Forte
          regolamentazione
          della sosta e lotta all'abusivismo, limitazioni a moto e motorini
e
          revisione dell’approccio
          alla ciclabilità, le richieste delle associazioni
e
          inoltre 
Pedonalizzazione di Corso Buenos Aires e Corso Vercelli
          e la trasformazione
          in giardini pensili
          del
          cavalcavia Serra-Monteceneri e Corvetto 
Milano,
        25
        giugno 2015 – FIAB Milano Ciclobby, Genitori Antismog e
      Legambiente
      Lombardia scendono in campo in merito al PUMS,
        il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Milano:
      ovvero, la strategia
      che l'amministrazione cittadina dovrebbe approvare, a breve, per
      definire
      azioni di governo e priorità infrastrutturali in materia di
      mobilità pubblica e
      privata dei milanesi e di tutti coloro che utilizzano lo spazio
      urbano per i
      loro spostamenti.
Le
osservazioni,
      che ciascuna associazione ha già presentato indipendentemente
      all'amministrazione comunale nell'ambito della procedura di
      Valutazione
      Ambientale Strategica (VAS), muovono da angolature differenti -
      FIAB Ciclobby
      maggiormente incentrata sulla mobilità e la ciclabilità, Genitori
      Antismog con
      focus sull'inquinamento dell'aria e la qualità della vita,
      Legambiente
      Lombardia sui trasporti e la dimensione metropolitana - ma
      guardano, come
      sottolineato anche dai tre presidenti – Eugenio Galli, Marco
      Ferrari e Damiano
      Di Simine - tutte nella stessa direzione, giudicando positivamente
      il PUMS, ma
      chiedendo che sia più coraggioso e determinato.
In
particolare,
      in relazione alle indicazioni del Piano sulla politica della
        sosta, le associazioni chiedono all'amministrazione di
      eliminare l'uso
      gratuito dello spazio pubblico per la sosta su tutto il territorio
      urbano,
      eliminando quindi anche il privilegio dei residenti, e limitando
      gli spazi di
      sosta su strada, ai fini di un più razionale utilizzo dei
      parcheggi in
      struttura, oggi molto sottoutilizzati soprattutto per quanto
      riguarda i posti
      auto a rotazione. Inoltre, i marciapiedi, i parterre dei viali
      alberati e tutte
      quelle situazioni dove oggi la sosta è abusiva ma “tollerata”
      vanno restituiti
      alle persone e alla città «Tali
        misure
        possono conseguire effetti anche più importanti – sottolinea
      il presidente
      di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine –
      oltre che maggiormente
        distribuiti, in
        termini di riduzione del traffico, rispetto alla sola estensione
        di Area C, ma
        occorre da subito una chiara volontà da parte della politica ed
        una profonda
        azione di modifica di abitudini ormai consolidate a ritenere il
        suolo pubblico
        come un territorio semplicemente a disposizione per la sosta
        veicolare, anche
        con un forte irrigidimento di controlli e sanzioni».
Un
      altro tabù
      che il PUMS deve affrontare in modo più incisivo è quello relativo
      alle moto
        e ai motorini. I Genitori Antismog hanno presentato diversi
      studi che
      evidenziano come, a parità di chilometri percorsi, moto e motorini
      possono
      risultare più inquinanti rispetto alle auto. Non si ravvede quindi
      l’esigenza
      di incentivare questa forma modale di trasporto, anche in misura
      maggiore
      rispetto alle biciclette. «Chiediamo
        che
        moto e motorini vengano equiparati alle automobili – interviene
      Marco
      Ferrari, presidente dei Genitori Antismog
        – quindi prevedendo forme di tariffazione per l'accesso ad Area
        C, il divieto
        di transito sulle corsie preferenziali e l'eliminazione degli
        stalli sui
        marciapiedi riconvertendoli in rastrelliere per bici».
Sul
      tema
      della ciclabilità il PUMS delude sia sul piano
      quantitativo, sia su
      quello qualitativo. Negli obiettivi numerici, il Piano prevede una
      crescita
      modesta in 10 anni (dal 5,7% al 7,1%); inoltre, esso ripete con
      insistenza l’enfasi
      sulle soluzioni “infrastrutturate” (le piste ciclabili in sede
      protetta) come
      strumento prioritario per lo sviluppo della ciclabilità, pur
      affermando che
      queste portano implicitamente alla frammentazione dei percorsi a
      causa di
      “attività commerciali e consegne di merci, domanda di sosta,
      flussi pedonali e
      linee del trasporto pubblico locale” – e così dimenticando che la
      prima e più
      importante questione che le azioni per la difesa e diffusione
      della mobilità
      ciclistica urbana devono saper affrontare è quella della
      costruzione di un
      contesto generale "amico" della bicicletta. Grande rilevanza, ai
      fini
      della sicurezza delle utenze vulnerabili, e quindi anche per
      favorire lo
      sviluppo della Mobilità Nuova, riveste in tal senso il tema della
      velocità del traffico.
«A maggior ragione in una
        situazione di
        risorse scarse e con la complessità di una città come Milano,
        una simile
        insistenza sulle soluzioni infrastrutturate ci sembra riduttiva
        e pericolosa. Se
        il capitolo sulla ciclabilità non viene profondamente rivisto,
        il PUMS rischia
        di essere un'occasione persa per affrontare finalmente in modo
        organico il tema
        della mobilità ciclabile – afferma Eugenio Galli,
      presidente di FIAB
      Ciclobby – mancando anche
        ciò che
        chiediamo ormai dal 2006: un vero biciplan che avvicini Milano
        alle esperienze
        più virtuose di città italiane ed europee in cui oltre un terzo
        degli
        spostamenti urbani avviene in sella a una bici».
Genitori
Antismog
      e Legambiente chiedono infine che il PUMS preveda dei progetti di
      pedonalizzazione che siano anche delle avanguardie della
      trasformazione urbana
      in atto: far diventare i corsi Buenos Aires e Vercelli centri
        commerciali
        naturali, chiudendoli al traffico, e trasformare i cavalcavia
Serra-Monteceneri
        e Corvetto in giardini pensili «A significare
          l'inizio di un
          percorso culturale che ci porterebbe, nei prossimi decenni, ad
          archiviare il
          periodo storico della città ostaggio dell'automobile,
          conservando tali
          cavalcavia come testimonianze di un'epoca che ha fatto parte
          della storia di
          Milano, ma – come ogni periodo storico – si è conclusa ed è
          stata superata
          dalle evoluzioni avvenute nelle tecnologie, nei servizi e nei
          comportamenti dei
          cittadini».
Per approfondimenti sugli ulteriori temi
          affrontati dalle
          osservazioni al PUMS si rimanda ai testi completi presentati
          dalle singole
          associazioni
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