Da un'indagine di Legambiente è emerso che il vero rischio per Milano è il cemento. Il 77% delle municipalità lombarde ha abitazioni in aree a rischio
“Regione Lombardia - ha spiegato La Russa - non ha compiuto alcuna valutazione in merito alla richiesta del Comune. Spetterà quindi al Governo fare tutte le opportune verifiche tecniche ed economiche sulla reale possibilità di accoglimento della richiesta avanzata dal sindaco Letizia Moratti”.
Dall’indagine “Ecosistema a rischio 2010”, campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione per l’adattamento ai mutamenti climatici e la mitigazione del rischio idrogeologico nell’ambito dell’ottava edizione dell’iniziativa “Operazione fiumi 2010” di Legambiente è emerso che il vero rischio per Milano si chiama cemento: le alluvioni sono destinate ad aumentare perchè la macchina che produce esondazioni è la cementificazione.
Francesca Ottaviani, portavoce di 'Operazione fiumi', ha spiegato che "il 77% delle municipalità lombarde ha abitazioni in aree a rischio, il 23% delle amministrazioni presenta addirittura interi quartieri in tali zone e il 50% vi ha costruito strutture e fabbricati industriali, con rischio non solo per l’incolumità dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque. Ecco il perché più di 300mila cittadini sono esposti ogni giorno a frane e alluvioni in Lombardia. I comuni delle province di Sondrio e Bergamo sono quelli più a rischio”.
Sul fronte della prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico solo il 28% dei comuni lombardi fa un lavoro positivo: “Un esempio su tutti è il modello virtuoso di Monza - ha detto Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia -. La neo provincia di Monza e Brianza, si è dimostrata tempestiva negli aiuti già lo scorso 22 febbraio in occasione dello sversamento di petrolio nel Lambro, in quell’occasione la provincia non era interessata personalmente, il suo sforzo è stato a vantaggio delle popolazioni a valle della provincia di Milano. Monza è un esempio di responsabilità civica in controtendenza rispetto al comportamento degli altri comuni lombardi, primo fra tutti Milano. Anche in occasione della recente esondazione del Seveso chi sta agendo è Monza anche se l’area di crisi riguarda Milano”.
Di Simine ha poi concluso: "I numeri dell’indagine non solo restituiscono l’immagine di un territorio fragile, ma puntano il dito contro uno sviluppo urbanistico che non ha tenuto conto del rischio. Ci si preoccupa dei disastri idrogeologici solo quando si verificano, in Lombardia non c’è un buon piano di prevenzione del territorio.
Si attuano troppe poche delocalizzazioni di centri abitati, solo il 4% dei Comuni si è mosso in questo senso. Il Comune di Sesto San Giovanni presenta il 95% di urbanizzazione del territorio: un dato sconcertante, primato negativo a livello europeo”.
Fonte: Il Giorno.it - 07/10/2010
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