mercoledì 17 dicembre 2014

Un nuovo pezzo di terra divorato dal cemento nel Parco Sud: così si congeda la Provincia di Milano

Milano, 17 dicembre 2014                                                                                      Comunicato stampa
 
132.000 mq di capannoni per la nuova sede della Mapei, al posto dei campi di Mediglia: cemento in cambio di zero posti di lavoro nell'accordo di programma a cui hanno aderito Maroni e Podestà
Ma la Regione Lombardia non doveva fermare il consumo di suolo?

Ha un titolo ammiccante l'accordo di programma per la “realizzazione di un centro di ricerca d'avanguardia nel campo della bioedilizia e della valorizzazione paesaggistica e ambientale nel comune di Mediglia (MI)” a cui ieri la Giunta Provinciale, in una delle sue ultime sedute, ha dato la propria adesione, dopo quella già approvata dall'esecutivo di Palazzo Lombardia nelle scorse settimane. Ma il titolo è del tutto fuorviante: ad andare oltre le parole infatti, si scopre che l'oggetto dell'accordo urbanistico è qualcosa di molto più tradizionale, si tratta della costruzione di edifici, per ben 132.000 metri quadrati, nei campi del Parco Agricolo Sud Milano alle porte di Mediglia, per accogliere un centro direzionale della MAPEI, la multinazionale della famiglia Squinzi, entro cui ricollocare funzioni già presenti nelle sedi milanesi della società. Nuovi edifici ad uso uffici, che non creeranno alcun posto di lavoro oltre a quelli già alle dipendenze del gruppo industriale, ma in compenso cancelleranno un'area di suoli agricoli, fertili ed estesi abbastanza da poter sostenere una produzione annua di oltre 1000 quintali di farina di mais.  Succede di nuovo dunque, e nonostante la crisi del settore immobiliare: torna l'assalto del cemento ai campi del Parco Sud, nella regione che ospita l'Esposizione Universale dell'alimentazione e che ha spergiurato di voler scrivere la parola fine al consumo di suolo. Ed è il boccone amaro con cui la Provincia di Milano si congeda definitivamente, consegnando alla nuova entità della città metropolitana un territorio già troppo cementificato. “Invece di riorganizzare e riutilizzare i tanti spazi dismessi e sottoutilizzati della città, si continua ad aggredire quel poco di terreni agricoli che ci restano, senza nemmeno il pudore di risparmiare le aree tutelate dai parchi regionali - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - è gravissimo che i presidenti di Regione Lombardia e Provincia di Milano, dopo aver speso fiumi di dichiarazioni contro il consumo di suolo, si rendano di fatto promotori di iniziative immobiliari che devastano il territorio, per di più senza aggiungere nulla al potenziale industriale della Lombardia. E' nei fatti concreti che si misura la reale volontà della politica di arrestare la cementificazione del territorio, e noi ci opporremo a questa ennesima speculazione ai danni della campagna lombarda. Quando leggeremo il testo della delibera sarà interessante capire qual è l’interesse pubblico da parte della Provincia e come un’edificazione su ambiti agricoli strategici può essere compatibile con i Piano Territoriale Provinciale”. Il messaggio di Legambiente, in attesa del via libera anche dall'ente gestore del Parco Sud, è chiaro: “Non lasceremo nulla di intentato per contrastare questa nuova aggressione al Parco Sud”.

L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 

 

lunedì 15 dicembre 2014

SEVESO. COMUNE, TRASFERITI AD AIPO I 20 MILIONI DI EURO PER REALIZZARE LA VASCA DI SENAGO


Giunta fissa anche i criteri per usufruire dei contributi per le attività commerciali

Milano, 12 dicembre 2014 – I 20 milioni di euro stanziati dal Comune di Milano e necessari per la realizzazione della vasca di laminazione di Senago vengono trasferiti all’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo). Lo ha deciso stamani la Giunta di Palazzo Marino, approvando un “pacchetto” di due nuove delibere sul tema Seveso, riguardanti sia le opere strutturali per risolvere definitivamente il problema delle esondazioni, sia lo stanziamento dei contributi per i danni subiti dai commercianti.

La prima delibera di Giunta, che trasferisce ad AIPo i 20 milioni di euro quale quota di partecipazione del Comune alla realizzazione della vasca Senago, rappresenta un altro passo avanti verso la messa in sicurezza del fiume, punto cardine del progetto Seveso, che prevede la realizzazione di 5 vasche di laminazione, del canale scolmatore nord e di un piano di depurazione delle acque. La delibera formalizza l'impegno politico del Comune nel contribuire alla realizzazione delle vasche; Milano è l'unico  comune italiano che mette a disposizione risorse proprie per interventi di difesa idraulica.

“Il nostro impegno affinché il Seveso non rappresenti più una minaccia per i milanesi è costante e concreto – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran –. Dopo 30 anni di esondazioni, stiamo per realizzare un grande progetto che ci consentirà di mettere la parola fine all’emergenza. Questo è possibile solo attraverso una forte collaborazione tra Governo, Regione e Comune".

Per quanto riguarda le azioni concrete e tangibili del Comune nei confronti dei cittadini delle zone colpite dall’esondazione, la Giunta ha varato anche una delibera che fissa i criteri per l’assegnazione dei contributi (circa mezzo milione di euro) a favore di micro e piccole imprese commerciali, artigianali o di servizi che si doteranno di sistemi di allerta o di mitigazione e contenimento delle acque, come la realizzazione di paratie mobili, l’installazione di chiusure stagne, l’impermeabilizzazione dei muri.

“Questo provvedimento – spiega l’assessore al Commercio e Attività produttive Franco D’Alfonso – mira ad estendere a tutte le zone soggette alle esondazioni del Seveso i sistemi di paratie e contenimento di cui si sono già dotati alcuni commercianti e condomini della zona Niguarda, e che si sono dimostrati utili a contenere i disagi derivanti dagli allagamenti. I contributi stanziati dal Comune rappresentano quindi un aiuto concreto alle attività commerciali, in vista della soluzione definitiva del problema Seveso con le vasche di laminazione”.

Entro dicembre il Comune pubblicherà il bando per accedere ai 493 mila euro di contributi: potranno beneficiarne le micro e piccole imprese commerciali, artigianali o di servizi con sede all’interno dei DUC Isola, del DUC Prato Centenaro nonché nell’area più ampia interessata dall’ultima esondazione e compresa nel perimetro della planimetria allegata.
Il contributo sarà di 1000 euro (Iva esclusa) per ogni vetrina di negozio sino a un massimo di tre punti luce e non potrà superare il 75% del totale delle spese sostenute. In particolare, i contributi andranno a coprire due tipi d’intervento: il primo rivolto a investimenti per l’acquisizione di sistemi di contenimento e mitigazione delle acque come paratie, impermeabilizzazione dei muri, guarnizioni a chiusura stagna oltre a interventi di imbiancatura e sanificazione dei locali. Il secondo riguarda l’acquisto di impianti e sistemi di allerta capaci di integrarsi con il piano di emergenza del Comune, quali centraline elettroniche, sistemi di messaggistica istantanea ecc. Per accedere ai contributi tutti gli interventi dovranno essere effettuati nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 30 aprile 2015. 

Fonte: Comunicato stampa del Comune di Milano

Acqua pubblica, città metropolitana - partecipazione

Appuntamento pubblico organizzato dal Gruppo Consiliare SINISTRA PER PISAPIA.
In collaborazione con COMITATO MILANESE ACQUAPUBBLICA


mercoledì 10 dicembre 2014

Adesione di Legambiente Lombardia all'appello regionale per la tutela dei corsi d'acqua promossa dall'APS Amici Pescatori di Braone

Si chiede una piccola, ma sostanziale modifica del precedentemente citato articolo 38 della legge regionale, ovvero prevedere l'obbligo della revoca della concessione (e non più una mera possibilità che non si attua mai) laddove venga accertata la carenza delle condizioni previste dalla definizione di DMV della stessa legge sostituendo semplicemente una sola parola, ovvero che l'articolo venga cambiato come segue;

“La concessione deve essere oggetto di revoca anche parziale da parte dell’autorità concedente, in qualunque momento, qualora venga accertata la sopravvenuta incompatibilità della concessione con gli obiettivi di qualità e di valorizzazione del corpo idrico interessato. La revoca non dà luogo a corresponsione di indennizzo, fatta salva la riduzione del canone di concessione in caso di revoca parziale”

Queste le considerazioni che Legambiente Lombardia vuole fare sue aderendo all'appello promosso dall'associazione sportiva e che vuole tutelare corsi d'acqua sempre più sotto pressione.

Per ulteriori informazioni:

Progetto Olona entra in città: contributo al Comune



Il finanziamento di Fondazione Cariplo servirà per realizzare alcune azioni  tra Rho e Pregnana

Rho, 9 dicembre 2014

Il Comune di Rho ha ricevuto la comunicazione ufficiale di Fondazione Cariplo sulla concessione di un contributo di euro 460.000,00 per il progetto "L’Olona entra in città: ricostruzione del corridoio ecologico fluviale nel tessuto metropolitano denso - Realizzazione" promosso dal Comune di Rho, Comune di Pregnana M.se e Legambiente Lombardia.

Dopo il finanziamento per lo studio di fattibilità, si passa adesso alla fase di realizzazione di alcune azioni, che scaturiscono dai risultati delle indagini svolte.

Il progetto ha un costo di circa un milione di euro, di cui 66mila a carico del Comune di Rho, 69mila a carico del Comune di Pregnana M.ne e 370mila fondo di compensazione Expo 2015 oltre al finanziamento concesso da Fondazione Cariplo di euro 460.000.

Le aree di intervento del progetto sono localizzate all’interno del Parco Locale del Basso Olona nei territori comunali di Rho e Pregnana Milanese e lungo i varchi e i potenziali corridoi ecologici, che lo connettono con il Parco Agricolo Sud.



In un discorso generale di presidio territoriale, riqualificazione fluviale e ricucitura della “rete” ecologica, appare fondamentale il ruolo del Parco Locale del Basso Olona. Questa realtà, che però ancora fatica ad affermarsi, tutela gli spazi aperti e la naturalità dei luoghi, pur non riuscendo ancora ad ottenere un’azione di intervento decisiva sul territorio stesso che presenta frammentazioni importanti, degrado e una pronunciata banalizzazione. Il presente progetto ha dunque l’obiettivo di connettere, deframmentare e potenziare gli elementi principali di questa parte della Rete Ecologica Regionale, al fine di migliorare e conservare la biodiversità e la naturalità dei luoghi. Obiettivo di lungo periodo rimane quello di restituire spazi al fiume e ai corsi d'acqua del rhodense, per dimostrare che è possibile riportare vita e natura lungo l'Olona e, allo stesso tempo, migliorare la sicurezza del territorio perpetuando il millenario e delicato equilibrio tra le comunità e il suo fiume.

Saranno monitorate le specie animali che sono state identificate come target in seguito ai rilievi realizzati nel corso dello studio di fattibilità: tasso, faina, anfibi, picidi e odonati. Sono previste inoltre azioni di formazione e divulgazione per responsabilizzare amministratori e cittadini sull’importanza della rete ecologica e la conservazione della biodiversità, ma anche percorsi partecipativi atti a dare una identità al Parco del Basso Olona.

Vogliamo puntare” dichiara Lorenzo Baio di Legambiente Lombardia, “ a rigenerare questo territorio su cui pesano importanti infrastrutture. Il percorso è lungo e difficile, non ce lo nascondiamo, ma passo a passo vogliamo mostrare concretamente che è possibile un utilizzo del suolo multifunzionale e di qualità, che tenga da conto anche la biodiversità animale e vegetale come elementi fondamentali e rappresentativi dello stato di salute del territorio stesso”.

Il progetto ha come finalità le seguenti strategie:
      Miglioramento dei presidi naturali (boschi, elementi lineari, aree umide) dell’area.
      Potenziamento delle aree di presidio della biodiversità.
      Realizzazione e potenziamento di corridoi e varchi ecologici tra aree.
      Miglioramento della fruizione leggera e a basso impatto del Parco del Basso Olona per aumentarne il presidio della cittadinanza.

L’Assessore all’Ecologia, ambiente e mobilità del Comune di Rho, Gianluigi Forloni, dichiara:

“Con la concessione del contributo di Fondazione Cariplo possiamo procedere alla realizzazione del progetto L’Olona entra in città dopo lo studio di fattibilità. La riconferma del finanziamento anche per questa fase dimostra l’importanza delle scelte, che stiamo facendo riguardo la fondamentale valorizzazione del fiume Olona e dell’ambiente che lo circonda. Altri aspetti da sottolineare sono le azioni di formazione e divulgazione per promuovere e sensibilizzare amministratori e cittadini. Contiamo sui percorsi partecipativi per definire insieme una identità al Parco del Basso Olona.”

Il vice sindaco del Comune di Pregnana M.ne Angelo Bosani aggiunge:

 “Tengo a sottolineare tre aspetti nel processo di realizzazione del progetto.
  1. La coerenza politico – amministrativa: il Comune di Pregnana è attraversato da tre corridoi ecologici e ha partecipato e ottenuto fondi per tutti e tre, se vogliamo raggiungere gli obiettivi dati dobbiamo essere perseveranti.
  2. La cooperazione tra Comuni su base volontaria che ha portato allo sviluppo di attività condivise e partecipate, se vogliamo raggiungere gli obiettivi dati dobbiamo agire con unità di intenti e in questo senso il Comune di Rho è il naturale capofila.
  3. La concretezza del progetto: passiamo dallo studio di fattibilità all’attuazione delle opere in pochi mesi. Spesso questo tipo di progetti rimane “accademia” mentre in questo caso le risorse (importanti) sono state reperite e verranno spese realizzando quanto previsto.”


Informazioni
Referenti di progetto
Comune di Rho
Angelo Lombardi, Ufficio Tutela Ambientale
ecologia@comune.rho.mi.it  ecologia.tutelaambientale@comune.rho.mi.it
tel. 02 93332259/333
Legambiente Lorenzo Baio
tel. 02.87386480 fax 02.873864487


I circoli milanesi di Legambiente premiati con l'attestato di civica benemerenza, prestigiosa onorificenza del Premio Ambrogino d’oro

Legambiente: “Un riconoscimento che valorizza e premia l’impegno dei circoli e dei tanti volontari, in un periodo non facile segnato dalla crisi e dai tagli indiscriminati al terzo settore”



Per Legambiente e per i suoi circoli milanesi domani arriverà un importante riconoscimento. Si tratta del Premio Ambrogino d’oro 2014,  conferito ogni anno dal Comune di Milano a chi si è distinto per opere ritenute particolarmente meritevoli tali da dare lustro alla città. Il premio prevede due tipi di onorificenze: medaglie d’oro e attestati di civica benemerenza, assegnati rispettivamente a persone fisiche e associazioni. Tra le 34 associazioni premiate con l’attestato di civica benemerenza, domani ci saranno anche i circoli milanesi di Legambiente che si sono distinti per il loro impegno dimostrato per la difesa e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio, e per la tutela degli animali. Alla cerimonia ufficiale di consegna dei premi, in programma domani 7 dicembre presso il Teatro Dal Verme di Milano e dove sarà presente il sindaco Pisapia, parteciperanno i presidenti dei circoli Legambientini insieme a Franco Beccari di Legambiente.

“Questo riconoscimento – dichiarano Rossella Muroni e Barbara Meggetto, rispettivamente direttrice generale di Legambiente e direttrice di Legambiente Lombardia - ci riempe d’orgoglio, premia i circoli e i tanti volontari che hanno lavorato in questi anni e dimostra come la cittadinanza attiva rappresenti ormai una parte importante di questa società. I cittadini vogliono essere presenti sul territorio, fare azioni concrete per la tutela dell’ambiente e soprattutto vogliono contare nelle scelte strategiche del Paese anche attraverso le associazioni di volontariato come la nostra. Un impegno e una voglia che non diminuiscono neanche in questo momento di profonda crisi economica segnato anche dai tagli indiscriminati al terzo settore e che rappresentano un colpo basso nei confronti del mondo del volontariato. Occorre, invece, avere il coraggio e la lungimiranza di investire nel terzo settore per poter dar modo di lavorare ancora di più sui territori e per i territori e dare un futuro migliore al Paese”.

Nata nel 1980, Legambiente è l'associazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi coinvolte in programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Tratto distintivo dell’associazione è stato sempre l’ambientalismo scientifico, la scelta, cioè, di fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente su una solida base di dati e conoscenze, che hanno permesso di accompagnare le sue battaglie con l’indicazione di alternative concrete, realistiche, praticabili. Questo, assieme all’attenzione costante per i temi dell’educazione e della formazione dei cittadini, ha garantito il profondo radicamento di Legambiente nella società.

giovedì 4 dicembre 2014

Siglate nuove convenzioni nell'ambito dei Contratti di Fiume Olona-Bozzente-Lura e Seveso

Regione Lombardia, nell'ambito dei Contratti di Fiume Olona-Bozzente-Lura e Seveso, nei giorni scorsi ha siglato una serie di nuove convenzioni.

I Comuni firmatari coinvolti sono: Malnate, Cerro Maggiore, Cislago e Cesano Maderno.

Obiettivo delle convenzioni, la realizzazione di interventi pilota, per un totale di 1.115.000 € di contributo, per la de-impermeabilizzazione di aree pubbliche e la gestione sostenibile delle acque di pioggia.
Gli interventi sono previsti dai Programma di Azione dei Contratti di Fiume approvati lo scorso settembre. 

Fonte: Sito Contratti di Fiume.it

mercoledì 3 dicembre 2014

L'energia "verde" che fa male ai fiumi - Dossier CIRF (2014)

INTRODUZIONE
L’esigenza di scrivere questo documento nasce da una constatazione semplice: negli ultimi anni il
numero di domande per la realizzazione di nuove derivazioni e impianti idroelettrici (in genere di
taglia  piccola  o  molto  piccola)  è  cresciuto  in  modo  esponenziale  in  molte  regioni  italiane,  con
migliaia di richieste in fase di valutazione e migliaia di km di corsi d’acqua che potrebbero essere a
breve  derivati.  Questo  “nuovo  periodo”  per  l’idroelettrico  è  coinciso  con  uno  dei  passaggi  più
complessi in termini di pianificazione relativa ai corsi d’acqua, con tutti i problemi connessi ai gravi
ritardi nell’implementazione della Direttiva 2000/60/CE e il conseguente rischio di procedimenti di
infrazione. Questa sovrapposizione anche temporale fra l’esigenza di incrementare la produzione
di energie rinnovabili per conseguire gli obiettivi della Direttiva 2009/28/CE e quella di tradurre in
pratica gli obblighi di classificazione, tutela e miglioramento dei corpi idrici imposto dalla Direttiva
Quadro Acque ha creato e sta creando molti conflitti e generando scelte alquanto contraddittorie,
che stanno producendo conseguenze ambientali gravi, ma in relazione alle quali non sembra che ci
sia  ancora  sufficiente  consapevolezza. 

Scarica l'intero dossier

PSA-Piano Straordinario Acque: i progetti nei Comuni firmatari dei Contratti di Fiume

Un lungo e proficuo confronto politico e istituzionale, ha portatoall'aggiornamento della normativa regionale in materia di acque, che va conformandosi con quella statale. Fra gli elementi cardine vi è la durata dell'affidamento della gestione dei servizi, che passa da 20 a 30 anni, in modo da facilitare l'accesso al credito da parte dei gestori, sostenendo di fatto gli investimenti di miglioramento infrastrutturale e ipotizzando anche un possibile risparmio sulla tariffa dell'acqua e, di conseguenza, sulla bolletta. Tutte le modifiche apportate non danno origine a nuove organizzazioni amministrative e quindi non implicano alcun nuovo onere a carico della finanza pubblica o dei cittadini.

In riferimento alla realizzazione di opere di collettamento e impianti di depurazione delle acque reflue nei territori che ne sono ancora sprovvisti, e al fine di accelerare i processi in atto, l'Assessorato all'Ambiente regionale ha stanziato per il triennio 2014-2017 (PSA-Piano Straordinario Acque) poco più di 26 milioni di euro.
L’assessore all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Terzi, sottolinea che "queste importanti risorse ci permetteranno di risolvere le sanzioni sugli agglomerati provinciali condannati dall'Ue (Orzinuovi, Calco e Valle San Martino, Melegnano, Olona Nord, Olona Sud, Robecco sul Naviglio e Trezzano), oggetto della sentenza di condanna Ue del 10 aprile 2014 per il mancato rispetto delle disposizioni della direttiva 91/271/CE del 1991".
L'accordo sottoscritto lo scorso ottobre tra Regione Lombardia, Dipartimento per lo Sviluppo e Coesione economica e il Ministero dell'Ambiente porterà nelle casse degli Enti Locali ulteriori 13.464.000 euro, che consentirà di arrivare ad un totale di 26.473.000 euro. Di fatto, oltre ai 13.464.000 euro si sommano i 4.127.000 euro di compartecipazione degli Enti Locali, più 8.882.000 euro delle risorse inserite nell'accordo quadro del 2002 e autorizzate dal Ministero. L'intero importo sarà utilizzato nel triennio 2014-2017 dagli Uffici d’Ambito territoriale su un totale di 31 interventi nelle province di: Lecco (6), Milano (16), Brescia (2) e Monza e Brianza (7).
In allegato è disponibile l'elenco completo degli interventi e relativi importi all’indirizzo.
Riportiamo qui di seguito i progetti e i comuni firmatari dei Contratti di Fiume, interessati dal Piano Straordinario Acque:
  • Melegnano (MI) - Impianto di depurazione di Melegnano - Potenziamento impianto - 1a fase.
  • San Giuliano M.se (MI) - Collegamento rete fognaria della frazione Pedriano di San Giuliano M.se alla rete fognaria di Melegnano. 
  • Melegnano (MI) - Rifacimento collettore in sponda dx del fiume Lambro tra via Cavour e via Frisi con nuova stazione di sollevamento.
  • Melegnano (MI) - Eliminazione scarichi fognari in roggia Spazzola nelle vie: Montegrappa, Piazza IV Novembre, Predabissi, Frassi, Dei Pini, Dei Giacinti, Dalie, e Giovani XXIII.
  • San Giuliano M.se (MI) - Collegamento rete fognaria della frazione Mezzano di San Giuliano M.se alla rete fognaria di Melegnano.
  • Melegnano (MI) - Eliminazione scarichi in roggia Spazzola in Via dei Pini, Via dei Giacinti, Via Dalie e Via Giovanni XXIII.
  • Legnano (MI) - Ulteriori fognature a completamento delle zone urbanizzate - 1° lotto.
  • Legnano (MI) - Ulteriori fognature a completamento delle zone urbanizzate - 2° lotto.
  • Legnano (MI) - Ulteriori fognature a completamento delle zone urbanizzate. 
  • Cerro Maggiore, San Vittore Olona (MI) - Ulteriori fognature a completamento delle zone urbanizzate.
  • Cerro Maggiore, Parabiago (MI) - Ulteriori fognature a completamento delle zone urbanizzate.
  • Baranzate, Lainate, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rho, Senago (MI) - Ulteriori fognature a completamento delle zone urbanizzate.
  • Ceriano Laghetto (MB) - Via Roncaccio, nuovo tratto di fognatura e dismissione di scarichi fognari in corpo d'acqua superficiale.
  • Limbiate (MB) - Villaggio del Sole, nuovo tratto di fognatura e dismissione di scarichi fognari in corpo d'acqua superficiale.
  • Limbiate (MB) - Via del Laghetto, nuovo tratto di fognatura per il collettamento di scarichi attualmente non allacciati alla rete.
  • Limbiate (MB) - Via Verdi, nuovo tratto di fognatura per il collettamento di scarichi attualmente non allacciati alla rete.
  • Lazzate (MB) - Via Delle Brughiere, nuovo tratto di fognatura per il collettamento di scarichi attualmente non allacciati alla rete.
  • Misinto (MB) - Via Birago (traversa), nuovo tratto di fognatura per il collettamento di scarichi attualmente non allacciati alla rete.
Fonte: Sito Contrattidifiume.it

martedì 2 dicembre 2014

Apericena ambientalista

Vi aspettiamo per questo appuntamento che puo' servire a riscoprire un
luogo  ben rigenerato e condividere l'emozione del cibo con
l'intrattenimento musicale e di voci del gruppo i " Ciapa No'.
Saluti a tutti.
Legambiente
Circolo Parabiago
Fb: Legambiente Parabiago
 
 

Livigno: lo Ski Business minaccia l'ultimo paesaggio del silenzio nella conca del Piccolo Tibet

Milano, 2 dicembre 2014                                                                                Comunicato stampa
  
“Difendiamo la Vallaccia”
Legambiente dal giudice contro il nuovo impianto sciistico nel sito protetto dalla UE

A rischio pascoli e prati nel regno della pernice bianca e dei grandi rapaci alpini


Decine di ettari di sbancamenti, piloni e strade nella valle più incontaminata tra quelle che confluiscono nella conca di Livigno: la Vallaccia, che comincia a Trepalle, il centro abitato più alto d'Europa, è una spettacolare distesa di pascoli e prati da sfalcio, dove ancora oggi si pratica l'allevamento d'alpeggio, ma in cui hanno trovato casa alcune tra le specie di uccelli più spettacolari e protetti dell'arco alpino, come il piviere tortolino, il gallo forcello, l’aquila reale, il gipeto, fino alla sempre più minacciata pernice bianca. Una valle conservata grazie a secoli di attività d'alpeggio, ancora ben presente, in cui gli unici edifici del fondovalle sono una manciata di tee, le tradizionali abitazioni rurali del Livignasco. Questo è quanto rischia di sparire per far posto a nuove piste da sci e impianti di risalita. Le ruspe sono pronte a mettersi al lavoro ma Legambiente non ci sta e ha presentato un ricorso per bloccare il progetto che devasterebbe il Sito di Interesse Comunitario “Vallaccia - Pizzo Filone”, interamente nel territorio amministrativo di Livigno. Tutto parte dal progetto presentato dal gestore degli impianti a fune del Monte della Neve, cresta montana che sovrasta la Vallaccia e la separa dalla valle di Livigno: la società Mottolino s.p.a. intende infatti realizzare di una nuova seggiovia a sei posti che collegherebbe proprio la località Vallaccia con Monte della Neve. Per ottenere le autorizzazioni necessarie però la società ha mascherato il progetto del nuovo impianto come un “adeguamento tecnologico e funzionale” della vecchia seggiovia Mottolino-Monte della Neve, ma consultando le mappe si comprende facilmente che qualcosa non torna: se infatti il punto di arrivo dei due impianti sarebbe lo stesso, le partenze invece disterebbero di ben 3 chilometri in linea d’aria l’una dall’altra, tale è infatti la distanza tra il Mottolino e il fondovalle della Vallaccia. Dopo aver ricevuto pareri negativi da tutte le autorità consultate, la società si è rivolta niente meno che al Consiglio dei Ministri per ottenere un via libera che però, per Legambiente, è illegittimo. 

“E’ un escamotage scandaloso per ottenere il via libera a una nuova colata di cemento – attacca Francesco Borasi, avvocato del Centro Azione Giuridica di Legambiente - definire adeguamento di un vecchio impianto sciistico la realizzazione, di fatto, di una nuova seggiovia che nulla c’entra con quella vecchia è il tentativo sporco per aggirare tutti i piani territoriali e comunali che vietano la realizzazione di nuove strutture per lo sci nel SIC della Vallaccia”.

Molte sono le segnalazioni giunte a Legambiente di cittadini dell'Alta Valtellina, affezionati alla Vallaccia e preoccupati, oltre che del danno gravissimo degli sbancamenti e delle nuove infrastrutture, anche del fatto che una nuova partenza della funivia nel cuore della Vallaccia avrebbe prima o poi scatenato anche appetiti immobiliari, facendo perdere per sempre un patrimonio naturale e culturale che ha pochi eguali nell'intero arco alpino. Per questo Legambiente Lombardia ha voluto vedere le carte e ha immediatamente depositato un ricorso al TAR chiedendo che il tribunale annulli la delibera del Governo che spiana la strada alla nuova seggiovia, imponendo invece il rispetto del drastico parere negativo della Soprintendenza che non aveva creduto alla favoletta dell’adeguamento del vecchio impianto, bocciando senza appello questo stravolgimento del territorio montano.
“Livigno non è zona affrancata dal rispetto delle norme ambientali nazionali e comunitarie - commenta Ruggero Spada, coordinatore di Legambiente per la Provincia di Sondrio - lo sviluppo turistico del piccolo Tibet deve smettere di inseguire modelli aggressivi degli spazi montani e di utilizzare ogni forma di elusione e di aperta violazione delle norme che tutelano i paesaggi più preziosi della montagna lombarda. L'espansione del dominio sciistico nel cuore di un sito comunitario è una azione che, se non verrà bloccata, porterà ad erodere ulteriormente il patrimonio naturale su cui poggia ogni visione di sviluppo durevole di una località turistica ancora così prestigiosa”

L’ufficio stampa Legambiente Lombardia 0287386480

Tanti anni di Befana sul Lambro.




Nel corso degli anni abbiamo potuto constatare come l’evento “Befana sul Lambro” sia diventato una importante risorsa culturale per il territorio, che attraverso una originale animazione-festa socio-ambientale costruita con l’aiuto dei volontari, delle associazioni, delle istituzioni, ha avuto la forza sufficiente per diventare un appuntamento sociale e un evento culturale capace di incidere nell’immaginario collettivo.
La manifestazione “Befana sul Lambro” ha superato il considerevole traguardo di venticinque anni di vita, arrivando alla sua ventottesima edizione: un percorso ricco di esperienze, saperi, conoscenze e partecipazione, un patrimonio culturale, progettuale, creativo e di ricerca che non vorremmo venisse disperso, ma che, anzi, vorremmo veder crescere.
I Comuni del territorio, la Provincia di Milano, la Provincia di Monza e della Brianza e la Regione Lombardia hanno mostrato negli anni un’attenzione per la prosecuzione dell’esperienza del Laboratorio e della teatralizzazione sul fiume, ed hanno affiancato enti, associazioni e privati cittadini nel sostegno economico ed organizzativo alla Befana sul fiume Lambro.
Anche molte associazioni, come ricordato, negli anni si sono aggiunte al composito fronte che propone un modo diverso di fare animazione socio-ambientale. Tra le tante ricordiamo il patrocinio di Emergency, della Fondazione ABIO per il bambino in ospedale e dell’UNICEF.
Inoltre ci hanno dato e ci danno un’importante sostegno la Protezione Civile dei comuni di Carate Brianza e Verano Brianza, la Croce Bianca Brianza, la marching-band di Besana Brianza, il gruppo folk Muntanerada, l’associazione “La casa di Emma”, l’associazione dei genitori dell’istituto comprensivo “G. Romagnosi” di Carate Brianza, i Gruppi di acquisto solidale (G.A.S.) di zona e molti altri enti e associazioni.
In aiuto al Laboratorio si è anche radicata una solida tradizione di volontariato, che ha portato alla Befana sul Lambro centinaia di persone diverse, anche provenienti da altre nazioni.
Ai volontari del territorio si sono aggiunti, anno dopo anno, numerosi artisti e performer che hanno contribuito con le loro arti, la loro creatività e il loro specifico linguaggio a diffondere il messaggio della Befana sul fiume Lambro.
Nel corso di tutti questi anni gli operatori della C.C.A., nello spirito del Laboratorio, sono intervenuti con presentazioni creative nelle scuole elementari, nei centri di aggregazione giovanile e nei centri socio educativi. Qui abbiamo realizzato laboratori specifici per la realizzazione e la decorazione di piccole strutture e oggetti scenici per la festa finale.
Alcuni ospiti delle comunità terapeutiche del territorio, lavorando ai laboratori, hanno potuto integrare il loro percorso con una esperienza di volontariato, che è stata anche occasione di formazione e di reinserimento sociale.


 

lunedì 1 dicembre 2014

Contratti di Fiume, strumenti di Pianificazione di Distretto Idrografico nel Collegato Ambientale approvato dalla Camera

Nella seduta di alcuni giorni fa con l'approvazione alla Camera del collegato ambientale, è stato inserito l'art 24 bis che, per la prima volta nella normativa nazionale, prevede ed inquadra i Contratti di Fiume nell'ambito della Pianificazione di distretto idrografico.
La proposta di legge, che ora attende il passaggio in Senato, recita cosi:”l'articolo 24-bis disciplina i contratti di fiume, che concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione del distretto idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali”.

Fonte: Sito Contratti di Fiume.it

Per approfondimenti:
Sito www.giurdanella.it

venerdì 28 novembre 2014

Tutto l’arco alpino si ribella all’idroelettrico selvaggio.



Comunicato Stampa e Invito


LUNEDI 24 NOVEMBRE  alle ore 11 presso il CSV
 
Legambiente della Valle d’Aosta indice una Conferenza Stampa per fare il punto della situazione sulle centrali idroelettriche

Petizione nazionale ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, al Parlamento e alle Regioni. E in Valle d’Aosta?

In tutte le regioni alpine (Friuli-Venezia-Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Piemonte) è scoppiata la rivolta contro i prelievi indiscriminati di acqua dai fiumi, a favore delle centrali idroelettriche. Tutti i fiumi dell’arco alpino, e in particolare i torrenti alpini, sono ormai sistematicamente captati a più riprese, lungo tutto il percorso, e quindi deprivati della maggior parte della propria acqua, con gravi danni ambientali e paesaggistici.
Nei paesi e nelle vallate in cui questi prelievi provocano i maggiori danni anche economici, per il riflesso sull’indotto turistico, le popolazioni locali si stanno muovendo. Si sono costituiti dei Comitati, formati da ambientalisti, pescatori, amministratori, cittadini. Dall’unione di tanti movimenti e comitati e con il supporto delle maggiori associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, Mountain Wilderness, CIPRA, CIRF, CAI, LIPU,…)  è scaturito un appello:

APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEI CORSI DACQUA DALLECCESSO DI SFRUTTAMENTO IDROELETTRICO

L’appello è stato presentato a Roma il 28 ottobre scorso, durante una Conferenza presso la sala stampa di Montecitorio ai membri delle Commissioni Parlamentari competenti di Camera e Senato.

In sostanza si chiede al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Parlamento, alle Regioni e  al Segretariato della Convenzione delle Alpi:
- limmediata sospensione del rilascio di nuove concessioni e autorizzazioni per impianti idroelettrici, la revisione degli  strumenti  di incentivo e l’apertura di un tavolo di confronto a livello nazionale;
- che si considerino in modo esplicito gli impatti cumulativi dei progetti che incidono su uno stesso bacino imbrifero e che i corsi dacqua, in particolare quelli di montagna, vengano considerati un patrimonio di biodiversità, di valori ambientali e paesaggistici da tutelare, una risorsa preziosa per il paesaggio in grado di favorire un turismo ricreativo alternativo e meno impattante;
- che venga messo in discussione larticolato normativo secondo il quale le opere per la realizzazione degli impianti idroelettrici  sono di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti.

Per presentare l’appello e fornire informazioni sul suo iter è stata invitata Lunedì 24 novembre ad Aosta una rappresentante dei Comitati che ha partecipato all’incontro di Roma:

Lucia Ruffato, presidente del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune.

Sarà l’occasione per riflettere sullo stato dell’idroelettrico e sul suo futuro in Valle d’Aosta, in vista del termine, nel 2015, del blocco alla presentazione di nuove domande determinato dalla “moratoria” introdotta con la DGR n. 1253 del 15 giugno 2012.
Legambiente Valle d’Aosta intende fornire il proprio contributo nel percorso che dovrà essere avviato da parte della Regione per  individuare nuove norme che limitino i prelievi idroelettrici, al fine di salvaguardare i torrenti e i corsi d'acqua della nostra Valle.

Aosta, 19 novembre 2014   


Come è andata?

Nel 2015 scadrà la moratoria Viérin sulle centrali idroelettriche. A guardare con preoccupazione a quella data è Legambiente che oggi in una conferenza stampa ha denunciato il rischio che si arrivi ad un vero e proprio “saccheggio dell’idroelettrico”.
Ad oggi sono 226 gli impianti presenti in Valle d’Aosta che producono 530MW di energia. Dal maggio 2012, data di approvazione della delibera di Giunta che limita il rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico per almeno tre anni, all’ottobre 2014 la Regione ha rilasciato 50 nuove subconcessioni di cui nove relative a domande presentate dopo la delibera. 68 sono le domande giacenti e in corso di istruttoria. “E molte altre ne arriveranno da gennaio in poi” dice Rosetta Bertolin, vice presidente di Legambiente.
“Il provvedimento dell’Amministrazione regionale – spiega Alessandra Piccioni, Presidente del Circolo valdostano – non ha bloccato l’utilizzo di acqua già concessa, ci sono delle società che avevano già un impianto e che hanno chiesto di riturbinare l’acqua più in basso, anzi la moratoria è andata a cancellare alcune limitazioni".
L’Associazione chiede quindi alla Regione di “mettersi in regola” innanzitutto con la direttiva Ue “acque”.
Legambiente nei mesi scorsi ha scritto anche al Ministero dell’Ambiente segnalando come la Regione “non ha provveduto ad individuare le aree non idonee alla realizzazione degli impianti di produzione di energie idroelettrica, né ha previsto forme di tutela per le aree di maggior pregio ambientale o di maggiore fragilità idrogeologica”.

Per l’Associazione la battaglia principe in questo scenario è quella dell’Alpe Cortlys. “E’ il tipico torrente che verrebbe captato alla sorgente, in una zona di grande pregio ambientale. Se passasse questo principio tutti i nostri torrenti sarebbero a rischio” spiega Alessandra Piccioni.
Legambiente Valle d’Aosta è oggi una fra le centinaia di associazioni locali e nazionali ad aver aderito all’appello per la salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico. 
Il documento, presentato nelle scorse settimane a Roma, chiede l’immediata sospensione del rilascio di nuove concessioni, la revisione degli strumenti di incentivo, l’apertura di un tavolo di confronto a livello nazionale ma anche il superamento del Deflusso minimo vitale a favore del concetto di deflusso ecologico.
“Se è vero che l’energia idroelettrica contribuisce all’abbattimento delle emissioni di Co2 – sottolinea Lucia Ruffato Presidente del Comitato Bellunese Acqua Bene comune - il risultato finale non basta a compensare il miliardo di euro che i cittadini ogni anno danno ai costruttori per distruggere i nostri fiumi”.

di Silvia Savoye
24/11/2014

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