"Sulla sua pelle scorreva acqua quasi a coprirlo come una veste intangibile e fresca".
venerdì 31 maggio 2013
Legambiente: sollevati ma preoccupati per lago d’Iseo
LOVERE — “Siamo sollevati ma anche preoccupati per il fatto che le analisi delle acque non abbiano evidenziato nessuna situazione di rischio grave per l’ambiente lacustre”. Questo il commento di Legambiente Lombardia alla notizia della prevista pubblicazione degli esiti degli accertamenti condotti da Arpa nei giorni successivi alla comparsa dell’imponente chiazza che ha colorato di rosso le acque del lago d’Iseo.
L’associazione nei prossimi giorni esaminerà approfonditamente i dati dell’agenzia regionale da cui, secondo le notizie riportate, emergerebbe un quadro tranquillizzante circa la presenza di contaminanti e di proliferazioni di microorganismi acquatici.
“Restiamo preoccupati perchè il fenomeno, particolarmente evidente, resta a tutt’oggi senza spiegazioni plausibili – insiste Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia – eppure è stato sotto gli occhi di migliaia di persone, forse il ritardo con cui si è proceduto ai campionamenti ha impedito di risalire alla sua origine. Ma la chiazza è rimasta per più di una settimana”.
“Riteniamo inoltre che in questo contesto sia assolutamente necessaria la presenza delle forze di polizia sul lago d’Iseo, unico grande lago italiano senza un efficace monitoraggio di polizia con poteri di controllo e di repressione. Ma al di là dei fatti recenti è noto che il lago d’Iseo resta un malato grave, che custodisce nella profondità delle sue acque eccessive concentrazioni di inquinanti di varia natura, e che continua a ricevere apporti nocivi a causa di un sistema di collettamento e depurazione inadeguato ai fini dell’ottemperanza degli obblighi imposti dalle direttive europee in materia di tutela delle acque”.
“Chiediamo per questo – conclude Meggetto – che vengano disposti e attuati con la massima urgenza gli investimenti richiesti per il risanamento delle acque del lago e dei corsi d’acqua che lo alimentano, in particolare nel distretto sopralacuale del fiume Oglio”.
Fonte: BergamoSera.com
giovedì 30 maggio 2013
Lambro metropolitano: riqualificazione possibile? Il 3 giugno ne parleremo a Villa Pallavicini

Invitiamo tutte le persone interessate all'incontro pubblico il 3 giugno alle ore 20.45 per parlare delle problematiche riscontrate sulle sponde del Lambro a Milano a cavallo delle zone 2 e 3, ma anche delle possibili prospettive.
Molte associazioni e comitati della zona interverranno per arricchire la raccolta delle esperienze del territorio che confluiranno in uno studio di fattibilità dedicato alla riqualificazione del fiume Lambro. Questa è la prima tappa della Carovana del Lambro, una serie di inziative che accompagneranno il progetto Cariplo per circa un anno.
Parte la Carovana del Lambro
Cari lettori,
nell'ambito del
Bando
2012 “Realizzare la connessione ecologica” di Fondazione
Cariplo,
ERSAF (capofila), Comune di Milano, PLIS Media Valle del Lambro,
Politecnico di Milano, Legambiente Lombardia e IRS, Istituto per
la
Ricerca Sociale, sono impegnati nello sviluppo di un progetto
il cui obiettivo è redigere uno studio di fattibilità volto a
definire la riqualificazione e il ripristino della
funzionalità
ecologica di un tratto del fiume Lambro.
Il territorio
interessato
è situato nella parte orientale di Milano, tra il Parco della
Media
Valle del Lambro e il comune di San Donato Milanese. Il
territorio
percorso è complesso, sfruttato e soffocato da una fitta matrice
urbana e da una diffusa rete di infrastrutture lineari che ne
frammentano la continuità ecologica, facendo venir meno quello
che è
il ruolo “ecologico” di un corso d’acqua per un territorio.
Il quadro ambientale
è tra i più compromessi per un fiume che ha la sventura di
serpeggiare in un'area soggetta a forti tensioni urbane, ma il
territorio offre ancora possibilità di consolidare varchi e
spazi aperti, in alcuni casi creandoli ex-novo, sottraendoli al
degrado e puntando a ripristinarvi le condizioni adeguate a
fornire habitat e corridoi di mobilità per i popolamenti di
fauna e flora degli ambiti fluviali. Ovviamente il miglioramento
dello stato di salute delle acque è un nodo imprescindibile
affinchè un progetto così complesso possa risultare anche
efficace e funzionale all'obiettivo di restituire a Milano il
suo fiume, insieme al suo paesaggio.
Per sensibilizzare e
coinvolgere tutti gli attori attivi sul territorio, si svolgerà
una
vera e propria Carovana lungo il Lambro con serate
tematiche,
trekking urbani e molto altro. La prima tappa è programmata per
lunedì 3 giugno 2013, presso Villa Pallavicini a Milano, dal
titolo
"Lambro Metropolitano: una riqualificazione possibile?"
Fonte: www.contrattidifiume.it articolo di Damiano Di Simine
Sebino, è confermato: “No inquinamento”

(red.) Dalle analisi effettuate sulle acque del Lago d’Iseo (Brescia) possono essere esclusi elementi che facciano pensare a sostanze inquinanti e nocive per la salute.
Questi i principali esiti del vertice che si è tenuto martedì, a Palazzo Lombardia, fra l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Terzi (che ha convocato l’incontro), accompagnata dal suo direttore generale, alcuni dirigenti dei settori Salute e Turismo di Regione Lombardia, il direttore generale dell’Arpa(con i responsabili dei dipartimenti provinciali di Bergamo e Brescia), il direttore dell’Asl di Bergamo e i rappresentanti dell’Asl Vallecamonica-Sebino.
“La relazione dettagliata che ci hanno presentato Arpa e Asl”, spiega l’assessore, “esclude ogni possibile fonte d’inquinamento. Non risultano sversamenti nè da parte di insediamenti produttivi nè di scarichi fognari, sfioratori e depuratori. In base ai dati acquisiti con sonda multiparametrica lungo le colonne d’acqua possiamo dire anche che non si è trattato (diversamente da quanto ipotizzato) di un fenomeno di ricircolo. Peraltro, le analisi condotte non segnalano una particolare situazione di degrado in profondità”.
Le analisi di Asl e Arpa mostrano valori molto bassi di Escherichia coli. Non è stata evidenziata neanche alcuna fioritura algale. Infatti, la concentrazione di cellule/litro avrebbe dovuto essere di circa 40 milioni contro i non più di 20 milioni riscontrati. A completamento del quadro analitico è in corso la classificazione fitoplanctonica. Si stanno, inoltre, analizzando campioni di fango prelevati nell’area interessata dall’evento.
Dai controlli effettuati da Arpa, sono risultati nella norma i parametri di domanda biochimica di ossigeno (Bod) e domanda chimica di ossigeno (Cod) – che sono gli indicatori primari dell’impatto antropico umano e industriale da fonte organica – nonchè metalli, pH, conducibilità, cioè gli indicatori dell’impatto antropico industriale da fonte inorganica.
“Tutto fa pensare”, ha proseguito l’assessore, “che si sia trattato di un fenomeno estemporaneo, molto probabilmente determinato dalle abbondanti precipitazioni che hanno aumentato il dilavamento(sia lungo la valle che dalle sponde) di materiali di tipo organico”. Il Lago d’Iseo, dunque, è sicuro: “Non sono modificate le condizioni di balneabilità e l’acqua di Montisola è potabile”, ha concluso. Il monitoraggio è costante e strutturale. Ma, anche in vista della stagione turistica, Arpa ha intensificato la sorveglianza sull’alto lago”. Questa comprenderà vigilanza delle coste, controlli degli scarichi nel lago e un monitoraggio suppletivo dei parametri biologici che caratterizzano il bacino.
Nei prossimi giorni Regione Lombardia invierà ai Comuni rivieraschi una relazione aggiornata redatta da Asl e Arpa.
Fonte: Qui Brescia.it
martedì 28 maggio 2013
Presentazione del libro La diversità delle acque. Antropologia di un bene molto comune

Martedì 28 maggio 2013 - ore 19.00 - 20.30 - Ostello Bello via Medici 4, Milano
L'acqua è in mezzo al guado, nelle complesse dinamiche della modernità: bene comune sociale e relazionale, ma anche risorsa naturale mercificata e globalizzata. In tutto il mondo, è al centro di diversi movimenti antropologici, politici, culturali ed economici, spesso cruciali per la sopravvivenza delle popolazioni e dell'ambiente.
Ne parleremo all'Ostello Bello martedì 28 maggio alle 19.00 con lo studioso dell'Università di Milano-Bicocca Mauro Van Aken, autore di La diversità delle acque. Antropologia di un bene molto comune (Edizioni Altravista, 2012).
Proveremo a posizionarci nel "punto di vista dell'irrigatore", per capire come e da chi l'acqua viene <
Al termine dell'incontro, per chi vorrà, proseguiremo con un aperitivo (non necessariamente a base d'acqua).
Fonte: sito www.edizionialtravista.com
GAL Lomellina - Regione Lombardia - Provincia di Pavia GUIDE NATURALISTICHE IN LOMELLINA
CONVEGNO LEGAMBIENTE
Paesaggio agricolo e biodiversità
Location di San Cassiano
Mortara (PV) – piazza San Cassiano
15 giugno 2013 dalle 9.15 alle 14.00
Il convegno conclude il Corso di Guide naturalistiche promosso da Legambiente e realizzato in Lomellina. Il corso ha avuto il
compito di creare un percorso educativo e comunicativo in Provincia di
Pavia. L’azione si è svolta in Lomellina dove già esiste una forte
sensibilità ambientale tale da favorire un percorso di conoscenze. La
Lomellina offre inoltre l’opportunità di collegare la questione
ambientale e del paesaggio alla specifica realtà agricola. Gli ambienti
delle garzaie, tipici di questa regione, e la radicata capacità di
costruire paesaggio dell’agricoltura sono le due condizioni
indispensabili alla realizzazione del progetto. L’azione è stata inoltre
sostenuta dalle realtà locali e dai Circoli di Legambiente che sono
molto radicati nel territorio, in particolare il Colibrì e le Libellule
per la promozione ed il supporto logistico. Il convegno è dedicato al
paesaggio agricolo e naturale e agli strumenti di custodia del
territorio che serve da promozione per il territorio e la rete di
ospitalità locale. Il Corso è stato sostenuto dalla Provincia di Pavia e
dal GAL Lomellina.
info: gfberna2@tin.it
sabato 25 maggio 2013
Aggiornamenti sull'Olona
L¹audizione in Commissione Ambiente ha messo in luce la complessità della vicenda
Fiume Olona: il punto della situazione e le possibili soluzioni
Milano, 9 maggio 2013 - Anche l¹Unione Europea, oltre al Piano d¹ambito e a i finanziamenti di Regione Lombardia (7 milioni investiti nell¹Accordo quadro) sono i fattori che potrebbero determinare una svolta alla complessa vicenda del fiume Olona. Questo quanto emerso durante l¹affollata audizione che la Commissione consiliare Ambiente e protezione civile, presieduta da Luca Marsico (PdL) ha tenuto questa mattina a Milano, nella sede del Consiglio regionale.
La situazione attuale del fiume, gli interventi urgenti definiti dallo stralcio al Piano d¹ambito (approntato dal neo costituito ATO e che prevedono per l¹ammodernamento dei depuratori opere per complessivi 19 milioni di euro, come dichiarato da Carla Rioli, direttore del¹Ufficio ATO di Varese) e i programmi a livello europeo che ARPA Lombardia intende varare sono stati illustrati ai componenti la Commissione come le leve su cui incardinare il processo di soluzione ai problemi ambientali del territorio.
³Questa è stata la prima seduta della Commissione Ambiente nella nuova legislatura e sono particolarmente soddisfatto di aver potuto affrontare con la molteplicità degli attori coinvolti nella vicenda del fiume Olona ha dichiarato il Presidente Marsico -. Ritengo che questo incontro abbia ottenuto lo scopo di conoscere più dettagliatamente lo stato degli interventi e dei finanziamenti richiesti e che sono il vero nodo del problema. Si tratta comunque di un primo tratto di un percorso che la Commissione affronterà anche con le associazioni, i comitati e le unioni di categoria per arrivare a individuare soluzioni concerete e complessive a una situazione ormai drammatica per i cittadini².
Gli aspetti ambientali del problema sono stati illustrati da alcuni Sindaci (sono intervenuti i primi cittadini di Castellanza - Fabrizio Farisoglio, Gorla Minore - Giuseppe Migliarino, Marnate - Celestino Cerana, Legnano - Alberto Centinaio, Olgiate - Giorgio Volpi) che hanno ribadito l¹urgenza di stabilire competenze, mansioni e finanziamenti.
La Presidente di ARPA Lombardia, Elisabetta Parravicini ha poi sottolineato come il fiume Olona rappresenti il progetto pilota su cui si sta avviando la procedura per la partecipazione a un bando europeo per dotazioni di sonde per il monitoraggio ambientale automatico. Tale esigenza è stata sollevata anche da Fulvio Miscione, Presidente del Consorzio del fiume. Maria Teresa Cazzaniga, Direttore del Dipartimento ARPA di Varese ha invece sottolineato l¹urgenza di progetti internazionali anche per ottenere idee sugli interventi e la riqualificazione ³che richiede investimenti urgenti a fronte di una situazione ormai da decenni stabile su parametri scarso/scadente da punto di vista ecologico².
La Vice Presiedente della Commissione, Lara Magoni (Maroni Presidente) ha inoltre sottolineato come ³l¹ambiente sia un bene per tutti su cui è urgente fornire risposte concrete, lavorando in uno spirito di collaborazione istituzionale².
Il consigliere Gianmarco Corbetta (M5S) ha sollecitato la Commissione a un dibattito che dal fiume Olona comprenda anche gli altri corsi d¹acqua ad alto tasso di inquinamento ³considerando anche i costi derivanti dal non fare che potrebbero portare a infrazioni europee².
Anche Giuseppe Villani (PD) si è dichiarato favorevole a un percorso che porti la Commissione a formulare un documento unitario per la tutela e la promozione dei fiumi ³che non devono più essere considerati come un problema ma come una risorsa per il rilancio di uno sviluppo sostenibile². (are)
Fonte: Struttura Stampa Consiglio Regionale - 20124 Milano Via F.Filzi, 22 - Tel: 02.67482379 Fax: 02.67482545
Riportiamo inoltre il link alla sintesi dell'incontro in Commissione Ambiente dedicato al fiume Olona.
L.B.
http://www.valleolona.com/
venerdì 24 maggio 2013
Mulino day
Alla scoperta del patrimonio culturale e naturale del Parco dei Mulini
Domenica 9 giugno dalle ore 9.00 alle 19.00
Domenica 9 giugno dalle ore 9.00 alle 19.00
Finalmente individuato un responsabile per il grave inquinamento dell'Olona Legambiente: “Molto bene il sequestro e l'azione della Procura. Ora però si continui su questa strada e si mettano in regola tutti gli scarichi”
Milano, 23 maggio 2013
Comunicato stampa
“Finalmente uno dei
responsabili
del grave inquinamento del fiume Olona è stato individuato e
denunciato. Complimenti
alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio per l'indagine che
ha portato al
sequestro dell'Insa di Fagnano Olona (VA), azienda produttrice di
detersivi, e
per il pervicace e intenso lavoro svolto dalla sezione che si
occupa dei reati
contro l'ambiente”. Questo il primo commento di Legambiente dopo
la
conferenza stampa di questa mattina in merito all’operazione che
ha portato al
sequestro di un’azienda accusata di
scarichi industriali non autorizzati nel fiume Olona e di
gestione illegale
di rifiuti. “L’intervento delle forze dell’ordine conferma le
numerose
segnalazioni e denunce della nostra associazione e degli
ambientalisti contro
le schiume e gli scarichi abusivi” - insiste Legambiente.
L'inquinamento
idrico è un fenomeno
grave e diffuso ma troppo spesso sottovalutato, tanto che un
dirigente di
un'azienda, anche di grandi dimensioni, che per anni abbia
sversato senza
alcuna autorizzazione, e quindi senza depurazione, reflui
industriali in un
fiume, rischia come pena massima l'arresto fino a 2 anni, che
probabilmente non
verrà mai scontato, e una multa di alcune migliaia di euro.
“Per fortuna –
dichiara Sergio
Cannavò, responsabile
Ambiente e
Legalità di Legambiente Lombardia – anche in Lombardia ci
sono magistrati e
forze dell'ordine che svolgono tutti i giorni con impegno e
abnegazione la propria
attività di contrasto alla criminalità ambientale, resa
particolarmente
difficile dalla mancanza di risorse e da una normativa ancora con
troppe
lacune. Tra pochi mesi, ad esempio, entrerà in vigore la
ridefinizione e
razionalizzazione della competenza territoriale di alcune Procure
della
Repubblica, tra cui anche quella di Busto Arsizio, che comporterà
un aumento
consistente dei comuni sottoposti alla loro attività. Sarebbe
assurdo e
gravissimo che a fronte del raddoppio dei carichi di lavoro non ci
sia un
conseguente aumento degli organici, anche in settori delicati e in
costante
espansione come quello dei reati di natura economica e contro l'ambiente”.
L’ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480
martedì 21 maggio 2013
Lambro, il fiume di Milano: la natura torna a scorrere tra i parchi e le periferie milanesi Parte il progetto per creare un “corridoio ecologico” lungo il corso d'acqua
Milano, 21 maggio 2013 Comunicato stampa
ERSAF,
Politecnico,
Legambiente, Comune di Milano e Parco Media Valle Lambro, con
il contributo di
Fondazione Cariplo, tutti al lavoro per ridare un fiume a
Milano
Al via la
Carovana del
Lambro, un viaggio di un anno per monitorare lo stato di
saluto del fiume
Mancano poco più di due anni alla scadenza che la
direttiva europea
sulle acque ha indicato come termine per raggiungere lo stato di
qualità
'buono' per tutte le acque superficiali del continente. Se così
fosse il Lambro
dovrebbe avere acque cristalline e popolate di pesci, e magari
anche di quelli
che un tempo erano “i gamberi del Lambro”. Ma questa scadenza
per ora è
rimandata. Anche se Milano ha fatto la sua parte, dotando la
propria rete
fognaria di adeguati depuratori, il fiume arriva in città già
carico di
inquinamento, e per risanarlo servono enormi investimenti su
tutta la rete
scolante della Brianza e del Milanese. Lo stato ecologico del
fiume, infatti,
rimane mediamente scarso e secondo i dati di Arpa Lombardia per
il triennio
2009-2011, il tratto che va da Monza a Peschiera Borromeo
presenta un giudizio
di qualità addirittura “cattivo” in particolare per la scarsità
della
componente biologica nell'acqua. Così è già certo che non verrà
raggiunto
nemmeno l'obiettivo intermedio stabilito dalla Regione Lombardia
nel proprio
piano di tutela - il giudizio di qualità “sufficiente” entro il
2015 - e
dovremo aspettare altri anni perchè vengano portati a compimento
gli
investimenti sulle infrastrutture idriche per i quali la
Lombardia accusa un
ritardo che le vale più d'una procedura d'infrazione aperta. Nel
frattempo
però, nonostante le acque del fiume a Milano non riescano a
superare il
giudizio “scadente”, qualche timido miglioramento si intravede,
in particolare
nella zona Sud, che da anni non riceve più i liquami del
colatore fognario che
sfociava a Ponte Lambro. E così, a fatica, la vita è tornata a
popolare le
acque.
Non si può dire altrettanto per il territorio
circostante, che è stato
preso d'assalto dal cemento di edifici, discariche e
infrastrutture stradali.
Un importante segnale in controtendenza è stato l'abbattimento
dell'ecomostro
di Monluè, lo scheletro dell'albergo dei Mondiali di Italia '90
che oggi non
ingombra più l'orizzonte e in cui presto l'attività agricola e
il verde
dovrebbero tornare protagonisti. Se si esclude questo importante
risultato, il
fiume di Milano continua ad essere un clandestino in città, che
a tratti appare
nei suoi parchi urbani (il Parco Lambro, il Forlanini) ma più
spesso scompare
all'ombra di tunnel stradali e ferroviari, o finisce
nell'anonimato del
degrado, tra orti abusivi, discariche, sfasciacarrozze o altre
inquietanti
“terre di nessuno” abbandonate all’incuria e all’abusivismo. Del
resto intorno
al fiume è rimasta ben poca terra: i dati sul consumo di suolo
ci indicano che,
entro una fascia di 300 metri dalle sponde, l'area fluviale è
“impermeabilizzata” da cemento o degradata a livelli altissimi:
quasi tre
quinti del territorio versano in queste condizioni nel tratto
tra Milano e
Monza, nonostante la presenza di grandi parchi - il parco della
Villa Reale a
Monza, il parco della Media Valle del Lambro e i parchi urbani
di Milano -, e
le situazioni peggiori sono a nord di Milano, dove tra Sesto San
Giovanni, Cologno
e Brugherio il fiume ricava i suoi spazi in un
continuum di cemento e infrastrutture. Con quali
conseguenze, non solo per
il paesaggio ma anche per la sicurezza idrogeologica, è facile
immaginarlo. Il
quadro è migliore a sud, dove il Lambro inizia a scorrere tra le
campagne del
Parco Agricolo Sud Milano.
E' proprio delle terre del fiume che si occupa il progetto presentato oggi all’Urban Center a Milano “Gli spazi aperti e gli ambiti agro naturalistici, il fiume Lambro, l’area metropolitana milanese esempio di attivazione di Rete Ecologica”. Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo e promosso da ERSAF con un pool di partner (Politecnico, Legambiente, Parco Media Valle Lambro, Comune di Milano), mira a produrre lo studio di fattibilità per il recupero della continuità ecologica e paesaggistica del fiume, individuando e tutelando le possibili linee di collegamento ecologiche tra i sistemi naturali sopravvissuti in uno dei territori più sacrificati della nostra regione, per ripristinare la funzione di “cerniera ecologica” del fiume fra il Parco di Monza e il Parco Agricolo Sud Milano restituendo dignità a un corso d'acqua che ha subito fin troppe aggressioni e cementificazioni.
“Desideriamo che nasca un grande piano strategico di
interventi per il
Lambro, capace di restituire una qualità paesaggistica ed
ecologica ad un
territorio che ha subito ogni possibile aggressione dichiarano i
portavoce
degli enti coinvolti nel progetto - la sfida è ambiziosa
e molto dipenderà
dalla volontà degli enti locali di attuare le progettazioni che
definiremo
insieme a loro, ai tecnici e ai cittadini delle comunità
direttamente
interessate, ma l'obiettivo è lo stesso per cui i romani duemila
anni fa
realizzarono imponenti opere di canalizzazione: dare un fiume a
Milano”.
Uno dei punti di forza del progetto sarà l’attuazione di
un percorso
definito attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori
(istituzionali,
tecnici, associativi, ecc.) attivi sul territorio, secondo una
modalità
partecipativa di condivisione delle informazioni, delle visioni
future e dei
processi di attuazione. Lo studio di fattibilità del corridoio
ecologico,
infatti, per raggiungere la piena applicabilità degli interventi
pianificati,
non può non tenere conto dei pareri e delle indicazioni della
comunità locale. Per
questo si terrà una vera e propria Carovana lungo il Lambro
per riavvicinare i
cittadini al proprio fiume con serate tematiche, trekking
urbani, “tuffi”
simbolici, attività di pulizia e molto altro. Da Milano a San
Donato Milanese
passando dai parchi Lambro e Forlanini e da moltissime cascine
agricole, per un
intero anno la Carovana percorrerà le sponde di questo corso
d'acqua per
accendere i riflettori sul Lambro. Il primo appuntamento sarà il
3 giugno a
Villa Pallavicini: si parlerà di riqualificazione delle sponde
del fiume e si
potrà assistere alla proiezione di un documentario sul Lambro.
lunedì 20 maggio 2013
Riflettori accesi sul tratto milanese del Lambro
Al via il progetto di Ersaf,
Comune di Milano, Politecnico,
Legambiente, Parco Media Valle del Lambro per la tutela del
fiume metropolitano
Superare le criticità e creare un
corridoio ecologico per la
salvaguardia della biodiversità, per la qualità delle acque e
la tutela del
territorio
Parte la Carovana del Lambro
lungo le sponde milanesi
Martedì 21 maggio 2013, alle ore
10.00, Urban Center in
Galleria Vittorio Emanuele II - Milano
Al
via il progetto che
monitorerà le criticità del tratto milanese del Lambro e
svilupperà azioni per
la realizzazione di un corridoio
ecologico
lungo le sponde del fiume metropolitano. Un anno di impegno per
la tutela di
questo corso d’acqua troppo spesso dimenticato. Durante la
giornata verranno
resi noti, inoltre, i dati sullo stato di qualità dell’acqua e
il livello di
consumo di suolo lungo le rive del Lambro. Il progetto sarà
realizzato grazie
al contributo di Fondazione Cariplo.
Intervengono:
Roberto Albetti, Presidente ERSAF
Antonio Longo, Politecnico di Milano
– Dipartimento DASTU
Damiano Di Simine,
Presidente Legambiente Lombardia
Claudia Terzi, Assessore
all’ambiente, energia e sviluppo
sostenibile Regione Lombardia
Ada Lucia De Cesaris, Vicesindaco,
Urbanistica, Edilizia Privata,
Agricoltura Comune di Milano
Luca Ceccantini, Presidente PLIS Media
Valle Lambro
Claudio Calvaresi, Politecnico di Milano
venerdì 17 maggio 2013
Avviato il tavolo di lavoro CIRF-CISBA su "Riqualificazione fluviale e monitoraggio"
Con la nascita della Water Framework Directive e la sua successiva e recente implementazione in Italia è stato costruito un set di indicatori ed indici idonei a misurare lo stato ecologico dei corpi idrici e a permettere un confronto con le altre realtà europee, ma non per questo necessariamente esaustivo dello stato di salute di un fiume o adatto a valutare determinati impatti o gli effetti di interventi di mitigazione e riqualificazione.
Il tavolo congiunto CIRF-CISBA rappresenta la concretizzazione di una comune necessità di riflessione sulle diverse modalità di intendere l’indicazione ambientale, sull’evoluzione delle metodiche utilizzabili in ambienti diversi e con problematiche diverse e sull’opportunità di individuare di volta in volta gli strumenti di monitoraggio più adeguati dal punto di vista del valore di riferimento, della significatività della risposta, della scala di giudizio, dell’entità delle risorse necessarie e del tipo di problematica specifica che si intende monitorare.
Tra gli elementi in discussione:
1. Metodi attualmente in uso per il monitoraggio operativo e di sorveglianza e indicatori per la definizione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali: cosa sono in grado di descrivere? rispondono agli specifici e differenziati impatti?
Possono essere utili per valutare interventi di RF?
2. Metodi di monitoraggio: quali i metodi migliori per rispondere ai diversi impatti e per valutare interventi di recupero? a che scala prevederne l’applicazione?
3. Indicatori: sono sufficienti quelli previsti dalla WFD? Quali altri ambiti necessitano di approfondimento per i differenti impatti? a che scala funzionano i singoli indicatori?
Il 22 gennaio scorso, sfruttando l'occasione offerta dal workshop di confronto operativo del Progetto “IDEA - Idroelettrico: Economia e Ambiente”, tenutosi a Milano, è stato attivato il primo forum di discussione incentrato sul tema “monitoraggio degli effetti dell’idroelettrico sui corsi d’acqua”, che proseguirà per via telematica per il necessario approfondimento. E' volontà comune di entrambe le associazioni coinvolgere i propri associati in questa fase in modo da approfondire la tematica ed ampliare il dibattito.
In questo ambito, intendiamo fornire adeguate basi e spazi di discussione a coloro che intendano partecipare apportando le loro conoscenze. Il verbale dell’incontro di Milano, con i primi spunti di discussione, è disponibile per il download.
Vi chiediamo di integrarlo con le vostre idee sull’argomento e di provare a rispondere ad alcune domande chiave, quali, oltre alle domande 1, 2 e 3:
4. Nel testo trovi dei paragrafi in grassetto. Ritieni di poterli condividere pienamente?
5. Ritieni di poter dirottare la misura degli impatti interamente sugli habitat, senza analizzare più le comunità? O ritieni di avere invece la necessità di ampliare o modificare le comunità da studiare?
6. Ritieni che gli indici individuati siano esaustivi ed ampliabili a tutta la realtà nazionale?
7. Ritieni sia necessario prevedere delle modifiche in alcuni indici? O che si possa utilizzare in parte la loro risposta, attraverso determinati sub-indici?
Nella speranza di ricevere un contributo entro il 20 giugno, da inoltrare a Laura Marianna Leone (l.leone@cirf.org), associata CIRF e CISBA e membro del Consiglio Direttivo di entrambe le associazioni, vi invitiamo ai due prossimi eventi che ospiteranno nuovi forum di discussione, questa volta incentrati su:
"Risorgive e reticolo minore di pianura", nell’ambito del workshop "Monitoraggi ambientali e biodiversità con particolare riferimento alle zone di risorgiva: limiti e prospettive", organizzato dal Life+ SOR.BA. che si terrà a Montecchio Maggiore (Vicenza) il 21 maggio 2013;
"Diatomee", sfruttando la giornata di presentazione del volume "Guida al riconoscimento e all’autoecologia delle principali diatomee fluviali dell’Italia nord occidentale", che si terrà a Torino il 27 giugno 2013.
Per i dettagli degli eventi, basterà cliccare sui rispettivi link.
Ricordiamo che obiettivo finale del tavolo di lavoro è giungere nel tempo alla formalizzazione di un set di indicatori e di metodiche di monitoraggio da utilizzare in particolare per la valutazione degli effetti delle diverse tipologie di intervento di RF (includendo in questa categoria anche le misure di mitigazione di specifici impatti) nei diversi contesti. A nostro avviso, inoltre, il materiale potrà risultare utile per uniformare le metodiche ed indirizzare le Amministrazioni alle prese con Studi di Impatto.
Il tavolo congiunto CIRF-CISBA rappresenta la concretizzazione di una comune necessità di riflessione sulle diverse modalità di intendere l’indicazione ambientale, sull’evoluzione delle metodiche utilizzabili in ambienti diversi e con problematiche diverse e sull’opportunità di individuare di volta in volta gli strumenti di monitoraggio più adeguati dal punto di vista del valore di riferimento, della significatività della risposta, della scala di giudizio, dell’entità delle risorse necessarie e del tipo di problematica specifica che si intende monitorare.
Tra gli elementi in discussione:
1. Metodi attualmente in uso per il monitoraggio operativo e di sorveglianza e indicatori per la definizione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali: cosa sono in grado di descrivere? rispondono agli specifici e differenziati impatti?
Possono essere utili per valutare interventi di RF?
2. Metodi di monitoraggio: quali i metodi migliori per rispondere ai diversi impatti e per valutare interventi di recupero? a che scala prevederne l’applicazione?
3. Indicatori: sono sufficienti quelli previsti dalla WFD? Quali altri ambiti necessitano di approfondimento per i differenti impatti? a che scala funzionano i singoli indicatori?
Il 22 gennaio scorso, sfruttando l'occasione offerta dal workshop di confronto operativo del Progetto “IDEA - Idroelettrico: Economia e Ambiente”, tenutosi a Milano, è stato attivato il primo forum di discussione incentrato sul tema “monitoraggio degli effetti dell’idroelettrico sui corsi d’acqua”, che proseguirà per via telematica per il necessario approfondimento. E' volontà comune di entrambe le associazioni coinvolgere i propri associati in questa fase in modo da approfondire la tematica ed ampliare il dibattito.
In questo ambito, intendiamo fornire adeguate basi e spazi di discussione a coloro che intendano partecipare apportando le loro conoscenze. Il verbale dell’incontro di Milano, con i primi spunti di discussione, è disponibile per il download.
Vi chiediamo di integrarlo con le vostre idee sull’argomento e di provare a rispondere ad alcune domande chiave, quali, oltre alle domande 1, 2 e 3:
4. Nel testo trovi dei paragrafi in grassetto. Ritieni di poterli condividere pienamente?
5. Ritieni di poter dirottare la misura degli impatti interamente sugli habitat, senza analizzare più le comunità? O ritieni di avere invece la necessità di ampliare o modificare le comunità da studiare?
6. Ritieni che gli indici individuati siano esaustivi ed ampliabili a tutta la realtà nazionale?
7. Ritieni sia necessario prevedere delle modifiche in alcuni indici? O che si possa utilizzare in parte la loro risposta, attraverso determinati sub-indici?
Nella speranza di ricevere un contributo entro il 20 giugno, da inoltrare a Laura Marianna Leone (l.leone@cirf.org), associata CIRF e CISBA e membro del Consiglio Direttivo di entrambe le associazioni, vi invitiamo ai due prossimi eventi che ospiteranno nuovi forum di discussione, questa volta incentrati su:
"Risorgive e reticolo minore di pianura", nell’ambito del workshop "Monitoraggi ambientali e biodiversità con particolare riferimento alle zone di risorgiva: limiti e prospettive", organizzato dal Life+ SOR.BA. che si terrà a Montecchio Maggiore (Vicenza) il 21 maggio 2013;
"Diatomee", sfruttando la giornata di presentazione del volume "Guida al riconoscimento e all’autoecologia delle principali diatomee fluviali dell’Italia nord occidentale", che si terrà a Torino il 27 giugno 2013.
Per i dettagli degli eventi, basterà cliccare sui rispettivi link.
Ricordiamo che obiettivo finale del tavolo di lavoro è giungere nel tempo alla formalizzazione di un set di indicatori e di metodiche di monitoraggio da utilizzare in particolare per la valutazione degli effetti delle diverse tipologie di intervento di RF (includendo in questa categoria anche le misure di mitigazione di specifici impatti) nei diversi contesti. A nostro avviso, inoltre, il materiale potrà risultare utile per uniformare le metodiche ed indirizzare le Amministrazioni alle prese con Studi di Impatto.
Pedalar nel...VENTO

Hanno aderito al progetto, chiedendo che sia portato a termine, oltre 2500 cittadini, 28 istituzioni (comuni, province e autorità) e 27 associazioni, nazionali e locali. Aderisce a VENTO anche Fondazione Cariplo.
Scopri il progetto su www.progetto.vento.polimi.it
giovedì 16 maggio 2013
La governance dei beni pubblici globali: oggi, per il domani Le sfide del cambiamento climatico per il settore privato
Lo IEFE-Bocconi è lieto di segnalare il seminario
La governance dei beni pubblici globali: oggi, per il domani
La governance dei beni pubblici globali: oggi, per il domani
Le sfide del cambiamento climatico per il settore privato
che si terrà lunedì 20 maggio 2013 alle ore 14:30
presso l’Aula Seminari AS03 – via Roentgen 1, Milano.
che si terrà lunedì 20 maggio 2013 alle ore 14:30
presso l’Aula Seminari AS03 – via Roentgen 1, Milano.
La partecipazione al seminario è libera e gratuita previa iscrizione on line all’indirizzo
http://info.unibocconi.it/eventi/index.php?key=lagovernancedeibeni
http://info.unibocconi.it/eventi/index.php?key=lagovernancedeibeni
___________________________
Segreteria IEFE - Università Bocconi
via Röntgen, 1 - 20136 Milano
Tel. +39/02/5836.3820 - Fax +39/02/5836.3890
E-mail : iefe@unibocconi.it
19 maggio 2013 – Bicipace: siamo tutti cittadini reattivi! Acqua, terra e cielo puliti per tutti!
“E l’acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi” cantava Pierangelo Bertoli tanti anni fa. Ma oggi, come ieri, per Bicipace, giunta alla 31esima edizione, il vento soffia ancora!
Anche quest’anno manifesteremo pacificamente sulle nostre biciclette da oltre 50 comuni tra Milano, Varese e Novara, per chiedere tutela e rispetto per il nostro territorio e per la nostra salute.
Vogliamo che il fiume Olona non si copra più di schiuma, che il fantomaticoMasterplan di Malpensa non cementifichi a ridosso di paesi abitati e del Parco del Ticino.Che non si raccontino “bioballe” come è successo a Turbigo, dove i cittadini sono riusciti a sventare l’insediamento di un’altra centrale, o a Castellanza dove anziché bonificare terreni e falda acquifera inquinati si vorrebbe dare spazio ad
un termodistruttore di rifiuti tossici liquidi.
Vi aspettiamo tutti, allora, alla Colonia Fluviale di Turbigo, dove sarà possibile, oltre che rifocillarsi, condividere e sostenere con noi i progetti ambientali e di solidarietà! Ambiente, salute, legalità: siamo tutti “cittadini reattivi!” Non solo Ilva. Oltre i 57 SIN (Siti di interesse nazionale di cui 18 declassati a siti regionali ma non meno inquinati) sono più di 15000 i siti da bonificare in Italia, di cui, potenzialmente, oltre 2000 in Lombardia. Situazioni ereditate da un passato industriale che nel rimpallo
di responsabilità delle istituzioni rischiano di diventare “terreno di coltura” per mafia e criminalità. Da qui il progetto “Cittadini Reattivi”sostenuto da Fondazione ahref che verrà presentato a Bicipace:
un’inchiesta multimediale ad alto impatto civico per conoscere meglio qual è lo stato di inquinamento del nostro territorio, una campagna web interattiva per mappare le buone pratiche messe in atto
per salvaguardare ambiente, salute e legalità, da cittadini, comitati e amministratori locali re-attivi, in collaborazione con Legambiente, per pretendere acqua, terra e cielo puliti per tutti!www.cittadinireattivi.it (online dal 19 maggio) #cittadinireattivi @cittadinireatti
Solidarietà dalla Guinea Bissau al Perù Anche quest’anno Bicipace si impegna a sostenere, con il proprio contributo, due progetti di solidarietà. Per il primo, presentato dagli Amici di Guinea Bissau dobbiamo prepararci a pedalare “imMENSAmente” per la costruzione di una mensa alla “Escola D’Jolò“, che accoglie un asilo con oltre cento bambini e corsi di alfabetizzazione per donne e
adolescenti, pena la sua chiusura. Dall’Africa andremo poi in Perù, con le missionarie laiche di CAM TO ME. Insieme a loro cercheremo di “Ri-abilitare a Huacho”, una zona molto povera a nord di Lima. Lì le famiglie vivono condizioni di disagio tali che la disabilità diventa un dramma, per cui è necessario intervenire con visite domiciliari e formazione.
E per donare insieme a noi, non dimenticate di sottoscrivere la nostra
storica sottoscrizione a premi!
Parabiago ritrovo ore 9,30 Piazza del Comune,
Nerviano ritrovo ore 9,15 Piazza della Vittoria,
Canegrate ritrovo ore 10,00 Via Magenta
mercoledì 15 maggio 2013
giovedì 9 maggio 2013
Regione Lombardia, prove di governo tecnico? In scena il condono urbanistico firmato da PD e Giunta
Milano,
9 maggio 2013 Comunicato stampa
Legambiente:
“Indecente discutere la quarta proroga
ai comuni per adeguarsi alla legge urbanistica. Basta con le
varianti di
cemento”
Incomincia
oggi il percorso in Consiglio Regionale dei due disegni di
legge, presentati da
maggioranza e Partito Democratico ma sostanzialmente
convergenti, con cui la
Giunta Maroni intende siglare la legge n. 1 del suo quinquennio.
“E se il buon
giorno si vede dal mattino – afferma Legambiente Lombardia -
corriamo ai ripari
perchè già piove cemento”. La commissione territorio infatti
dibatterà oggi,
alle 15.30, della proroga dei vecchi Piani Regolatori Generali
per quei comuni,
non solo piccoli visto che tra loro ci sono città del calibro di
Varese e
Lecco, che a differenza di altri (la maggioranza) non si sono
ancora degnati di
adeguare il loro strumentario urbanistico ai dettami della legge
regionale del
2005, che, per farlo, indicava scadenze perentorie e largamente
scadute. Di fatto,
quella che si inizierà a discutere
oggi è la quarta proroga
che si intende concedere
ai comuni fuori
legge, con casi particolarmente gravi come per i 220
comuni che il loro
Piano di Governo del Territorio (PGT) non l'hanno ancora nemmeno
adottato, e
che quindi hanno ancora di fronte a loro un lungo iter per poter
arrivare ad
approvazione e pubblicazione del loro primo PGT.
Legambiente,
che ha chiesto ma non ottenuto audizione alla presidenza di
commissione,
annuncia battaglia contro una legge che definisce figlia della
cultura del
condono. “In
un campione da noi selezionato di 179 dei comuni privi di PGT,
gli strumenti
urbanistici risalgono mediamente alla seconda metà degli anni
'90 del secolo
scorso, ma ne esiste un buon numero, pari al 13%, la cui carta
urbanistica è un
vero e proprio cimelio risalente agli anni ‘70 e ‘80 - rileva
Paolo Lozza,
responsabile urbanistica di Legambiente
Lombardia - si tratta dunque di piani redatti in anni
in cui si
prospettavano smisurate espansioni urbane, per fortuna in
molti casi
irrealizzate, ma che, se non decadono, costituiscono veri e
propri ordigni
innescati, in grado di spalmare migliaia di ettari di cemento
su quel che resta
delle nostre campagne”.
Ma ciò che spinge Legambiente sul piede di
guerra è la possibilità,
contemplata dai disegni di legge in discussione, che i comuni
inadempienti
possano continuare ad usare impunemente la somma delle facoltà
concesse dai
loro vecchi e dirigisti PRG e dalla attuale legislazione
deregolata, ad esempio
per quanto riguarda le varianti attuative (PII e SUAP). “In
pratica – prosegue Lozza
- sul piano urbanistico, viene
premiata la speculazione immobiliare che si svolge nei comuni
che non si sono
adeguati alla legge regionale, ed è stupefacente che questa
sovversione delle
regole avanzi con disegni di legge simili e convergenti,
presentati sia da
parte della Giunta regionale che dal maggior gruppo di
opposizione. Ancora una
volta riscontriamo come il cemento 'leghi' interessi che non
conoscono confini
etici o di schieramento”.
L’Ufficio
stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 – 393 9283998
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