Arrivano i privati e le multinazionali, le bollette aumentano del 300%, ma i cittadini protestano e decidono di non pagare più di quanto pagavano prima. Ma Acqualatina manda squadre di vigilantes armati e carabinieri nelle case per ridurre il flusso o staccare addirittura i contatori. Con l'avallo del Comune.
È ormai guerra aperta quella di Acqualatina contro i settemila cittadini di Aprilia che da tre anni contestano un contratto mai approvato dal consiglio comunale. Ai metronotte armati si sono affiancati i carabinieri, che ieri pomeriggio hanno accompagnato un ennesimo intervento per la riduzione del flusso. Una signora di cinquant'anni è stata colta da un malore mentre quattro tecnici della compagnia idrica della provincia di Latina a colpi di piccone le tagliavano l'acqua, mettendo un riduttore che le fornirà pochi litri al giorno.
Il comitato spontaneo dei cittadini di Aprilia ha cercato di far capire ai carabinieri che l'intervento del gruppo scortato dai vigilantes era illegittimo. La clausola che prevede il distacco è stata infatti dichiarata vessatoria dal Tribunale di Latina, mentre sull'intero processo di privatizzazione dell'Ato 4 pendono diversi ricorsi e un'inchiesta della procura della Repubblica. Nessuno ha voluto sentire ragioni. E così, mentre il 118 portava in ospedale la signora, il piccone le spaccava il marciapiede davanti casa, scoprendo i tubi, facendo spazio agli idraulici che preparavano la rondellina con il microforo, concepita per punire il cittadino che contesta la bolletta. Le due transenne posizionate dai tecnici di Acqualatina - guidati da un più che solerte geometra - non sono però riuscite a tenere lontane tutte le ragioni dei cittadini di Aprilia. Dal 2005 loro l'acqua la continuano a pagare al Comune, e gridano con orgoglio che non sono morosi. Ci tengono a rispettare ogni norma, chiedono da anni ai tribunali di far valere le loro ragioni, visto che da un giorno all'altro la bolletta è aumentata, da queste parti, anche del 300%.
Oggi ad Aprilia le ordinanze dei giudici, le disposizioni del Garante regionale delle risorse idriche e settemila contestazioni in corso contro Acqualatina sono divenute carta straccia. E' bastato che il vicesindaco della città, Giovannini, dicesse un mezzo sì alla squadra della spa con scorta armata perché i diritti della donna anziana finissero. E' bastato che la società controllata di fatto dalla multinazionale Veolia mandasse un fax al Comune dicendo di dover fare «interventi all'acquedotto comunale», perché nessuno potesse più opporsi. Conta di più la relazione del consiglio di amministrazione, che ha detto chiaramente che la contestazione di Aprilia va risolta, con le buone o con le cattive, altrimenti sarebbe venuta meno «la continuità aziendale».
Blitz contro la middle class
E' pieno agosto, il momento ideale per i blitz. Sono le 9 del mattino e la ronda del pattuglione con scorta armata di Acqualatina prevede una sosta a via Amsterdam, ad Aprilia. Piccole villette da classe media, il signor Giovanni e la moglie si sono appena alzati. Lui è un pensionato, lavorava alla Goodyear. Forse si aspettavano la visita dei tecnici di Acqualatina, ed è per questo che sul loro contatore avevano messo un lucchetto. Lo hanno fatto in molti ad Aprilia, dato che la custodia dell'idrometro è sotto la loro responsabilità. Spiegano quindi al solerte geometra - accompagnato da ruspa e guardia giurata - che loro il contatore non lo aprono. Ma ieri mattina il pattuglione si ripresenta e questa volta il signor Giovanni chiama i carabinieri. Perché sa che la ragione e un'ordinanza del Tribunale sono dalla sua parte. Ai carabinieri Acqualatina spiega che vuole solo leggere il contatore, questione di un attimo. «Nessun problema», spiegano i due pensionati, e mostrano i numeri dell'idrometro. Tutto risolto, il pattuglione va via.
E' l'una del pomeriggio, quasi 32 gradi. Qualcuno deve aver detto al solerte geometra che la pausa pranzo oggi se la possono scordare. Qualcuno deve aver spiegato ai carabinieri che anche gli azionisti di Acqualatina hanno i loro diritti e che quell'acqua - in pieno agosto - va ridotta. Ribussano quindi alla porta del signor Giovanni e dicono che loro l'autorizzazione l'hanno in tasca. Al comitato per l'acqua pubblica - che assiste i due anziani - spiegano che il Comune di Aprilia aveva autorizzato l'intervento sul pozzetto del marciapiede, visto che non potevano intervenire sul contatore. Dopo qualche minuto arriva una macchina dei vigili urbani e porta un foglio firmato Acqualatina, che richiedeva l'intervento.
I carabinieri cercano di mediare tra Acqualatina, già con il piccone in mano, e il comitato, che cerca di spiegare che esiste un'ordinanza di un giudice che dice chiaramente che i distacchi li può ordinare solo il Tribunale. Si cerca anche l'intervento del Comune, ma la politica ha orecchie solo per gli azionisti della società ed ascolta più le parole del presidente della Provincia, Armando Cusani. Ex democristiano, oggi di Forza Italia, è stato membro del consiglio di amministrazione di Acqualatina e sa chi comanda veramente. Via libera, quindi, e visto che il marciapiede è territorio comunale, per la giunta di Aprilia Acqualatina lo può picconare.
«Sbrighiamoci», dice il pattuglione. Non aspettano neanche che la moglie di Giovanni venga portata via dall'ambulanza. Due infermieri del 118 la sorreggono mentre il selciato davanti casa viene divelto. Il figlio, con la maglietta di Emergency, rimane muto, teso, appoggiato alle transenne, mentre il padre, Giovanni, si allontana. Tocca a lui, forse neanche ventenne, controllare quello che i tecnici stanno facendo.
La strategia della paura
Di riduzioni in questi giorni di pieno agosto Acqualatina ad Aprilia ne ha fatte poco meno di trenta. Nulla di fronte alle settemila contestazioni, ma abbastanza per impaurire, per costringere tutti a pagare. L'obiettivo, in realtà, non è neanche quello di incassare, ma di costringere chi ha contestato ad andare allo sportello. «Basta un piccolo versamento e riapriamo l'acqua», dicono. E subito chiedono di firmare il contratto contestato.
Da Acqualatina nessuno parla. Tutti in ferie, meno il pattuglione, costretto però al silenzio, pena il licenziamento. La legge di una Spa che gestisce un servizio pubblico è questa, sia che si tratti di Ferrovie che di acqua. Nel caso delle società miste pubblico-private - come Acqualatina - il compito è poi ben distribuito: i soci pubblici devono occuparsi di garantire il terreno politico, di ammorbidire, di smussare, di usare le parole giuste. Il socio privato, nel caso Veolia, porta avanti il «core business», prepara i distacchi, gestisce le gare d'appalto.
Le porte del comitato di Aprilia non chiudono in questi giorni di agosto. Tutti hanno rinviato le ferie e continuano ad accogliere 50 cittadini al giorno, che si presentano per poter contestare quel padrone dell'acqua che nessuno ha voluto. Oggi, però, tutti si sentono un po' soli, abbandonati in questo deserto dei diritti che è Aprilia. Di politici oggi a difendere il signor Giovanni e la moglie non ce ne era neanche uno.
Fonte: Il Manifesto- 21 agosto 2008 - Andrea Palladino
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