Si
sa che spesso persone incivili scambiano i fiumi per discariche: così è
successo che, in seguito all'esondazione dello scorso novembre del
Lambro, l'oasi di Montorfano, area a bosco e prato di circa 29mila mq
nel comune di Melegnano, in molti punti ora si presenti come una
gigantesca pattumiera (vedi foto in pagina).
"Sulla sua pelle scorreva acqua quasi a coprirlo come una veste intangibile e fresca".
giovedì 29 gennaio 2015
giovedì 22 gennaio 2015
Spettacolo “CEMENTO, e l’eroica vendetta del letame” in scena sabato 24 gennaio
Il comitato Bene Comune Cernusco vi invita allo spettacolo teatrale “CEMENTO, e l’eroica vendetta del letame” in scena sabato 24 gennaio
alle ore 21.00, presso la Casa delle Arti di Cernusco sul Naviglio,
organizzato dal WWF Martesana con la collaborazione del nostro comitato,
la Pro Loco ed il Circolo ACLI di Cernusco.
Vi aspettiamo
“Cosa
ha da dire in sua difesa?” Martino Scarpa, detto Tino è chiamato a
difendersi dall’accusa di danneggiamento dei macchinari di una ditta
impegnata a costruire un laghetto artificiale per la pesca sportiva.
La
sua arringa per spiegare un gesto che va contro la legge è in realtà
una difesa della terra per ristabilire la verità dei fatti, la verità
dell’uomo e del suo ambiente. Tino, come una moderna Antigone, infrange
la legge in nome di una legge superiore volta a preservare diritti
negati e a combattere i soprusi...
Onda nera nel Lambro, mancano «riscontri» sui cugini Tagliabue
I proprietari dello stabilimento di Villasanta assolti dall’accusa di aver provocato il rovesciamento per coprire ammanchi di carburante. Unico condannato l’ex custode
di Federico Berni
Non
ci sono «riscontri oggettivi» tali da far ritenere che i cugini
Giuseppe e Rinaldo Tagliabue fossero coinvolti nel disastro della
Lombarda Petroli, l’ex deposito di carburanti che provocò l’«onda nera»
del Lambro. Lo scrivono i giudici di Monza, nelle motivazioni della
sentenza che, tre mesi fa, ha assolto i proprietari dello stabilimento
di Villasanta (Monza) dalle accuse di disastro doloso, reati fiscali, e
falso, condannando l’ex custode dell’impianto Giorgio Crespi.
Demolita la tesi dell’accusa, in base alla
quale il rovesciamento di tonnellate di gasolio e olio combustibile nel
piazzale della Lombarda (che poi raggiunsero il Lambro), sarebbe stato
provocato apposta per coprire ammanchi di carburante che non erano stati
registrati fiscalmente. Troppo «negative e incalcolabili», scrivono i
giudici, le conseguenze di un gesto simile, sul piano «economico, di
immagine, e giudiziario», per coprire «un’illegalità che avrebbe
comportato il pagamento di accise per 80mila euro più Iva».
L’ex custode Giorgio Crespi, condannato in
contumacia, mai comparso in aula, ha nominato ora un avvocato di
fiducia. Probabilmente l’ex addetto alla sorveglianza è l’unico in grado
di chiarire il giallo in cui resta avvolta la vicenda, e di spiegare,
per esempio, la presenza di quell’automobile che, la notte tra il 22 e
il 23 febbraio 2010, accese i fari a intermittenza nel parcheggio
antistante l’ingresso per ben 80 volte in tempi diversi. Secondo il
tribunale, fu un «segnale che il sabotaggio era avvenuto».
Fonte: Corriere della Sera.it - 21 gennaio 2015 | 20:07
mercoledì 21 gennaio 2015
Il Lambro da Milano in giù: parte il progetto VOLARE - ValOrizzare il fiume LAmbro nella Rete Ecologica regionale
San Giuliano Milanese, 21 gennaio 2015
Comunicato stampa
I comuni di San Giuliano M.se
(ente capofila), San Donato M.se, Melegnano, Istituto Nazionale
di Urbanistica
e Legambiente, tutti al lavoro per ridare spazio e identità
ecologica al fiume
Lambro e al suo territorio
Un
progetto realizzato grazie al contibuto di Fondazione Cariplo
“Il Lambro
deve tornare a
essere la vera via d'acqua dell'area metropolitana"
Il 2015 è l’anno dei fiumi. O almeno dovrebbe esserlo:
infatti una
direttiva europea sulle acque, promulgata nel lontano 2000, ha
indicato questa
data come termine perentorio per raggiungere lo stato di qualità
'buono' per
tutte le acque superficiali del continente. Ma, pur essendo
questa scadenza
rimandata al 2021-2027 per i fiumi e torrenti che orbitano
intorno alla città
di Milano, in Lombardia siamo ben lontani dall’obiettivo. Solo
per risanare il
tratto milanese del Lambro servono enormi investimenti su tutta
la rete
fognaria della Brianza, del milanese e, più giù, anche del
lodigiano. E,
contestualmente, interventi sul territorio per restituire al
Lambro il suo
ambiente, e quindi lo spazio in cui “possa fare il fiume”,
prendendosi anche la
libertà di uscire dal suo alveo, ma senza causare danni
irreparabili. Lo stato
ecologico del fiume, infatti, rimane mediamente scarso e,
secondo gli ultimi
dati disponibili di Arpa Lombardia, riferiti al 2013, il tratto
che va da
Peschiera Borromeo a Sant’Angelo Lodigiano presenta un giudizio
di qualità
delle acque addirittura “cattivo” in particolare per la scarsità
della
componente biologica nell'acqua, cioè di quella diversità di
organismi, dai
protozoi ai pesci, la cui presenza permette di affermare che un
corso d'acqua è
vivo e vitale. In realtà ci sono poche probabilità che si possa
raggiungere
nemmeno l'obiettivo intermedio stabilito dalla Regione
Lombardia: un giudizio
di qualità “sufficiente” entro il 2015.
A compromettere in maniera sostanziale la qualità del Lambro c’è sicuramente il problema dell’urbanizzazione eccessiva. Siamo di fronte, infatti, ad un territorio assediato, ingabbiato tra case e infrastrutture stradali, che aumentano la fragilità di un sistema ecologico e paesaggistico e ne deprimono le potenzialità. L’insieme dei comuni il cui territorio è attraversato dal tratto milanese del Lambro, da Milano al confine della provincia di Lodi, è interamente urbanizzato su ben 18mila ettari di suolo (Fonte: rielaborazione dati DUSAF). Ovviamente il dato più macroscopico è quello del comune di Milano che da solo conta per 14mila ettari di territorio, ma in rapporto alla popolazione la situazione è anche peggiore a sud del capoluogo, dove il cemento di case, fabbriche e infrastrutture non ha risparmiato i suoli agricoli di pregio, e non si è mai fermato, come attestano anche i dati più recenti, nonostante la crisi del settore immobiliare. Tra i fasci di binari della linea AV e i giganteschi cantieri di TEM e opere connesse, i territori rivieraschi del Lambro sono infatti tra le aree che hanno maggiormente contribuito al sacrificio di aree agricole e naturali, nonostante la presenza del Parco Agricolo Sud Milano, e in comuni come San Donato e Melegnano il cemento occupa ben più del 50% dell'intero territorio amministrativo.
E' proprio del territorio intorno al fiume che si occupa
il progetto
“VOLARE - ValOrizzare il fiume LAmbro nella Rete Ecologica
regionale”,
presentato oggi a San Giuliano M.se.
Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo e promosso dal
Comune di San
Giuliano M.se con un pool di
partner
(Comuni di San Donato M.se e Melegnano, Istituto Nazionale di
Urbanistica e
Legambiente Lombardia), mira a esplorare le condizioni e
gli interventi
sviluppabili per ripristinare la connessione ecologica lungo il
corridoio
fluviale, per invertire la tendenza alla perdita degli habitat
fluviali,
rimettendo al centro il paesaggio del fiume e dei corsi d'acqua
minori. La
'connessione ecologica' è infatti una vera e propria
infrastruttura
territoriale, chiamata a svolgere una quantità di funzioni nel
modo più
semplice: conservando i suoli e le loro funzioni, ripristinando
o creando
ex-novo ecosistemi ed elementi del paesaggio rurale e, se
necessario
ripristinando indispensabili collegamenti tra habitat laddove la
furia del
cemento li ha compromessi.
Uno dei punti di forza del progetto sarà il coinvolgimento, parallelo allo sviluppo tecnico dello studio, degli attori (istituzionali, tecnici, associativi, ecc.) attivi sul territorio, condividendo informazioni, visioni future e processi di attuazione. Lo studio di fattibilità del corridoio ecologico, infatti, per raggiungere la piena applicabilità degli interventi pianificati, non potrà non tenere conto dei pareri e delle indicazioni della comunità locale e degli studi precedenti che hanno tracciato la via. Parliamo ad esempio del grande lavoro di analisi compiuto dallo staff del progetto Lambro Metropolitano nel territorio subito a nord tra i comuni di Monza e San Donato M.se, che sarà una traccia importante da seguire. L'ambizioso obiettivo condiviso da tutti i partner del progetto è quello di tornare a far pulsare di vita il reticolo di acque che attraversa il territorio, restituire al fiume Lambro quel ruolo centrale che esso ha sempre avuto nella storia delle comunità del Sud Milano. L'area metropolitana milanese dovrà essere capace di scrivere la parola 'futuro' sul proprio paesaggio agricolo e naturale, a partire dalla sua principale via d'acqua.
Dati sul
consumo di
suolo nei comuni rivieraschi del Lambro

L'Ufficio stampa Legambiente Lombardia Mario Petitto 02 87386480
Ufficio Comunicazione del Comune di San Giuliano Milanese tel 02 98207216
martedì 20 gennaio 2015
Ecomostro Pedemontana e opere connesse: il peggior danno per le foreste di Lombardia
Milano, 20 gennaio
2015
Comunicato stampa
La
Varesina Bis
distruggerà il Parco del Rugareto, tra le ultime aree naturali
rimaste
nell’alto milanese
Legambiente,
insieme
ad altre associazioni e comitati chiedono di fermare questo
nuovo
scempio ambientale e presentano le loro osservazioni al progetto
Colate di cemento in
arrivo non
solo dalla realizzazione di Pedemontana ma anche dalle opere
connesse alla
nuova autostrada. E’ il caso della Varesina Bis, il progetto di
superstrada che
dovrebbe tagliare in due il Parco Locale “Bosco del Rugareto”,
correndo a due
passi dal torrente Bozzente nell'unico tratto in cui il corso
d’acqua scorre
senza argini artificiali, alzando così il livello di rischio
idrogeologico,
oltre alla distruzione delle ultime aree naturali rimaste
nell’alto milanese. A
una settimana dalla prevista inaugurazione del primo tratto della
Pedemontana,
è Legambiente ad accendere i riflettori sulla nuova strada che
dovrebbe
collegare Uboldo a Tradate attraversando i Comuni di Saronno,
Gerenzano,
Rescaldina, Cislago, Mozzate, Carbonate, Locate Varesino e Lonate
Ceppino.
In realtà il
tracciato originale
della Varesina Bis, approvato nel 2009, era diverso e prevedeva il
passaggio
tra le due discariche di Gerenzano per poi proseguire verso
Cislago e Mozzate,
lambendo solo esternamente il Parco Locale Sovracomunale “Bosco
del Rugareto”.
Nel 2011 però è stata recepita, nel più assoluto silenzio, una
variante al
tracciato e così la nuova strada, fondamentale per Pedemontana,
del tutto
inutile per Legambiente, si è trasformata in una lingua di asfalto
che
seppellirà definitivamente boschi e terreni agricoli.
“Possibile che si
sia optato
addirittura per una variante di percorso peggiore rispetto al
tracciato
originale? Già era discutibile l’utilità stessa dell’opera, ora
siamo anche di
fronte ad uno scempio ambientale in un territorio dove il verde
sopravvissuto è
ormai quasi finito”. Questa la domanda che si pone Legambiente,
autrice di un
documento di osservazioni inviato a CIPE, C.A.L, Pedemontana
S.p.a. e Regione
Lombardia per chiedere che il tracciato della Varesina Bis non
comporti
ulteriore sottrazione di aree naturali, poiché nell'ambito
interessato
dall'infrastruttura è assolutamente prioritario preservare le
connessioni
ecologiche, ma anche la qualità del paesaggio e la sicurezza
idrogeologica del
territorio.
Ma il cambiamento di
tracciato
non è l'unica aberrazione della Varesina Bis, una strada concepita
per
fluidificare il traffico dell'attuale Varesina ma che con il suo
percorso
tortuoso e le numerose rotonde finirà solo per consumare suolo e
generare nuovo
traffico, in assenza di qualsiasi riferimento di programmazione
strategica
della mobilità che impedisce di progettare interventi di
razionalizzazione e
riqualificazione della rete viabilistica esistente.
“La Pedemontana
continua a essere
un’immane sciagura per il territorio, anche per le opere connesse
- dichiara
Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – In
particolare per la
Varesina Bis, ci appaiono del tutto intollerabili le scelte di
tracciato che
sacrificheranno aree di elevato pregio ambientale: non solo il
PLIS Bosco del
Rugareto, ma anche il PLIS Parco dei Mughetti, il PLIS Fontanile
di San Giacomo
e il Parco dei Tre Castagni che verranno sommersi da una colata di
cemento, una
operazione di deforestazione sistematica che non ha precedenti
nella storia
recente della Lombardia”.
Le osservazioni
preparate da
Legambiente Lombardia e inviate agli enti competenti sono state
sottoscritte da
un fronte compatto di associazioni e comitati locali, che chiedono
agli
amministratori di fare marcia indietro e fermare la distruzione di
boschi e
parchi: Comitato Salviamo il Paesaggio e la Terra di Cislago,
Comitato Olona
Bozzente Lura, Il Gelso - Associazione Culturale Ambientale di
Gerenzano, Cipta
Onlus - Associazione per l’Ambiente di Gorla Minore, Coordinamento
Circoli
Legambiente Provincia Di Varese, Ambiente Saronno Onlus,
Legambiente Tradate,
Amici del Bosco di Origgio Onlus e Gruppi di Acquisto Solidale del
Rugareto, ECO90 di Uboldo.
L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 –
3939283998
lunedì 19 gennaio 2015
Parte il progetto dei Comuni di San Giuliano M.se (Ente Capofila) , San Donato M.se, Melegnano, INU e Legambiente per la tutela del fiume e la riqualificazione della sua valle
Milano, 19 gennaio 2015
Invito stampa
Lambro
Valutare le criticità e ricostruire un corridoio
ecologico per la
salvaguardia della biodiversità, per la qualità delle acque, la
tutela del
territorio e un nuovo approccio fruitivo
E riparte la
Carovana del Lambro
nei comuni rivieraschi da San Donato M.se a Melegnano
Conferenza stampa
Mercoledì 21 gennaio 2015, alle ore 11.00, sala Riunioni
del Palazzo Municipale di San Giuliano M.se, via De
Nicola 2
Al via il progetto
che monitorerà
le criticità del tratto a sud di Milano del Lambro e della sua
valle e
svilupperà azioni per la realizzazione di un corridoio ecologico
lungo le
sponde del fiume. Il progetto, che durerà circa 15 mesi, prevede
l’azione di un
gruppo multidisciplinare per la tutela di questo corso d’acqua e
si articolerà
con il grande lavoro di analisi compiuto dallo staff del progetto
Lambro
Metropolitano nel territorio subito a nord. Durante la conferenza
stampa
verranno resi noti, inoltre, i dati sul livello di consumo di
suolo lungo le
rive del Lambro. Il progetto sarà realizzato grazie al contributo
di Fondazione
Cariplo.
Intervengono:
Alessandro
Lorenzano,
Sindaco Comune di San Giuliano M.se
Andrea
Checchi, Sindaco
Comune di San Donato M.se
Vito
Bellomo, Sindaco
Comune di Melegnano
Damiano
Di Simine, Presidente
Legambiente Lombardia
Andrea
Arcidiacono, Istituto
Nazionale di Urbanistica
giovedì 15 gennaio 2015
Ecomafia 2014 Presentato l’annuale rapporto di Legambiente sulla criminalità ambientale
Milano, 15 gennaio 2015 Comunicato stampa
La Lombardia di
Expo prima regione del nord per reati nel ciclo illegale del cemento, balzo in
avanti nella classifica nazionale del ciclo illegale dei rifiuti: da sesta a
quarta con 448 infrazioni accertate e 24 arresti
“Per combattere
l'illegalità ambientale è indispensabile introdurre subito i delitti contro
l'ambiente nel nostro codice penale”
In Lombardia, nel 2013, sono stati 1268 i reati accertati contro l’ambiente,
1085 le persone denunciate e 339 i sequestri effettuati. Gli arresti sono stati 24, un numero
più basso solo di quello registrato in Campania e Puglia. Inoltre la nostra
regione è la prima tra quelle del Nord nella
classifica nazionale del ciclo illegale del cemento, con 341 persone denunciate e 265 infrazioni accertate. Sono
questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto di Legambiente “Ecomafia
2014” nel suo estratto lombardo presentato
oggi a Milano in una conferenza a cui hanno partecipato Basilio Rizzo,
presidente Consiglio comunale di Milano, David Gentili, presidente della
Commissione consiliare Antimafia del Comune di Milano, Damiano Di Simine,
presidente di Legambiente Lombardia, Lucilla Andreucci, referente di Libera per
la provincia di Milano e Sergio Cannavò, responsabile
Ambiente e Legalità di Legambiente Lombardia.
Una regione che continua a essere uno dei territori in cui
la criminalità ambientale si dimostra più pervasiva e diffusa. Un vero balzo in avanti, infatti, è
quello che la Lombardia compie nella classifica
nazionale relativa al ciclo illegale dei rifiuti, salendo dal sesto al quarto posto, con 448 infrazioni accertate (il 7,8% del
totale nazionale), 376 persone
denunciate e 114 sequestri effettuati, numeri di poco inferiori a quelli
che si sono registrati in Puglia e Calabria.
“La Lombardia è sempre più sotto scacco da parte delle
cosche e delle ecomafie – dichiara Sergio
Cannavò, responsabile Ambiente e Legalità Legambiente Lombardia - che
trafficano e fanno affari ai danni
dell'ambiente e del territorio, spesso con la complicità di colletti bianchi e
di pubblici amministratori. Ne sono esempio lo scioglimento del Comune di
Sedriano per mafia, i tanti casi di corruzione per agevolare trasformazioni
urbanistiche e appalti nel settore ambientale, la comunanza di interessi tra
eco-mafiosi e personale politico accertata in numerosi processi. Ma mentre la
società civile, con fatica, cerca di reagire e rilanciare la lotta contro la
criminalità ambientale, da parte della politica e del mondo imprenditoriale
mancano prese di posizione forti e iniziative concrete”.
Se si accendono i riflettori sulle province lombarde, quella di Bergamo è in testa con 128
infrazioni accertate, segue Milano con 72, Cremona con 63 e Monza con 60.
Mentre, nella serie storica che registra i grandi traffici di rifiuti accertati
dal 2002 ad oggi, la Lombardia occupa purtroppo un posto di primo piano,
essendo stata oggetto di 66 inchieste su 237 (pari al 27,8%), con l'emanazione
di 148 ordini di custodia cautelare e il coinvolgimento di 85 aziende.
Tra i tanti casi di reati gravi lo scioglimento per mafia
del Comune di Sedriano, a poco più di un anno dall'inizio di Expo, dimostra
tristemente l'assedio che le organizzazioni criminali, soprattutto la
'ndrangheta, stanno muovendo sui territori lombardi. Dal decreto di
scioglimento e dalle sentenze è emerso che in quel comune e in altri dell'hinterland
milanese faceva affari un’organizzazione criminale, con a capo una famiglia di
origine calabrese, che grazie a stretti legami con i vertici
dell'amministrazione locale, aveva il monopolio sul movimento terra, poteva
controllare cantieri e il settore dell'intermediazione immobiliare, e si era
infiltrata negli appalti di servizi e di opere pubbliche.
“In Italia e in Lombardia si continuano a commettere reati
contro l'ambiente al ritmo di più di 80 al giorno – insiste Cannavò – il tutto in assenza di una
normativa penale in grado di prevenire e reprimere un fenomeno contro cui forze
dell'ordine e magistratura stanno combattendo una lotta impari, con armi
completamente spuntate. E' da quasi un anno che giace in Senato la proposta di
legge, già approvata a larga maggioranza dalla Camera, che introduce i delitti
contro l'ambiente nel nostro codice penale. Quanti altri disastri ambientali
impuniti si dovranno avere prima che il Senato si decida a legiferare su questo
punto?”
LA CLASSIFICA DELL’ILLEGALITÀ AMBIENTALE IN ITALIA NEL 2013
REGIONE
|
|
INFRAZIONI
ACCERTATE
|
PERCENTUALE
SUL TOTALE
|
PERSONE
DENUNCIATE
|
PERSONE
ARRESTATE
|
SEQUESTRI
EFFETTUATI
EFFETTUATI
|
Campania
|
=
|
4.703
|
16,1%
|
4.072
|
51
|
1.339
|
Sicilia
|
=
|
3.568
|
12,2%
|
3.111
|
9
|
695
|
Puglia
|
↑
|
2.931
|
10%
|
2.759
|
28
|
1.028
|
Calabria
|
↓
|
2.511
|
8,6%
|
2.161
|
19
|
709
|
Lazio
|
=
|
2.084
|
7,1%
|
1.828
|
6
|
507
|
Toscana
|
=
|
1.989
|
6,8%
|
2.008
|
2
|
559
|
Sardegna
|
=
|
1.864
|
6,4%
|
2.173
|
2
|
467
|
Liguria
|
=
|
1.431
|
4,9%
|
1.501
|
2
|
229
|
Lombardia
|
=
|
1.268
|
4,3%
|
1.085
|
24
|
339
|
Veneto
|
↑
|
1.004
|
3,4%
|
1.035
|
0
|
213
|
Emilia
Romagna
|
↓
|
837
|
2,9%
|
1.219
|
1
|
237
|
Basilicata
|
↑
|
821
|
2,8%
|
718
|
12
|
125
|
Abruzzo
|
↑
|
811
|
2,8%
|
705
|
0
|
203
|
Marche
|
↑
|
716
|
2,4%
|
805
|
0
|
323
|
Umbria
|
↓
|
708
|
2,4%
|
742
|
0
|
129
|
Piemonte
|
↓
|
665
|
2,3%
|
998
|
0
|
149
|
Friuli Venezia
Giulia
|
↓
|
549
|
1,9%
|
451
|
1
|
308
|
Trentino Alto
Adige
|
=
|
396
|
1,4%
|
634
|
2
|
107
|
Molise
|
=
|
370
|
1,3%
|
312
|
1
|
82
|
Valle
d'Aosta
|
=
|
48
|
0,2%
|
43
|
0
|
16
|
Totale
|
|
29.274
|
100%
|
28.360
|
160
|
7.764
|
Fonte: elaborazione
Legambiente su dati forze dell’ordine, capitanerie di porto e polizie
provinciali (2013).
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