Ieri si è tenuto il secondo incontro sulla biodiversità dedicato ai bambini presso la Biblioteca di Villa Burba a Rho. L'incontro ha cercato di spiegare in modo semplice e divertente questo termine difficile. Attraverso immagini, giochi e l'arte origami.
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L'evento si inserisce nel percorso di accompagnamento degli interventi di riqualificazione ambientale del progetto "Olona entra in città - Realizzazione"
"Sulla sua pelle scorreva acqua quasi a coprirlo come una veste intangibile e fresca".
mercoledì 27 gennaio 2016
venerdì 22 gennaio 2016
Smog, ricomincia la conta. E con il freddo cresce la preoccupazione per le emissioni da riscaldamento
Milano, 22
gennaio 2016
Comunicato stampa
2 miliardi all’anno di costi di riscaldamento per le famiglie milanesi: smog quanto ci costi
Concentrazioni di polveri decuplicate in cinque giorni, e superamenti anche per gli NOx: siamo di nuovo in emergenza
Le
piazze elettorali diventino punti di informazione sugli stili
di vita in
tempo di smog.
Legambiente
chiede ai candidati sindaco un impegno per la messa al bando
del gasolio negli
impianti di riscaldamento
E' finita la tregua, lo smog ha ripreso l'assedio alle città, con una impennata nei valori misurati dalle centraline che in pochissimi giorni ci ha riportato ai livelli peggiori delle ultime settimane del 2015. E ora, con le temperature rigide, oltre al traffico l'osservato speciale è il riscaldamento di case, uffici e negozi. Perchè, se è vero che il riscaldamento domestico è responsabile per poco meno di un quarto delle emissioni complessive su base annua, e che il traffico ne resta il protagonista indiscusso, non bisogna dimenticare che le emissioni da riscaldamento si concentrano nei periodi più freddi dell'anno, quando possono arrivare a diventare la fonte prevalente sia di polveri sottili che di biossido d'azoto: ed è proprio quello che sta accadendo in questi giorni. Sullo smog i conti non si fanno solo con la salute, ma anche con i portafogli: infatti nella città metropolitana milanese l'inefficienza energetica e l'uso di combustibili inquinanti per il riscaldamento costa due miliardi di euro all'anno. Una cifra impressionante, un costo che si ripartisce su gran parte delle famiglie e delle imprese attive tra città e comuni dell'area metropolitana, e che ognuno può leggere sulla propria bolletta del riscaldamento, o sulla voce riscaldamento della spesa ripartita tra condòmini. Occorre dunque che il governo metropolitano incoraggi e agevoli gli investimenti sugli edifici e sugli impianti di riscaldamento. Per questo oggi Legambiente chiede ai candidati sindaco di Milano un impegno per un futuro senza più emergenze smog.
“Ci
sembra
paradossale che nella campagna per le primarie il tema
ambientale non
riscuota la necessaria attenzione nonostante il rincorrersi di
emergenze smog -
dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -
eppure è
chiaro che a Milano, seppur molto sia stato fatto, resista
ancora un'eccessiva
indolenza verso gli investimenti necessari a ridurre gli sprechi
energetici
negli edifici pubblici e privati: basti pensare che a Milano
viene ancora
tollerato l'uso del gasolio in migliaia di caldaie condominiali,
sebbene il
gasolio, a parità di prestazioni, inquini 25 volte più del
metano. Per questo
chiediamo che ogni candidato sia assuma questo impegno per il
futuro”.
martedì 12 gennaio 2016
Legambiente Lombardia all'Assessore Terzi in occasione del Tavolo Aria di Regione Lombardia
Milano, 12 gennaio 2016
Comunicato stampa
"I miglioramenti
della qualità dell'aria sono insufficienti: la Regione sviluppi
azioni incisive, a partire dalla messa al bando del gasolio per
riscaldamento e dei diesel pre-euro5"
Ritorna l'alta
pressione e gli occhi sono puntati sugli anemometri: in assenza di
piogge solo il vento potrà salvarci dal ritorno dell'emergenza
smog. Anche se non potrà salvarci dalla siccità, visto che assenza
di neve e laghi prealpini con riserva idrica prossima al minimo,
rischiano di mettere a rischio sia i raccolti che gli ecosistemi
di fiumi e laghi. Ma se sulla siccità possiamo ancora sperare su
salvifiche precipitazioni, lo smog è dietro l'angolo, e
Legambiente denuncia l'inadeguatezza delle misure fin qui attuate.
“Una
situazione
che sta diventano paradossale e su cui si poteva intervenire per
tempo con misure drastiche per attenuare e limitare l’immissione
di polveri sottili in atmosfera – dichiara Barbara Meggetto,
presidente di Legambiente Lombardia –. Sarebbero state utili
politiche e misure strutturali per prevenire le emergenze. Ci
auguriamo che la lezione di fine anno sia stata utile per
affrontare una nuova ondata di smog almeno mettendo in pratica con
maggiore tempestività quanto deciso a livello governativo e
locale".
Di
fronte
ad una nuova cronaca di un’emergenza annunciata, Legambiente
giudica tardivo il confronto previsto al Tavolo Aria regionale che
non potrà che prendere atto delle misure decise dal confronto con
il Ministero dell’Ambiente purtroppo senza poter mettere mano a
politiche di prevenzione che vadano oltre l’emergenza. “Non
esistono ricette preconfezionate ma un insieme di misure per
migliorare l’ambiente e la salute dei cittadini. Per questo
inviamo a Regione Lombardia una serie di proposte che
costituiscono un percorso per uscire dall’emergenza in modo
strutturale. Bene gestire le emergenze, ma sono prioritarie
soluzioni efficaci di natura strutturale per prevenirle: la
Regione può cominciare con la messa al bando del gasolio per
riscaldamento e un programma di progressiva rottamazione dei
diesel fino alla generazione euro5”.
Le
richieste di Legambiente a Regione Lombardia:
Più
trasporto
pubblico: rivedere la riforma del TPL al fine di rendere
davvero competitivo il sistema del trasporto pubblico, puntando al
raddoppio in cinque anni del numero di
viaggiatori trasportati e ribaltando le scandalose previsioni
del Piano Regionale della Mobilità e dei trasporti attualmente
all'esame dell'assessorato regionale, che nuovamente propone un
potenziamento dell'offerta di infrastrutture stradali. Solo così
sarà possibile ridurre la congestione da traffico nelle città e
sulle arterie extraurbane, e ottenere risultati sostanziali di
riduzione delle emissioni da traffico.
Riscaldarsi
senza
inquinare. Messa al bando del gasolio nel
riscaldamento degli edifici, a partire dalla prossima stagione di
riscaldamento nelle aree critiche, incentivando la sostituzione
delle caldaie. Obbligo di applicazione della contabilizzazione di
calore nei condomini. Obiettivo del 3% all’anno sulla
riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati per
attuare il piano europeo per ammodernare o ricostruire l'intero
patrimonio edilizio entro 30 anni.
Stop
ai
diesel in città e più controlli sulle auto: limitazione
della circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti
(auto e camion) sul modello adottato dalla città di Parigi:
progressiva limitazione della circolazione dei diesel fino a Euro
4, per arrivare a vietare nel 2020 la circolazione anche dei
veicoli diesel euro5 (quelli venduti sino ad oggi). Maggiori
controlli su strada e dichiarazione obbligatoria dei risultati
reali di consumo e di inquinamento risultanti.
Riduzione
della
velocità: imporre il limite di 30 km/h all’interno dei
centri abitati, con l’eccezione delle principali arterie di
scorrimento, e limitare a 80 Km/h la velocità massima su tutta la
rete (autostrade incluse) in caso di emergenza smog. Con effetti
sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico derivante
dall’uso dell’auto e grandi benefici in termini di sicurezza
stradale, riducendo notevolmente il numero di incidenti.
Chi
inquina
paga: prevedere l’estensione del modello dell’Area C
milanese a tutte le grandi città e con una differente politica
tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati
all’efficientamento del trasporto pubblico locale.
Città senza auto: approvare un piano regionale che imponga target di mobilità a livello urbano (sul modello della raccolta differenziata) per arrivare entro due anni ad una quota di spostamenti individuali motorizzati al di sotto del 50% del totale degli spostamenti nelle città capoluogo, tenendo conto anche della mobilità ciclabile. A partire da questo obiettivo fissare target ambiziosi per arrivare nel giro di 6-8 anni sotto il 30%. Riduzione dell’inquinamento industriale: rivedere le autorizzazioni integrate ambientali (AIA) nel senso più stringente, come prevedono le norme europee e nazionali e rendere il sistema del controllo pubblico efficace.Avviare il programma di decommissioning degli inceneritori di rifiuti ormai obsoleti.
L'ufficio stampa Legambiente Lombardia 3939283998
Il Parlamento europeo delibera sul diritto umano all'acqua
L’aula di Strasburgo, pur non avendo potere legislativo, si è espressa in un voto di indirizzo da cui è scaturita una deliberazione fondamentale per la normativa sulle risorse idriche. Ad oggi, infatti, in alcuni Paesi europei è addirittura un problema avere accesso ad acqua potabile e in altri è il tema della privatizzazione del bene pubblico rappresentato dalle risorse idriche, a destare preoccupazione.
Nel testo si invita la Commissione a «proporre una legislazione che attui il diritto umano all’acqua e ai servizi igienici, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e di promuovere la fornitura di acqua e servizi igienici, come servizi pubblici essenziali per tutti e …..di tenere l’acqua fuori dalle discussioni relative agli accordi commerciali con gli Stati Uniti (il TTIP).».
La mozione è il frutto del lavoro della campagna "Right2Water", che ha raccolto più di un milione e 800mila firme (per arrivare in aula servono un milione di firme).
lunedì 11 gennaio 2016
venerdì 8 gennaio 2016
Enciclica Laudato sì: parla anche dell'acqua
Nel testo di "Laudato sì', lettera sulla
cura della casa comune" Papa Francesco narra la sua visione di sviluppo
eco-sostenibile e non indulge sulle responsabilità di istituzioni e capi
di Stato. Un grido dall'allarme
che tutti gli ambientalisti auspicano non resti inascoltato fuori dalle
mura vaticane. Deve arrivare nei palazzi giusti, alle orecchie di chi ci
governa.
Tra i anti argomenti trattati il Vescovo di Roma si è occupato anche della risorsa acqua con grande respiro.
27. Altri indicatori della situazione attuale sono
legati all’esaurimento delle risorse naturali. Conosciamo bene
l’impossibilità di sostenere l’attuale livello di consumo dei Paesi più
sviluppati e dei settori più ricchi delle società, dove l’abitudine di
sprecare e buttare via raggiunge livelli inauditi. Già si sono superati
certi limiti massimi di sfruttamento del pianeta, senza che sia stato
risolto il problema della povertà.
28. L’acqua potabile e pulita rappresenta una
questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita
umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. Le fonti di
acqua dolce riforniscono i settori sanitari, agropastorali e
industriali. La disponibilità di acqua è rimasta relativamente costante
per lungo tempo, ma ora in molti luoghi la domanda supera l’offerta
sostenibile, con gravi conseguenze a breve e lungo termine. Grandi
città, dipendenti da importanti riserve idriche, soffrono periodi di
carenza della risorsa, che nei momenti critici non viene amministrata
sempre con una adeguata gestione e con imparzialità. La povertà di acqua
pubblica si ha specialmente in Africa, dove grandi settori della
popolazione non accedono all’acqua potabile sicura, o subiscono siccità
che rendono difficile la produzione di cibo. In alcuni Paesi ci sono
regioni con abbondanza di acqua, mentre altre patiscono una grave
carenza.
29. Un problema particolarmente serio è
quello della qualità dell’acqua disponibile per i poveri, che provoca
molte morti ogni giorno. Fra i poveri sono frequenti le malattie legate
all’acqua, incluse quelle causate da microorganismi e da sostanze
chimiche. La dissenteria e il colera, dovuti a servizi igienici e
riserve di acqua inadeguati, sono un fattore significativo di sofferenza
e di mortalità infantile. Le falde acquifere in molti luoghi sono
minacciate dall’inquinamento che producono alcune attività estrattive,
agricole e industriali, soprattutto in Paesi dove mancano una
regolamentazione e dei controlli sufficienti. Non pensiamo solamente ai
rifiuti delle fabbriche. I detergenti e i prodotti chimici che la
popolazione utilizza in molti luoghi del mondo continuano a riversarsi
in fiumi, laghi e mari.
30. Mentre la qualità dell’acqua disponibile
peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a
privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle
leggi del mercato. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e sicura è
un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché
determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per
l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità.
Questo debito si salda in parte con maggiori contributi economici per
fornire acqua pulita e servizi di depurazione tra le popolazioni più
povere. Però si riscontra uno spreco di acqua non solo nei Paesi
sviluppati, ma anche in quelli in via di sviluppo che possiedono grandi
riserve. Ciò evidenzia che il problema dell’acqua è in parte una
questione educativa e culturale, perché non vi è consapevolezza della
gravità di tali comportamenti in un contesto di grande inequità.
31. Una maggiore scarsità di acqua provocherà
l’aumento del costo degli alimenti e di vari prodotti che dipendono dal
suo uso. Alcuni studi hanno segnalato il rischio di subire un’acuta
scarsità di acqua entro pochi decenni se non si agisce con urgenza. Gli
impatti ambientali potrebbero colpire miliardi di persone, e d’altra
parte è prevedibile che il controllo dell’acqua da parte di grandi
imprese mondiali si trasformi in una delle principali fonti di conflitto
di questo secolo.[23]
Fonte: LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
domenica 3 gennaio 2016
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