Milano, 18 ottobre 2010 | Comunicato stampa |
nessuna città compare tra le prime venti posizioni della classifica
Milano scivola al 63° posto
E' tracollo ambientale delle città lombarde: con l'eccezione delle piccole Sondrio e Lodi, infatti, tutti i capoluoghi di provincia vedono peggiorare il proprio “eco-rating” e nessuna compare più nelle prime venti posizioni della XVII edizione dell'annuale ricerca di Legambiente e Ambiente Italia sullo stato di salute ambientale dei comuni capoluogo italiani realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore. Bisogna scorrere fino al 21esimo posto per incontrare Mantova e al 23esimo per Cremona che comunque segnano una flessione rispetto al 2009 perdendo 10 posizioni la prima e 4 la seconda. Ma è tutta la Lombardia a retrocedere. Nonostante i lievi miglioramenti, continua a tirare una pessima aria a Milano, che peggiora in tutti gli indici della qualità dell'aria e in particolare per le concentrazioni di Ozono (60 giorni di superamento, erano 41 lo scorso anno) e si attesta al 63esimo posto perdendo ben 17 posizioni. L'istantanea dalle prime 20 posizioni della classifica su 103 città Italiane è impietosa: 5 posizioni occupate da capoluoghi emiliano – romagnoli, 3 città toscane, 2 piazzamenti ciascuno per Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige, Liguria e Friuli Venezia Giulia, 1 per Valle d'Aosta e Campania. Zero per la Lombardia.
“Da troppo tempo le nostre città hanno smesso di competere sulle prestazioni ambientali – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – ma, se è vero che le città riverberano i cambiamenti del territorio, allora i dati devono far riflettere: è la Lombardia ad accusare un crescente torpore. Questa regione non riesce a darsi una strategia di sviluppo, gli investimenti pubblici si consumano in progetti autostradali di cui non si vede la fine mentre nel settore privato a far da padrone sono la rendita immobiliare e il commercio: la capitale industriale d'Italia fa la fila alle casse dei grandi centri commerciali, che non producono sviluppo né occupazione ma svuotano d'interesse le città, trasformandole in dormitori”.
La Lombardia conferma dunque un sostanziale peggioramento per la qualità ambientale delle nostre città. Anche Pavia, l'anno scorso tra le prime 20, è costretta a lasciare sul terreno 14 posizioni finendo al 34esimo posto: colpa degli eccessivi consumi energetici e dei rifiuti, che Pavia produce in sovrabbondanza con una raccolta differenziata fortemente deficitaria. Varese si ferma a metà classifica (50ma), penalizzata da una mobilità insostenibile e da un acquedotto che perde un terzo dell'acqua distribuita. Maluccio anche Brescia, al 51° posto, con una qualità dell'aria disastrosa, una produzione di rifiuti da record e una dotazione di isole pedonali quasi inesistente. A guadagnare qualche posto in classifica sono invece Bergamo che dalla 41° posizione sale alla 38esima e Lodi che scala 17 posizioni, arrivando al 43esimo posto. Rovinosa la caduta di Lecco, che crolla al 79° posto, fortemente penalizzata dalla inefficienza del proprio sistema di depurazione delle acque e da un sistema di trasporto pubblico poco performante. Fanalino di coda si conferma Como, pur recuperando 4 posizioni rispetto al 2009, alla posizione 82 della classifica. Tra le pochissime eccellenze, spiccano una prima posizione nazionale di Milano, tra le metropoli italiane, per l'offerta di trasporto tra le grandi città, di Lodi per l'efficienza del suo acquedotto (solo il 10% di perdite di rete), e una seconda posizione nazionale di Cremona per quanto riguarda il fotovoltaico installato sugli edifici pubblici. In generale, le città lombarde hanno fatto un buon lavoro sulla depurazione idrica, ovunque con percentuali di utenze allacciate ai depuratori superiori al 95%, ad eccezione dei due capoluoghi lariani. Per il resto i piazzamenti sui diversi indicatori che compongono il punteggio finale sono un campionario di mediocrità, in cui anche le prime classificate tra le lombarde emergono non per le loro eccellenze, ma perchè, in buona sostanza, si barcamenano.
“C'è bisogno di un rilancio complessivo delle politiche per le città – conclude Di Simine - i capoluoghi devono diventare centri propulsivi per agganciare la Lombardia alle grandi sfide della Green Economy. Se in passato il rating ambientale delle città era una classifica di settore, oggi i piazzamenti nella classifica di Ecosistema Urbano sono un termometro dell'aspettativa di sviluppo e di rilancio dell'economia regionale oltre che del benessere urbano”.
Le prime tre della classifica nazionale
Pos | Città |
| 2009 | dif |
1 | Belluno | 71,48% | 2° | 1 |
2 | Verbania | 70,41% | 1° | -1 |
3 | Parma | 67,48% | 3° | 0 |
La posizione delle città lombarde nella classifica nazionale
-
Pos
Città
2009
dif
21
Mantova
57,56%
11°
-10
23
Cremona
57,26%
19°
-4
34
Pavia
54,00%
20°
-14
35
Sondrio
53,41%
73°
+ 38
38
Bergamo
52,84%
41°
+ 3
43
Lodi
51,79%
60°
+17
50
Varese
50,81%
35°
-15
51
Brescia
50,69%
48°
-3
63
Milano
48,18%
46°
-17
79
Lecco
44,69%
30°
- 49
82
Como
42,27%
86°
+4
Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano (Comuni, dati 2009)
Elaborazione: Istituto di Ricerche Ambiente Italia
L'Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Nessun commento:
Posta un commento