mercoledì 31 luglio 2013

Esonda 2013, Salone sul dissesto idrogeologico e il rischio idraulico

Esonda 2013, Salone sul dissesto idrogeologico e il rischio idraulico
Dal 18 al 20 settembre, il quartiere fieristico di Ferrara ospita "Esonda 2013", Salone sul dissesto idrogeologico e il rischio idraulico in tempo di cambiamenti climatici.

Esonda rappresenta il nuovo Focus specialistico dedicato ai temi-chiave del dissesto idrogeologico e del rischio idraulico, alla luce dell’aumentata frequenza e intensità degli eventi meteoclimatici calamitosi e degli scenari futuri di cambiamento climatico.

Tra le tematiche affrontate, relativamente ai bacini idrografici, alle aste fluviali e torrentizie, e alle aree marino-costiere, spiccano il monitoraggio, la prevenzione e l’intervento in situazioni di erosione e instabilità dei pendii, la prevenzione e gestione del rischio idraulico, l’uso dei corpi idrici influenzati da rischio idraulico, quali la navigazione e il turismo fluviale, le aree protette e gli altri usi ricreativi. Un’attenzione particolare è, poi, riservata allo stato e alle problematiche di implementazione della Direttiva Alluvioni.

I temi che verranno trattati:
  • Dissesto idrogeologico:
    - Rilievi e monitoraggi, incluse tecniche di telerilevamento
    - Pratiche gestionali di prevenzione
    - Pianificazione territoriale
    - Progettazione interventi
    - Realizzazione interventi
  • Rischio idraulico:
    - Rilievi e monitoraggi
    - Sistemi di previsione idro-meteo e modellistica idrologica e idraulica
    - Pratiche gestionali di prevenzione
    - Pianificazione territoriale (Mappe di pericolosità e rischio, Piani di gestione del rischio alluvioni, PAI, Piani delle Acque, PAT, Piani provinciali e comunali di emergenza)
    - Progettazione interventi
    - Realizzazione interventi
  • Uso dei corpi idrici connessi o influenzati da rischio idraulico:
    - Navigazione fluviale (commerciale e turistica)
    - Aree protette
    - Turismo fluviale e usi ricreativi
    - Usi irrigui ed idropotabili
Programma Esonda 2013 online 

Fonte: Sito Contratti di Fiume

martedì 30 luglio 2013

Risanamento dell'Olona, in commissione ok alla risoluzione Voto unanime in commissione ambiente per il documento che pone le basi dell'impegno per riportare il corso d'acqua ad un livello accettabile dopo anni di incuria. Forse settimana prossima la proposta sarà in consiglio

E' stata approvata, questa mattina, da parte della Commissione Ambiente e Protezione Civile, la risoluzione in merito al risanamento del bacino idrografico del fiume Olona e alla sensibilizzazione permanente della popolazione attraverso programmi di educazione ambientale e civica. Un via libera che segue di una settimana quello del tavolo politico che aveva redatto il documento votato quest’oggi all’unanimità. L’atto sarà ora sottoposto, durante la prima seduta utile, all’attenzione sia del Consiglio regionale che della Giunta. Tra i punti cardine il reperimento di fondi necessari per gli interventi infrastrutturali, la creazione, in capo alla Giunta Regionale, di una cabina di regia che si occuperà del coordinamento strategico, della valutazione delle priorità e degli azioni necessarie per l’asta del fiume Olona e un’informativa semestrale verso la Commissione Ambiente e Protezione Civile con dati periodicamente aggiornati sullo stato di attuazione degli interventi sul corso del fiume.  Previsto, inoltre, un ruolo strategico riservato al Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura per la pianificazione di programmi e l’individuazione dei referenti tecnici in stretto contatto con la cabina di regia e l’avvio di un programma di sensibilizzazione civico - ambientale nelle scuole grazie al supporto di associazioni e comitati del territorio e cicli di incontri informativi per i cittadini.

«Il voto favorevole di oggi rappresenta una rivoluzione straordinaria frutto dell’applicazione di un metodo di lavoro innovativo e culturalmente all’avanguardia che ha tenuto in considerazione - sottolinea il presidente della commissione Luca Marsico - sia il parere dei cittadini rappresentati dai sindaci sia della Provincia di Varese che dell’Alto milanese che quello degli enti e associazioni del territorio, un lavoro di squadra per un risultato comune.  Si porta, quindi, a compimento il percorso di ascolto e di interazione con il territorio iniziato due mesi fa attraverso la serie di audizioni fra cui quelle con comitati e associazioni territoriali, Provincia di Varese, Arpa, ATO Provincia di Varese, Consorzio del Fiume Olona, Società per la tutela ambientale del bacino del fiume Olona, Legambiente, Unione degli Industriali di Varese, Camera di Commercio di Varese che ci hanno consentito di avere un quadro il più ampio e completo possibile circa un problema complesso come la situazione dell’asta del fiume Olona.
Vorrei, perciò, ringraziare tutti gli attori del territorio».

Così ha commentato il consigliere del Pd Alfieri: “Questo documento è una sorta di conquista perché mette dei punti fermi sul problema dell’inquinamento dei fiumi che qui viene visto in maniera complessiva e in ambito di bacino – prosegue Alfieri –. Inoltre, abbiamo valorizzato il contenuto e lo strumento del contratto di fiume Olona-Bozzente-Lura, considerato ora strategico e utile alla pianificazione dei programmi e all’individuazione dei referenti tecnici, in stretto coordinamento con la costituenda cabina di regia. E’ stata, poi, prevista un’esclusione dal rispetto del Patto di stabilità per gli interventi di risanamento effettuati dagli enti locali, dalle aziende speciali e dalle società che operano in house sul servizio idrico integrato”.

Soddisfazione anche da parte del Movimento 5 Stelle con Paola Macchi, che ha partecipato all'elaborazione della risoluzione: Il Movimento 5 stelle si dichiara piuttosto soddisfatto perchè "per la prima volta viene considerato, su nostra proposta, il fatto che le associazioni presenti sul territorio sono disponibili a collaborare nelle mansioni di manutenzione, cura e vigilanza oltre che di attività finalizzate all’educazione civica e ambientale".
La consigliera Macchi ha annunciato inoltre che, in sede di discussine in aula della risoluzione, intende presentare "un ordine del giorno per richiedere alla giunta di rendere noto chi saranno i componenti della cabina di regia e che ne faccia parte un rappresentante dei comitati che da anni lavorano sul territorio".

«Attraverso la risoluzione – spiega, infine, la consigliera Toia della lista Maroni - la Commissione Ambiente impegna la Giunta regionale a garantire un effettivo intervento di risanamento della qualità delle acque del bacino idrico dell’Olona e ad istituire una cabina di regia che sappia coordinare sinergicamente le priorità e supervisionare tempi e modi di attuazione degli interventi necessari. Non solo: in una prospettiva futura si chiede alla Giunta di intervenire per la sensibilizzazione permanente della popolazione attraverso programmi di educazione ambientale e civica»

Fonte: redazione@varesenews.it - 25/07/2013 

giovedì 25 luglio 2013

Legambiente presenta Carovana delle Alpi 2013,

Roma, 25 luglio 2013                                                                                             Comunicato stampa

la campagna che fa il check up dello stato di salute dell’arco alpino

Assegnate 11 bandiere nere ai nemici della montagna e 7 bandiere verdi a chi, invece,
la valorizza con pratiche ecosostenibili



Sono un paradiso di bellezza e di biodiversità, un patrimonio da difendere e valorizzare. Sono le Alpi, un gioiello unico troppo spesso oggetto di una cattiva gestione del territorio e di abusi edilizi. A denunciare ciò è Legambiente che dal 2002 con la Carovana delle Alpi attraversa tutto l’arco alpino per effettuare un “check up” sullo stato di salute dell'ambiente assegnando le bandiere nere e quelle verdi. Quest’anno sono undici le bandiere nere che l’associazione ambientalista dà ai nemici della montagna, per i danni causati al territorio da amministrazioni e società. Delle 11 bandiere nere, 3 sono state assegnate rispettivamente in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia, 2 in Piemonte, una rispettivamente in Veneto, Trentino e Valle D’Aosta. Undici storie di “pirati” delle Alpi che hanno in comune una visione distorta della valorizzazione turistica del territorio, favorendo così una selvaggia speculazione. Non mancano però le buone pratiche ecosostenibili e le idee positive per uno sviluppo locale green, come testimoniano le sette le bandiere verdi date, invece, a chi ha saputo valorizzare l’arco alpino. In prima linea ci sono le esperienze modello di alcune amministrazioni comunali, di aziende agricole, stabilimenti, associazioni e comitati del Friuli Venezia Giulia (2 bandiere verdi), Veneto (1), Trentino (1), Lombardia (1), Piemonte (1) e Valle d’Aosta (1) che puntano, ad esempio, sulla reinterpretazione e scoperta della tradizione agricola e a soluzioni ecocompatibili per la valorizzazione del patrimonio forestale locale.

“La fotografia scattata dalla Carovana delle Alpi 2013 – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – dimostra che c’è ancora molto da fare per la tutela e la valorizzazione delle Alpi. Serve infatti una maggiore difesa e valorizzazione di questo splendido territorio, ricco di storia, di risorse naturali e culturali. Investire sull’ambiente alpino significa dare impulso all’economia locale, creare occupazione e creare le condizioni per migliorare la possibilità di "abitare" la montagna. Questi risultati passano anche attraverso la possibilità di far conoscere la bellezza di questi luoghi grazie anche ad un turismo ecosostenibile. Le località montane racchiudono in sé un grande potenziale in termini di risorse naturali ed economiche che le amministrazioni locali, quasi sempre prime destinatarie delle Bandiere Nere, devono interpretare e usare al meglio attraverso uno sviluppo basato sulla green economy e attuando appropriate politiche di gestione del territorio più sostenibili. Troppo spesso ci siamo dimenticati che la qualità e la sicurezza della pianura dipendono dall'uso che si fa dei territori montani, è in questo senso che le Alpi sono un bene comune di tutti”.

BANDIERE NERE – Quest’anno tre bandiere nere vanno al Friuli Venezia Giulia. La prima è stata assegnata  alla società Edipower per la colata di fango verificatasi a valle della diga di Saurisi. La seconda agli organizzatori regionali del Giro d’Italia per l’abbattimento di centinaia di alberi sull’Altopiano del Montasio. La terza bandiera nera va all’Anas e al Friuli Venezia Giulia Strade per gli interventi attuati sulla viabilità della Carnia e del Canal del Ferro. Tra le cause dei vessilli neri, assegnati da Legambiente ai "nemici" delle Alpi, resta la speculazione edilizia che, in nome del turismo, apre possibilità e spazi per la cementificazione d'alta quota. Bandiere nere in Veneto ai comuni di Roveré Veronese, San Mauro di Saline e Velo Veronese (Verona) per aver falsato le previsioni demografiche espresse nel Piano di Assetto del Territorio Intercomunale finalizzate prevalentemente alla cementificazione del territorio, incoerente quindi con il più volte citato sviluppo sostenibile all’interno del P.A.T.I. Altra bandiera nera va al Trentino, alla comunità di Valle delle Giundicarie per aver votato un documento preliminare del Piano Territoriale di Comunità che, senza una seria analisi dei limiti e delle potenzialità del mercato turistico, prevede un ulteriore pesantissimo sacrificio di territorio e di naturalità, con un altro ampliamento delle aree sciabili in zone ancora intonse e di grande pregio ambientale e paesaggistico.
Alla Lombardia Legambiente assegna tre bandiere nere. La prima va a Raffaele Cattaneo, ex assessore alle infrastrutture e mobilità della Regione, per la superficialità e l’approssimazione, di cui è politicamente responsabile, con le quali sono state condotte le procedure di appalto e l'avvio dei lavori della tratta ferroviaria Arcisate-Stabio, opera strategica per il territorio. E per aver lasciato senza servizio ferroviario e con un cantiere fermo i centri della Valceresio, privilegiando contestualmente l'avvio e la prosecuzione di costose e inutili opere stradali. La seconda bandiera nera va all’Anas per la viabilità della SS36 e ai ripetuti collassi delle gallerie nel tratto fra Dervio e Colico, a causa di inadeguate tecniche costruttive in presenza di una difficile situazione geologica. La terza bandiera nera va al sito web www.ruralpini.it per la controinformazione e l'approccio, ingiustificatamente allarmistico, alla complessità della gestione dei grandi predatori in ambiente alpino, che mira a vanificare l'esito di un importante ritorno, quello di lupi e orsi nelle Alpi italiane. Anche il Piemonte non va bene: bandiere nere alla Provincia di Cuneo – Assessorato Ecologia e tutela ambiente – Rifiuti - Risorse idriche, energetiche e naturali - Cave e torbiere per la scarsa iniziativa nel proporre politiche sostenibili per il territorio e la gestione dell'acqua nella Provincia di Cuneo, per la poca attenzione agli esiti del referendum e per l’inefficacia nel tutelare le acque superficiali da varie forme di sfruttamento. E la bandiera nera va anche alla Regione Piemonte, per il secondo anno consecutivo, per l'assenza di politiche volte alla tutela, alla regolamentazione e alla valorizzazione della montagna. Infine in Valle D’Aosta, la bandiera nera all’Assessorato alle Attività Produttive della Regione e all’Assessorato opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica per voler facilitare a tutti i costi la costruzione di centrali idroelettriche, anche contro la volontà dei proprietari di terreni, dei residenti e dei turisti, delle amministrazioni comunali, delle associazioni ambientaliste, anche dove le norme, oltre che il buon senso, lo sconsiglierebbero.

Da sempre Legambiente – aggiunge Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente - interpreta l'ambiente montano come un laboratorio naturale, dove si sono sviluppati alcuni dei più notevoli esempi di adattamenti degli esseri viventi ai limiti della vita, dando origine a ecosistemi rari e fragili. Anche il ritorno di alcuni grandi predatori va inteso in questa prospettiva e perciò governato attraverso seri piani di azione. È, dunque, indispensabile che si comprenda che il territorio alpino è un territorio sensibile e delicato, che non deve essere sacrificato in nome della speculazione edilizia e di un turismo non sostenibile. Per questo anche quest’anno la Carovana delle Alpi vuole contribuire a dare visibilità alle azioni virtuose e di riscontrato successo attivate da amministratori, privati, associazioni, affinché diventino esempi modello a cui attingere idee e pratiche efficaci per una corretta tutela e valorizzazione delle Alpi”.

BANDIERE VERDI - La Carovana delle Alpi va, infatti, alla ricerca di quanti sviluppano progetti di tutela e salvaguardia della più grande catena montuosa d'Europa per premiare con le bandiere verdi l'impegno di quanti hanno mosso passi significativi verso uno sviluppo di qualità. Quest’anno a ricevere l’ambito premio sono state sette Regioni. In Friuli Venezia Giulia la bandiera verde va all’azienda agricola di Dordolla (Moggio Udinese) “Tiere Viere-AgriKulturAlpina”, per aver reinterpretato, rinnovandola, la tradizione contadina in una delle aree più spopolate della montagna friulana. Altro riconoscimento anche a Legnolandia, gli stabilimenti di Forni di Sopra e Villa Santina, per le soluzioni e gli accorgimenti adottati nei processi di produzione e per la valorizzazione del patrimonio forestale locale. In Veneto la bandiera verde è stata assegnata alla coppia di lupi Slavc & Giulietta, un premio simbolico che riconosce la straordinaria unicità dell’incontro tra il lupo dinarico-balcanico Slavc  e la lupa italica chiamata Giulietta. Dopo secoli di divisione, le due razze si sono rincontrate sull’altipiano Lessinico, da più di un anno fanno coppia fissa e i Monti Lessini sono divenuti la loro casa. Bene anche il Trentino con i comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori e Nago- Torbole e le Comunità di Valle della Vallagarina e dell'Alto Garda-Ledro per aver firmato l'accordo di programma sottoscritto il 15 giugno con la Provincia autonoma di Trento e per avviare il primo Parco naturale locale del Trentino, quello del Monte Baldo. In Lombardia la Bandiera Verde va al comitato per la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone per la passione e l’impegno profuso nella difesa del territorio agricolo, per le importanti iniziative organizzate e le battaglie legali e di rappresentanza messe in atto. Premiato anche il Piemonte, la bandiera verde va al Comune di Vignolo per aver messo in atto numerose azioni di tutela del territorio. Infine non delude le aspettative anche la Valle D’Aosta, dove l’associazione Vallevirtuosa e comunità valdostana riceve la bandiera verde per la vittoria referendaria contro la costruzione di un impianto di trattamento a caldo in un ambiente di montagna. Si tratta del primo referendum propositivo regionale valido a livello nazionale per la difesa del territorio alpino attraverso la richiesta di applicare una corretta politica dei rifiuti basata sulla loro gestione, senza partire dagli stadi finali dello smaltimento e recupero energetico.

L'elenco completo delle bandiere nere e verde è online sul sito www.legambiente.it


L'Ufficio stampa Legambiente:
06.86268353-76

mercoledì 17 luglio 2013

Discesa del Po


Big Jump: l’Europa “salta” per difendere i corsi d’acqua

  • A due anni dalla scadenza degli obiettivi comunitari per ricordare l’importanza della salvaguardia dei corsi d’acqua e il ripristino della loro qualità domani l’Europa compierà il tuffo simbolico Big Jump


L'Europa salta per difendere i corsi d'acqua(Rinnovabili.it) – Per dare un segnale forte e ribadire l’importanza della conservazione dei corsi d’acqua domani alle 15 l’Europa effettuerà il Big Jump. Il tuffo collettivo per l’Italia sarà gestito da Legambiente, per ricordare attraverso dieci “salti” sparsi per la penisola che a due anni dalla scadenza degli obiettivi soltanto il 46% dei fiumi e il 37% dei laghi ha raggiunto un livello di salute buono. La campagna Big Jump di European Rivers Network (ERN) ha infatti come scopo quello di rivendicare la balneabilità dei corsi d’acqua e per farlo ha organizzato il tuffo che coinvolge tutta Europa e che domani alle 15 avverrà in maniera simultanea in tutti i paese aderenti all’iniziativa per sensibilizzare le istituzioni locali e internazionali affinchè si impegnino nel ripristino degli equilibri rispettando gli obiettivi fissati per il 2015.

“Il tuffo – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - vuole accendere i riflettori sulla salute dei fiumi e dei laghi che nel nostro Paese subiscono ancora le gravi conseguenze della presenza di scarichi inquinanti, depuratori spesso mal funzionanti e di una artificializzazione sempre più intensa. Interventi che oltre ad aggravare il rischio idrogeologico del territorio italiano hanno anche gravi ripercussioni in termini di qualità dei fiumi e delle acque. Perché l’acqua continui invece a svolgere la sua funzione “naturale” la tutela della qualità dei corsi d’acqua e dei laghi in Italia deve diventare una priorità per le istituzioni locali e nazionali”.

A due anni dall’obiettivo bisogna quindi tirare le somme e portare avanti politiche e iniziative che siano veramente in grado di fare la differenza ristabilendo i valori dell’acqua di qualità riducendo ad esempio gli scarichi inquinanti in acqua, e cercando nuove ed efficaci metodologie di bonifica e trattamento come previsto dalla Direttiva Quadro (2000/60CE) che oltre a definire gli obiettivi al 2015 obbliga a mantenere inalterate le qualità positive dei corpi idrici superficiali che hanno già ottenuto buoni risultati.

“I fiumi e i piccoli corsi d’acqua in Italia, come testimoniano anche i controlli fatti da Legambiente con Goletta Verde e Goletta dei laghi - dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente - vivono ancora sotto la minaccia di incuria e inquinamento. Pur essendo ormai a ridosso della scadenza europea per il raggiungimento del buono stato dei corsi d’acqua, tale obiettivo deve essere raggiunto ancora da più di metà delle stazioni di monitoraggio presenti in Italia. I nostri corsi d’acqua possono e devono ritornare ad essere “quelli di una volta”, pieni di vita acquatica e con la possibilità di fare il bagno in sicurezza. Oggi ne abbiamo la possibilità tecnica e legislativa, visto che l’Europa ci chiede di attuare entro il 2015 un piano per riportare le acque dei nostri fiumi a un buono stato, con moderati sintomi di inquinamento o di alterazione. Come Legambiente lavoreremo per spronare le istituzioni al raggiungimento di questo obiettivo”.

Fonte: Ambiente Rinnovabili.it

lunedì 15 luglio 2013

Big Jump nell'Olona

Per vedere foto e video vai al sito di Varese News

3° tappa della Carovana sul Lambro: Big jump al Parco Lambro

Domenica 14 luglio 2013 grande appuntamento al Parco Lambro per la giornata europea del Big Jump*. Un momento sia di piacere che di riflessione dedicato in particolare al nostro fiume nel suo tratto milanese.

In Lombardia, quest’anno, Legambiente ha voluto accendere i riflettori sul tratto milanese del Lambro, dove per l’occasione ha fatto tappa la “Carovana del Lambro” partita lo scorso maggio all’interno del progetto: “Gli spazi aperti e gli ambiti agronaturalistici, il fiume Lambro, l’area metropolitana milanese - esempio di attivazione di Rete Ecologica”, coordinato da Ersaf in collaborazione con Politecnico di Milano, Comune di Milano, Parco Media Valle Lambro e Legambiente, e finanziato dalla Fondazione Cariplo.


La giornata è iniziata con dei laboratori dedicati ai bambini, uno artistico gestito da Enrico Mason della Commissione Cultura alternativa di Agliate, uno dedicato alla biodiversità del fiume e uno di libero per esprimere i propri pensieri disegnandoli.








Ma si è deciso di dedicare un momento di approfondimento d'appoggio al progetto " dedicato a raccogliere sollecitazioni e progettualità. Un tavolo di lavoro informale "guidato" da Gianni Dapri del gruppo di lavoro sul progetto Lambro Metropolitano che ha visto la partecipazioni di alcuni referenti della zona 3 oltre ai cittadini interessati.




Contemporaneamente le Gev del Parco hanno organizzato una visita guidata al Parco per scoprirne i segreti di natura e cultura.







Ma è nel pomeriggio che c'è stato il clou della giornata. Un corteo di una quarantina di persone ha sfilato all'interno del parco fino al Lambro fra pesci volanti, sagome di bagnanti e un "fiume" animato dai bambini. All'arrivo al ponte sul fiume un tuffo simbolico per richiamare il fatto che da oltre 50 anni ai milanesi è ancora preclusa questa possibilità.












L'evento si è concluso con il concerto del bravissimo trio jazz Workaround e con una merenda per tutti i partecipanti.





Un ringraziamento, oltre a tutte le persone che hanno partecipato, è d'obbligo anche per: i gestori della Cascina Molino San Gregorio (nella figura di Luca) che ci hanno gentilmente ospitati, le Gev del parco, sempre disponibilissime, la gelateria Geko e Italo il produttore del miele di cascina Biblioteca. Un ringraziamento anche per Enrico Mason, sia per il suo spirito indomito che per le sue produzioni artistiche. Per Gianni Dapri che ha guidato il tavolo di lavoro. E per tutti i volontari di Legambiente: Guido, Marta, Laura, Silvana, Elena (purtroppo malata), Franco e "the president" con famiglia.







*il Big Jump è la campagna europea di European Rivers Network (ERN) ideata per rivendicare la balneabilità di tutti i corsi d’acqua. Attraverso un grande tuffo collettivo dunque viene lanciato anche un messaggio forte alle istituzioni locali e internazionali affinché adottino tutte le politiche necessarie al ripristino, entro il 2015, del buono stato ecologico dei diversi ambienti acquatici. In Italia l’iniziativa è coordinata da Legambient.

MANIFESTAZIONE CONTRO L’IPER-SFRUTTAMENTO IDROELETTRICO COME UN FIUME PER I FIUMI

DOMENICA 28 LUGLIO 2013

PARTENZA DEL CORTEO: dal centro di Taibon Agordino (Parcheggio Tegnas) ore 11

ARRIVO: Agordo, Piazza Libertà – al Broi di Agordo

RITROVO: parcheggio davanti Luxottica a partire dalle ore 10

DISTANZA: – circa 3 Km – Strada asfaltata, percorso alla portata di tutti. Consigliate scarpe comode e cappellino

APPELLO PUBBLICO

Vivendo nelle nostre valli montane, a dispetto della tutela dell’UNESCO e delle aree parco, dei siti Natura 2000, della bellezza del paesaggio, possiamo amaramente notare come ormai oltre il 90%
dell’acqua dei nostri torrenti sia attualmente sfruttata per scopi idroelettrici e irrigui. I nostri fiumi sono stati oggetto di una riduzione smisurata della portata idrica per estesi tratti del loro corso naturale a causa degli innumerevoli impianti idroelettrici che, in molti casi, si accumulano uno dopo l’altro.

Un altro centinaio di nuovi impianti sono in via di approvazione su quel 10% di acqua rimasta libera di scorrere nei propri alvei. Se questi nuovi impianti venissero realizzati la produzione elettrica crescerebbe di 35 MW a fronte di una produzione idroelettrica annua di 18000 MW. Un aumento irrisorio pari a un terzo dell’energiafotovoltaica prodotta nel Veneto, mentre i grandi impianti idroelettrici, che rappresentano l’80% della produzione idroelettrica, non funzionano a pieno regime.

Una scarsa resa che però produrrebbe un impatto ambientale enorme: la definitiva artificializzazione dei nostri torrenti e di ampi tratti di elevato pregio naturalistico ricadenti in aree d’interesse comunitario.

Purtroppo, al momento del rilascio delle relative autorizzazioni, le autorità competenti non valutano attentamente le conseguenze derivanti dagli impatti cumulativi di questi impianti, mancano, inoltre, sia i dati aggiornati sulle effettive portate dei torrenti, sia la loro classificazione e vi sono valutazioni ambientali insufficienti. Il risultato: vengono rilasciate autorizzazioni in violazione delle normative europee vigenti.

Una deregolamentazione tutta a vantaggio dei vecchi e nuovi predatori che, grazie agli incentivi verdi che finanziamo attraverso il pagamento delle bollette della luce, hanno la garanzia di lauti
profitti su impianti che altrimenti non sarebbero economicamente sostenibili visto la loro scarsa produzione energetica.

Infine, dovremmo chiederci anche a chi spetti l’ultima parola sulle decisioni da prendere a casa nostra. La partecipazione dei cittadini è un principio affermato dall’Art.9 dello Statuto della Regione Veneto eppure le numerose iniziative fin qui messe in campo contro l’iper-sfruttamento idroelettrico che hanno visto l’adesione di migliaia di bellunesi e non, sono rimaste inascoltate da gran parte della politica regionale. Ma com’è possibile che a decidere sulle sorti del nostro territorio siano solo poche persone, per giunta lontane e poco attente?

Le responsabilità, però, vanno ricercate anche tra la gran parte degli amministratori locali ancora incapaci di cogliere la ricchezza rappresentata dalla bellezza di un paesaggio unico al mondo. Solo
attraverso la sua tutela e la sua valorizzazione turistica sarà possibile pianificare un futuro certo per questo territorio.

Per questi motivi, in difesa della nostra terra, contro l’iper-sfruttamento idroelettrico, abbiamo deciso di convocare per domenica 28 luglio 2013 una manifestazione in agordino a un anno dalla
marcia vittoriosa della Valle del Mis. Noi non molliamo e continueremo a lottare finché tutti questi inutili e dannosi nuovi impianti non saranno bloccati definitivamente.

Per questo ci appelliamo a tutti voi, a tutte le associazioni, movimenti, comitati, gruppi, singoli cittadini e cittadine che lottano per i beni comuni, che vogliono difendere il nostro territorio, che
vogliono fermare lo sfruttamento irrazionale e privatistico dei fiumi.

Il 28 luglio vi aspettiamo!

STOP ALLO SFRUTTAMENTO DEI NOSTRI FIUMI!

Associazione Pescatori Agordino ( Bacino 5)

Associazione Pescatori Val Sarzana

Canne Blu Agordo

Comitato per la salvaguardi Valle di S. Lucano

Comitato Usi Civici Tiser –Gosaldo

Acqua Bene Comune Zoldo

Comitato Bellunese Acqua Bene Comune.

Per info e adesioni: info@acquabenecomunebelluno.it

www.acquabenecomunebelluno.it

www.bellunopiu.it

cell. 3381672562 - 3472372479

venerdì 12 luglio 2013

Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiigggggggggggggg jump 2013


Big Jump 2013
Domenica 14 luglio il tuffo europeo per i fiumi puliti

In Lombardia riflettori puntati sul Lambro a Milano, sull’Olona a Malnate (VA) e sul Ticino

Appuntamenti per la stampa
Domenica, 14 luglio 2013, alle ore 11.30, ai Mulini di Gurone a Malnate (Va), alle 15.00 al Parco Lambro presso il ponte di via Licata angolo via Garcia Lorca

Domenica decine di migliaia di persone si tufferanno simultaneamente nei fiumi e nei laghi di tutta Europa. Torna infatti il Big Jump, la campagna europea di European Rivers Network (ERN) ideata per rivendicare la balneabilità di tutti i corsi d’acqua. Attraverso un grande tuffo collettivo dunque verrà lanciato anche un messaggio forte alle istituzioni locali e internazionali affinché adottino tutte le politiche necessarie al ripristino, entro il 2015, del buono stato ecologico dei diversi ambienti acquatici. In Italia l’iniziativa è coordinata da Legambiente che come ogni anni organizzerà moltissimi tuffi in tutta la Penisola, e in Lombardia nei fiumi Lambro, Olona e Ticino. “La balneabilità dei fiumi, soprattutto nelle città, sembra oggi un’utopia – dichiara Lorenzo Baio, responsabile della campagna - eppure solo 50 anni fa era normale per i cittadini cercare refrigerio dal caldo estivo nelle acque dei corsi d'acqua. Con il Big Jump chiediamo che si inverta finalmente questa situazione e vengano messi in atto tutti gli interventi necessari perché i nostri fiumi escano presto dalla condizione di ‘malati’ permanenti”.

In Lombardia, quest’anno, l’associazione ambientalista accenderà i riflettori sul tratto milanese del Lambro, dove per l’occasione farà tappa la “Carovana del Lambro” partita lo scorso maggio all’interno del progetto: “Gli spazi aperti e gli ambiti agronaturalistici, il fiume Lambro, l’area metropolitana milanese - esempio di attivazione di Rete Ecologica”, coordinato da Ersaf in collaborazione con Politecnico di Milano, Comune di Milano, Parco Media Valle Lambro e Legambiente, e finanziato dalla Fondazione Cariplo. L’evento a Milano si svolgerà all’interno del Parco Lambro dove durante la mattina Legambiente organizza laboratori per bambini, visite guidate dalle Guardie Ecologiche e un tavolo di lavoro con le associazioni e i cittadini interessati al fiume. Nel pomeriggio, alle 15, si svolgerà il vero e proprio Big Jump simbolico seguito da una ricca merenda a suon di musica. Il Big Jump nei fiumi lombardi sarà anche sul Ticino, a Turbigo (MI) mentre sull'Olona l'invito è a Malnate (VA) per fare insieme una grande nuotata e chiedere che questo fiume venga finalmente salvato. Il tuffo sarà preceduto da una visita guidata ai Mulini e alla zona umida e da una “regata di barche di carta” e seguito da un aperitivo di saluto.

Il programma dei Big Jump in Lombardia:

Fiume Lambro - Parco Lambro Milano
Sulla riva sinistra del fiume Lambro, all'interno della Cascina Molino San Gregorio, nella bellissima cornice del Parco Lambro dalle ore 10.30 vi saranno laboratori, giochi per bambini, visite guidate e un gruppo di lavoro sul fiume. Alle ore 15.00 il Big Jump, il tuffo simbolico nel fiume Lambro fatto con sagome di bagnanti e pesci volanti di cartone e a conclusione una merenda musicale.

Fiume Olona – Mulini di Gurone – Malnate (VA)
Il ricco programma dell'iniziativa varesina inizierà alle 10.00 con la presentazione del progetto che i due circoli del Cigno Verde stanno portando avanti per il recupero dell'area dei Mulini. Alle 10.30 visita all’area umida e alle 11.00, per i bambini, sarà invece dedicata la quarta edizione della “Regata dei Mulini” per barchette di carta. Al tuffo nell'Olona, previsto alle ore 11.45, parteciperanno i volontari internazionali che stanno partecipando ai campi di volontariato attivi in provincia. Un aperitivo biologico e con prodotti locali concluderà infine la mattinata.


Fiume Ticino – Turbigo
Alle 
10,00 ritrovo al Ponte Lonate/Oleggio presso la Casa della Camera. Alle 11,00, imbarco e discesa dalla Diga del Pamperduto. Arrivo al Ponte di Tornavento. 
Alle 14,30 apertura degli stand del Coordinamento Salviamo il Ticino, dei Parchi Lombardo e Piemontese della Valle del Ticino e delle associazioni che operano sul fiume. Alle 15,00 Big Jump nel Ticino e rinfresco. Infine alle 17.00 partenza della 25° Regata di Barcè. In programma per la giornata anche prove gratuite di kayak, canoa e barcè.

L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480

giovedì 11 luglio 2013

LA “SALUTE” DEL FIUME FINISCE IN PARLAMENTO - “Olona, situazione critica”. Interrogazione della Gadda in commissione Ambiente



VALLE OLONA - L’Olona torna a far parlare di sé. Mercoledì 10, la deputata del PD Maria Chiara Gadda ha presentato un’interrogazione a riguardo al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, durante la riunione della Commissione Ambiente, di cui la parlamentare è membro.
Le condizioni del fiume sono ormai tristemente note: lo stato ecologico delle acque rimane “scadente/pessimo”, nonostante la Regione si fosse prefissata l’obiettivo di arrivare ad un livello di sufficienza entro il 2015, come stabilito dal Piano lombardo di Tutela e Uso delle Acque.
 
Dichiarato area sensibile dal Ministero dell’Ambiente, l’Olona è stato fornito di depuratori, ormai obsoleti e inadatti di fronte alle nuove sostanze chimiche scaricate, se non addirittura mal funzionanti. Per non parlare di scolmatori di piena e sfioratori, che “riversano acque reflue non trattate anche in condizioni di tempo asciutto”.
A proposito del finanziamento regionale di 12 milioni di euro  per risanare il fiume, la Gadda dichiara: “Si tratta sicuramente di un atto di grande importanza, ma per evitare che, come accaduto negli anni passati, siano spese ingenti risorse senza che il problema venga risolto, è indispensabile coordinare tutti gli attori del territorio interessato dal problema”.
 
La parlamentare insiste anche sul fatto che l’area potrebbe avere un grande potenziale turistico, grazie alla presenza di importanti insediamenti storici, mulini, cascine e siti di archeologia industriale. “Tutti presupposti che potrebbero concorrere a individuare questo fiume e il suo territorio come un esempio positivo di riqualificazione e valorizzazione turistica proprio in occasione di Expo 2015”, afferma, anche se teme fortemente che “a fianco dei padiglioni dell’evento mondiale scorrerà un fiume ancora in condizioni lontane dagli standard minimi”. 
 
La deputata chiede quindi al Ministro Orlando di “verificare la possibilità di mettere in campo, in accordo con i Comuni e con la Regione Lombardia, una serie di azioni per avviare un risanamento ambientale complessivo del bacino del fiume Olona”, istituendo una cabina di regia che coordini un Piano di Risanamento delle Acque del bacino.
 
Fonte: L'Informazione Online

mercoledì 10 luglio 2013

Legambiente, pagella in rosso per la sponda veneta del Garda

VENEZIA - È una pagella in «rosso» quella fatta dalla goletta di Legambiente nel monitoraggio sulla sponda veneta del Garda: sui 9 punti esaminati, 3 sono risultati fortemente inquinati, 2 inquinati, 4 entro i limiti di legge. «I Comuni - annota Legambiente - si impegnino maggiormente nei controlli contro gli scarichi abusivi. Necessari maggiori investimenti nel sistema depurativo». Il responsabile di Goletta dei Laghi, Simone Nuglio spiega che l'operazione «non è in contrasto con chi ha la responsabilità di decretare la balneabilità» e precisa che «le analisi confermano che la maggior parte dei problemi per il Garda continua venire dai corsi d'acqua che scontano i ritardi nel collettamento fognario e nella depurazione delle acque interne». Inquinate le foci del torrente Gusa e del torrente San Severo, rispettivamente nei comuni di Garda e Bardolino (località Punta Cornicello). Fortemente inquinati a Pai il punto presso via Pai di Sotto angolo con via Manzoni, a Lazise la foce del torrente Marra e a Valeggio sul Mincio il campione prelevato in via del Garda in località Salionze. Criticità che non nascono oggi: il torrente Gusa, a Garda, nel 2010 era inquinato, nel 2011 e 2012 il campione era fortemente inquinato e quest'anno di nuovo inquinato.
Malato cronico anche il torrente San Severo a Bardolino, che nel 2010 è risultato fortemente inquinato e dal 2011 risulta inquinato. Da segnalare ancora il caso del torrente Marra a Lazise: un piccolo e breve corso d'acqua che, dopo un risultato entro i limiti nel 2012, torna a presentare una concentrazione di Escherichia coli tale da risultare fortemente inquinato come nel 2010 e nel 2011. Le analisi non hanno invece rilevato una concentrazione di inquinanti superiore al limite nei punti presso l'imbarcadero a Malcesine, presso l'impianto di sollevamento a Torri del Benaco località Lido Brancolino, alla foce del rio Sermana a Peschiera (località Maraschina) e alla foce del Dugale a Castelnuovo in località Ronchi. «Il monitoraggio scientifico di Legambiente ha messo in luce le numerose criticità - spiega Nuglio - per quanto riguarda l' inquinamento proveniente da scarichi civili non depurati che riguardano i grandi laghi del nord Italia. Una carenza, quella del sistema depurativo, che nel nostro Paese riguarda ancora quasi un quarto della popolazione».


Fonte: Ansa

martedì 9 luglio 2013

Seveso: 37 anni dopo, la Pedemontana disseppellisce la diossina

Milano, 9 luglio 2013                                                                                      Comunicato stampa


Non c’è pace per i comuni brianzoli che nel 1976 furono investiti dal più grave disastro chimico della storia recente: in arrivo un nuovo disastro, e oggi come allora per la Regione non c’è nessun problema

Quella del 10 luglio 1976 è una data scolpita nella memoria degli abitanti di cinque popolose cittadine brianzole (Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio, Meda e Seveso: una conurbazione che conta quasi 150.000 abitanti, quanto la terza città della Lombardia) che, dalle 12.37 di quel giorno, furono investite dalla nube tossica prodotta dal surriscaldamento di un reattore per la produzione di triclorofenolo della ditta ICMESA di Meda, una controllata del gruppo Hoffmann-La Roche di Basilea. A causa di quel surriscaldamento la reazione chimica sfuggì di controllo e produsse una quantità tutt’ora imprecisata di TCDD, la più tossica delle diossine.

Se ancora oggi non sappiamo con esattezza la quantità di sostanza tossica che fu riversata su case e campi, quello che invece è certo è che quella diossina non si è spostata da lì: a ribadirlo sono le analisi preliminari dei terreni effettuate dalla società autostradale Pedemontana nel 2008, che confermando esiti analoghi ottenuti da analisi condotte dall'agenzia per la protezione dell'ambiente fra il 1997 e il 1999, certificano concentrazioni di TCDD superiori alle soglie critiche tollerate nei terreni di quelle che nel 1976 furono dichiarate “zona B” e “aree di rispetto” (la zona A, nei comuni di Seveso e Meda immediatamente sottovento al reattore, è l'unica ad essere stata bonificata e oggi vi crescono gli alberi del parco naturale “Bosco delle Querce”). Le analisi dei terreni sono state effettuate per una ragione ben precisa: nel cuore della grande area inquinata presto dovrebbero partire a breve i cantieri della più gigantesca autostradale prevista in Lombardia, la Pedemontana. E la speranza che la diossina, dopo un così lungo periodo, fosse scomparsa, decomposta o dissolta, è stata duramente smentita dai risultati di quelle analisi. Ancora oggi il suolo di quel territorio risulta gravemente contaminato, e l’unica ragione per cui fino ad oggi non si è riproposta un’emergenza sanitaria è per il fatto che le molecole tossiche sono intrappolate negli strati superiori del terreno.

Ma che ne sarà della diossina nel momento in cui dovessero partire i cantieri di Pedemontana, che prevedono enormi sbancamenti di terreno per realizzare 8 corsie autostradali, giganteschi svincoli e stazioni di servizio proprio lungo il tracciato del fall-out della nube tossica? Semplice, quella diossina si solleverà per aria insieme alle polveri dei cantieri, tornando a essere un problema sanitario, in primo luogo per le maestranze impiegate nei cantieri e per i residenti dei quartieri vicini. Un grosso problema con cui però Regione Lombardia non ha molta voglia di confrontarsi: nei giorni scorsi infatti una mozione urgente presentata in Consiglio Regionale, circa la necessità di condurre un piano di caratterizzazione finalizzato alla bonifica delle aree interessate dal progetto autostradale, è stata respinta al mittente. Secondo Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio Regionale ma fino a pochi mesi fa assessore con delega ai trasporti e quindi principale promotore del progetto di Pedemontana, non c’è infatti nessuna urgenza di approfondire questi aspetti, per un’opera che ha problemi enormi anche sul versante della sostenibilità finanziaria, dal momento che il suo costo, vicino ai 5 miliardi di euro, ben difficilmente sarà coperto dai proventi della tariffa.

“La storia si ripete: nel 1976 i cittadini furono avvisati della gravità del pericolo solo otto giorni dopo l'incidente del gravissimo inquinamento a cui erano sottoposti, quando ormai le polveri tossiche si erano deposte al suolo - ricorda Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, che all'epoca viveva nel cuore della zona inquinata - Fu così impossibile mettere in atto ogni possibile misura di prevenzione per evitare gli oltre 200 casi di cloracne, oltre al rischio di malformazioni fetali e di tumori negli adulti oggi descritti dagli studi retrospettivi. Nel 2013 invece si arriva a negare, contro ogni evidenza, l'urgenza di caratterizzare i suoli e di verificare il progetto di Pedemontana prima che la parola passi alle ruspe del più grande cantiere della Lombardia. Un comportamento di gravissima irresponsabilità istituzionale, contro il quale chiediamo ai sindaci di mantenere un atteggiamento di fermezza per la tutela della salute, per evitare di dover sottoporre gli abitanti ad una nuova emergenza sanitaria”.

Fonte: Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480

lunedì 8 luglio 2013

Come è andata la biciclettata lungo l'Olona da Rho a Pregnana

La biciclettata nè andata bene nonostante il caldo di luglio.
Più di 20 persone hanno partecipato alla manifestazione e quasi altrettante si sono aggiunte alla sua conclusione al fontanile Serbelloni a Pregnana dove è venuto a salutarci anche il sindaco.


 Silvana G. all'opera

Aiutata da Niccolò










Un ringraziamento particolare al Circolo Legambiente di Rho per avere pensato e gestito il percorso, al Comune di Pregnana e all'associazione Libera Caccia per averci ospitato nella loro oasi di pace, all'associazione Il Prisma per averci fatto esplorare questo territorio e a Barbara e Silvana per avere accompagnato l'evento con le loro esperienze sulla Biodiversità.

Alla prossima!!!

LB

giovedì 4 luglio 2013

Big Jump su Lambro, Olona, Ticino


Big Jump 2013
Domenica 14 luglio il tuffo europeo per i fiumi puliti

In Lombardia riflettori puntati sul Lambro a Milano, sull’Olona a Malnate (VA) e sul Ticino

Appuntamenti per la stampa
Domenica, 14 luglio 2013, alle ore 11.30, ai Mulini di Gurone a Malnate (Va), alle 15.00 al Parco Lambro presso il ponte di via Licata angolo via Garcia Lorca

Domenica decine di migliaia di persone si tufferanno simultaneamente nei fiumi e nei laghi di tutta Europa. Torna infatti il Big Jump, la campagna europea di European Rivers Network (ERN) ideata per rivendicare la balneabilità di tutti i corsi d’acqua. Attraverso un grande tuffo collettivo dunque verrà lanciato anche un messaggio forte alle istituzioni locali e internazionali affinché adottino tutte le politiche necessarie al ripristino, entro il 2015, del buono stato ecologico dei diversi ambienti acquatici. In Italia l’iniziativa è coordinata da Legambiente che come ogni anni organizzerà moltissimi tuffi in tutta la Penisola, e in Lombardia nei fiumi Lambro, Olona e Ticino. “La balneabilità dei fiumi, soprattutto nelle città, sembra oggi un’utopia – dichiara Lorenzo Baio, responsabile della campagna - eppure solo 50 anni fa era normale per i cittadini cercare refrigerio dal caldo estivo nelle acque dei corsi d'acqua. Con il Big Jump chiediamo che si inverta finalmente questa situazione e vengano messi in atto tutti gli interventi necessari perché i nostri fiumi escano presto dalla condizione di ‘malati’ permanenti”.

In Lombardia, quest’anno, l’associazione ambientalista accenderà i riflettori sul tratto milanese del Lambro, dove per l’occasione farà tappa la “Carovana del Lambro” partita lo scorso maggio all’interno del progetto: “Gli spazi aperti e gli ambiti agronaturalistici, il fiume Lambro, l’area metropolitana milanese - esempio di attivazione di Rete Ecologica”, coordinato da Ersaf in collaborazione con Politecnico di Milano, Comune di Milano, Parco Media Valle Lambro e Legambiente, e finanziato dalla Fondazione Cariplo. L’evento a Milano si svolgerà all’interno del Parco Lambro dove durante la mattina Legambiente organizza laboratori per bambini, visite guidate dalle Guardie Ecologiche e un tavolo di lavoro con le associazioni e i cittadini interessati al fiume. Nel pomeriggio, alle 15, si svolgerà il vero e proprio Big Jump simbolico seguito da una ricca merenda a suon di musica. Il Big Jump nei fiumi lombardi sarà anche sul Ticino, a Turbigo (MI) mentre sull'Olona l'invito è a Malnate (VA) per fare insieme una grande nuotata e chiedere che questo fiume venga finalmente salvato. Il tuffo sarà preceduto da una visita guidata ai Mulini e alla zona umida e da una “regata di barche di carta” e seguito da un aperitivo di saluto.

Il programma dei Big Jump in Lombardia:

Fiume Lambro - Parco Lambro Milano
Sulla riva sinistra del fiume Lambro, all'interno della Cascina Molino San Gregorio, nella bellissima cornice del Parco Lambro dalle ore 10.30 vi saranno laboratori, giochi per bambini, visite guidate e un gruppo di lavoro sul fiume. Alle ore 15.00 il Big Jump, il tuffo simbolico nel fiume Lambro fatto con sagome di bagnanti e pesci volanti di cartone e a conclusione una merenda musicale.

Fiume Olona – Mulini di Gurone – Malnate (VA)
Il ricco programma dell'iniziativa varesina inizierà alle 10.00 con la presentazione del progetto che i due circoli del Cigno Verde stanno portando avanti per il recupero dell'area dei Mulini. Alle 10.30 visita all’area umida e alle 11.00, per i bambini, sarà invece dedicata la quarta edizione della “Regata dei Mulini” per barchette di carta. Al tuffo nell'Olona, previsto alle ore 11.45, parteciperanno i volontari internazionali che stanno partecipando ai campi di volontariato attivi in provincia. Un aperitivo biologico e con prodotti locali concluderà infine la mattinata.


Fiume Ticino – Turbigo
Alle 
10,00 ritrovo al Ponte Lonate/Oleggio presso la Casa della Camera. Alle 11,00, imbarco e discesa dalla Diga del Pamperduto. Arrivo al Ponte di Tornavento. 
Alle 14,30 apertura degli stand del Coordinamento Salviamo il Ticino, dei Parchi Lombardo e Piemontese della Valle del Ticino e delle associazioni che operano sul fiume. Alle 15,00 Big Jump nel Ticino e rinfresco. Infine alle 17.00 partenza della 25° Regata di Barcè. In programma per la giornata anche prove gratuite di kayak, canoa e barcè.

L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA

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