Milano, 27 novembre 2012 Comunicato
stampa
L’Autorità vigili su un’azienda che entra in borsa al 5°
anno di cassa integrazione,
in calo di passeggeri e a rischio multa europea per gli aiuti di
Stato
Legambiente: “Non ci caschiamo, la Sea cerca soldi per
fare la terza
pista e non per risollevare l’azienda”
Un esposto contro la
quotazione
in Borsa della SEA, è quello che ha presentato questa mattina
Legambiente
Lombardia nella sede milanese della Consob, la Commissione
Nazionale
per le Società e la Borsa che
tutela gli
investitori e l'efficienza, la trasparenza e lo sviluppo del
mercato.
I
motivi di
questa azione sono chiari: gli ambientalisti ritengono di
essere stati danneggiati
dalla sottoscrizione iniziale delle azioni (IPO) di Sea. A
consegnare questa
mattina l’esposto sono stati il responsabile dei trasporti di
Legambiente
Lombardia Dario Balotta, in quanto proprietario di una piccola
azione di Sea, e
da Barbara Meggetto, direttrice regionale a nome dell’associazione
ambientalista. “I due dirigenti di Legambiente – si legge
nell’esposto - si
ritengono lesi dalle informazioni contenute nel Prospetto
Informativo,
depositato da Sea in data 16 Novembre 2012, relativo all’offerta
globale di vendita
e sottoscrizione, finalizzata all’ammissione alle negoziazioni
delle proprie
azioni ordinarie sul mercato telematico azionario, la cui
pubblicazione è stata
autorizzata da Consob lo scorso 14 novembre 2012”.
Troppe cose infatti
mancano,
secondo Legambiente, nelle informazioni pubblicate dalla Sea sulle
vere
condizioni della società e che invece sarebbe opportuno far
conoscere ai
potenziali investitori e risparmiatori. Ad esempio le
irrealistiche previsioni
di crescita del traffico aeroportuale: considerando il trend degli
ultimi 12
anni, appare del tutto sovrastimata la previsione contenuta nel
piano
industriale Sea che fissa, fino al 2015, una crescita media dei
passeggeri degli
scali di Malpensa e Linate del 3,8%, che tradotto vorrebbe dire un
aumento fino
a quasi 26 milioni di viaggiatori a Malpensa e 13,7 milioni a
Linate. Inoltre
la previsione di crescita per Linate è anche in contrasto con i
limiti di
sviluppo fissati dal decreto Bersani, e contraddice, di fatto,
anche gli inviti
di Sea al trasferimento di voli dallo scalo milanese a Malpensa.
In più i dati
sul traffico non fanno i conti con la crescita dell’aeroporto
di Orio al
Serio. Dall’inizio dell’anno a
settembre, rispetto
allo stesso periodo del 2011, complessivamente Malpensa e Linate
hanno perso oltre
340mila passeggeri e dai due scali sono passate 29mila
tonnellate di merci in
meno. La maggior parte di queste perdite si concentra a Malpensa
che, da sola,
ha perso 573.574 mila passeggeri e 29.305 tonnellate di merci
nei primi nove
mesi del 2012.
Con questi dati quindi appare molto difficile
comprendere il progetto della nuova terza pista, uno dei
motivi secondo
Legambiente per cui Sea entra in Borsa, e quindi trovare risorse
per questa
opera. E’ assurdo, infatti, pensare che questa nuova
infrastruttura possa
risolvere le traballanti sorti dello scalo della Brughiera che nel
2000 deteneva il
74% del traffico degli scali lombardi (Linate, Brescia e Bergamo)
mentre, nel 2010,
ha raggiunto solo il 54%.
“Sembra quasi che in Sea
prevalgano altre
logiche aziendali, con la trasformazione in un'azienda dai
tratti immobiliaristi
più che trasportistici – dichiara
Dario
Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia -
Incredibile poi è
la situazione dell’azienda se si pensa che a 12 anni
dall’inaugurazione di
Malpensa 2000, costata ai contribuenti italiani 1,5 miliardi di
euro, siano già
necessari oltre 1,1 miliardi per un aeroporto che vorrebbe,
senza motivo,
distruggere altri 440 ettari di suolo libero, in pieno Parco del
Ticino, per
realizzare una nuova pista”.
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