SAN MARTINO. Amianto e idrocarburi. Pesci morti e chiazze d'olio sull'acqua della roggia Grande. Sono i dettagli che si scoprono a scorrere le indagini sulla Prescav, il cementificio a metà strada tra San Martino e Cava Manara. I primi problemi alcuni cittadini li avevano segnalati già nel 2004: «Il primo a denunciare le chiazze di olio che si vedevano nella roggia è stato Nicola Rizzi - ricorda Marisa Morini, che da anni segue la vicenda -. Ha fatto segnalazioni dovunque, ma non ha mai ricevuto risposte». Marisa Morini abita nei pressi della Prescav dal 2007. Da allora conserva pile e pile di documenti legati a questa vicenda: «Nel 2006 l'azienda è entrata in crisi - ricorda -, e gli operai che rischiavano di rimanere a casa hanno denunciato le condizioni in cui lavoravano». Due aree, una interna alla fabbrica, l'altra esterna, vengono poste sotto sequestro. Sentiti dagli investigatori, gli operai parlano: «Sotterravano di tutto la dentro». Subito scattano le indagini. Il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri fa delle analisi. L'ipotesi è che per anni la Prescav abbia inquinato la roggia Grande, il corso d'acqua che attraversa Cava Manara e San Martino. «Bastava guardare la superficie dell'acqua - dice ancora Marisa Morini -. Ogni volta che si mettevano a lavorare apparivano gli idrocarburi». Sono stati anni difficili per le sessanta famiglie che vivono intorno alla fabbrica, ferma dall'estate del 2009. Anni di denunce e spese legali. Nel frattempo un'area è stata dissequestrata: sopra quello spiazzo di terreno ora sorge il Centro veneto del Mobile. «Da qualche tempo l'acqua della roggia Grande è pulita - conclude Morini -. Ora aspettiamo solo che si pronunci la Procura: le indagini dovevano già essere chiuse, e invece dal tribunale non si sa ancora niente». La prossima settimana in Comune ci sarà un incontro tra la nuova proprietà e il sindaco: «Si sono impegnati a partire col risanamento dell'area e l'abbattimento delle costruzioni abusive entro aprile - spiega Vittorio Barella, sindaco di San Martino -. Se non rispetteranno gli accordi andremo in tribunale».
Fonte: La Provincia pavese - articolo
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