Milano, 26 ottobre 2010 - Via libera della Giunta regionale della Lombardia al progetto di legge per la riforma del servizio idrico integrato. Il testo, che adesso dovrà passare all’esame del Consiglio regionale, prevede che, come spiega una nota del Pirellone, l’acqua rimanga pubblica, che le tariffe non aumentino, che le Province assumano le competenze delle ex Aato (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale) e che i Comuni vadano ad acquisire un ruolo fondamentale nella Consulta nella quale saranno inseriti.
L’assessore regionale all’Ambiente, Marcello Raimondi ha spiegato: "Con l’approvazione di questo progetto di legge in Lombardia l’acqua resta un bene pubblico. Chi dunque grida a un presunto ‘scandalo privatizzazione’ altro non fa che seminare falsi allarmi". Sulla riforma, l’assessore ha specificato che "il testo approvato è il frutto di un lungo confronto con i Comuni e le Province durato tutta l`estate".
LA PROTESTA - I consiglieri regionali del Pd, Luca Gaffuri e Fabrizio Santantonio, bocciano la riforma del servizio idrico integrato approvata oggi dalla Giunta regionale della Lombardia. "Una legge così deve essere cambiata profondamente - hanno detto i due esponenti della minoranza -. A partire dal fatto che non è vero che i Comuni vanno ad acquisire un ruolo di fondamentale importanza nell’ambito della Consulta, soprattutto rispetto a prima. Non solo, cioè, i Comuni non hanno più potere, ma perdono la titolarità del servizio idrico integrato". C’è poi un secondo aspetto: "il modello di governo previsto dal nuovo soggetto, l’Ufficio d’ambito della Provincia, non è sufficientemente rappresentativo delle realtà territoriali". Per questo motivo Gaffuri e Santantonio chiedono che "vengano tutelati gli affidamenti gestionali già effettuati".
I Comitati Acqua della Lombardia, con il sostegno della Cgil Lombardia, protesteranno il prossimo 13 novembre davanti al Pirellone a Milano. Roberto Fumagalli del Coordinamento dei Comitati Acqua della Lombardia ha spiegato: "Il progetto di legge approvato dalla Giunta regionale di fatto consegnerà ai privati la gestione dell’acqua di tutta la Lombardia". "La verità - ha continuato Fumagalli - è che l’affidamento della gestione dei servizi idrici avverrà secondo i dettami del Decreto Ronchi, cioè tramite gara europea o tramite società miste pubblico-private, quindi di fatto sarà una vera e propria svendita degli acquedotti ai privati e alle multinazionali. Inoltre le competenze in materia di servizio idrico vengono consegnate alle Province (ma resta l’Ato della citta’ di Milano) e pertanto sottratte ai Comuni, i quali si dovranno accontentare di esprimere un parere alla loro Provincia".
Fonte: Il Giorno - 26/10/2010
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