MILANO - Ora è ufficiale. L' acqua in Lombardia è e resterà pubblica. La vittoria dei 144 sindaci che avevano promosso un referendum contro la legge regionale, che apriva le porte alla privatizzazione è stata sancita dal consiglio regionale. Che con voto unanime ha modificato la legge 18 del 2006 sul servizio idrico integrato. Vengono meno alcuni obblighi che erano stati contestati dai comuni. Quello di mantenere separate la gestione delle reti e degli impianti dall' attività di erogazione del servizio idrico e quello di affidare la gestione degli acquedotti esclusivamente tramite gara. La nuova legge, inoltre, non prevede più l' ingresso di soggetti diversi dagli enti locali nelle società patrimoniali costituite dai comuni. «Una vittoria dei sindaci e dell' opposizione» - sottolinea con soddisfazione tutto il centrosinistra. «Una vittoria del buon senso che farà risparmiare ai lombardi 50 milioni di euro del costo del referendum - replica stizzito l' assessore regionale alle Reti e ai Servizi pubblici Massimo Buscemi di Forza Italia - La privatizzazione dell' acqua non è mai stata all' ordine del giorno di questa giunta. Né ha mai fatto parte del programma di Formigoni. L' acqua è un bene pubblico e sfido chiunque a provare il contrario». Il suo compagno di partito e relatore del nuovo testo Giovanni Bordoni, però, ammette: «Si ripristina la libertà di autodeterminazione dei comuni, risolvendo anche il problema normativo che era stato oggetto di un ricorso della Corte Costituzionale». Mentre la presidente della commissione Ambiente, l' azzurra Margherita Peroni aggiunge: «Anche nella nostra regione sono presenti criticità che solo il rispetto delle leggi in vigore e delle regole stabilite possono contribuire a superare». Di tutt' altro avviso il centrosinistra che canta vittoria. A partire dal Pd. «è stata una battaglia importante quella che abbiamo appena vinto - sottolineano i consiglieri regionali Pippo Civati e Francesco Prina - è stata una vittoria della politica, in difesa e non contro l' efficienza del settore idrico». Dello stesso avviso Marco Cipriano di Sinistra democratica: «L' aspetto essenziale è che è stato riaffermato il principio secondo cui le reti e gli impianti devono rimanere di proprietà interamente pubblica». Proprio ieri i sindaci che avevano promosso il referendum avevano manifestato sotto il Pirellone. «Grazie alla loro mobilitazione e alla mobilitazione dell' opposizione - spiega il verde Carlo Monguzzi - è stata modificata una legge che di fatto affidava l' erogazione dell' acqua ai privati e impediva l' efficiente funzionamento degli ambiti territoriali ottimali. Ora non ci siano più ambiguità nella gestione dell' acqua». -
Fonte: Repubblica — 28 gennaio 2009
Articolo di ANDREA MONTANARI
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