mercoledì 23 aprile 2014

Acqua e sanzioni comunitarie: Italia condannata per 23 anni di ritardi e inadempienze

Milano, 23 aprile 2014                                                                                           Comunicato stampa


Anche la Lombardia si avvia a pagare pesantissime sanzioni per la mancanza di depurazione delle acque

“Basta con il balletto sulla gestione idrica: è ora di rimboccarsi le maniche e di sbloccare le risorse per la depurazione e i collettori”

L’Italia rischia di pagare un conto salatissimo per la mancanza di depuratori, reti e collettori fognari. L’Europa ha infatti condannato il nostro Paese perchè ancora troppi comuni non si sono dotati di sistemi efficienti di recupero e trattamento delle acque reflue, così come prescrive la normativa europea. E la Lombardia è tra le principali colpevoli di quello che l’Europa ci contesta: nella nostra regione sono fuorilegge ben 14 agglomerati, ovvero insiemi di aree urbane in cui la popolazione e le attività economiche sono sufficientemente concentrate da rendere possibile la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane verso un impianto di trattamento delle acque o verso un punto di scarico finale. Tutto questo rischia di tradursi in sanzioni per decine di milioni di euro. Infatti il 10 aprile di quest’anno la Corte di Giustizia europea ha depositato la sentenza con la quale ha confermato l’infrazione da parte dell’Italia della 91/271/CEE, la Direttiva sulla gestione delle acque reflue. Da ora abbiamo pochissimo tempo per risolvere le situazioni critiche: collaudo delle opere realizzate per raggiungere la conformità, completamento delle reti fognarie, collettamenti e/o impianti depurazione. Il tutto entro il 31 dicembre del 2015, data in cui la Direttiva 2000/60/CEE prevede il raggiungimento di obiettivi di qualità sulle acque. Altrimenti scatterà la seconda fase del procedimento che porterà l’Italia e la Lombardia a pagare milioni di multa per ciascun agglomerato che ancora non rispetti le regole. E non è che l'inizio di una situazione che rischia di continuare e di ingigantirsi nei prossimi mesi o anni, per le centinaia di comuni che, in tutta la Lombardia e in Italia, sono inadempienti agli obblighi di depurazione.

“La sentenza della Corte Europea - dichiara Damiano Di Simine presidente di Legambiente Lombardia - mette in luce il vero, e grave, ritardo infrastrutturale lombardo: a mancarci non sono strade ed autostrade, ma fogne e depuratori. Alla politica chiediamo di attivare gli investimenti necessari a sanare questo umiliante gap infrastrutturale, anche mettendo a punto gli strumenti della finanza di progetto per mobilitare le notevoli risorse necessarie”.

Non è piacevole per nessuno parlare di adeguamenti tariffari in un momento di crisi economica, ma dobbiamo fare i conti con il fatto che la Lombardia ha accumulato gravi ritardi sugli investimenti: paghiamo poco l'acqua non perchè siamo più bravi delle altre regioni Europee, ma perchè non abbiamo sviluppato il programma di investimenti necessario a raggiungere un accettabile livello di qualità delle acque di scarico. E ora le sanzioni non lasciano scampo: meglio fare investimenti piuttosto che pagare le multe comunitarie.

L’elenco dei 14 agglomerati lombardi condannati dall’Europa per mancanza di depuratori, reti e collettori fognari:

Orzinuovi,
Calco,
Valle San Martino,
Olona Nord,
Melegnano,
Olona Sud,
Robecco sul Naviglio,
Rozzano,
San Giuliano M.se EST,
Trezzano sul Naviglio,
Broni,
Casteggio,
Mortara,
Vigevano.

L’ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480

Link alla sentenza della Corte di Giustizia Europea

Nessun commento:

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA DOSSIER - ACQUA E AGRICOLTURA Occorre ridurre i fabbiso...