martedì 3 agosto 2010

Nell’Abbiatense il fiume è meno Azzurro

Le analisi delle acque del Ticino danno risultati altalenanti: bene soprattutto a nord, nel tratto tra Turbigo e Magenta, peggio nell’Abbiatense e nel Pavese, dove la classe di qualità passa dal buono al sufficiente

Magenta, 20 luglio 2010 - Fosse uno studente, avrebbe conquistato un sei in pagella. Con picchi di rendimento, alternati a qualche scivolone. Ma, nel complesso, sarebbe stato promosso. Il decimo monitoraggio sullo stato delle acque del Ticino ha evidenziato risultati in linea con quelli dell’ultimo anno. Un fiume che sta bene soprattutto a nord, nel tratto tra Turbigo e Magenta, e che peggiora nell’Abbiatense e nel Pavese, dove la classe di qualità passa dal secondo livello (buono) al terzo (sufficiente). Le analisi, che si riferiscono ai campionamenti condotti nell’inverno e nell’estate del 2009, hanno evidenziato un quadro analogo a quello del 2008.

«Le ultime due annate sono state caratterizzate da precipitazioni abbondanti - spiega Luigi Duse, vicepresidente del Parco del Ticino -. Il fiume sta vivendo stagioni positive, grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli e agli interventi che il Parco ha messo in atto, andando anche al di là dei compiti richiesti». Da dieci anni, infatti, il Parco ha scelto di investire nel monitoraggio delle acque del fiume, promuovendo campionamenti in località scoperte dai rilevamenti dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

Prima con prelievi mensili, necessari per avere un quadro iniziale sullo stato del fiume, e successivamente con analisi stagionali, per conoscere l’evoluzione delle acque in condizioni differenti di clima e portata. Gli ecologI hanno verificato lo stato di salute del fiume in cinque diverse località: a Somma Lombardo, Abbiategrasso (Gabana), Motta Visconti (Geraci), Pavia e Valle Salimbene. E, per conoscere l’impatto dei depuratori, hanno scelto di monitorare alcune rogge e affluenti, quali, ad esempio, la Roggia del Molino di Turbigo, il Fontanile Mezzabarba di Besate e la Roggia Canalino di Motta Visconti, a monte e a valle degli scarichi.

Fino ai Geraci, il Ticino presenta una qualità dell’acqua buona, con parametri positivi sia dal punto di vista chimico-fisico, sia dal punto di vista biologico e microbiologico. Il fiume diventa meno azzurro soltanto dopo l’immissione della Roggia Canalino, che riceve gli scarichi del depuratore di Motta. Stesso scenario a Besate: le acque smalitite dall’impianto di depurazione fanno scendere il fontanile Mezzabarba al quinto livello (pessimo) durante la campionatura invernale, e al quarto (scadente) in estate. Meno inquinante, invece, risulta lo scarico del depuratore di Turbigo nella Roggia del Molino.

Qui, infatti, le analisi sull’affluente del Ticino hanno registrato un livello tre di qualità dell’acqua, che attesta la roggia a un livello sufficiente. «La qualità più alta delle acque del fiume si riscontra tra Cuggiono e Boffalora - fanno sapere le ecologhe Angela Manuela Vailati e Marina Lanticina -. Complessivamente, il tratto tra Turbigo e Magenta presenta livelli molto positivi, perché beneficia della presenza di risorgive presenti nel territorio. In questa zona il Ticino ha più acqua e non riceve gli scarichi dei depuratori».

Ma anche là dove la qualità delle acque si abbassa, l’uomo e l’ambiente non corrono pericoli. «Ci sono inquinanti e inquinanti - spiegano le ecologhe -. In generale non si registrano sostanze che possono danneggiare la salute. È da escludere ovunque la presenza di metalli nelle acque. La dove si parla di inquinamento, si riscontrano al massimo eccessi nelle concentrazioni di sostanze organiche».

di Luca Balzarotti

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