giovedì 10 luglio 2014

Rapporto Istat: Censimento delle acque per uso civile – anno 2012



Nel rapporto redatto dall’ Istituto Nazionale di Statistica si riassume la stato dei servizi idrici italiani intesi come ciclo idrico integrato. Nel 2012 il volume complessivo di acqua prelevata da corsi d’acqua, bacini e acque sotterranee  per uso potabile è pari a 9,5 miliardi di metri cubi, con una crescita del 3,8% rispetto al dato censito nel 2008. Solo il  30,6% dell’acqua prelevata viene trattata prima dell’immissione in rete mentre il volume immesso nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile è pari a 8,4 miliardi di metri cubi, 385 litri al giorno per abitante. Il valore risulta superiore del 2,6% rispetto a quanto registrato nel 2008.
L’acqua però erogata  ai cittadini è di 5,2 miliardi di metri cubi, che corrisponde a un consumo giornaliero di acqua pari a 241 litri per abitante, 12 litri al giorno in meno rispetto all’ultimo dato censito nel 2008. Da ciò si evince che le dispersioni delle reti di distribuzione dell’acqua potabile ammontano a 3,1 miliardi di metri cubi. Pertanto il 37,4% dei volumi immessi in rete non raggiunge gli utenti finali e ritornano nell’ambiente. Su questo dato si registra un peggioramento rispetto al 2008, quando le dispersioni di rete erano del 32,1%.
Le perdite  di rete mostrano situazioni di maggiore criticità nelle Isole e nel Centro-Sud, con le eccezioni di Abruzzo e Puglia, che negli ultimi anni hanno sanato alcune situazioni di forte dispersione. Anche se in maniera più contenuta, anche nelle regioni del Nord si registra un generale peggioramento della dispersione di rete, ad eccezione della Valle d’Aosta.
Depurazione
 Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane esistenti in Italia sono 18.786, di cui 18.162 in esercizio. Al Nord si concentra il maggior numero di impianti di depurazione.  Gli impianti di depurazione con trattamento avanzato, pur rappresentando soltanto il 10% degli impianti complessivi, trattano più del 60% dei carichi inquinanti convogliati nei depuratori delle acque reflue urbane. Nella maggior parte dei casi tali impianti sono a servizio dei grandi centri urbani.  Rispetto al 2008, si riduce del 27,8% il carico di inquinanti di origine industriale che affluisce agli impianti di depurazione delle acque reflue urbane con trattamento secondario o avanzato, mentre la quota di carichi inquinanti di origine civile trattati negli impianti di tipo secondario o avanzato è pari al 57,6%, di poco superiore a quella del 2008 (56,5%).
Uso potabile
La Lombardia è la regione dove si preleva il maggior volume di acqua per uso potabile, il 16% del totale. Volumi consistenti si rilevano anche nel Lazio (12,5%) e in Campania (10,1%). Valle d’Aosta e Sicilia sono le regioni in cui si registra, rispetto al 2008, il maggior incremento percentuale nei prelievi, con una crescita, rispettivamente, del 32,7% e del 14,1%. Di contro, Puglia e Marche segnano la maggiore contrazione, rispettivamente del 14,7% e del 13,2%. La variazione nei volumi prelevati dall’ambiente, oltre a derivare da un diverso sfruttamento della risorsa (dovuto generalmente a un aumento della diffusione del servizio), risente anche di
situazioni locali specifiche. In alcuni casi di criticità, ad esempio dove ci sono molte dispersioni di rete, per garantire un livello di erogazione costante è necessario prelevare volumi maggiori e immettere più acqua nella rete di distribuzione.
In generale si sta percorrendo una strada in cui si riducono i consumi, mentre c’è ancora molto lavoro da fare sulle dispersioni di rete, problema molto sentito dai gestori in quanto economicamente rappresenta una perdita.

Fonte: www.risorsa-acqua.it

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