Milano, 17 giugno 2011 Comunicato stampa
Cromo, Nitrati e Arsenico gli inquinanti più frequenti: fogne-colabrodo disperdono liquami civili e industriali nel sottosuolo
Il 94% dell'acqua che sgorga dai rubinetti lombardi arriva dalle falde sotterrane. Un ricco giacimento di "oro blu" che fluisce sotto la Pianura Padana con una portata stimata in 10 miliardi di metri cubi all'anno, garantendo una adeguata fornitura d'acqua alle nostre case, così come a industrie e agricoltura. E si tratta di un'acqua di altissima qualità quanto a contenuto di sali minerali preziosi per la salute: molto migliore di molte acque minerali in commercio. Ma anche di una risorsa minacciata dagli inquinamenti, perchè la falda non è del tutto protetta da ciò che accade a livello del suolo. Il Rapporto sullo Stato dell'Ambiente 2009-2010 di Arpa Lombardia mostra come nella nostra regione sono presenti condizioni di inquinamento che minacciano le riserve idriche sotterranee negli strati meno profondi, mettendo KO la falda superficiale e costringendo a cercare in profondità le acque più pulite. Ma talvolta anche nelle falde profonde si riscontrano concentrazioni elevate di sostanze come cromo, arsenico, nitrati e solventi. Da Brescia a Saronno e da Treviglio a Varese sono ancora troppe le emergenze segnalate e legate all’acqua di falda.
Si è parlato di questo oggi durante un convegno sulle acque sotterranee della Lombardia, organizzato da Legambiente, a cui hanno partecipato tra gli altri anche Arpa, Regione Lombardia e MM Spa.
“In una regione che si rifornisce principalmente di acque sotterranee, un obiettivo strategico dovrebbe essere quello di preservare le falde da qualsiasi contaminazione, assicurando un continuo monitoraggio – dichiara Edoardo Bai, comitato scientifico di Legambiente Lombardia - Eppure dalle cronache degli ultimi mesi sono emersi significativi casi di inquinamento a volte mal gestiti e che determinano una fuga, spesso ingiustificata, dei cittadini dall’acqua del rubinetto verso le costose acque minerali”.
Ma dove sono le situazioni peggiori cui si è verificato inquinamento dell'acqua? Per quanto riguarda le concentrazioni di nitrati a vedersela male è il territorio di Saronno (VA), dove si sono scoperti ben 4 pozzi in cui i valori erano superiori al limite (50mg/l). “In questo caso – afferma Bai - la resposabilità va ricercata nelle fognature comunali, mal gestite e manutenute, con conseguente dispersione dei liquami nel sottosuolo”.
Damiano Di Simine - Presidente Legambiente Lombardia
Acque inquinate da cromo invece si possono trovare nel bresciano, dove il metallo tossico deriva dalla forte presenza di industrie metallurgiche, specialmente in Val Trompia dove si registra un grave deficit nella rete di collettamento e fognatura. Il cromo esavalente, sostanza tossica, ha minacciato per anni anche la falda dei cittadini di Treviglio. Gli abitanti di questa località della bergamasca hanno dovuto attendere a lungo perchè le autorità trovassero una soluzione rispetto ad un grave episodio di inquinamento industriale. Altra sostanza presente in molti acquedotti è l'arsenico, che talvolta ha origini naturali essendo un componente delle rocce, ma è comunque dannoso per la salute. Per legge la concentrazione massima nelle acque potabili non deve superare 10 microgrammi per litro ma in alcuni casi sono state concesse delle deroghe: 6 solo negli ultimi anni. Sono 8 invece le località che non hanno ottenuto tale deroga: 3 comuni in provincia di Mantova, 2 a Sondrio e tre in provincia di Varese.
“Lo stato di salute delle nostre falde potrebbe peggiorare nei prossimi anni, se non si metterà mano rapidamente alle reti di fognatura, industriale e civile, delle nostre città – lancia l'allarme Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – realizzando immediati interventi di adeguamento e manutenzione straordinaria della rete sotterranea di condotte: è un cantiere ciclopico quello che deve essere messo in funzione per impedire che il crescente deperimento delle fognature determini gravi perdite di liquami, destinate a raggiungere la falda sotterranea”.
L'allarme di Legambiente non riguarda tanto l'aspetto sanitario: i trattamenti di potabilizzazione e i continui controlli svolti dalle autorità assicurano un approvvigionamento potabile sicuro e di altissima qualità, quasi ovunque in Lombardia. Il problema riguarda da un lato la disponibilità della risorsa, visto che i pozzi inquinati devono essere sigillati ed esclusi dall'acquedotto, e dall'altro i costi: “I trattamenti di potabilizzazione sono costosi ed energivori, per questo se crescerà l'inquinamento della falda ciò determinerà inevitabili aumenti delle tariffe idriche: molto meglio prevenire l'inquinamento, programmando da subito gli investimenti necessari alla depurazione delle acque di scarico, al risanamento delle condotte fognarie, alla bonifica dei siti contaminati, senza dimenticare l'imperativo della riduzione dei fertilizzanti chimici e dei pesticidi in agricoltura.”
Ufficio Stama Legambiente Lombardia, Mario Petitto 02 87386480
I materiali proiettati:
Intervento di Valeria Marchesi - Arpa Lombardia
Intervento di Claudia Chiozzotto - Altroconsumo
Intervento di Maurizio Salamana - D.g. Sanità di Regione Lombardia
Intervento di Carlo Carrettini - Metropolitana Milanese
Intervento di Silvana Galassi - Università degli Studi di Milano
Viviane Iacone - D.g. Ambiente, energia e reti di Regione Lombardia
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