Per i criteri delle gare bisognerà probabilmente
attendere l’esito del referendum sulla riforma costituzionale, ma
intanto l’attuale stallo costa al ministero dello Sviluppo economico, il
Mise, la tirata d’orecchie di Legambiente.
«Tra le regioni coinvolte la Lombardia non fa purtroppo eccezione. Vi sussistono 14 concessioni idroelettriche attualmente scadute e 2 in scadenza alla fine del 2016, su 71 complessivamente già assegnate - spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Si tratta di un’attività strategica per il suo contributo all’approvvigionamento della rete elettrica con energia ottenuta da una fonte rinnovabile, ma è necessario che sia regolamentata in maniera rigorosa. Grazie a questo limbo normativo, molti storici concessionari continuano a ricavare profitti dall’utilizzo di acque montane attraverso un sistema che potrebbe essere più efficiente. Il mancato rinnovo delle concessioni, infatti, limita gli investimenti per la modernizzazione degli impianti, che si traduce in perdite anche fino al 30% della potenzialità produttiva».
La riapertura delle gare internazionali per il rinnovo delle concessioni di derivazione, la cui competenza spetta al ministero delle Infrastrutture, dovrebbe rappresentare un’occasione anche di ridiscussione delle compensazioni ambientali a favore dei territori coinvolti. Un tema particolarmente sentito in provincia di Sondrio che da sola produce il 53% del totale lombardo e l’11% di quello nazionale e che da tempo chiede di essere protagonista del processo.t
Fonte: La Provincia di Sondrio
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