mercoledì 13 maggio 2015

Giudizio in appello sul PGT di Segrate: dal Consiglio di Stato un'altra vittoria ambientalista

Milano, 13 maggio                                                                                                                                 Comunicato Stampa


In appello, il Consiglio di Stato nega la sospensiva della storica sentenza del TAR Lombardia che ha bloccato
986.313 mq di nuove urbanizzazioni

Legambiente e WWF, con i cittadini segratesi, esultano: "E’ il de profundis del cemento”

Il Consiglio di Stato ha chiuso la porta a costruttori ed amministratori di Segrate: nessuna sospensiva per la sentenza con cui il TAR Lombardia sul Golfo Agricolo. Quel piano urbanistico, ricordiamo, prevedeva la realizzazione di nuove espansioni urbane fino a coprire quasi per intero le ultime aree agricole di Segrate, per una superficie di quasi 986.313 mq , ma la ribellione dei cittadini e delle associazioni ambientaliste (Legambiente e WWF) era sfociata in una azione legale davanti al giudice amministrativo della Lombardia che, con una sentenza molto pesante, aveva sentenziato che quel piano urbanistico andava ben oltre le discrezionalità concesse dalla legge agli amministratori cittadini, e ne aveva disposto l'annullamento. L'amministrazione ha risposto con l'appello al Consiglio di Stato, a cui i cittadini e le associazioni hanno replicato con una nuova azione legale, affidata agli avvocati Veronica Dini e Claudia Pengue: e il Consiglio di Stato, si apprende oggi, ha negato la sospensiva sulla sentenza: gli ambiti di trasformazione che il PGT di Segrate aveva calato sul Golfo Agricolo restano dunque annullate, in vista dell'udienza di merito prevista per il prossimo novembre.
“Si tratta di un pronunciamento davvero storico, che consolida il risultato già ottenuto davanti al TAR lombardo - esultano Paola Brambilla  (che pure ha patrocinato il ricorso) e Damiano Di Simine, referenti lombardi delle associazioni WWF e Legambiente - una vittoria che fa tirare un grande sospiro di sollievo ai cittadini segratesi, ma che rappresenta anche un fondamentale precedente: finalmente la giurisprudenza riconosce il valore del suolo come bene comune, e impone agli amministratori pubblici di assumere un atteggiamento di responsabilità verso una risorsa limitata e non rinnovabile che non può essere oggetto di operazioni speculative come quelle contemplate dal piano urbanistico di Segrate. Forti di questo risultato, adesso attendiamo la sentenza definitiva”.

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