giovedì 30 novembre 2017

VIGEVANO-MALPENSA: ANCHE DALLA CITTÀ METROPOLITANA UN FORTE NO VOTATA LA MOZIONE CON RICHIESTA A REGIONE LOMBARDIA E MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE DI ABBANDONARE I LAVORI

MILANO, 30 NOVEMBRE 2017                                    COMUNICATO STAMPA


Oggi, con un voto a larga maggioranza del Consiglio, anche la Città Metropolitana dice il suo netto no al progetto della superstrada Vigevano-Malpensa. Il testo della mozione, approvato questa mattina, chiede a Regione Lombardia e al Ministero delle Infrastrutture di “abbandonare definitivamente il progetto” e di utilizzare le risorse disponibili per completare rapidamente il raddoppio ferroviario sulla tratta Milano-Mortara e per riqualificare la viabilità esistente.

Dopo il Parco del Ticino, il Parco Sud e l’appello dei Sindaci del territorio interessato dall’infrastruttura, ora anche la Città Metropolitana di Milano si è pronunciata in modo chiaro.

«Il fronte del NO è molto ampio, anche Regione e Ministero si dovranno convincere della inutilità dell’opera. – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Ora ci aspettiamo che Città Metropolitana, forte del voto di oggi e del parere dei suoi Parchi e della stragrande maggioranza dei suoi Comuni, si presenti alla Conferenza dei Servizi, convocata a Roma il prossimo 14 dicembre, con una delegazione che proponga la chiusura immediata della Conferenza stessa».

Legambiente Lombardia si aspetta inoltre che, in vista della imminente campagna elettorale regionale, le forze politiche che si candidano alla guida della Lombardia abbandonino definitivamente gli insensati programmi di nuove strade che hanno caratterizzato l’Amministrazione uscente (vedi Programma Regionale Infrastrutture) e mettano in campo una svolta radicale verso una politica della mobilità orientata alla sostenibilità e alla difesa del suolo. «La Lombardia non può più avere tra le sue priorità la crescita delle dotazioni stradali: il futuro della mobilità dei lombardi è differente, contempla più formule di trasporto collettivo e condiviso. In questo quadro la vera priorità su cui investire risorse è quella di attrezzare le infrastrutture e i servizi di mobilità attuali alle nuove esigenze di mobilità elettrica. Di certo non c'è spazio per una crescita della motorizzazione privata, degli inquinamenti e della congestione del traffico» conclude Meggetto.

Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Cell. 3498172191
Tel. 02 87386480

martedì 28 novembre 2017

COUS COUS KLAN



COUS COUS KLAN
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Ecoforum Lombardia 2017



giovedì 23 novembre 2017

«Il fiume Chiese e il suo lago d'Idro»

Un convegno di alto profilo quello organizzato per questo sabato, 25 novembre, a Villanuova dall’associazione “Amici della Terra” e da Legambiente Lombardia. Al centro del dibattito il fiume Chiese e il lago d’Idro

L’associazione "Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia" e Legambiente Lombardia, con il patrocinio del Comune di Villanuova sul Clisi organizzano per questo sabato, 25 novembre, un convegno per risolvere la grave anomalia dell'assenza del deflusso minimo vitale in lunghi tratti del Fiume Chiese, dove viene fatto mancare artificialmente da molti decenni per ragioni produttive.

Il convegno, il cui tema è “Il fiume Chiese e il suo lago d’Idro: il valore del deflusso minimo vitale ovunque nei corsi d’acqua, per approdare alla gestione oculata della risorsa, preziosa per tutti”, è aperto a tutta la popolazione dei 30 Comuni dell’asta del fiume Chiese, con un particolare invito alle Associazioni ambientaliste.

Interverranno il prof. Carlo Maria Medaglia, capo segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente, il prof. Maurizio Siligardi, ecologo fluviale, l’ing. Luigi Mille, dirigente regionale AIPO e regolatore del lago d’Idro, Giuseppe Nabaffa, sindaco di Idro, e don Gabriele Scalmana, responsabile Pastorale del Creato per la diocesi di Brescia.

Introdurrà il convegno Gianluca Bordiga, presidente dell’Associazione Amici della Terra Lago d’Idro Valle Sabbia.

Le riflessioni conclusive saranno affidate a Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

L’appuntamento è per questo sabato, 25 novembre, dalle ore 9.30 alle ore 13.00 presso la Sala consiliare di Villanuova sul Clisi.

mercoledì 22 novembre 2017

ECOSISTEMA RISCHIO 2017: IN LOMBARDIA 1224 COMUNI SOTTOPOSTI A RISCHIO IDROGEOLOGICO

MILANO, 22 NOVEMBRE 2017                                             COMUNICATO STAMPA


Legambiente: “La chiave per la mitigazione del rischio è restituire spazi al naturale deflusso delle acque e rendere efficienti i vincoli esistenti per fermare il consumo di suolo”
La Lombardia non è esente dal rischio idrogeologico. Secondo l’ultima classificazione stilata dall’ISPRA, infatti, sono 1224 su 1523 i Comuni lombardi classificati ad elevato rischio, vale a dire l’80,4% del totale. Si tratta di territori sui quali insistono attività produttive, aree residenziali, strutture sensibili e ricettive in aree a rischio esondazioni e frane. L’annuale indagine di Legambiente Ecosistema Rischio, il dossier di monitoraggio finalizzato a valutare l’esposizione al rischio idrogeologico nel nostro territorio e l’efficacia di attività di prevenzione e mitigazione condotte dalle amministrazioni locali, sia attraverso una corretta gestione del territorio e dei corsi d’acqua, sia attraverso l’organizzazione e la crescita dei sistemi locali di protezione Civile, dipinge un quadro ancora dalle tinte fosche. Il documento viene realizzato dall’associazione attraverso un questionario che è stato sottoposto ai Comuni classificati come a rischio. Degli oltre 1200 presenti nella nostra regione, hanno risposto solamente in 360, il 31% dei Comuni a rischio. Il dato positivo è che di questi l’88% dichiara di avere un piano di emergenza, ma solo il 24% svolge attività di informazione dei cittadini sui rischi del proprio territorio.

«La Lombardia negli ultimi anni ha investito molto in opere di mitigazione e prevenzione, non si può abbassare la guardia, perché viviamo in un territorio fortemente antropizzato, dove spesso si sceglie di arginare e intubare i corsi d’acqua piuttosto che restituire loro un naturale deflusso e dove gli agglomerati urbani continuano a crescere, in un’azione smodata di consumo ed erosione dei suoli. – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Nell’edizione 2017 ci sarebbe piaciuto avere una partecipazione più ampia da parte dei Comuni nella comunicazione dei dati sulle attività che svolgono per mantenere la sicurezza dei propri abitanti, in quanto il dossier rappresenta uno strumento utile per fare una doverosa informazione ai cittadini sui rischi che corrono e su cosa fare e dove andare in caso di emergenza».

Come mostrano i dati raccolti nel dossier, in Lombardia ancora il 60% delle abitazioni è in aree sensibili a rischio frane e allagamenti, ma il dato positivo è che il 55% dei Comuni che hanno aderito all’indagine ha svolto azioni di mitigazione e oltre il 70% opere di manutenzione nell’ultimo anno, ma solo il 2,5% ha operato delocalizzazioni di edifici e aziende da aree a rischio.
Il dossier raccoglie le risposte fornite dai Comuni suddividendole in aree tematiche: esposizione a rischi, attività di prevenzione e sistema locale di protezione civile. In particolare le voci indagate riguardano: presenza di industrie, case, interi quartieri e strutture sensibili, turistiche o commerciali in aree a rischio idrogeologico; attività di edificazione nell’ultimo decennio; manutenzione ordinaria sponde e opere difesa idraulica: opere di mitigazione; tombamento di corsi d’acqua; delocalizzazione di case e/o fabbricati industriali da aree a rischio; recepimento del PAI; attività di monitoraggio; redazione di un piano d’emergenza comunale e il suo aggiornamento; recepimento del sistema di allertamento regionale; attività di informazione e sensibilizzazione alla popolazione ed esercitazioni rivolte ai cittadini.
Immagine incorporata 1
A questo link è disponibile il dossier nazionale completo di tabelle con le risposte dei singoli Comuni: https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/ecosistema_rischio_2017.pdf

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA

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