di bacino Distrettuale del Po e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo), che hanno competenze in materia di gestione idraulica e ambientale.
Sul Po esiste un’ampia produzione scientifica e letteraria e una vasta documentazione, ecologica, iconografica e storico geografica. Il fiume vive una realtà frammentata e disomogenea, è soggetto a una molteplice attribuzione di competenze, alterna tratti gestiti con criteri di tutela ambientale e promozione culturale ad altri ove il corridoio fluviale è solo un grande vuoto nel quale hanno luogo attività proprie e improprie prive di un’effettiva visione d’insieme. Il più grande fiume italiano per la sua unitarietà, per la continuità dei paesaggi che attraversa e compone, per la storia che lungo il suo corso si è dipanata, richiede invece un approccio integrato che ad oggi non esiste, come non esiste un soggetto investito della responsabilità del “sistema Po” nella sua interezza e complessità.

«I firmatari del Manifesto formano una Rete per il Po, significativa per gli apporti culturali e scientifici e per l’esperienza che può raccogliere – spiega il presidente di INU Lombardia Luca Imberti, portavoce della Rete per il Po – Lo scopo è imprimere una spinta, sinergica e di supporto alle istituzioni, per dare concrete risposte a un obiettivo largamente condiviso, quale è la tutela e promozione del nostro maggior fiume. In questo senso la Rete configura una modalità in parte nuova di partecipazione civile sui temi dell’ambiente e del territorio per aiutare nuovi modelli di sviluppo sostenibile a emergere e svilupparsi. Attorno al fiume, al suo paesaggio, ai suoi itinerari, possono prodursi e rafforzarsi saperi e conoscenze, possono innescarsi iniziative legate alle culture locali, alla qualità delle produzioni agricole, all’ospitalità, all’enogastronomia, alla promozione turistica, a circuiti di fruizione e di esplorazione organizzati, mettendo a sistema anche iniziative già avviate, a partire dalla profonda consapevolezza delle potenzialità e della contemporanea fragilità dei territori del Po».

La Rete per il Po è aperta a nuove adesioni e raccoglierà contributi sulle condizioni del fiume e del suo territorio, sulle opportunità inespresse di sviluppo, sulle iniziative e sui risultati già conseguiti e quelli da conseguire per la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente del fiume. I risultati di questa attività saranno presentati in una Conferenza alla quale saranno chiamati a partecipare il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’Autorità di Bacino, l’Agenzia Interregionale per il Po, le Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, gli organismi di gestione dei Parchi e delle altre aree protette distribuite lungo il fiume. Nella Conferenza verranno discussi i temi ritenuti indispensabili per avviare la costituzione di un “Parco del Po”: le forme di una governance innovativa e leggera, poggiata sulle istituzioni esistenti; le priorità di intervento; le fonti di finanziamento; l’istituzione di una rete permanente per la circolazione delle informazioni e delle conoscenze. Nella Conferenza verrà chiesto alle istituzioni e agli enti coinvolti di produrre un “Piano strategico per il Po” e di dotarsi degli strumenti per la sua successiva attuazione.


In allegato il testo del Manifesto presentato oggi in Fondazione Cariplo e l'elenco dei firmatari.
Per info e adesioni: manifestoperilpo@gmail.com

giovedì 25 maggio 2017

Un manifesto per il Po


SAVE THE DATE | Soil Day, Politecnico di Milano, 04.07.2017

Martedì 4 Luglio 2017 si terrà il Soil Day dedicato a "Il consumo di suolo in Italia e in Europa".
Il convegno si terrà al Politecnico di Milano nella prestigiosa Aula Rogers (via Ampère 2 - MM Piola).
Durante la giornata verranno presentati 3 studi:

1_ il Rapporto sul Consumo di suolo del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, ISPRA, 2017
 
2_ il Rapporto del Centro di Ricerca sul Consumo di Suolo (CRCS), 2017
 
3_ il Rapporto sul Consumo di suolo in Puglia del MITO-Lab (Politecnico di Bari)
 
 

BICIPACE COLORA LE PROVINCIA DI MILANO E VARESE

MILANO, 24 MAGGIO 2017                                                                                 COMUNICATO STAMPA

Domenica 28 Maggio 2017

Legambiente: “L’evento che unisce convivialità, promozione di una mobilità sostenibile e impegno solidale quest’anno sostiene la petizione europea #salvailsuolo”

Domenica 28 maggio torna Bicipace, giunta quest’anno alla 35esima edizione. La carovana in bicicletta, che nella passata edizione ha visto la partecipazione di 2mila ciclisti, attraversa i territori del varesotto e dell’alto milanese, portando i colori dell’arcobaleno in ben 42 comuni: da Abbiategrasso a Gallarate, passando da Somma Lombardo, Olgiate, Legnano e ancora Busto Arsizio, Saronno, Castellanza, Lainate, Rho e tanti altri. L’arrivo per tutti è previsto alla splendida Colonia Fluviale di Turbigo per un pranzo conviviale. E poi ancora musica dal vivo, animazione e giochi per adulti e piccini, Truccabimbi, Ludobus, “Conoscere gli alberi”, massaggi shiatsu e la visita guidata al Mulino del Pericolo.

«Siamo orgogliosi che quest’anno Bicipace si faccia promotrice della campagna #salvailsuolo, che propone l’iniziativa dei Cittadini Europei People4Soil, sostenuta da 500 organizzazioni appartenenti a gran parte dei Paesi dell’Unione Europea. Durante l’evento sarà possibile firmare la petizione che chiede un quadro legislativo a tutela del suolo da speculazioni edilizie, dalla contaminazione e dall’erosione - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente LombardiaLa bellezza dei paesaggi che ci circondano è un patrimonio importante che va difeso dalle minacce del cemento e scoperto anche con giornate come questa».

Non solo il piacere di condividere una giornata di attività all’aria aperta, immersi negli splendidi panorami della campagna lombarda, ma anche la solidarietà è un elemento che caratterizza questo evento. Bicipace sostiene due progetti: il primo promosso da Les Mamans d’Afrique Onlus con la Scuola di Babele che prevede la creazione di un laboratorio di sartoria associato a un corso di alfabetizzazione rivolto a 20 donne e ragazze del villaggio di Agbanou, in una delle zone più povere del Togo; il secondo sarà invece realizzato in Congo dall’Associazione Amici Sostenitori dei Bambini di Don Crispino Onlus che, oltre a promuovere la scolarizzazione dei bambini, aiuta famiglie e piccole comunità a soddisfare i bisogni primari.

«Legambiente si fa promotrice di un’iniziativa che unisce aggregazione, solidarietà e cooperazione, alla riscoperta di una mobilità sostenibile – dichiara Flavio Castiglioni, Coordinatore di BiciPaceQuesto evento, però, si fa anche testimonianza di come l’utilizzo della bicicletta sia sempre più diffuso e pertanto vada sostenuto e incentivato da parte della amministrazioni comunali. Chiediamo un’attenzione maggiore alla sicurezza dei ciclisti e una valorizzazione attraverso sistemi di piste ciclabili della valle dell’Olona e del parco del Ticino».

Il programma prevede anche momenti di musica e intrattenimento con i Ciapa No e i Rock Around The Pop, lo spettacolo del gruppo teatrale I Sbandattori, il Truccabimbi, il Ludobus a cura di Dire, Fare e Giocare, la visita guidata al Mulino del Pericolo, e poi laboratori, animazione ed una lettura animata a cura dell’Associazione Teatro Dietro Le Quinte. Per informazioni sui tutti i percorsi, gli orari delle partenze nei diversi comuni e prenotazioni: www.bicipace.org

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mercoledì 24 maggio 2017

Dialoghi sulla connessione ecologica: esperienze a confronto


Il Consiglio regionale approva la legge di modifica alla l. 31/2014 CONSUMO DI SUOLO: LA REGIONE SE NE LAVA LE MANI E SCARICA LE RESPONSABILITA’ SUI COMUNI

MILANO, 23 MAGGIO 2017                                                                                    COMUNICATO STAMPA


Legambiente: “Ora i Comuni non hanno più scuse, la riduzione del consumo di suolo dipenderà solo da loro”



Questa mattina in Consiglio Regionale è stata approvata la legge di modifica della l. 31/2014 recante “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato”. Più prosaicamente, quella che Legambiente ha ribattezzato, contestandola, come 'legge ammazzasuolo' per smascherare gli artifici terminologici e procedurali che contemplano la possibilità di continuare a realizzare edifici e infrastrutture su terreni agricoli senza che vengano considerati consumo di suolo.  Al raggiungimento della scadenza dei 30 mesi la norma prevedeva l'applicazione in tutti i comuni lombardi del 'limite di consumo di suolo', da attuarsi attraverso una cascata di provvedimenti che avrebbero già dovuto approdare alla modifica dei piani territoriali delle province e dei piani urbanistici comunali (PGT). Cosa che, come previsto, non è avvenuta in quanto solo oggi, quasi alla scadenza del trentesimo mese, è stato approvato il primo passo di questo provvedimento, il piano territoriale regionale. La Regione ha preso atto del fallimento, e con la legge votata oggi il Consiglio ha scelto di procrastinare le scadenze: ora la tabella di marcia prevede la convalida dei piani delle Province entro il maggio 2019, e poi toccherà ai Comuni adeguare i loro PGT. Fino ad allora (ma in realtà anche dopo, visto che il limite previsto dal PTR non ha carattere prescrittivo) i Comuni ritornano ad essere padroni delle loro scelte urbanistiche, per di più con maggiori possibilità di manovra, visto che la nuova legge consente loro di spostare a piacimento gli ambiti di trasformazione.

«La Regione ha calato la maschera: la procedura della legge 31 è fallita e non resta che restituire ai Comuni la completa potestà in materia di modifica dei PGT. – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente LombardiaLe norme che prevedono, in un futuro ancora remoto, che i comuni debbano diminuire sia pur di poco le esagerate previsioni di nuova urbanizzazione, in realtà per ora sono solo indirizzi. Con il nuovo testo viene sanata la contraddizione della legge 31/14 che, fingendo di voler ridurre il consumo di suolo, impediva ai comuni di approvare qualsiasi variante, anche quelle in riduzione, e spingeva gli operatori a presentare piani attuativi. Le amministrazioni locali non avranno più scuse: la scelta di un futuro libero da nuove colate di cemento ricade su di loro».


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venerdì 19 maggio 2017

COMPLESSO OSPEDALIERO DI ROZZANO NEL PARCO AGRICOLO SUD DI MILANO: ESPOSTO AI CARABINIERI FORESTALI PER ABUSO EDILIZIO DI HUMANITAS

MILANO, 19 MAGGIO 2017                                                            COMUNICATO STAMPA


Legambiente: “Si fermi il cantiere e si ripristini il verde de Parco”

Legambiente Lombardia, insieme all’Associazione Parco Sud, ha inviato un esposto ai Carabinieri Forestali di Milano nel quale si ipotizza un abuso edilizio e paesaggistico da parte della società che gestisce gli immobili del gruppo Humanitas di Rozzano. Nell’esposto si segnala che le opere per la costruzione della nuova pista di atterraggio elicotteri, ad oggi purtroppo già quasi ultimate, sono nei fatti diverse da quelle previste in sede di approvazione del progetto.
Inoltre per costruire un ponte che sovrappassa tre rogge storiche, è stato eliminata una porzione di bosco, senza alcuna autorizzazione, così come le piante sradicate per far posto alla nuova piattaforma in cemento.

Uno scempio paesaggistico che sta avvenendo nel “Parco del Fontanile”, realtà creata nel 2009 come compensazione ambientale all’ennesimo parcheggio costruito nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano, proprio nei pressi dell’istituto Humanitas.

«Riteniamo intollerabile quello che sta avvenendo nell’area del Parco del Fontanile - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - Ci siamo rivolti alle autorità competenti perché si fermi il cantiere e si facciano i dovuti controlli. Assistiamo ancora una volta ad un’operazione edilizia che antepone gli interessi economici alla protezione del valore ambientale di un’area la cui ricchezza di biodiversità è indubbia. Non ci capacitiamo come sia possibile che Humanitas, una delle eccellenze sanitarie lombarde, non tenga conto del fatto che l’ambiente e il paesaggio attorno alla struttura ospedaliera possano avere un effetto moltiplicatore di benessere per i pazienti».

Secondo Legambiente, invece di cementificare un Parco Pubblico consumando ancora suolo, la nuova pista di atterraggio elicotteri si sarebbe dovuta costruire sul tetto di uno dei suoi edifici. È ancora possibile intervenire fermando il cantiere, cambiando il progetto e ripristinando il verde del Parco del Fontanile.


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Legambiente a Milano il 20 maggio INSIEME SENZA MURI

Roma, 18 maggio 2017                                                                         Comunicato stampa


Per dare il benvenuto ai cittadini d’Europa
Serve un governo delle migrazioni lungimirante e un nuovo diritto d’asilo europeo
La politica delle esternalizzazioni scelta dalla UE è un nuovo colonialismo feroce e disumano


Il 20 maggio saremo in marcia a Milano accanto ai migranti, INSIEME SENZA MURI, e sfileremo dietro il nostro striscione BENVENUTI CITTADINI D'EUROPA. Proprio perché siamo ambientalisti, proprio perché vogliamo costruire un mondo diverso siamo convinti di quanto sia giusto essere in piazza.
“Affrontare la questione migranti come se fosse un ‘problema di ordine pubblico’, come fanno le pessime leggi 46 e 48 su nuove procedure per i richiedenti asilo e sicurezza urbana, proposte dal governo e appena approvate dal Parlamento, è un’operazione pericolosissima e che ci spinge a impegnarci sempre di più nella costruzione di una risposta civile, come già avvenuto in altre parti d'Europa a partire dal corteo di Barcellona” dichiara la presidente di Legambiente Rossella Muroni.
“Anche l’attacco alle ONG, alla luce della stretta securitaria degli ultimi giorni - prosegue Muroni -  appare ancora più chiaro nella sua strumentalità e pericolosità: chi aiuta e salva i migranti è diventato un nemico da combattere ed infangare solo perché fa saltare la gestione dei respingimenti voluta da Frontex mettendo in primo piano la salvezza delle vite umane. È una deriva a cui abbiamo il dovere di opporci e per questo sfileremo a Milano il 20 maggio”. 
Servono nuove regole e un governo delle migrazioni lungimirante. Serve un nuovo diritto d’asilo europeo che cancelli le distinzioni tra profughi di guerra e profughi ambientali ed economici. Serve un governo solidale, costruito su una nuova dimensione euromediterranea, che abbandoni la deriva securitaria e di appoggio a regimi inaccettabili, in Turchia come in Africa.
L’Europa deve cambiare rotta. Chi vi cerca oggi rifugio, scappa da un intreccio perverso di cause, tra loro complementari, che ha reso inabitabili tante, troppe, terre a causa di guerre, carestie, desertificazione e siccità, dittature, disuguaglianze esorbitanti e povertà. Distinguere tra profughi di guerra, profughi economici, profughi ambientali, a 65 anni dalla Convezione di Ginevra, non ha alcun senso, e non esiste ancora nessun riconoscimento ufficiale per i profughi ambientali.
Basta sovrapporre la mappa della siccità e della fame con quella dei paesi di origine delle persone che arrivano in Europa, per capire che non ci troviamo di fronte a un’emergenza momentanea, ma a una trasformazione epocale, di cui l’Europa e lo sviluppo industriale dell’ultimo secolo, con i conseguenti cambiamenti climatici, portano le principali responsabilità e su cui si continuano a innestare conflitti armati.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno su un totale di 207.570 richiedenti asilo nel biennio 2015 - 2016 i primi 10 paesi di provenienza sono: Nigeria, Pakistan, Gambia, Senegal, Eritrea, Costa D'Avorio, Bangladesh, Mali, Guinea, Ghana. Le stesse aree colpite dagli effetti più violenti dei cambiamenti climatici, soprattutto nelle forme della siccità e della desertificazione nell’Africa Subsahariana.
In alcune aree, infatti, il 2016 si è dimostrato l’anno più siccitoso dal lontano 1985. Tutto ciò aggrava una situazione già critica per i processi di desertificazione che hanno esposto negli ultimi 30 anni l’area subsahariana a fenomeni di denutrizione cronica e di fame, su cui si sono innestati conflitti etnici e conflitti interni o tra paesi (Mali, Niger, Ghana, Ciad, Sudan, Etiopia, Eritrea, Somalia, Repubblica Centroafricana, Repubblica Democratica del Congo).
In particolare nel Sud Sudan, secondo le agenzie umanitarie della Nazioni Unite, il numero totale di persone colpite nel paese crescerà da 4,9 a 5,5 milioni con il culminare della stagione secca a luglio. In Somalia, la siccità sta minacciando il 50% della popolazione di poco più di sei milioni di persone Si prevede che circa 185.000 bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave, nei prossimi mesi questo dato ci si aspetta arriverà a 270.000. In Nigeria oltre due milioni di persone hanno bisogno di assistenza e vivono in campi profughi a cui vanno sommate altre centinaia di migliaia di persone dei paesi vicini - Camerun, Niger e Ciad – che si sono rifugiate intorno al lago Ciad e nel Nordest della Nigeria, il numero di bambini colpiti da malnutrizione acuta grave ci si aspetta che quest’anno arriverà a 450.000. In Etiopia quasi dieci milioni di persone sono a rischio fame e 400mila bambini sono a rischio denutrizione. A questi paesi africani si deve aggiungere lo Yemen, colpito da guerra e siccità, a pericolo carestia, e alcune zone del Kenya. Va inoltre ricordato che la Siria, in guerra dal 2011, dal 2006 al 2011 ha patito la peggiore siccità della sua storia, con una disintegrazione del settore agricolo.
A questa situazione la legge 46 Minniti Orlando reagisce cercando di accelerare i rimpatri, in realtà creando un numero ulteriore di presenze “illegali” sul territorio, esposte a ogni tipo di ricatto. E la politica delle esternalizzazioni (che spende per il controllo delle frontiere persino i fondi per la cooperazione) scelta dalla UE, e sostenuta, nonché applicata con grande rapidità dall’Italia, mette in campo una nuova forma di colonialismo ancora più feroce e disumano di quello che le potenze coloniali europee hanno inventato nel XIX secolo.

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mercoledì 10 maggio 2017

Migranti, 20 maggio insieme senza muri Legambiente aderisce alla manifestazione di Milano Per abbattere la logica dei muri, per trasformare le paure in speranza

Roma, 10 maggio 2017                                                                                Comunicato stampa



Legambiente aderisce alla manifestazione del 20 maggio a Milano Insieme senza muri. “Perché i valori della solidarietà, del rifiuto della guerra, della violenza e dello sfruttamento sono per noi prioritari” dichiara la presidente dell’associazione Rossella Muroni. Le recenti leggi Minniti Orlando sull’immigrazione e sulla sicurezza e il decoro urbano vanno, secondo Legambiente, nella direzione pericolosa della negazione di diritti e rappresentano un passo indietro sul piano della civiltà giuridica italiana. Con il rischio, per quanto riguarda il decreto Minniti sui migranti, di produrre esclusivamente un maggior numero di persone irregolari costrette alla clandestinità.
“Occorre l’esatto contrario - prosegue Muroni - norme che favoriscano i flussi d’ingresso e la permanenza regolare dei cittadini stranieri, contrastando così il lavoro nero e lo sfruttamento. E servono corridoi umanitari per mettere fine alle morti in mare e agli affari dei trafficanti di uomini. Nelle acque del Mediterraneo nel 2016 sono morte cinquemila persone, secondo le stime dell’alto commissariato Onu per i rifugiati; invece di fare polemiche capziose sulle ong che salvano vite in mare, ci si concentrasse sull’urgenza di aprire corridoi umanitari”.

Occorre, inoltre, aumentare considerevolmente i reinsediamenti, per consentire alle persone che fuggono da guerre, persecuzioni, fame e povertà di entrare in Italia e in Europa senza mettere in pericolo la loro vita. Perché ogni migrante è una persona. Costretta a lasciare la propria casa e la propria terra per cercare la sopravvivenza altrove. Una persona che intrapreso un viaggio lungo e pericoloso nel quale ha subito violenze e perso affetti prima di approdare in un paese straniero con la speranza di essere accolta e di recuperare condizioni di vita dignitose.
Questo vuole ribadire Legambiente alla manifestazione di Milano, contro i razzismi, i populismi, le paure e la logica dei muri, che aumentano insicurezze e contrasti, diseguaglianze e povertà.

La manifestazione di Milano è una prima occasione per rovesciare le paure in speranza, per contrastare quanti sulle paure vogliono costruire il proprio successo elettorale, per aprire nuovi percorsi di civiltà e di coesione. Sta a noi agire per creare nuove comunità accoglienti, inclusive, aperte, innovatrici, libere dalla paura e per invertire la tendenza di rifiuto del migrante e di paura del povero che caratterizza pesantemente questi anni in Italia e in Europa. Senza dimenticare che, oltre a quelle dei regimi antidemocratici dell’area mediorientale e nordafricana, l’Europa ha grandi responsabilità rispetto alle condizioni che costringono oggi centinaia di migliaia di persone a emigrare. Se vuole, però, ha anche l’opportunità di diventare parte della soluzione. A cominciare dal superamento delle attuali regole per il diritto d'asilo, vecchie e adatte a un mondo che non c'è più. Oggi chi fugge dal proprio paese fugge per un intreccio perverso di guerre, fame, siccità e disastri ambientali. Continuare a distinguere tra profughi di guerra e profughi economici e ambientali è disumano e antistorico.

“Il mondo è cambiato e sta cambiando a una velocità impressionante - prosegue Muroni -  nascondersi dietro alle vecchie barriere, rinchiudersi nei confini della propria nazione, ci condanna alla marginalità, all’aumento delle disuguaglianze, all’impoverimento, all’invecchiamento. Costruire nuove politiche per le migrazioni è un’occasione straordinaria che il nostro continente non può e non deve perdere se vuole contribuire a costruire un nuovo welfare globale e a far progredire la pace. Nella presenza diffusa di migranti nei nostri territori sta la possibilità stessa di un nuovo comune benessere”.

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lunedì 8 maggio 2017

Verdeolona, verso Olona River Park 2030


CHI TROVA UN PARCO TROVA UN TESORO - vieni alla scoperta del Grande Parco Forlanini

Domenica 14 maggio, un evento organizzato dall'Associazione Grande Parco Forlanini e dal Politecnico di Milano Erasmus+ Laboratorio di progettazione urbanistica, in collaborazione con l'Associazione Cascinet per la conoscenza e la valorizzazione del Parco Forlanini, sia per quanto riguarda la parte oltre la tangenziale e il fiume Lambro, realizzata negli anni Settanta, sia per quanto riguarda la parte compresa tra il Lambro e il centro della città. E’ qui si incontra il futuro dei parchi Milanesi, il nuovo parco metropolitano a basso costo dove agricoltura, vita della città, sport e tempo libero, natura convivono. Dietro a via Cavriana in una parte miracolosamente conservata di campagna in città, uno spazio di proprietà del comune è oggi condiviso da agricoltori, associazioni, cittadini.
30 ettari accessibili grazie alla nuova rete di circa 3 km di percorsi formano la prima parte del grande parco metropolitano tra il centro di Milano e l’Idroscalo.
La manifestazione consiste in attività divulgative, di visita e sopralluogo delle diverse parti agricole e di fruizione pubblica. Sarà possibile conoscere le cascine con le loro attività agricole e culturali. Verrà svolta una “caccia al tesoro digitale” che permetterà di scoprire le bellezze del Parco e la necessità di collegare il nuovo parco agricolo con il vecchio parco Forlanini.
La manifestazione si concluderà con una proiezione video.

Appuntamento Domenica 14 maggio alle ore 15 a Cascinet, via Cavriana 38!

COSA VI ASPETTA?

Vi aspettiamo con sorprese per tutti:
- pittureremo insieme gli accessi al parco
- creeremo origami per conoscere gli "animali del parco"
- semineremo prati di fiori
- immagineremo insieme il ponte sul Lambro
e  abbiamo pensato anche agli amici a quattro zampe con la realizzazione di un agility-dog!
Il resto lo scoprirete venendo a trovarci!

COSA OCCORRE?

1. Portate con voi uno SMARTPHONE per partecipare alla caccia al tesoro digitale. Per chi ne fosse sprovvisto, sarà un'occasione per conoscere qualcuno e giocare insieme!
2. Lasciate a casa l'auto e VENITE IN BICI !
3. se avete un amico a quattro zampe, portatelo!
L'evento è aperto a grandi e piccini, per riscoprire tutti insieme uno dei parchi della nostra città.

GAIAsmart, App ufficiale dell'evento. http://www.gaiasmart.com/

L’Associazione Grande Parco Forlanini è nata dalla volontà di contribuire alla realizzazione di un grande parco territoriale, da piazza Risorgimento all'Idroscalo. Un parco che contenga la città storica, le attività agricole periurbane che ancora persistono, le attrezzature sportive, la centrale del teleriscaldamento, il fiume Lambro, l'attuale parco Forlanini, il quartiere di Novegro e l’Idroscalo.
Un grande parco raggiungibile anche con una ciclabile dal Duomo, attraverso i suoi viali ottocenteschi, e che si forma utilizzando tutte le risorse che già attualmente coesistono nelle sue aree, collegate da strade carraie e percorsi esistenti. Un parco che si costruisce con la partecipazione di tutti i cittadini.

#WATEREVOLUTION: IL DEPURATORE DI BRESSO-NIGUARDA APERTO AL PUBBLICO


Dal 12 al 14 maggio visite guidate gratuite per scoprire come l’acqua diventa energia green


Com’è fatto e a cosa serve un depuratore? Dove va a finire l'acqua del nostro lavandino? E cos'è la #waterevolution? A queste e tante altre domande risponderanno i nostri esperti durante i #waterevolution day, 3 giornate dedicate a tutti i curiosi, che da venerdì 12 a domenica 14 maggio potranno visitare l’impianto di depurazione di Bresso-Niguarda, alle porte di Milano.

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA DOSSIER - ACQUA E AGRICOLTURA Occorre ridurre i fabbiso...