MILANO, 31 MAGGIO 2016 COMUNICATO STAMPA
UNA GRANDE OCCASIONE MANCATA. LOMBARDI DISTRATTI DAL COSTRUIRE INUTILI AUTOSTRADE
Legambiente: L'Italia e la Lombardia si fanno trovare impreparate. Ora il rischio è l’aumento del traffico su gomma nella regione.È netta la posizione di Legambiente alla vigilia dell’inaugurazione della galleria di base del Gottardo, che insieme alla successiva apertura del tunnel del Monte Ceneri prevista nel 2020 e al Lötschberg (già in funzione), renderà ufficialmente completo il sistema Alptransit. Mentre la Svizzera sta ottimizzando il sistema infrastrutturale ferroviario con la creazione dei nuovi tunnel transalpini, lo stesso Governo svizzero ha dovuto stanziare la somma di 120 milioni per consentire alle ferrovie italiane di intervenire per l’adeguamento della linea verso Luino-Gallarate-Novara, preoccupati del ritardo e del mancato adeguamento dei binari nella parte italiana di collegamento con Alptransit per i nuovi flussi potenziati di treni.
Legambiente, anche in vista dell’approvazione del Programma Regionale Mobilità e Trasporti, chiede alla Regione di modificare radicalmente le proprie progettazioni in materia di trasporti delle merci: “Il modello svizzero ci parla di un Paese che mette su ferro gran parte dei flussi di merci che lo interessano – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – La Lombardia non può essere da meno. La Regione smetta di dilapidare risorse per nuove autostrade e dia priorità agli strumenti e alle infrastrutture necessarie a rendere competitiva la logistica ferroviaria, rispetto a quella esclusivamente stradale”.
Proprio la scarsa competitività del vettore ferroviario italiano (alti costi e tempi di resa delle merci) ha fatto sì che nell’ultimo decennio la quota di trasporto su rotaia, rispetto alle altre modalità, passasse dal modesto 13% al 7%, quota tra le più basse d’Europa, dove la media è del 18%, con la Svizzera che registra un 68%.
“Mentre gli svizzeri lavoravano al collegamento tra la Lombardia e una delle zone più produttive d’Europa, la valle del Reno, noi eravamo distratti a costruire strade inutili come la Brebemi o la Pedemontana, tralasciando di occuparci di aspetti veramente strategici come la realizzazione dei raccordi ferroviari e dei servizi logistici attorno all’area metropolitana milanese – sottolinea Dario Balotta, responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia – Ora ci troviamo impreparati a ricevere l'impatto sulla nostra rete ferroviaria della valanga di merci che lo attraverseranno e che, invece di proseguire il loro viaggio su ferro, finiranno per riversarsi su centinaia di migliaia di TIR, aggravando il quadro di inquinamento della Pianura Padana”.
Il dossier integrale con le analisi dei singoli valichi è scaricabile sul sito: http://lombardia.legambiente.it/contenuti/comunicati/trasporto-nelle-alpi-presentato-milano-il-rapporto-di-cipra-italia
A questo link le interviste video in HD ai relatori del convegno di presentazione del dossier: https://we.tl/slw0jxRYjb
Nell'ordine:
Dario Balotta, Responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia
Anna Donati, Gruppo Mobilità Kyoto Club
Francesco Pastorelli, Direttore CIPRA Italia
Vanda Bonardo, Consigliere di CIPRA Italia con delega ai trasporti
Mario Zambrini, Ambiente Italia, esperto di sostenibilità
Ufficio stampa Legambiente LombardiaSilvia Valenti
Cel. 349 8172191
Tel. 02 87386480
"Sulla sua pelle scorreva acqua quasi a coprirlo come una veste intangibile e fresca".
martedì 31 maggio 2016
venerdì 27 maggio 2016
giovedì 26 maggio 2016
VALSANGUIGNO (Alta Val Seriana - Parco Regionale Orobie Bergamasche)
Trekking per tutti
DOMENICA 12 GIUGNO 2016
ore 6.45 - Partenza Via Bellezza 16a
ore 8.30 - Ritrovo al parcheggio sulla strada verso la Centrale di Aviasco – Comune di Valgoglio (da lì a piedi verso la Centrale. Ca. 15 minuti di cammino)
Alle ore 9, accompagnati dalle Guide del Parco delle Orobie (da quota 1000 metri), si parte alla volta della Valsanguigno. Prima di incamminarsi si scoprono le peculiarità del territorio segnato dall’abbondante presenza d’acqua. Ci si incammina tra faggi e abeti rossi. Dopo ca. 45 minuti di cammino si volge verso il torrente Sanguigno tra pozze e cascate in un ambiente dominato dall’acqua, fiori e licheni.
Dopo ca. 1ora e mezza di cammino si giunge al Rifugio Gianpace.
Sosta per il pranzo libero – CONSIGLIAMO COLAZIONE AL SACCO
Chi lo desidera può consumare qualcosa al Rifugio
Il trekking prosegue con un giro ad anello in quota dove si incontra la nuova vegetazione composta da pini mughi e larici alternata a torbiere, laghetti e baite.
RIENTRO PREVISTO PER LE ORE 15 ALLA CENTRALE DI AVIASCO.
Rientro libero a Milano
PREZZO DELL’ESCURSIONE:
€ 11, (comprensivi di Guida e Assicurazione) (€ 10 se siamo 10 o più partecipanti)
Bambini gratis fino a 10 anni compiuti
PRENOTAZIONE ENTRO MERCOLEDI 8 GIUGNO
Per info e prenotazione contattare Aurelia 3492837205
Chiara 3391141027
mercoledì 25 maggio 2016
Domenica 29 Maggio 2016 - Vuoi la pace? Pedala!
ritrovi: Canegrate 7.45 Piazza del mercato Parabiago ore 8.00 Piazza Maggiolini Nerviano ore 8.15 Parco del Comune(Via Marzorati)
Percorso circa 25 chilometri solo andata(possibilità di ritornare sia in bici che in treno) - Pranzo al sacco - Indossare capi di colore rosso per adeguarsi al gruppo di colore della nostra zona. “Vuoi La Pace? Pedala!”, è una biciclettata per la pace promossa dal Coordinamento La Pace in Comune, in collaborazione con ACLI Milanesi e con il patrocinio del Comune di Milano e del Consiglio della Regione Lombardia. Giunta ormai alla sua 7^ edizione, anche quest’anno la manifestazione prevede sette percorsi che attraverseranno 76 comuni delle provincie di Milano, Monza e Brianza, Lodi, Pavia e Varese con arrivo in Piazza Duomo a Milano per un grande evento finale alle ore 12.00. Dopo l’attenzione ai temi della povertà, dell’efficienza energetica e del diritto al cibo, ritorniamo a parlare di sviluppo e sostenibilità. Al centro della manifestazione di quest’anno, infatti, ci sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile firmati dall’Onu lo scorso settembre. Dopo la firma della Carta di Milano, la sottoscrizione dei nuovi Obiettivi inaugura una nuova stagione di impegni per la realizzazione della giustizia sociale, a favore di una società più inclusiva, per una gestione sostenibile delle risorse naturali e una loro equa distribuzione. Impegni ai quali la rete del Coordinamento La Pace in Comune, le ACLI Milanesi, i comuni e le associazioni promotori dell’iniziativa, non possono e non vogliono venire meno. Impegni sui quali lavoriamo quotidianamente a partire dai nostri territori perché crediamo fermamente nelle nostre città e nei nostri paesi come luoghi di pace, di giustizia e legalità in una fase tormentata della nostra storia, segnata da migrazioni, terrorismo, sfruttamento delle risorse e ingiustizie a livello globale. Con “Vuoi la pace? Pedala! 2016” affermiamo la necessità di prenderci cura delle nostre città e dei beni comuni, tessere relazioni e costruire ponti per affrontare in modo radicale la recrudescenza terroristica, così come i rigurgiti di nazionalismo e razzismo che costruiscono nuovi muri alle frontiere e all’interno della stessa Europa. Ribadiamo con forza il sogno europeo: vogliamo un’Europa che investa sulla promozione sociale dei cittadini, sulla sostenibilità ambientale, sull’innovazione sociale, sul peace building e sulla cooperazione allo sviluppo. Da sempre “Vuoi la pace?Pedala!” sostiene le politiche di pace perché è chiaro che la politica degli interventi armati è del tutto fallimentare. Pace significa per noi ripudiare la guerra in ogni sua forma e contrastare la vendita di armi, significa costruire città inclusive dove ciascuno, donne, uomini, anziani, bambini vedano rispettati i propri diritti senza discriminazione di razza, genere, fede religiosa, età o provenienza geografica e dove le regole per una sana e pacifica convivenza siano costruite insieme. Vuoi la pace? Pedala! 2016 è realizzata dal Coordinamento La Pace in Comune e dalle Acli di Milano in collaborazione con: Caritas Ambrosiana, CISL Milano Metropoli, Coordinamento Pace del Magentino, FIAB, IPSIA Milano. I NUMERI DI VUOI LA PACE?PEDALA! 2016 350 KM DI PERCORSO 500 BANDIERE DELLA PACE 2000 PALLONCINI COLORATI 1 KM DI STRISCIONI COLORATI 5 PROVINCE COINVOLTE 76 COMUNI ATTRAVERSATI www.vuoilapacepedala.com www.paceincomune.it Al pomeriggio, invece, il Terzo Settore milanese e lombardo si troverà in Piazza Mercanti per un pomeriggio dedicato alla città del futuro in vista delle imminenti elezioni amministrative. Oggi non si può governare senza tener conto del Terzo Settore, è questo il messaggio che si vuole far passare. Piazza dei Mercanti dalle ore 14.00 alle ore 18.00, La città dei desideri IL PROTAGONISMO DEI CITTADINI PER UNA RINNOVATA ALLEANZA TRA TERZO SETTORE, SOCIETÀ CIVILE E ISTITUZIONI. Legambiente Circoli Parabiago e Nerviano F: Legambiente Parabiago F. Legambiente Nerviano Fiab Canegrate Pedala
lunedì 23 maggio 2016
giovedì 19 maggio 2016
mercoledì 18 maggio 2016
FIUME OLONA: DOMANI SOPRALLUOGO DELLA COMMISSIONE AMBIENTE
MILANO, 18 MAGGIO 2016 COMUNICATO STAMPA
Legambiente: “Segnaliamo le criticità da tempo, ma la Regione si muove solo quando si accendono i riflettori dei media”
Secondo quanto annunciato dalle autorità domani ci sarà l’ennesimo sopralluogo sul fiume Olona da parte di Luca Marsico, Presidente della Commissione Ambiente e Protezione Civile di Regione Lombardia. La decisione segue l’esposto di Legambiente alla procura di Busto Arsizio e l’attenzione mediatica che ha avuto la situazione d’inquinamento del corso d’acqua, segnalata dai cittadini residenti e dalle associazioni attive sul territorio.
Non è la prima volta che l’associazione denuncia condizioni del fiume insostenibili: attualmente oltre il 50% dei depuratori operanti nel bacino Olona-Bozzente-Lura (ben 8 depuratori sui 15 presi in esame) presenta anomalie o malfunzionamenti rilevati da Arpa, circostanza che non permette di certo il miglioramento dello stato delle acque.
“È necessario che la Regione avvii un programma di monitoraggio e di controlli più severo nei confronti delle aziende – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – e che si scriva la parola fine alle autorizzazioni allo scarico in deroga, per evitare sversamenti da scarichi industriali potenzialmente pericolosi. L’Olona deve tornare ad essere un fiume fruibile dai cittadini, siamo consapevoli che sia necessario fare degli sforzi economici ingenti, ma crediamo che con il rigore e gli investimenti necessari si possano perseguire gli obiettivi di qualità richiesti dalla UE per l'Olona, e riuscire a farlo anche prima della scadenza della deroga, fissata per l'anno 2027”.
Da anni evidenziamo che le problematiche urgenti riguardano gli scolmatori di piena posti lungo le condotte, che non riescono a gestire le crescenti portate che afferiscono al sistema fognario e riversano quindi acque reflue non trattate. Eppure esistono proprio in questo territorio validi esempi, come quello di Gorla Maggiore, di trattamenti naturali delle acque di sfioro. Andrebbero realizzate vasche di accumulo dell'acqua di prima pioggia e interventi di collettamento laddove sussistano casi di aree non ancora allacciate ad un depuratore, perché incidono notevolmente su carichi organici e batteriologici recapitati al fiume. Le associazioni chiedono un impegno da parte di Regione Lombardia a trovare le risorse per far sì che Arpa possa avere una capacità di monitoraggio puntuale e di intervento sul territorio, in particolare delle aziende critiche, più tempestiva ed efficace di quella attuale.
“Segnaliamo le criticità da tempo, ma le istituzioni si muovono solo quando si accendono i riflettori dei media – sottolinea Alberto Ambrosetti, presidente del Circolo Legambiente Valle Olona – Abbiamo ricevuto troppe promesse da Regione e Provincia, ma le condizioni del fiume non migliorano, anzi, stanno peggiorando. La dimostrazione è purtroppo ancora sotto gli occhi di tutti, come testimonia la documentazione fotografica presentata nelle scorse settimane alla procura di Busto Arsizio, insieme all’esposto riguardante la grande quantità di schiume galleggianti”.
Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Cel. 349 8172191
Tel. 02 87386480
Legambiente: “Segnaliamo le criticità da tempo, ma la Regione si muove solo quando si accendono i riflettori dei media”
Secondo quanto annunciato dalle autorità domani ci sarà l’ennesimo sopralluogo sul fiume Olona da parte di Luca Marsico, Presidente della Commissione Ambiente e Protezione Civile di Regione Lombardia. La decisione segue l’esposto di Legambiente alla procura di Busto Arsizio e l’attenzione mediatica che ha avuto la situazione d’inquinamento del corso d’acqua, segnalata dai cittadini residenti e dalle associazioni attive sul territorio.
Non è la prima volta che l’associazione denuncia condizioni del fiume insostenibili: attualmente oltre il 50% dei depuratori operanti nel bacino Olona-Bozzente-Lura (ben 8 depuratori sui 15 presi in esame) presenta anomalie o malfunzionamenti rilevati da Arpa, circostanza che non permette di certo il miglioramento dello stato delle acque.
“È necessario che la Regione avvii un programma di monitoraggio e di controlli più severo nei confronti delle aziende – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – e che si scriva la parola fine alle autorizzazioni allo scarico in deroga, per evitare sversamenti da scarichi industriali potenzialmente pericolosi. L’Olona deve tornare ad essere un fiume fruibile dai cittadini, siamo consapevoli che sia necessario fare degli sforzi economici ingenti, ma crediamo che con il rigore e gli investimenti necessari si possano perseguire gli obiettivi di qualità richiesti dalla UE per l'Olona, e riuscire a farlo anche prima della scadenza della deroga, fissata per l'anno 2027”.
Da anni evidenziamo che le problematiche urgenti riguardano gli scolmatori di piena posti lungo le condotte, che non riescono a gestire le crescenti portate che afferiscono al sistema fognario e riversano quindi acque reflue non trattate. Eppure esistono proprio in questo territorio validi esempi, come quello di Gorla Maggiore, di trattamenti naturali delle acque di sfioro. Andrebbero realizzate vasche di accumulo dell'acqua di prima pioggia e interventi di collettamento laddove sussistano casi di aree non ancora allacciate ad un depuratore, perché incidono notevolmente su carichi organici e batteriologici recapitati al fiume. Le associazioni chiedono un impegno da parte di Regione Lombardia a trovare le risorse per far sì che Arpa possa avere una capacità di monitoraggio puntuale e di intervento sul territorio, in particolare delle aziende critiche, più tempestiva ed efficace di quella attuale.
“Segnaliamo le criticità da tempo, ma le istituzioni si muovono solo quando si accendono i riflettori dei media – sottolinea Alberto Ambrosetti, presidente del Circolo Legambiente Valle Olona – Abbiamo ricevuto troppe promesse da Regione e Provincia, ma le condizioni del fiume non migliorano, anzi, stanno peggiorando. La dimostrazione è purtroppo ancora sotto gli occhi di tutti, come testimonia la documentazione fotografica presentata nelle scorse settimane alla procura di Busto Arsizio, insieme all’esposto riguardante la grande quantità di schiume galleggianti”.
Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Cel. 349 8172191
Tel. 02 87386480
martedì 17 maggio 2016
Rapporto Legambiente Ecosistema Rischio 2016 LOMBARDIA: IL 14% DEL TERRITORIO E’ SOGGETTO A MINACCE IDROGEOLOGICHE
MILANO, 17 MAGGIO 2016
COMUNICATO STAMPA
Secondo i dati raccolti dal rapporto Ecosistema Rischio 2016 di Legambiente, in Lombardia il 14% del territorio è esposto a rischio idrogeologico. Si tratta di un'area di oltre 3300 kmq – pari all’estensione delle intere province di Varese, Como e Lecco messe insieme – soggetta a forte pericolosità per frane o alluvioni. E non si tratta solo di aree agricole o disabitate. Infatti, nel campione di 241 comuni (il 27% dei comuni a rischio della regione) che hanno risposto all'indagine di Legambiente, ben i 2/3 (il 65%) segnalano la presenza di abitazioni nelle aree a maggior rischio, e addirittura in un comune su 5 (il 22% del campione) interi quartieri convivono con una condizione severa di rischio connesso a gravi eventi naturali. Una situazione da cui non sfugge nemmeno Milano, città da sempre alle prese con i corsi d'acqua che sono stati tombinati e collettati nel corso dell'ultimo secolo, ma che rivendicano tutto il loro spazio ad ogni nubifragio.
“La prevenzione del rischio, nelle zone in cui sono presenti abitazioni, scuole, ospedali o aree produttive, richiede un efficace sistema di allerta e di protezione civile, ma anche la pianificazione di interventi atti a mettere la giusta distanza tra aree soggette a eventi catastrofici e insediamenti umani – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Per questo sono importanti strumenti come i Contratti di Fiume, che però in Lombardia non sono dotati della provvista finanziaria adeguata a far fronte a rilevanti interventi, quali le delocalizzazioni di edifici e quartieri. Inoltre per ridurre il rischio alluvionale occorre limitare l'impermeabilizzazione dei troppi suoli coperti da edifici e infrastrutture, dando efficace attuazione alla recente legge regionale sulla difesa del suolo”.
venerdì 13 maggio 2016
giovedì 12 maggio 2016
Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2013-2014
L’ISPRA ha realizzato il rapporto nazionale sulla presenza di pesticidi nelle acque al fine di fornire su base regolare le informazioni sulla qualità della risorsa idrica in relazione ai rischi di tali sostanze. Il rapporto è il risultato di una complessa attività che coinvolge le Regioni e le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, che effettuano le indagini sul territorio e trasmettono i dati all’ISPRA, che a sua volta svolge un compito di indirizzo tecnico-scientifico e valutazione delle informazioni. Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterrane svolto negli anni 2013-2014; i risultati nel dettaglio regionale sono esaminati nella seconda parte del rapporto.
È BOOM DELLE POMPE DI CALORE IN LOMBARDIA
MILANO, 11 MAGGIO 2016 COMUNICATO STAMPA
Rapporto
Comuni Rinnovabili 2016
Milano vince per gli impianti di solare termico sugli edifici pubblici. Nella top ten dei comuni 100% rinnovabili in Italia c’è Tirano (SO), al 34° posto Sedrina (BG)
Il monito di Legambiente ai candidati a Sindaco di Milano: “Necessario rilanciare le energie rinnovabili con azioni mirate all’efficientamento degli edifici pubblici e privati”
La Lombardia si dimostra attenta alle energie sostenibili. Secondo il Rapporto Comuni Rinnovabili 2016 di Legambiente, la regione è al primo posto per la produzione di bioenergie con 922MW, con un aumento in percentuale del 49% rispetto al 2014, passando da 615MW a 922,4 e al secondo posto per il solare fotovoltaico, con una produzione di 2mila MW. È però il geotermico da pompe di calore a segnare una crescita costante e significativa rispetto alle altre regioni italiane: con 12MW si attesta al secondo posto dopo la Toscana, che ha a disposizione energia geotermica ad alta entalpia.
Tra i 39 “Comuni 100% Rinnovabili”, vale a dire quelli che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale e che producono più energia di quanta ne consumino le famiglie residenti, grazie ad una o più fonti rinnovabili (idroelettrica, eolica, fotovoltaica, da biomasse o geotermica), si trovano due comuni lombardi: Tirano (SO) entra nella top ten, all’ottavo posto, mentre al 34° si posiziona Sedrina (BG). In queste realtà sono gli impianti a biomasse e geotermici allacciati a reti di teleriscaldamento da fonti rinnovabili a soddisfare ampiamente i fabbisogni termici ed elettrici dei cittadini residenti.
Per quanto riguarda il solare termico nell’edilizia privata, il contributo complessivo dei pannelli per la produzione di acqua calda sanitaria risulta essere piuttosto esiguo rispetto ai consumi delle famiglie residenti: una media di 0,06mq per abitante, mentre in altri paesi, come per esempio l’Austria, la media è di 0,5mq per abitante. In Lombardia solo i piccoli comuni di Piazzolo (BG) e Tovo di Sant’Agata rientrano nella top ten dei comuni a maggior produzione di solare termico nell’edilizia privata.
Sul fronte del fotovoltaico, seppur lo stop degli incentivi in Conto Energia abbia portato ad una riduzione delle installazioni annue rispetto al 2015, continua la crescita in termini di MW grazie alla maturità raggiunta dagli impianti già installati, rappresentando una prospettiva concreta di risposta al fabbisogno di energia elettrica delle famiglie. Nella classifica dei comuni italiani per installazione di solare fotovoltaico, al decimo posto si trova Cosio Valtellino, in provincia di Sondrio, con una percentuale del 100% di pannelli installati sui tetti.
Sul fronte dell’edilizia pubblica tra i Comuni con la maggior potenza installata su strutture comunali, al terzo posto dopo le città di Padova e Verona, con 2,9 MW si trova il Comune di Cisano Bergamasco (BG). Le città di Milano e Bergamo mantengono le posizioni rispetto al precedente rapporto, con una produzione di 1,7MW, segno che l’interesse nella riduzione dei costi energetici di edifici pubblici come scuole, sedi amministrative e biblioteche, resta alto.
MILANO AL PRIMO POSTO PER LE INSTALLAZIONI SU EDIFICI PUBBLICI DI IMPIANTI DI SOLARE TERMICO
I dati più significativi a livello regionale riguardano il solare termico, settore nel quale si registrano i progressi e gli investimenti maggiori da parte delle amministrazioni locali. Per quanto riguarda l’edilizia pubblica è il Comune di Milano ad avere la maggior diffusione, con 1.565 mq installati su scuole, coperture dei depositi dei mezzi pubblici e punti ristoro. Si tratta di 23 mq realizzati dall’Edilizia Residenziale Pubblica, 243 mq realizzati dal Comune, 268 mq dall’Atm, 918 mq da MilanoSport e 113,38 da MilanoRisto. Brescia si attesta al quinto posto nella classifica nazionale, con una produzione di 986mq.
«Il Comune di Milano ha intrapreso un percorso virtuoso volto all’efficienza degli immobili pubblici – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Un plauso va alla scelta di installare impianti per il solare termico soprattutto sui tetti di scuole e impianti sportivi, a dimostrazione di un’attenzione al rimodernamento e alla sostenibilità degli edifici che ospitano i più piccoli. È necessario proseguire su questa strada».
Geotermico: Milano capolista anche dei produttori di geotermia grazie alle pompe di calore
La città di Milano ha avviato un processo virtuoso volto all’efficienza energetica degli edifici, in particolare grazie alle pompe di calore che sfruttano geotermia a bassa entalpia, che utilizza la differenza e la costanza di temperatura del terreno rispetto all’aria esterna, sia per usi residenziali che per attività agricole, artigianali ed industriali che necessitano di energia termica nel processo produttivo.
«Il nostro territorio possiede un bacino potenziale di energia del sottosuolo che deve essere sempre più sfruttata attraverso le pompe di colore. Un sistema che potrebbe contribuire ad una maggiore autosufficienza energetica per Milano – prosegue Barbara Meggetto – Ci rivolgiamo ai candidati sindaci della città per chiedere loro di considerare come elemento importante del proprio programma una chiara e decisa promozione dell’utilizzo delle energie rinnovabili e dell’autoproduzione». Questa tecnologia sta emergendo sempre di più in tutto il Paese, con uno sviluppo crescente in particolar modo tra il Piemonte e la Lombardia. La classifica premia in particolar modo i Comuni del nord Italia, a partire dal Comune di Milano con 6 MWt, seguito dal Comune di Stezzano (BG) con 2 MW di potenza termica installata e da Mantova e Sondrio, rispettivamente al quarto e all’ottavo posto della classifica nazionale.
«Negli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti la possibile integrazione con sistemi solari o pompe di calore costituisce un modello di positivo impiego delle fonti energetiche rinnovabili, con conseguente importante miglioramento nell’efficienza complessiva degli impianti – dichiara Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene – I migliori risultati di efficientamento energetico dell’ingente patrimonio edilizio esistente si ottengono da queste operazioni di ottimizzazione impiantistica, realizzati in modo integrato con interventi che prevedono il miglioramento delle prestazioni energetiche dell’involucro degli edifici».
mercoledì 11 maggio 2016
venerdì 6 maggio 2016
giovedì 5 maggio 2016
I «giardini della pioggia» contro le bombe d’acqua in città
Migliorano il paesaggio e neutralizzano gli allagamenti assorbendo l’acqua piovana in eccesso. Basta un’area verde marginale alle strade o alle piste ciclabili
di Nadia Tadioli

Li chiamano rain garden,
sono belli da vedere ma soprattutto utili: raccolgono le acque piovane e
le fanno assorbire lentamente dal terreno, così limitano gli
allagamenti in caso di piogge torrenziali. «È un intervento facilmente
fattibile dai privati, ma ancora di più dalle amministrazioni pubbliche
che hanno a disposizione una soluzione efficace e a basso costo», spiega
Laura Gatti, agronoma e paesaggista milanese. «In base all’estensione,
possono ridurre l’acqua in arrivo alle reti di scolo fino al 50%». Non
richiedono grandi spazi per essere implementati: le strisce di prato che
corrono lungo le strade o le piste ciclabili, le aiuole di un
parcheggio, le aree verdi marginali sono gli ambienti ideali per un
giardino della pioggia.
Rain garden
Oggi
queste superfici per le amministrazioni rappresentano solo un costo,
visto che periodicamente va falciata l’erba, e per i cittadini sono un
ben triste panorama. «Si tratta di creare un leggero avvallamento,
dotarlo di un substrato altamente drenante e piantare specie adatte»,
continua Gatti, «in modo che possa accogliere l’acqua piovana e poi
rilasciarla nel giro di 24-48 ore al massimo. Il giardino della pioggia
non diventa quindi un’area costantemente umida e non esiste il rischio
di invasione delle zanzare. Le piante sono scelte fra specie autoctone,
adatte a sopportare allagamenti ricorrenti alternati a periodi di
siccità. Vanno ad aumentare la biodiversità e richiedono una
manutenzione molto limitata. La ritenzione idrica temporanea, che varia
dal 20 al 50 %, riduce la quantità di acqua che viene convogliata nella
rete esistente e ne riduce il collasso».
Assorbimento
Aiutano
così il funzionamento delle fognature, la cui capacità non è cresciuta
al passo con la città e che non sempre hanno una manutenzione adeguata,
contrastando gli effetti della cementificazione: a partire dal 1955, per
fare un esempio, il suolo impermeabilizzato in Lombardia è passato dal
4% al 14,5%. A parità di superficie, l’acqua che defluisce da un’area
edificata è nove volte superiore a quella di una area verde, ma i rain garden
sono in grado di assorbire il 30% di acqua in più di un normale prato.
«Oltre a causare problemi alla popolazione, anche l’impatto ambientale
degli allagamenti è molto pesante», aggiunge Gatti.
Fitodepurazione
«È
stato calcolato che fino al 70% degli inquinanti di fiumi, laghi, mari
sia veicolato dalle acque di ruscellamento superficiale. I giardini
della pioggia realizzano invece una forma di fitodepurazione. Residui di
fitofarmaci, fosforo, azoto, metalli pesanti e particolato vengono
filtrati dalle piante e dal terreno andando a risparmiare l’ambiente».
In Italia sono ancora poco conosciuti, ma oltreoceano i rain garden hanno quasi trent’anni. Il termine è stato coniato nel 1988 nel Maryland e da oltre un decennio sono entrati a far parte delle landscape regulation
di molte città come Chicago, Toronto, Seattle e Melbourne. Dal 2008
sono stati inseriti nell’agenda per la sostenibilità di New York.
Gli esempi
A loro spetterà il compito, secondo il progetto newyorkese PlaNYC,
di trattenere temporaneamente più del 50% dell’acqua piovana. A Londra,
l’architetto paesaggista Nigel Dunnett ha saputo creare nei giardini
olimpici esempi di grande bellezza. A Milano sorgerà uno dei primi rain garden pubblici d’Italia, progettato proprio da Laura Gatti per conto di Metropolitana milanese. Si tratta del progetto di riqualificazione della Strada Interquartiere Nord, che da viale Zara arriva all’Expo.
Entro aprile sarà ultimata solo la prima tratta della strada, quella
più vicina all’esposizione, ai bordi sorgeranno giardini secchi a
manutenzione zero e alcuni piccoli esempi di rain garden.
Sarà la seconda tratta, però, a ospitare la realizzazione più
significativa: oltre 500 metri di giardini anti-alluvione. La marcia dei
rain garden è già cominciata, ma per vederli all’opera serve ancora un po’ di pazienza.
Fonte: Corriere della sera.it - 1 aprile 2015
10.000 firme per l'estensione della metropolitana a Paullo
Venerdì 6 maggio
Ore 11 presso la Sala Giunta del Comune di
Paullo
La campagna promossa da Legambiente e
sostenuta dai Comuni dell'asse della paullese ha raggiunto il traguardo delle 10.000 firme.
L’incontro sarà l’occasione anche per
illustrare le prospettive per ottenere soluzioni di mobilità migliore nel
quadrante sud est Milano.
Saranno presenti:
Federico Lorenzini, Sindaco
del Comune di Paullo
Franco Morabito, Assessore
alla mobilità del Comune di Paullo
Barbara Meggetto, Presidente
di Legambiente Lombardia
Alessandro Meazza, Circolo
Arcobaleno Legambiente
mercoledì 4 maggio 2016
martedì 3 maggio 2016
L’utilizzo delle tecnologie per garantire la qualità dell’acqua del rubinetto e la sostenibilità dei beni comuni
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lunedì 2 maggio 2016
Spettacolo "Pale blue dot - Pallido pallino blu"
l Clima. Il Voyager. Il nostro Pianeta. Una rivoluzione ci salverà, vero?
Debutta a Milano
Pale Blue Dot - Pallido Pallino Blu la nuova produzione di
Andrea Brunello - Compagnia Arditodesio
Dal 10 al 20 Maggio
Teatro Libero
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