Si parla sempre dello scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento dei mari, ma come variano le riserve d’acqua dolce (alias le falde acquifere) con il progredire dei cambiamenti climatici?
Al MIT (Massachusetts Institute of Technology) ci hanno pensato e hanno fatto qualche calcolo, arrivando a dire che gli effetti sulle acque sotterranee possono anche essere più rilevanti dei cambiamenti nelle precipitazioni.
Qualche numero, se le precipitazioni dovessero aumentare del 20%, la variazione delle acque di falda può arrivare anche al 40%. Nel caso negativo, ovvero riduzione per esempio del 20%, si può arrivare a una diminuzione del 70% della ricarica delle falde.
Ovviamente nel fare questi conti bisogna tenere in considerazione molti fattori, tra cui il tipo di suolo, il tipo e la quantità di vegetazione, la stagione (ovvero se siamo in momenti di crescita delle piante - che quindi assorbono più acqua - o meno), e il tipo di precipitazioni (se brevi ma intense determinano minor penetrazione nel sottosuolo).
Comunque la ricerca ci dice che l’effetto dei cambiamenti climatici sulle falde sotterranee, e quindi sulle nostre riserve di acqua potabile, è di magnitudo più grave di quello sulle piogge, e quindi decisamente un problema da non sottovalutare.
Fonte: Ecoblog martedì 30 dicembre
Nessun commento:
Posta un commento