L’impatto ambientale derivante dalla filiera delle acque minerali è altrettanto preoccupante: nel 2006, per la sola produzione delle bottiglie, sono state utilizzate 350 mila tonnellate di polietilene tereftalato (PET), con un consumo di 665 mila tonnellate di petrolio e un'emissione di gas serra di circa 910 mila tonnellate di CO2 equivalente. Ma anche la fase del trasporto dell’acqua minerale influisce non poco sulla qualità dell’aria: solo il 18% del totale di bottiglie in commercio viaggia sui treni, tutto il resto lo fa su strada. Inoltre solo un terzo circa delle bottiglie di plastica utilizzate sono state raccolte in maniera differenziata e destinate al riciclaggio.
Per questo insieme alla rivista Altreconomia Legambiente promuove, anche in Puglia, “Imbrocchiamola”, la campagna nazionale della rivista dei consumatori nata per promuovere nei ristoranti, nelle pizzerie e nei bar la somministrazione di acqua del rubinetto piuttosto che quella minerale imbottigliata.
“Imbrocchiamola” è una delle tappe di Ridurre si può, la nuova campagna di Legambiente che nel corso dell’anno promuove iniziative sul territorio per la riduzione dei rifiuti a monte, la prima e la più disattesa R del noto principio comunitario per una corretta gestione dei rifiuti: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Recupero.
In Puglia, Legambiente ha pensato di realizzare «Imbrocchiamola» anche con la collaborazione dell’Acquedotto Pugliese (AQP), utilizzando i suoi dati sulla qualità dell’acqua di ogni Comune consultabili sul sito di AQP.
Per aderire all’iniziativa dovete inviare la scheda di adesione entro il 25 settembre all’indirizzo campagne@legambientepuglia.it e per ogni chiarimento o spiegazione, potete chiamare Aldo Fusaro al 340/6621544
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