mercoledì 13 maggio 2015

Rapporto Comuni Rinnovabili 2015 Energie positive dall’Italia ma in Lombardia manca l’iniziativa istituzionale

Milano, 13 maggio 2015                                                                                      Comunicato stampa



E' una bella fotografia dell'Italia quella che traspare dall'annuale dossier “Comuni Rinnovabili” di Legambiente. Dati alla mano, le buone pratiche nella generazione energetica da fonti rinnovabili compongono un patchwork virtuoso di un'Italia che finalmente ha ritrovato la propria vocazione di 'Paese del Sole', collocandosi al secondo posto europeo quanto a installazioni che erogano energia dal sole dopo la Germania con i suoi 400.000 occupati nel settore della sostenibilità energetica. La Lombardia sui grandi numeri non sfigura: pur tagliata fuori per ragioni anemologiche dalla produzione eolica, è ormai stabilmente la seconda regione, dopo la Puglia, quanto a KW solari e primeggia nel settore delle bioenergie, oltre ovviamente all'idroelettrico che però è in buona sostanza una 'rendita' di investimenti realizzati nella prima metà del secolo scorso. Quelle che mancano, dalla Lombardia, sono le buone pratiche, gli esempi innovativi e, soprattutto, l'attivismo e il buon esempio istituzionale. Sono pochi i comuni che possono vantare interventi davvero significativi sul proprio patrimonio per quanto riguarda la generazione energetica da fonte rinnovabili e, in generale, latita la spinta da parte dell'istituzione regionale, il cui Piano Energetico Ambientale, in preparazione da oltre tre anni, non ha ancora passato il vaglio della Giunta Regionale. Il segnale che si coglie per la Lombardia è dunque quello di un gigante lento, troppo lento per cogliere le enormi opportunità che le energie rinnovabili sono in grado di offrire, sia in termini di competitività nel sistema produttivo, sia come benefici per le famiglie e risparmi per le bollette energetiche degli enti pubblici.

“Senza un impulso forte da parte della Regione, la Lombardia rischia di trovarsi a rincorrere modelli molto più virtuosi e competitivi quanto a capacità di generare benessere e occupazione riducendo le emissioni nocive connesse alla produzione di energia da fonti fossili - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - quello della generazione elettrica è un comparto troppo strategico per tutti i cittadini e le imprese, è davvero incomprensibile che la prima regione industriale italiana non sia capace di porsi alla guida di un processo di conversione energetica che sta dando risultati strepitosi, anche in termini di riduzione della bolletta elettrica, in tutto il Paese. Occorre che la Regione dia la massima priorità all'approvazione del PEAR e, soprattutto, che ne governi l'attuazione”.

L’ufficio stampa Legambiente Lombardia 0287386480

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