lunedì 3 gennaio 2011

Acqua, il centrodestra tira dritto la Regione dà via libera ai privati

PASSA la legge sull' acqua dell' assessore regionale Marcello Raimondi del Pdl: la Lombardia apre ai privati. Dopo una dura battaglia e nonostante la decisione del consiglio dei ministri di rinviare al 2012 la soppressione degli Aato, le autorità comunali che finora hanno gestito gli acquedotti, il consiglio regionale, con i soli voti della maggioranza di centrodestra, ha approvato una legge che da ora in poi trasferisce tutte le competenze alle province. Aprendo di fatto ai privati che potranno gestire l' erogazione dell' acqua. Ai comuni resterà solo la possibilità di esprimere un parere vincolante attraverso la conferenza dei sindaci su tutti gli atti delle provincee sulla determinazione delle tariffe. Unica eccezione Milano, dove Palazzo Marino continuerà a gestire in proprio la rete idrica. Gli altri enti locali avranno da ora in avanti la possibilità di costituire una società patrimoniale per gestire la rete, alla quale spetterà decidere, tra l' altro, a chi affidare il servizio. Per protesta, al momento del voto tutta l' opposizione di centrosinistra ha abbandonato l' aula. Mentre fuori dal Pirellone per tutto il giorno si è svolto un presidio organizzato dagli ambientalisti contro la nuova legge. «È una legge che non aveva alcuna urgenza - denunciano i consiglieri regionali del Pd Luca Gaffuri e Fabrizio Santantonio - Non c' era fretta di esautorare i comuni nella gestione dell' acqua, facendo una rivoluzione indipendentemente dal quadro normativo nazionale». L' accusa dell' ex presidente della Provincia Filippo Penati è ancora più pesante: «La Lega ruba acqua ai sindaci, si svende per qualche nomina promessa nelle direzioni generali della sanità». Contraria anche Chiara Cremonesi di Sinistra Ecologia e Libertà: «L' arroganza di questo centrodestra - dice - non ha limiti. Si tratta di una legge pessima, che sottrae il servizio idrico ai comuni e avvia la sua privatizzazione regalando un bene collettivo al mercato delle multinazionali». Nel centrodestra la Lega, che aveva criticato in un primo tempo il provvedimento, ora lo difende. «Il testo approvato - sottolinea Dario Bianchi del Carroccio - è un giusto compromesso fra le esigenze pubbliche del settore e il contributo dei privati». Respinge le accuse anche il presidente della Provincia Guido Podestà: «Coinvolgere i privati nell' erogazione del servizio non significa affatto liberalizzare il settore. Le nuove norme si ispirano alla legge Ronchi, che stabilisce senza fraintendimenti che la proprietà delle reti resta pubblica».

Fonte: La Repubblica - 23 dicembre 2010 - ANDREA MONTANARI

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