Oggi si è chiusa ufficialmente a Milano la campagna di monitoraggio Goletta dei Laghi per quanto riguarda le tappe lombarde.
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Dati qualità Garda lombardo
Dati qualità Garda veneto
"Sulla sua pelle scorreva acqua quasi a coprirlo come una veste intangibile e fresca".
mercoledì 13 luglio 2016
martedì 12 luglio 2016
Ampliamento degli impianti sciistici a Livigno: il tar accoglie il ricorso di Legambiente
Milano, 12 luglio 2016 Comunicato stampa
"La Vallaccia è salva! Ora la società degli impianti si ritiri, ma non prima di aver ripristinato l’integrità dell’area"
È stata una lunga attesa, considerata anche la complicazione del procedimento amministrativo impugnato, ma alla fine la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale è arrivata. E gli ambientalisti esultano: il TAR Lombardia ha, infatti, accolto il ricorso di Legambiente che contestava la decisione di realizzare un nuovo impianto di risalita con annesse piste nel cuore della Vallaccia, convalle parallela alla valle di Livigno e, finora, incontaminata. La Vallaccia, ammantata di pascoli e prati sul fondovalle, ha conservato intatto il suo antico carattere rurale, ed è protetta sia dal Piano Paesistico della Lombardia che dalla rete europea Natura 2000, in quanto riconosciuta sito naturalistico di interesse comunitario.
La società impianti Mottolino Spa, proponente dell'impianto, ha sempre contrapposto alle ragioni degli ambientalisti - supportate anche dal parere della Soprintendenza – l’argomentazione che non si trattasse di un nuovo impianto ma della ricostruzione di una struttura già esistente. Una tesi che gli ambientalisti, difesi dall'avvocato Franceso Borasi del centro di azione giuridica di Legambiente, hanno sempre contestato: non solo la stazione di partenza della funivia dismessa si trova a ben tre chilometri da quella prevista in Vallaccia, ma tutti gli atti di pianificazione, dal PGT di Livigno, al PTCP della Provincia di Sondrio, fino al Piano Territoriale dell'Alta Valtellina, non contemplano alcun ampliamento del dominio sciabile all'interno della Vallaccia. Le pernici alpine, dunque, possono tornare a nidificare in tutta tranquillità lungo il versante nord della Vallaccia, nessuna pista da sci è prevista, né consentita lungo il crinale.
"Siamo soddisfatti di questa conclusione di un contenzioso che dura da troppo tempo - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - il TAR si è pronunciato in modo inappuntabile e lineare. La natura e l'agricoltura devono tornare ad essere padroni della Vallaccia, insieme a forme di turismo sostenibile che sappiano apprezzare l'esclusività di questa valle, unica nel suo genere nel panorama delle Alpi lombarde. Ora alla società degli impianti chiediamo di ritirarsi definitivamente, ma non prima di aver ripristinato l'integrità dei luoghi".
La sentenza del TAR Lombardia è importante anche perché ha ristabilito un principio di certezza del diritto: gli amministratori di Livigno e della Comunità Montana, infatti, di fronte all'impossibilità di chiudere la Conferenza di Servizi per autorizzare l'impianto per i troppi motivi ostativi legati alla pianificazione paesaggistica e alle direttive comunitarie, avevano addirittura coinvolto il Consiglio dei Ministri, il quale, con un provvedimento di alta amministrazione aveva ritenuto di superare l'impasse e autorizzare le opere. Il TAR ha messo la parola fine: la procedura intrapresa è contemplata dalla legge per velocizzare provvedimenti, ma l'atto che ne consegue non può essere discrezionale, quindi in nessun caso può agire contro le norme vigenti, specie se in assenza di una motivazione adeguata e tecnicamente supportata.
Ufficio stampa Legambiente
LombardiaSilvia Valenti
Cel. 349 8172191
Tel. 02 87386480
"La Vallaccia è salva! Ora la società degli impianti si ritiri, ma non prima di aver ripristinato l’integrità dell’area"
È stata una lunga attesa, considerata anche la complicazione del procedimento amministrativo impugnato, ma alla fine la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale è arrivata. E gli ambientalisti esultano: il TAR Lombardia ha, infatti, accolto il ricorso di Legambiente che contestava la decisione di realizzare un nuovo impianto di risalita con annesse piste nel cuore della Vallaccia, convalle parallela alla valle di Livigno e, finora, incontaminata. La Vallaccia, ammantata di pascoli e prati sul fondovalle, ha conservato intatto il suo antico carattere rurale, ed è protetta sia dal Piano Paesistico della Lombardia che dalla rete europea Natura 2000, in quanto riconosciuta sito naturalistico di interesse comunitario.
La società impianti Mottolino Spa, proponente dell'impianto, ha sempre contrapposto alle ragioni degli ambientalisti - supportate anche dal parere della Soprintendenza – l’argomentazione che non si trattasse di un nuovo impianto ma della ricostruzione di una struttura già esistente. Una tesi che gli ambientalisti, difesi dall'avvocato Franceso Borasi del centro di azione giuridica di Legambiente, hanno sempre contestato: non solo la stazione di partenza della funivia dismessa si trova a ben tre chilometri da quella prevista in Vallaccia, ma tutti gli atti di pianificazione, dal PGT di Livigno, al PTCP della Provincia di Sondrio, fino al Piano Territoriale dell'Alta Valtellina, non contemplano alcun ampliamento del dominio sciabile all'interno della Vallaccia. Le pernici alpine, dunque, possono tornare a nidificare in tutta tranquillità lungo il versante nord della Vallaccia, nessuna pista da sci è prevista, né consentita lungo il crinale.
"Siamo soddisfatti di questa conclusione di un contenzioso che dura da troppo tempo - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - il TAR si è pronunciato in modo inappuntabile e lineare. La natura e l'agricoltura devono tornare ad essere padroni della Vallaccia, insieme a forme di turismo sostenibile che sappiano apprezzare l'esclusività di questa valle, unica nel suo genere nel panorama delle Alpi lombarde. Ora alla società degli impianti chiediamo di ritirarsi definitivamente, ma non prima di aver ripristinato l'integrità dei luoghi".
La sentenza del TAR Lombardia è importante anche perché ha ristabilito un principio di certezza del diritto: gli amministratori di Livigno e della Comunità Montana, infatti, di fronte all'impossibilità di chiudere la Conferenza di Servizi per autorizzare l'impianto per i troppi motivi ostativi legati alla pianificazione paesaggistica e alle direttive comunitarie, avevano addirittura coinvolto il Consiglio dei Ministri, il quale, con un provvedimento di alta amministrazione aveva ritenuto di superare l'impasse e autorizzare le opere. Il TAR ha messo la parola fine: la procedura intrapresa è contemplata dalla legge per velocizzare provvedimenti, ma l'atto che ne consegue non può essere discrezionale, quindi in nessun caso può agire contro le norme vigenti, specie se in assenza di una motivazione adeguata e tecnicamente supportata.
Cel. 349 8172191
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Ambiente: traffico illecito di fanghi, 6 arrestati in Lombaria
Roma, 12 luglio 2016 Comunicato stampa
Legambiente: "Lo smaltimento illegale dei rifiuti rimane un'emergenza nazionale.
Dopo la legge sugli ecoreati, per rendere più incisivo il contrasto all'illegalità ambientale, si attivi un'azione di formazione che coinvolga tutti gli attori
e si istituisca una grande polizia ambientale che metta a sistema le migliori esperienze già in campo"
"Ancora una volta, grazie al delitto di attività organizzata per il traffico illecito dei rifiuti approvato nel 2001 e al prezioso lavoro dei Carabinieri per la tutela dell'Ambiente, oggi è stato possibile sgominare un imponente smaltimento illegale di rifiuti in Lombardia. Gli arresti di questa mattina dimostrano tra l'altro come il ciclo illegale dei rifiuti rimanga uno dei settori prediletti dalla criminalità ambientale, un fenomeno diffuso anche al Nord Italia e uno dei più pericolosi in grado di danneggiare i territori, la salute dei cittadini e le imprese serie. Ora grazie alla nuova legge che introduce i delitti ambientali nel codice penale, approvata nel maggio del 2015, si può punire chi inquina e rendere più incisiva l'azione di prevenzione e contrasto dell'illegalità ambientale. Ma per una corretta e migliore applicazione di questa legge, è importante mettere in campo un'azione di formazione che coinvolga tutti gli attori del sistema di repressione dei reati ambientali, dai magistrati alle forze dell'ordine e ai tecnici dell'Arpa, e procedere alla costituzione di una grande polizia ambientale sempre più strutturata e diffusa sul territorio che faccia tesoro delle migliori esperienze maturate dall'Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato negli ultimi decenni. Inoltre è fondamentale approvare in tempi brevi i decreti attuativi della legge sulle agenzie ambientali. Solo così si potrà stroncare il fenomeno della criminalità ambientale attiva in tutto il Paese", così dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente.
Quella dello smaltimento illegale dei fanghi in agricoltura è una vera piaga per la Lombardia: sono destinati all'agricoltura quasi metà delle oltre 800.000 tonnellate di fanghi prodotte dai depuratori lombardi e altre 400.000 tonnellate sono quelle importate da altre regioni. Un grosso business per un comparto che si è sempre opposto, anche per vie legali, ad ogni tentativo di mettere ordine nel settore da parte di Regione Lombardia. Tutto ciò nonostante i problemi e le ricorrenti proteste di cittadini e agricoltori confinanti con gli appezzamenti in cui vengono sparsi i fanghi, a causa degli odori molesti e delle problematiche ambientali che questa attività determina. "Ci conforta sapere che le autorità di polizia svolgono un'azione di controllo, ma siamo sicuri che molte attività illecite sfuggono alle indagini, considerata l'enormità dei quantitativi di liquami smaltiti nei campi coltivati – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Restiamo convinti che i fanghi di depurazione, di qualità controllata e possibilmente sottoposti a trattamenti preventivi di compostaggio, possano e debbano diventare una risorsa per migliorare la fertilità dei suoli coltivati".
Per Legambiente il sistema dei controlli deve essere un'attività trasparente di routine amministrativa senza che ci si affidi solo all'attività della polizia giudiziaria. Per questo è necessario che l'attività di lavorazione dei fanghi si svolga con modalità certe, ad opera di imprese dal curriculum impeccabile: esattamente il contrario di quanto avviene ancora oggi in Lombardia.
Ufficio stampa di Legambiente
Legambiente: "Lo smaltimento illegale dei rifiuti rimane un'emergenza nazionale.
Dopo la legge sugli ecoreati, per rendere più incisivo il contrasto all'illegalità ambientale, si attivi un'azione di formazione che coinvolga tutti gli attori
e si istituisca una grande polizia ambientale che metta a sistema le migliori esperienze già in campo"
"Ancora una volta, grazie al delitto di attività organizzata per il traffico illecito dei rifiuti approvato nel 2001 e al prezioso lavoro dei Carabinieri per la tutela dell'Ambiente, oggi è stato possibile sgominare un imponente smaltimento illegale di rifiuti in Lombardia. Gli arresti di questa mattina dimostrano tra l'altro come il ciclo illegale dei rifiuti rimanga uno dei settori prediletti dalla criminalità ambientale, un fenomeno diffuso anche al Nord Italia e uno dei più pericolosi in grado di danneggiare i territori, la salute dei cittadini e le imprese serie. Ora grazie alla nuova legge che introduce i delitti ambientali nel codice penale, approvata nel maggio del 2015, si può punire chi inquina e rendere più incisiva l'azione di prevenzione e contrasto dell'illegalità ambientale. Ma per una corretta e migliore applicazione di questa legge, è importante mettere in campo un'azione di formazione che coinvolga tutti gli attori del sistema di repressione dei reati ambientali, dai magistrati alle forze dell'ordine e ai tecnici dell'Arpa, e procedere alla costituzione di una grande polizia ambientale sempre più strutturata e diffusa sul territorio che faccia tesoro delle migliori esperienze maturate dall'Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato negli ultimi decenni. Inoltre è fondamentale approvare in tempi brevi i decreti attuativi della legge sulle agenzie ambientali. Solo così si potrà stroncare il fenomeno della criminalità ambientale attiva in tutto il Paese", così dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente.
Quella dello smaltimento illegale dei fanghi in agricoltura è una vera piaga per la Lombardia: sono destinati all'agricoltura quasi metà delle oltre 800.000 tonnellate di fanghi prodotte dai depuratori lombardi e altre 400.000 tonnellate sono quelle importate da altre regioni. Un grosso business per un comparto che si è sempre opposto, anche per vie legali, ad ogni tentativo di mettere ordine nel settore da parte di Regione Lombardia. Tutto ciò nonostante i problemi e le ricorrenti proteste di cittadini e agricoltori confinanti con gli appezzamenti in cui vengono sparsi i fanghi, a causa degli odori molesti e delle problematiche ambientali che questa attività determina. "Ci conforta sapere che le autorità di polizia svolgono un'azione di controllo, ma siamo sicuri che molte attività illecite sfuggono alle indagini, considerata l'enormità dei quantitativi di liquami smaltiti nei campi coltivati – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Restiamo convinti che i fanghi di depurazione, di qualità controllata e possibilmente sottoposti a trattamenti preventivi di compostaggio, possano e debbano diventare una risorsa per migliorare la fertilità dei suoli coltivati".
Per Legambiente il sistema dei controlli deve essere un'attività trasparente di routine amministrativa senza che ci si affidi solo all'attività della polizia giudiziaria. Per questo è necessario che l'attività di lavorazione dei fanghi si svolga con modalità certe, ad opera di imprese dal curriculum impeccabile: esattamente il contrario di quanto avviene ancora oggi in Lombardia.
Ufficio stampa di Legambiente
Luisa Calderaro
Tel. 0686268353-76
lunedì 11 luglio 2016
Foto del Big Jump 2016
Big jump Olona:
Big jump Ticino:
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Guarda tutte le iniziative:
http://www.legambientepiemonte.it/campagne-iniziative/big-jump-2016/
Articoli:
http://www.varesereport.it/2016/07/07/malnate-torna-il-big-jump-di-legambiente-un-tuffo-per-salvare-lolona/
http://www.varesenews.it/2016/07/torna-il-big-jump-di-legambiente-ai-mulini-di-gurone/534293/
http://www.laprovinciadivarese.it/stories/varese-provincia/fiume-olona-torna-il-big-jump_1191360_11/
http://www.mbnews.it/2016/07/legambiente-visita-guidata-fiume-lambro/
http://www.comocity.it/big-jump-10-luglio-un-tuffo-per-chiedere-acque-pulite/
http://www.ilgiorno.it/pavia/ticino-big-jump-1.2335258
http://www.ilgiorno.it/varese/olona-big-jump-1.2334001
http://www.valleolona.com/notiziario/2016/201607/160711_valle_bigjump.html
Big jump Ticino:
Big jump Certesa:
Big jump Monza:
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http://www.legambientepiemonte.it/campagne-iniziative/big-jump-2016/
Articoli:
http://www.varesereport.it/2016/07/07/malnate-torna-il-big-jump-di-legambiente-un-tuffo-per-salvare-lolona/
http://www.varesenews.it/2016/07/torna-il-big-jump-di-legambiente-ai-mulini-di-gurone/534293/
http://www.laprovinciadivarese.it/stories/varese-provincia/fiume-olona-torna-il-big-jump_1191360_11/
http://www.mbnews.it/2016/07/legambiente-visita-guidata-fiume-lambro/
http://www.comocity.it/big-jump-10-luglio-un-tuffo-per-chiedere-acque-pulite/
http://www.ilgiorno.it/pavia/ticino-big-jump-1.2335258
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venerdì 8 luglio 2016
UN TUFFO COLLETTIVO PER CHIEDERE IL RISPETTO DELLE NORME EUROPEE
Milano, 8 luglio 2016
Comunicato stampa
Domenica 10 luglio Big Jump 2016
UN TUFFO COLLETTIVO PER CHIEDERE IL RISPETTO DELLE NORME EUROPEE
In Lombardia fari puntati su TICINO, LAMBRO, OLONA e SEVESO
La denuncia: “Un quinto dei corpi idrici ancora lontano dallo stato di qualità “buono”
La denuncia: “Un quinto dei corpi idrici ancora lontano dallo stato di qualità “buono”
Appuntamenti per la stampa
Domenica 10 luglio alle ore 13.00 al Lido di Pavia sul Ticino
Domenica 10 luglio alle ore 13.00 al Lido di Pavia sul Ticino
Torna il Big Jump, la campagna europea di European Rivers Network (ERN) ideata per reclamare la balneabilità di tutti i corsi d’acqua (www.rivernet.org/bigjump/). Attraverso un grande tuffo collettivo, dunque, verrà lanciato un messaggio simbolico alle istituzioni locali e internazionali affinché adottino tutte le politiche necessarie al ripristino del buono stato ecologico dei diversi ambienti acquatici. In Italia l’iniziativa è coordinata da Legambiente che, come ogni anno, organizzerà i tuffi in tutta la Penisola. In Lombardia il grande salto avverrà nelle acque dei fiumi Ticino, Lambro, Olona e nel torrente Certesa (tributario del Seveso).
Nonostante la normativa europea imponesse agli
stati membri di portare i corpi idrici al livello di qualità “buono” entro il
2015, l'Italia e la Lombardia,
cronicamente in infrazione, non hanno garantito i necessari investimenti al
risanamento. Dei 561 corpi idrici
naturali definiti dall’Autorità di Bacino del Fiume Po, per cui la
Lombardia deve garantire il raggiungimento dell’obiettivo comunitario 112 presentano ancora forti criticità.
Nei dati di Arpa, sotto riportati, si evidenzia anche qualche interessante
miglioramento fra il 2013 e il 2014, soprattutto per il Seveso. Purtroppo è
importante ricordare l’eccezionalità meteo climatica del 2014, quando il forte
aumento di precipitazioni ha influito positivamente e in maniera diffusa sulla
qualità delle acque superficiali. Importante sarà dunque il confronto con i
dati del 2015.
“Il Big Jump è un evento simbolico, ma anche un momento per fare il
punto sullo stato di avanzamento di progetti e interventi dedicati al
miglioramento dei nostri fiumi – dichiara
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Per l’ennesima volta segnaliamo che la Lombardia ha accumulato troppi
anni di ritardo nell'avvio dei necessari interventi di risanamento, perchè per
troppo tempo è mancata la visione che avrebbe dovuto guidare l'appostamento di
risorse e investimenti necessari all'adeguamento delle reti fognarie e drenanti
e degli impianti di depurazione. Questo spiega l'enorme ritardo della nostra
regione nell'adeguarsi agli imperativi obblighi di qualità che la UE da 16 anni
richiede agli stati membri con la direttiva 2000/60. Inoltre siamo preoccupati che
ancora oggi esistono alcune province entro le quali la governance idrica di
area vasta è di là da venire.”
Sotto le lenti dell'associazione, come sempre, i
'grandi malati': Olona, Seveso-Certesa e Lambro che ancora fanno registrare
concentrazioni di inquinanti inaccettabili a causa di scarichi selvaggi,
collettori fognari insufficienti, depuratori malfunzionanti o addirittura
inesistenti. Ma anche il Ticino, il fiume azzurro, che subisce i ricorrenti
rigurgiti di acque pesantemente contaminate provenienti dai bacini di Seveso,
Olona e Lura.
“Il fiume Ticino è il ‘centro nevralgico’ della città e della
provincia di Pavia, nonché corso d’acqua strategico per l’agricoltura e la
biodiversità della Regione – dichiara
Giovanni Fustilla del circolo Legambiente Pavia – per questo vogliamo richiamare l’attenzione di tutti i soggetti
interessati perché si adottino politiche forti per la sua tutela.
L’inquinamento del Ticino è dovuto spesso agli scarichi dei numerosi depuratori
collocati sia sulla sponda lombarda che piemontese e alle acque dei canali
scolmatori, quasi sempre di pessima qualità. Ma influisce sul suo stato
ecologico anche l’inquinamento legato all’agricoltura e al dilavamento e al
trasporto di concimi chimici, diserbanti e antiparassitari che vengono sparsi
in grande quantità nei campi. I problemi sono evidenti e pertanto chiediamo
alla Regione un’attenzione particolare per questo meraviglioso, ma delicato
ecosistema”.
La situazione dei corsi d’acqua lombardi

Tab. 1 – LIMeco del fiume Ticino, Lambro (meridionale e settentrionale),
Olona, Seveso e del canale scolmatore (elaborazione da dati di Arpa Lombardia
per l’anno 2014). Il LIMeco è un descrittore che integra i valori di 4
parametri rilevati su un corso d'acqua: azoto ammoniacale, azoto nitrico,
fosforo totale e ossigeno disciolto
Il
programma dei Big Jump in Lombardia:
Fiume
Ticino – Pavia
Biciclettata con partenza alle ore 9.00 dal CUS PAVIA fino al Lido di Pavia e incontro con i canoisti che effettueranno la discesa da Bereguardo al Lido. Tutti insieme il Big Jump alle ore 13.00.
Biciclettata con partenza alle ore 9.00 dal CUS PAVIA fino al Lido di Pavia e incontro con i canoisti che effettueranno la discesa da Bereguardo al Lido. Tutti insieme il Big Jump alle ore 13.00.
Fiume Lambro – Monza
Percorso in bicicletta nel Parco di Monza. Dalle ore 10.00 i volontari del Circolo Legambiente di Monza, condurranno a scoprire il fiume Lambro, i suoi 5 ponti e le sue acque. Appuntamento è al Santuario delle Grazie di via Montecassino 18. A chi vorrà sarà proposta un’azione simbolica di sostegno e di affetto nei confronti del Lambro procedendo ad un simbolico bagno nelle sue acque.
Percorso in bicicletta nel Parco di Monza. Dalle ore 10.00 i volontari del Circolo Legambiente di Monza, condurranno a scoprire il fiume Lambro, i suoi 5 ponti e le sue acque. Appuntamento è al Santuario delle Grazie di via Montecassino 18. A chi vorrà sarà proposta un’azione simbolica di sostegno e di affetto nei confronti del Lambro procedendo ad un simbolico bagno nelle sue acque.
Fiume
Olona – Malnate
Alle ore 10.00 ritrovo ai Mulini di Gurone e trasferimento al “lido” dell’Olona per il tuffo nel fiume con i volontari del campo di volontariato internazionale. A seguire incontro con i sindaci della valle per rilanciare l’ecosistema del fiume e la presentazione del progetto “L’anello del fiume”. A chiudere aperitivo al “Casello 10” con i prodotti dell’orto associativo.
Alle ore 10.00 ritrovo ai Mulini di Gurone e trasferimento al “lido” dell’Olona per il tuffo nel fiume con i volontari del campo di volontariato internazionale. A seguire incontro con i sindaci della valle per rilanciare l’ecosistema del fiume e la presentazione del progetto “L’anello del fiume”. A chiudere aperitivo al “Casello 10” con i prodotti dell’orto associativo.
Torrente
Certesa – Seveso
Il 10 luglio, in concomitanza con il quarantesimo anniversario dall’incidente ICMESA, il big jump si svolgerà nel torrente Certesa alle ore 16.15 presso il Bosco delle Querce. Previsto anche un rito energizzante dedicato all’acqua.
Il 10 luglio, in concomitanza con il quarantesimo anniversario dall’incidente ICMESA, il big jump si svolgerà nel torrente Certesa alle ore 16.15 presso il Bosco delle Querce. Previsto anche un rito energizzante dedicato all’acqua.
Per
approfondire:
Ufficio stampa Legambiente LombardiaSilvia Valenti
Cel. 349 8172191
Tel. 02 87386480
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