martedì 21 maggio 2013

Lambro, il fiume di Milano: la natura torna a scorrere tra i parchi e le periferie milanesi Parte il progetto per creare un “corridoio ecologico” lungo il corso d'acqua

Milano, 21 maggio 2013                                                                              Comunicato stampa


ERSAF, Politecnico, Legambiente, Comune di Milano e Parco Media Valle Lambro, con il contributo di Fondazione Cariplo, tutti al lavoro per ridare un fiume a Milano

Al via la Carovana del Lambro, un viaggio di un anno per monitorare lo stato di saluto del fiume


Mancano poco più di due anni alla scadenza che la direttiva europea sulle acque ha indicato come termine per raggiungere lo stato di qualità 'buono' per tutte le acque superficiali del continente. Se così fosse il Lambro dovrebbe avere acque cristalline e popolate di pesci, e magari anche di quelli che un tempo erano “i gamberi del Lambro”. Ma questa scadenza per ora è rimandata. Anche se Milano ha fatto la sua parte, dotando la propria rete fognaria di adeguati depuratori, il fiume arriva in città già carico di inquinamento, e per risanarlo servono enormi investimenti su tutta la rete scolante della Brianza e del Milanese. Lo stato ecologico del fiume, infatti, rimane mediamente scarso e secondo i dati di Arpa Lombardia per il triennio 2009-2011, il tratto che va da Monza a Peschiera Borromeo presenta un giudizio di qualità addirittura “cattivo” in particolare per la scarsità della componente biologica nell'acqua. Così è già certo che non verrà raggiunto nemmeno l'obiettivo intermedio stabilito dalla Regione Lombardia nel proprio piano di tutela - il giudizio di qualità “sufficiente” entro il 2015 - e dovremo aspettare altri anni perchè vengano portati a compimento gli investimenti sulle infrastrutture idriche per i quali la Lombardia accusa un ritardo che le vale più d'una procedura d'infrazione aperta. Nel frattempo però, nonostante le acque del fiume a Milano non riescano a superare il giudizio “scadente”, qualche timido miglioramento si intravede, in particolare nella zona Sud, che da anni non riceve più i liquami del colatore fognario che sfociava a Ponte Lambro. E così, a fatica, la vita è tornata a popolare le acque. 

Non si può dire altrettanto per il territorio circostante, che è stato preso d'assalto dal cemento di edifici, discariche e infrastrutture stradali. Un importante segnale in controtendenza è stato l'abbattimento dell'ecomostro di Monluè, lo scheletro dell'albergo dei Mondiali di Italia '90 che oggi non ingombra più l'orizzonte e in cui presto l'attività agricola e il verde dovrebbero tornare protagonisti. Se si esclude questo importante risultato, il fiume di Milano continua ad essere un clandestino in città, che a tratti appare nei suoi parchi urbani (il Parco Lambro, il Forlanini) ma più spesso scompare all'ombra di tunnel stradali e ferroviari, o finisce nell'anonimato del degrado, tra orti abusivi, discariche, sfasciacarrozze o altre inquietanti “terre di nessuno” abbandonate all’incuria e all’abusivismo. Del resto intorno al fiume è rimasta ben poca terra: i dati sul consumo di suolo ci indicano che, entro una fascia di 300 metri dalle sponde, l'area fluviale è “impermeabilizzata” da cemento o degradata a livelli altissimi: quasi tre quinti del territorio versano in queste condizioni nel tratto tra Milano e Monza, nonostante la presenza di grandi parchi - il parco della Villa Reale a Monza, il parco della Media Valle del Lambro e i parchi urbani di Milano -, e le situazioni peggiori sono a nord di Milano, dove tra Sesto San Giovanni, Cologno e Brugherio il fiume ricava i suoi spazi in un continuum di cemento e infrastrutture. Con quali conseguenze, non solo per il paesaggio ma anche per la sicurezza idrogeologica, è facile immaginarlo. Il quadro è migliore a sud, dove il Lambro inizia a scorrere tra le campagne del Parco Agricolo Sud Milano.




E' proprio delle terre del fiume che si occupa il progetto presentato oggi all’Urban Center a Milano “Gli spazi aperti e gli ambiti agro naturalistici, il fiume Lambro, l’area metropolitana milanese esempio di attivazione di Rete Ecologica”. Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo e promosso da ERSAF con un pool di partner (Politecnico, Legambiente, Parco Media Valle Lambro, Comune di Milano), mira a produrre lo studio di fattibilità per il recupero della continuità ecologica e paesaggistica del fiume, individuando e tutelando le possibili linee di collegamento ecologiche tra i sistemi naturali sopravvissuti in uno dei territori più sacrificati della nostra regione, per ripristinare la funzione di “cerniera ecologica” del fiume fra il Parco di Monza e il Parco Agricolo Sud Milano restituendo dignità a un corso d'acqua che ha subito fin troppe aggressioni e cementificazioni.


“Desideriamo che nasca un grande piano strategico di interventi per il Lambro, capace di restituire una qualità paesaggistica ed ecologica ad un territorio che ha subito ogni possibile aggressione dichiarano i portavoce degli enti coinvolti nel progetto - la sfida è ambiziosa e molto dipenderà dalla volontà degli enti locali di attuare le progettazioni che definiremo insieme a loro, ai tecnici e ai cittadini delle comunità direttamente interessate, ma l'obiettivo è lo stesso per cui i romani duemila anni fa realizzarono imponenti opere di canalizzazione: dare un fiume a Milano”.

Uno dei punti di forza del progetto sarà l’attuazione di un percorso definito attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori (istituzionali, tecnici, associativi, ecc.) attivi sul territorio, secondo una modalità partecipativa di condivisione delle informazioni, delle visioni future e dei processi di attuazione. Lo studio di fattibilità del corridoio ecologico, infatti, per raggiungere la piena applicabilità degli interventi pianificati, non può non tenere conto dei pareri e delle indicazioni della comunità locale. Per questo si terrà una vera e propria Carovana lungo il Lambro per riavvicinare i cittadini al proprio fiume con serate tematiche, trekking urbani, “tuffi” simbolici, attività di pulizia e molto altro. Da Milano a San Donato Milanese passando dai parchi Lambro e Forlanini e da moltissime cascine agricole, per un intero anno la Carovana percorrerà le sponde di questo corso d'acqua per accendere i riflettori sul Lambro. Il primo appuntamento sarà il 3 giugno a Villa Pallavicini: si parlerà di riqualificazione delle sponde del fiume e si potrà assistere alla proiezione di un documentario sul Lambro.


L'Ufficio stampa Legambiente Lombardia Mario Petitto 02 87386480

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