Piccola descrizione dell'evento
Le presentazioni del convegno:
Il convegno si è svolto nella preziosa cornice dello Spazio AmbienteParco di Brescia.
Tanti i relatori e i partecipanti presenti.
Ad aprire le relazioni e a fare i dovuti ringraziamenti il vice presidente di Legambiente Brescia, Carmine Trecroci il quale ha sintetizzato le problematiche riscontrate nella falda di Brescia con particolare riferimento al cromo esavalente (CrVI+), gli effetti legati all'inalazione e alla sua ingestione, e la mancanza di un limite di riferimento adeguato (per ora il limite usato è quello del cromo totale di 50 microgrammi/l) per l'acqua erogata, mentre paradossalmente esiste il limite per l'acqua di falda che è di 5 microgrammi/l. Ha voluto ricordare l'impegno di Legambiente sul tema dell'inquinamento ambientale e sull'importanza di informare tutti i cittadini sulle problematiche in atto e di mappare tutte le industrie che presentano un tipo di ciclo produttivo potenzialmente inquinante.
A seguire un veloce intervento dell'assessore del comune di Brescia, Vilardi, che ha ricordato la recente indagine finanziata dal comune per definire l'inquinamento da cromo legato alle passate attività della ditta Baratti e Inselvini e che è stata successivamente meglio definita dal suo collaboratore, il dott. Capretti. Dall'indagine emerge che a valle della ditta in questione venivano riscontrate pesante contaminazioni in prima falda e, purtroppo l'inizio di inquinamento anche della seconda, seppur con valori inferiori ai limiti.
Edoardo Bai di Legambiente Lombardia ha però sottolineato come questi dati non siano stati comunicati con efficacia dagli enti ai cittadini, che avendoli appresi dai media ora si ritrovano disorientati e spaventati. Ha voluto anche ribadire l'importanza del gestore (A2A a Brescia) nel comunicare le proprie analisi tramite la bolletta a tutti gli utenti. A questo, l'esponente di Legambiente ha voluto aggiungere che tutti gli enti di controllo e di gestione dovrebbero mettere in atto strategie e trattamenti atti ad abbattere ulteriormente gli inquinanti presenti anche se rientrano nei limiti, perchè i valori guida dell'Unione Europea dicono che questi inquinanti devono avere valori pari a zero.
Interessanti e più tecnici gli interventi di Arpa Brescia, presente il responsabile il dott. Sesana, e di Asl Brescia, rappresentata da Sergio Carasi. Hanno specificato i tipi di produzione che hanno alimentato inquinanti in falda nel corso della storia produttiva della regione (galvaniche, cromature, concerie, aziende di armi, lavanderie e tintorie, ecc...) e in particolare della Val Trompia che ancora adesso è un nodo critico e sito di bonifica nazionale con la Caffaro. Dalle rilevazioni che Arpa e Asl stanno facendo per monitorare il problema, si evince che molti paesi hanno nelle proprie acque sotterranee altissime concentrazioni di cromo esavalente (esempi sono: Gardone Val Trompia, Lumezzate, ecc...), ma anche nelle acque superficiali del Mella (esempio: Castel Mella).
Tanti i relatori e i partecipanti presenti.
Ad aprire le relazioni e a fare i dovuti ringraziamenti il vice presidente di Legambiente Brescia, Carmine Trecroci il quale ha sintetizzato le problematiche riscontrate nella falda di Brescia con particolare riferimento al cromo esavalente (CrVI+), gli effetti legati all'inalazione e alla sua ingestione, e la mancanza di un limite di riferimento adeguato (per ora il limite usato è quello del cromo totale di 50 microgrammi/l) per l'acqua erogata, mentre paradossalmente esiste il limite per l'acqua di falda che è di 5 microgrammi/l. Ha voluto ricordare l'impegno di Legambiente sul tema dell'inquinamento ambientale e sull'importanza di informare tutti i cittadini sulle problematiche in atto e di mappare tutte le industrie che presentano un tipo di ciclo produttivo potenzialmente inquinante.
A seguire un veloce intervento dell'assessore del comune di Brescia, Vilardi, che ha ricordato la recente indagine finanziata dal comune per definire l'inquinamento da cromo legato alle passate attività della ditta Baratti e Inselvini e che è stata successivamente meglio definita dal suo collaboratore, il dott. Capretti. Dall'indagine emerge che a valle della ditta in questione venivano riscontrate pesante contaminazioni in prima falda e, purtroppo l'inizio di inquinamento anche della seconda, seppur con valori inferiori ai limiti.
Edoardo Bai di Legambiente Lombardia ha però sottolineato come questi dati non siano stati comunicati con efficacia dagli enti ai cittadini, che avendoli appresi dai media ora si ritrovano disorientati e spaventati. Ha voluto anche ribadire l'importanza del gestore (A2A a Brescia) nel comunicare le proprie analisi tramite la bolletta a tutti gli utenti. A questo, l'esponente di Legambiente ha voluto aggiungere che tutti gli enti di controllo e di gestione dovrebbero mettere in atto strategie e trattamenti atti ad abbattere ulteriormente gli inquinanti presenti anche se rientrano nei limiti, perchè i valori guida dell'Unione Europea dicono che questi inquinanti devono avere valori pari a zero.
Interessanti e più tecnici gli interventi di Arpa Brescia, presente il responsabile il dott. Sesana, e di Asl Brescia, rappresentata da Sergio Carasi. Hanno specificato i tipi di produzione che hanno alimentato inquinanti in falda nel corso della storia produttiva della regione (galvaniche, cromature, concerie, aziende di armi, lavanderie e tintorie, ecc...) e in particolare della Val Trompia che ancora adesso è un nodo critico e sito di bonifica nazionale con la Caffaro. Dalle rilevazioni che Arpa e Asl stanno facendo per monitorare il problema, si evince che molti paesi hanno nelle proprie acque sotterranee altissime concentrazioni di cromo esavalente (esempi sono: Gardone Val Trompia, Lumezzate, ecc...), ma anche nelle acque superficiali del Mella (esempio: Castel Mella).
L'Asl assicura che i controlli dell'acqua erogata sono continui e sono fatti sia dall'ente erogatore che dall'Asl. I valori medi di cromo nell'acqua erogata sono di 9 microgrammi/l, ma ci sono stati casi isolati e incomprensibili come il valore riscontrato solo durante un campionamento in Piazza della Loggia di 35 microgrammi/l.
L'intervento del dott. Veschetti dell'Istituto Superiore di Sanità espone con oggettività e chiarezza i rischi dell'inquinamento da cromo, sia in ambiente professionale dove le concentrazioni sono molto alte se non debitamente abbattute, sia se ingerito attraverso l'acqua in concentrazioni entro i limiti definiti per legge. Pur assicurando che il limite scelto dall'OMS è un limite conservativo per tutte le diverse età e sensibilità, concorda con Legambiente che la tenzenza dovrebbe essere quella di abbattare totalmente le concentrazioni di questi inquinanti. Brevemente riassume i materiali nei quali si può ritrovare il cromo, usato copiosamente per le sue proprietà anticorrosive e per saldare parti metalliche. Lo ritroviamo in vernici, coloranti, plastiche che impiegano pigmenti a base di cromo esavalente. Ma anche nei cementi, nei pesticidi, nella concia delle pelli, nelle tinte gialle, nei vetri al cromo, in aluni reagenti usati in ambito fotografico e litografico.
Il cromo può trovarsi in acqua sia come cromo trivalente, che entro certi limiti è necessario all'organismo, che come cromo esavalente, solubile, mobile, mutageno, tossico, potente agente ossidante, capace di entrare nelle cellule sfruttando gli scambi ionici.
Gli ultimi due interventi sono stati svolti il primo dal direttore dell'AATO di Brescia, il dott. Zemello, che ha specificato le funzioni pianificatorie dell'autorità d'ambitoche per quanto riguarda i finanziamenti anche di filtri per l'abbattimento di particolari sostanze, come per esempio l'arsenico e le opere di collettamento dei reflui della Val Trompia; il secondo da Marino Ruzzenenti, rappresentante dei comitati cittadini che ha animato la parte finale del convegno sottolineando le scarse preoccupazioni di tutte le autorità verso il tetracloruro di carbonio, inquinante cancerogeno presente in falda e di origine industriale, e la scarsa trasparenza del gestore del SII. Ha infine rimesso in discussione la decisone del comune di Brescia di dare acqua del rubinetto nelle mense scolastiche alla luce dei dati emersi.
Il convegno si è concluso con un dibattito molto vivace, legato in particolar modo alle paure di genitori e cittadini emerse a seguito delle notizie preoccupanti riportate dalla stampa.
L'intervento del dott. Veschetti dell'Istituto Superiore di Sanità espone con oggettività e chiarezza i rischi dell'inquinamento da cromo, sia in ambiente professionale dove le concentrazioni sono molto alte se non debitamente abbattute, sia se ingerito attraverso l'acqua in concentrazioni entro i limiti definiti per legge. Pur assicurando che il limite scelto dall'OMS è un limite conservativo per tutte le diverse età e sensibilità, concorda con Legambiente che la tenzenza dovrebbe essere quella di abbattare totalmente le concentrazioni di questi inquinanti. Brevemente riassume i materiali nei quali si può ritrovare il cromo, usato copiosamente per le sue proprietà anticorrosive e per saldare parti metalliche. Lo ritroviamo in vernici, coloranti, plastiche che impiegano pigmenti a base di cromo esavalente. Ma anche nei cementi, nei pesticidi, nella concia delle pelli, nelle tinte gialle, nei vetri al cromo, in aluni reagenti usati in ambito fotografico e litografico.
Il cromo può trovarsi in acqua sia come cromo trivalente, che entro certi limiti è necessario all'organismo, che come cromo esavalente, solubile, mobile, mutageno, tossico, potente agente ossidante, capace di entrare nelle cellule sfruttando gli scambi ionici.
Gli ultimi due interventi sono stati svolti il primo dal direttore dell'AATO di Brescia, il dott. Zemello, che ha specificato le funzioni pianificatorie dell'autorità d'ambitoche per quanto riguarda i finanziamenti anche di filtri per l'abbattimento di particolari sostanze, come per esempio l'arsenico e le opere di collettamento dei reflui della Val Trompia; il secondo da Marino Ruzzenenti, rappresentante dei comitati cittadini che ha animato la parte finale del convegno sottolineando le scarse preoccupazioni di tutte le autorità verso il tetracloruro di carbonio, inquinante cancerogeno presente in falda e di origine industriale, e la scarsa trasparenza del gestore del SII. Ha infine rimesso in discussione la decisone del comune di Brescia di dare acqua del rubinetto nelle mense scolastiche alla luce dei dati emersi.
Il convegno si è concluso con un dibattito molto vivace, legato in particolar modo alle paure di genitori e cittadini emerse a seguito delle notizie preoccupanti riportate dalla stampa.
Le presentazioni del convegno:
Presentazione iniziale del Prof. Trecroci - Legambiente Brescia
Presentazione dott. Carasi - Asl di Brescia
Presentazione dott. Veschetti - Istituto Superiore di Sanità
Presentazione dott. Zemello - AATO della provincia di Brescia
Presentazione dott. Capretti - Comune di Brescia
Presentazione dott. Marino Ruzzenenti - Comitati cittadini
La sede ospitante - Spazio AmbienteParco
La preparazione
Prof. Trecroci - Legambiente
Dott. Veschetti - Istituto Superiore di Sanità
Dott. Carasi - Asl di Brescia
Dott. Edoardo Bai - Legambiente Lombardia
Dott. Sesana - Arpa Brescia
I cittadini
Avv. Vilardi - Assessore Comune di Brescia
Dott. Zemello - AATO Brescia
I cittadini
Presentazione dott. Carasi - Asl di Brescia
Presentazione dott. Veschetti - Istituto Superiore di Sanità
Presentazione dott. Zemello - AATO della provincia di Brescia
Presentazione dott. Capretti - Comune di Brescia
Presentazione dott. Marino Ruzzenenti - Comitati cittadini
Le foto:
La sede ospitante - Spazio AmbienteParco
La preparazione
Prof. Trecroci - Legambiente
Dott. Veschetti - Istituto Superiore di Sanità
Dott. Carasi - Asl di Brescia
Dott. Edoardo Bai - Legambiente Lombardia
Dott. Sesana - Arpa Brescia
I cittadini
Avv. Vilardi - Assessore Comune di Brescia
Dott. Zemello - AATO Brescia
I cittadini
1 commento:
E' una cosa INCOMPRENSIBILE E ASSURDA che, nonostante tutto quanto il Comune di Brescia sapeva sull'inquinamento dell'acqua potabile, il Settore Pubblica Istruzione abbia ideato dal Settembre 2009, per non aumentare le rette delle mense scolastiche (quindi per "venire incontro alle famiglie") di erogare ai bambini l'acqua del rubinetto.
Il problema è che sono OBBLIGATI A BERE SOLO QUELLA, perchè non possono portare in mensa acqua portata da casa nelle bottiglie!!!
La media di cloro esavalente presente sarà anche di 9 microgrammi per litro, ma certi siti hanno valori che oscillano tra i 20 e i 35 !!!
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