mercoledì 22 settembre 2010

Seveso, è l'ora dello scaricabarile "Il governo ci ha bloccato i fondi"

Formigoni e Podestà accusano Roma. Il Pd: "Ci sono responsabilità anche qui". L'unica certezza è che nel brevissimo periodo Niguarda non sarà ancora al sicuro.

Regione e Provincia fanno fronte comune per individuare il colpevole della mancata realizzazione delle opere di contenimento del Seveso, la cui esondazione, da sabato, sta stravolgendo la quotidianità del quartiere Niguarda. È il governo, che non sblocca i fondi già previsti. Anzi, meglio: è la crisi economica a immobilizzare i soldi destinati a interventi attesi da anni. Una spiegazione data all’unisono da Pirellone e Palazzo Isimbardi, mentre il sindaco Letizia Moratti, sulla questione e sulle proteste dei cittadini, continua a tacere.

La fermata Sondrio allagata

È il governatore Roberto Formigoni che precisa: «Abbiamo programmato e finanziato già da alcuni anni il canale scolmatore di nordovest con 23,4 milioni e una vasca di laminazione a Senago con 10 milioni». Ma è qui che Formigoni cala l’asso «il piano da 33,4 milioni è finanziato integralmente con fondi Fas, quelli per le aree sottoutilizzate, ma si è bloccato prima dell’estate, quando il governo ci ha segnalato la necessità di fermare i fondi a causa della recessione». Assicura, il governatore, che già da prima dell’estate sta chiedendo al governo (leggi: al ministro Tremonti, con il quale è in atto uno scontro frontale proprio sul tema delle risorse) di fare in modo che le «regioni virtuose» possano utilizzare l’intero importo dei fondi Fas.

A poche ore di distanza la versione viene ribadita dal presidente della Provincia, Guido Podestà: «Con la Regione abbiamo fatto tutto il necessario di fronte all’emergenza, ma stiamo aspettando che la delibera del Cipe venga registrata dalla Corte dei conti e che vengano messe a disposizione le risorse bloccate dalla manovra». Rilancia, Podestà, la proposta del vicesindaco Riccardo De Corato: un commissario straordinario per il Seveso. E chi potrebbe essere? Lo stesso Formigoni, che sarebbe pronto a dire “obbedisco” a una richiesta del governo.

Ma le spiegazioni istituzionali non soddisfano l’opposizione, che ricorda promesse e investimenti già fatti. Chiara Cremonesi, consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà, attacca: «Nel dicembre 2001 la legge 428 ha autorizzato una spesa di venti miliardi di lire a favore della Regione nel triennio 2001-2003 per l’esecuzione di opere e impianti necessari al controllo della falda acquifera di Milano. Che fine hanno fatto quei soldi?». (Replica la Regione: non erano destinati al Seveso ma ad altri interventi a sud della città). Anche Franco Mirabelli, consigliere del Pd al Pirellone, sottolineando lo «scaricabarile assai poco elegante», ricorda: «Solo una settimana fa proprio Formigoni ha annunciato un piano da 225 milioni di euro, di cui 147 della Regione, per interventi comprendenti la regimazione idraulica del Seveso, del Lambro e di altri corsi d’acqua».

Al netto di annunci e richieste di fondi, la certezza è che nel brevissimo periodo i cittadini di Niguarda non saranno ancora al sicuro da nuove esondazioni. Perché, come ammette lo stesso Podestà, anche a risorse sbloccate servirebbero almeno due anni di lavori. Bisognerà, quindi, affidarsi ancora e soltanto alle protezioni attuali. Ecco perché da più parti, uno per tutti Ezio Casati, vicepresidente del consiglio provinciale del Pd, si chiedono spiegazioni su eventuali errori commessi, sabato, nell’azionamento delle due chiuse che governano l’unico tratto costruito del canale scolmatore. La decisione di aprirle spetterebbe al Comune, l’esecuzione materiale della manovra alla Provincia: forse anche lo spezzettamento delle competenze potrebbe aver peggiorato la portata dell’allagamento.

Fonte: La Repubblica.it - 21 settembre 2010 - articolo di Oriana Liso

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