mercoledì 27 febbraio 2019

TRAFFICO ILLECITO RIFIUTI: BENE ARRESTI, MA NECESSARIA RIDUZIONE PRODUZIONE MATERIALI E LORO MOBILITÀ TRA REGIONI

MILANO, 27 FEBBRAIO 2019


“L’arresto di 15 persone coinvolte nel traffico illecito di rifiuti, a seguito dei roghi registrati a Milano, è la dimostrazione che nella gestione dei rifiuti persiste un sommerso pericoloso e preoccupante. Grazie al lavoro delle forze di polizia continua il processo di smantellamento di queste reti del malaffare, ma l’obiettivo a cui tendere, anche al fine di prevenire il fenomeno, deve essere la decisa riduzione a monte della produzione dei materiali di scarto, in particolare di plastica e imballaggi e l’eccessiva mobilità dei rifiuti tra le regioni” dichiara Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia.

La Lombardia continua ad essere una delle regioni in cui si realizzano i più grandi traffici illeciti di rifiuti e la prima del nord Italia per numero di infrazioni nel ciclo illegale dei rifiuti, dove nell’ultimo anno sono stati accertati 400 illeciti e disposti 21 arresti in questo settore. Un settore che anche a  livello nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, registra un aumento delle attività illegali: il 24% dei reati contro l’ambiente accertati in Italia ha riguardato i rifiuti e dal gennaio 2017 al giugno 2018, nell’ambito di 54 inchieste censite dall’associazione ambientalista, sono stati sequestrati più di 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti.

Progetto Eugugle: modelli di riqualificazione sostenibile


venerdì 22 febbraio 2019

DIESEL E ZOOTECNIA: SONO I PROTAGONISTI ASSOLUTI DELLO SMOG DI FINE INVERNO

MILANO, 22 FEBBRAIO 2019                                                     COMUNICATO STAMPA


Milano raggiunge i 35 giorni di superamento dei limiti di legge, seguono Pavia e Cremona

Legambiente: “Bene l'area B a Milano. Servono misure concrete per la limitazione dell’uso dei diesel e una politica agricola regionale che punti a ridurre l’impatto ambientale della zootecnia estensiva”

In Lombardia continua imperterrita l’ascesa dei livelli di polveri sottili nell’aria e il clima non aiuta, in assenza di precipitazioni: nei prossimi giorni solo i rinforzi di vento potrebbero portare sollievo all’aria ammorbata della conca padana, ma per ora siamo a livelli di inquinamento molto superiori a quelli raccomandati dall’Unione Europea. L’emergenza smog da inizio anno è divenuta una condizione di ordinaria amministrazione, dimostrando il fallimento del Piano Aria delle Regioni del bacino padano. L’unica buona notizia viene da Milano, che da questo fine settimana attiverà la zona B: una misura, finalmente strutturale, per avviare la road map dell’uscita dal diesel. Un’azione che purtroppo resta isolata nel panorama padano dove, anzi, le istituzioni sembrano essere ancora troppo indulgenti con il diesel. Nel recente incontro a Roma tra le Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto insieme ai tecnici del Ministero dell’Ambiente per fare il punto sugli avanzamenti dell’Accordo per la riduzione dell’inquinamento, è stata paventata la possibilità di estendere gli incentivi dedicati alla sostituzione di veicoli commerciali e privati anche a chi sceglierà di acquistare mezzi Diesel di omologazione Euro6.2 D-temp, perché avrebbero emissioni più contenute, come sostenuto dall’Assessore Raffaele Cattaneo.

«Milano con Area B dà finalmente il buon esempio, insieme ad un messaggio chiaro a mercato e consumatori, nel solco delle altre maggiori metropoli europee: dal diesel bisogna uscire il più rapidamente possibile se vogliamo risanare l'aria di città. – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. E' ormai chiaro che questi motori, anche nelle versioni più recenti, sono incompatibili con la situazione di perdurante inquinamento della pianura padana, è inutile e sbagliato indugiare o dare messaggi contraddittori ai consumatori. Oggi bisogna impegnarsi per le forme di mobilità alternative all'automobile, e preparare il terreno alla transizione verso la motorizzazione elettrica: non c'è spazio per ritorni al passato o per incentivi privi di una seria prospettiva come quelli ipotizzati da Regione Lombardia, sul diesel occorre voltare pagina»

In questo quadro difficile di aria davvero pessima, Milano guida la classifica delle città lombarde più inquinate e da oggi, con le sue giornate di smog oltre i limiti di legge, ha già bruciato la franchigia dei 35 giorni annui concessi dalla normativa europea per i superamenti della soglia di 50 microgrammi per metro cubo, su 52 date di calendario trascorse (vd. Tab.1).
In giornate di primavera anticipata, l’incidenza del riscaldamento domestico sulle emissioni inquinanti si ridimensiona, anche se resta elevato il ruolo negativo delle stufe a legna e delle caldaie a diesel ancora troppo diffuse nelle nostre città. Tra i responsabili principali dell’aria irrespirabile emergono la zootecnia intensiva e gli spandimenti di liquami e fanghi nei campi: lo dimostrano i dati che riguardano Pavia e Cremona, che occupano gli altri due gradini del podio e le province agricole della bassa.
L’attestazione arriva dall’elaborazione dei dati sulle polveri sottili misurate dalla centralina di Milano-via Pascal realizzata da ARPA Lombardia. La cosiddetta “impronta digitale chimica” (vd. schema 1) rivela come nel tardo inverno diminuisca la concentrazione di ‘black carbon’, prodotto diretto delle combustioni, mentre aumentino, fino a divenire largamente prevalenti, i particolati formati dal nitrato d’ammonio. Si tratta di polveri secondarie, che si formano per effetto di reazioni chimiche che avvengono direttamente nell’atmosfera tra due gas: gli NOx e l’ammoniaca. I primi sono i fumi tossici dei motori diesel, l’ammoniaca invece deriva dall’enorme carico di bestiame che pesa sulla pianura lombarda: 5 milioni di suini e 1,5 milioni di bovini che producono decine di milioni di tonnellate di deiezioni, cariche di sostanze ammoniacali, vengono sparse sui campi proprio a partire dal mese di febbraio, dopo il periodo invernale di divieto.

«Il modo più efficace per contrastare questo mix micidiale è agire per ridurre entrambi gli ingredienti – spiega Barbara Meggetto – con misure di progressiva limitazione dell’uso dei veicoli diesel, con buone pratiche per la gestione dei reflui zootecnici, che oggi sono molto poco diffuse, e anche con una politica agricola regionale che punti a ridurre l’impatto ambientale della propria zootecnia estensiva, senza dimenticare l’urgenza di estese politiche di riqualificazione energetica degli edifici, vere strutture energivore, soprattutto quelli ancora riscaldati con caldaie obsolete e privi di isolamento termico».


Capoluogo
Provincia
Concentrazioni medie
PM10 2019 da inizio anno
GIORNI SUPERAMENTO
Soglia PM10 da inizio anno
MILANO
57
35
PAVIA
56
32
CREMONA
55
32
MANTOVA
52
28
LODI
51
26
MONZA
48
26
BRESCIA
48
26
COMO
44
19
BERGAMO
43
17
VARESE
39
13
LECCO
32
13
SONDRIO
34
6
Tab. 1 – Giorni di superamento da inizio anno del limite di legge di 50 μg/m3

schema inquinanti.png

Schema 1. Fonte: elaborazione dati ARPA Lombardia


Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Mob. 3498172191

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