giovedì 23 gennaio 2014

Ambiente: bonifica ex Sisas, arresti e perquisizioni del Noe Legambiente: “Cambiano i nomi degli arrestati ma i reati nel settore delle bonifiche restano. Ci costituiremo parte civile nel processo”

Milano, 22 gennaio 2014                                                                    Comunicato stampa 
“Dire basta con l'opacità e il malaffare delle speculazioni all'ombra di una politica troppo compiacente e spesso sodale con gli imperi del malaffare e delle ecomafie che battono il campo delle bonifiche e del ciclo dei rifiuti”. E’ con questo obiettivo che Legambiente scende in campo, dopo che già da anni aveva segnalato alla Procura milanese le irregolarità e le cifre sospette per la bonifica del sito industriale della Sisas di Pioltello - Rodano, dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte di Giustizia Europea. Da allora si sono succedute indagini, arresti eccellenti, anche in connessione con altri grandi banchetti imbanditi sulle terre contaminate di altri siti (vedasi Santa Giulia), casi conclamati di traffico internazionale di rifiuti tossici, ma evidentemente le grandi bonifiche continuano a fare gola ad aziende con pochi scrupoli e funzionari pubblici compiacenti e generosamente ricompensati. Per questo Legambiente si costituirà parte civile nel processo relativo alla bonifica dell'ex-Sisas.
La vicenda della bonifica del Polo Chimico di Pioltello – Rodano è da sempre all'attenzione di Legambiente, intervenuta più volte nella travagliata storia di inadempienze, infrazioni, favoritismi e connivenze con la politica, anche ai livelli più alti, come quando Regione Lombardia arrivò a promulgare una legge che definimmo 'ad aziendam', per consentire alle imprese coinvolte nelle bonifiche, ed in primo luogo nell'affaire Sisas, oltre al denaro pubblico contante, anche lauti benefici immobiliari per valori incredibilmente gonfiati rispetto ai costi effettivi di bonifica. Le circostanze a cui si riferisce l'inchiesta odierna sono segnalate già nell'esposto, presentato alla Procura della Repubblica attraverso l'avvocato Francesco Borasi, nel lontano ottobre del 2009, a firma del presidente di Legambiente Lombardia e dell'allora consigliere Regionale Carlo Monguzzi, che segnalava vistose sproporzioni di costi tra gli interventi approvati nel Polo Chimico ed analoghi interventi in altri contesti europei.
E’ ora di scrivere la parola fine sull'indecente gestione dei procedimenti di bonifica e sul sottobosco affaristico e malavitoso che ha tentato, spesso riuscendoci, di avvantaggiarsi di situazioni di estrema criticità ambientale e di grande complicazione normativa – dichiara il presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine -. Chiediamo che sulle bonifiche di siti contaminati si apra la stagione della trasparenza e della certezza dei controlli, per far sì che interventi così complessi e necessari vengano effettuati da imprese di chiara competenza e di specchiata etica aziendale, prevenendo ogni forma di infiltrazione e malaffare”.

L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480

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