martedì 25 maggio 2010

Lambro ed Olona: la bonifica non è ancora partita




Pessime le condizioni dei fiumi lombardi

A tre mesi esatti dal disastro ecologico che ha sconquassato i due fiumi Lambro ed Olona la bonifica non è ancora partita e non è ancora stati individuati i responsabili che la notte tra il 23 e il 24 febbraio scorso hanno manomesso le cisterne della Lombarda Petroli di Villasanta, l´ex raffineria da dove sono fuoriusciti 8mila metri cubi di idrocarburi, che hanno devastato il fragile equilibrio dei due corsi d´acqua. I carabinieri di Monza stanno indagando su una traccia di Dna ritrovata su una torcia abbandonata dai sabotatori e con il passare dei mesi l´attenzione degli inquirenti è sempre più focalizzata attorno a Ecocity, il maxi progetto di riqualificazione urbana da mezzo miliardo di euro che i costruttori, i fratelli Addamiano, avrebbero dovuto realizzare sull´area (187mila metri quadri). Con la costruzione di appartamenti, negozi e capannoni industriali hi-tech. L´unico indagato è però Giuseppe Tagliabue, il proprietario del vecchio impianto, che stoccando più gasolio di quello dichiarato ha violato la normativa per le aziende a rischio.

Prosegue nel frattempo anche il monitoraggio dello stato di salute del Lambro. I valori di idrocarburi nell´acqua sono tornati sotto la soglia, e le piogge delle scorse settimane hanno dato una mano a portare via dalle sponde gli ultimi residui di catrame, ma gli esperti sono preoccupati dai sedimenti depositati sul fondo. Gli ultimi rilievi condotti dall´Arpa indicano al tre per mille la presenza di petrolio per ogni chilo di sabbia estratta dal letto del Lambro; come sottolinea Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, si tratta di 'Un dato allarmante'. Romano La Russa, assessore regionale alla Protezione civile dichiara che " Stiamo studiando la situazione e troveremo le risorse nelle pieghe del bilancio", anche se per il momento non ci sono i 100 milioni di euro promessi da Formigoni nei giorni del disastro per il risanamento degli alvei.

E anche per gli altri fiumi di Milano la situazione non è rosea: l´Olona, che arriva da Varese, dopo 71 chilometri di viaggio e a Milano si infossa sotto il livello della strada, dividendosi in tre rami, è uno dei fiumi più inquinati d´Italia. Già durante i controlli sulle acque eseguiti tra l´89 e il 91, presentava diffusi e significativi livelli di inquinamento dovuti a prodotti per sgrassare, tipici delle lavanderie e tintorie e degli scarichi dell'industria tessile, pericolosi per la salute e scarsamente biodegradabili.In generale il livello di inquinamento dell´Olona ancora oggi, supera in molti casi il livello di guardia ed è più compromesso di quello del Lambro. Tutte le stazioni di campionamento dell´Olona presentano Seca (Stato ecologico corsi d´acqua) di classe negativa. Il fiume risulta scadente (classe 4 su 5) a 500 metri da Legnano, per diventare pessimo a Rho, subito dopo la confluenza con il Lura. Praticamente morto dal punto di vista biologico. Il Contratto di fiume tra le istituzioni interessate al recupero dell´Olona è stato firmato il 22 luglio 2004 e prevedeva interventi per 230 milioni di euro.

Grave la situazione anche il Seveso, anche detto "il fiume nero" che attraversa la città. Già 10 anni fa il suo ecosistema risultava pesantemente compromesso. Il convogliamento delle acqua reflue direttamente nel fiume è la causa principale del suo avvelenamento e dell´aumento della sua portata d´acqua. Negli ultimi 40 anni il Seveso ha subito una doppia trasformazione: da una parte è diventato sede di scarichi industriali altamente inquinanti e, nell´alto Milanese, un vero "collettore fognario", dall´altra, da poco più che un torrente è diventato un vero fiume. Arpa Lombardia effettua controlli sulla qualità dell´acqua del Seveso: a poco più di 10 km dalla sua fonte, il fiume, nel 2001 così come nel 2008, è posizionato in classe 4, "scadente". A Bresso, nel centro abitato, sale al top e conquista l´etichetta di "pessimo", praticamente morto. Il Contratto di fiume è stato firmato nel 2006 e pianifica interventi fino al 2011, un´opera complessa che richiede quasi un milione di euro.

Fonte: Il Giornale della Protezione Civile.it - Lunedi 24 Maggio 2010 - Attualità

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