L' emergenza Seveso va ricondotta a una serie di fattori concomitanti: 1) L' incremento delle portate di colmo dovute prevalentemente agli interventi di urbanizzazione, con la conseguente riduzione della capacità d' infiltrazione e del tempo di corrivazione; 2) Una tendenziale diminuzione della capacità di portata dei recapiti per ostruzioni, carenze manutentive, occupazioni d' alveo; 3) Una possibile maggior severità degli eventi meteorologici legati a mutazioni climatiche. Ricordo che almeno dalla metà degli anni ' 70 era attiva, presso il Comune di Milano, proprio una Commissione Seveso. E che, analogamente, si è sviluppato un progetto più ampio legato al complesso dei fiumi Lambro, Seveso, Olona. Le azioni possibili da intraprendere (al di là della loro difficoltà di realizzazione per una serie di problemi tecnici ma, soprattutto, politico-amministrativi, oltre che economici) non possono che essere mirate alla soluzione dei primi due aspetti, in primis attraverso la realizzazione di vasche volano o altre strutture che consentano la laminazione dei colmi di piena, rilasciando gradualmente i volumi idrici dopo il periodo critico di punta. Un esempio è quello realizzato dalla Provincia di Varese con lo sbarramento di Gurone sull' Olona. Analoghi provvedimenti potrebbero essere ripetuti, anche a scala minore, in tutte le situazioni di pericolo o disagio. Intervento non strutturale è, infine, lo sviluppo di un' adeguata catena di monitoraggio e allertamento idrometeorologico.
*docente di Idraulica Politecnico di Milano.
Fonte: Corriere della Sera - 7 ottobre 2010 - articolo di Orsi Enrico
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