mercoledì 26 novembre 2008

Cromo esavalente nella falda di Treviglio

Treviglio Carroccio contro Borghi: «Dall'opposizione faceva interpellanze preoccupate, ora minimizza».
L'assessore: dati non rassicuranti Cromo nell'acqua, la Lega accusa il doppiopesismo del sindaco


DAL NOSTRO INVIATO
TREVIGLIO (Bergamo) — Resta alto a Treviglio l'allarme per l'inquinamento. La terra intrisa di veleni continua a portare nelle case cocktail di sostanze chimiche disparate, frutto dei disastri provocati da varie industrie, tutte ugualmente tossiche e che navigano tra le falde dei pozzi. Concentrazioni nei limiti di legge, certamente, ma spia di una situazione che - per alcuni versi - invece di migliorare peggiora.
E' il caso dell'inquinamento da cromo esavalente che, dopo lo sversamento in una fabbrica di Ciserano, la Castelcrom, da otto anni si insinua nei pozzi di Treviglio. Nel 2001 la Regione avviò una bonifica, ma i risultati - al di là delle strumentalizzazioni di alcune parti politiche non hanno dato i frutti sperati e ora si stima che ci vorranno altri sette anni per liberare i nove pozzi di Treviglio da quel veleno notoriamente cancerogeno. Un sistema per migliorare rapidamente la qualità dell'acqua ci sarebbe: attingere più in profondità (come accade altrove), arrivando a cento metri e oltre (oggi alcuni pozzi di Treviglio si fermano a 40-60 metri). Ma questa soluzione si è arenata nelle pastoie della burocrazia (la legge richiede persino una valutazione di impatto ambientale) e ora è ferma sul tavolo della Regione. Per aggirare gli ostacoli ci vorrebbe quanto meno il riconoscimento del carattere di urgenza dell'intervento e per questo, dice l'assessore all'Ambiente del Comune, Alice Tura, è stato chiesto alle Regione di convocare subito una conferenza dei servizi.
Alle lunghezze della burocrazia si somma la contraddittorietà della legge sui limiti di cromo esavalente. Premesso che nell'acqua potabile non ci dovrebbe essere perché in natura non esiste, la normativa europea fissa limiti solo per il cromo totale (50 microgrammi per litro), che comprende il pericoloso esavalente ma anche il benefico (scherzi della chimica) trivalente. Per il cromo esavalente esiste un limite soltanto per i pozzi di spurgo scavati a fini di bonifica: 5 microgrammi per litro. Detto questo, sino all'inizio del 2008 Arpa e Cogeide (la società che gestisce l'acqua potabile) avevano rilevato in alcuni pozzi punte di oltre 20 microgrammi per il solo esavalente. «Ma - dice Patrizio Dolcini di Legambiente - a preoccupare ci sono anche altre sostanze pericolose, come i nitrati, presenti in percentuali altissime». Secondo i dati dell'assessore siamo a 25-26 milligrammi per litro (il limite è di 50). Questo inquinamento deriva dagli allevamenti di suini e bovini nei comuni circostanti, ma anche da fertilizzanti agricoli. Altri veleni sono stati prodotti da industrie (come la Farchemia o la Baslini) che con l'inquinamento del terreno hanno portato nei rubinetti perfino arsenico e sostanze farmaceutiche come i derivati delle benzodiazepine.
Alcune bonifiche sono in corso, per altre esiste solo un progetto. Il sindaco Ariella Borghi, che dal 2006 guida una giunta di centrosinistra, assicura che la situazione è sotto controllo, anche se l'assessore Tura mentre sfoglia le ultime analisi dell'Arpa dice che «i dati non sono rassicuranti». Critica, ovviamente, l'opposizione. Dice Patrizia Siliprandi (Lega): «Il sindaco quando era all'opposizione faceva interpellanze preoccupate, ora dimostra solo di essere un'irresponsabile.


Fonte: Corriere della Sera 25/11/2008


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse sarebbe meglio verificare alcune aziende di settore nella zona di Zingonia tuttora operanti. La causa della presenza del Cromo esavalente viene esclusivamente connessa alla Castelcrom. E le altre aziende? Sicuro al sabato quando fanno manutenzione sarebbe bene fare un prelievo delle acque in uscita e analizzarle si scoprirebbero dei fuori limite notevoli di Cromo esavalente, metalli, con aggiunta di nitrati.

Anonimo ha detto...

La presenza di Cr esavalente è sicuramente elemento di preoccupazione. Volevo solo fare una precisazione di carattere scientifico: il Cr esavalente esiste in natura (ed è anzi la forma più stabile in ambienti poveri di ossigeno come le acque di falda). Tuttavia, concentrazioni di Cr totale superiori a 1-2 µg/L indicano sicuramente in genere la presenza di apporti legati alle attività antropiche. Di conseguenza, livelli di Cr esavalente di 20µg/L richiedono sicuramente azioni rapide ed adeguate.

Anonimo ha detto...

Ho lavorato in una azienda nella zona di Zingonia.... e confermo che al sabato quando viene effettuata la manutenzione gli scarichi sono aperti ed esce di tutto.... anche in settimana succedeva di scaricare bagni chimici con dentro di tutto senza controllo.... i titolari se ne fregano e pensano solo a produrre e guadagnare. Altro che pensare alle falde acquifere.....!!

Informazioni su Legambiente ha detto...

Mi piacerebbe fare con voi un discorso articolato su questo argomento, vi lascio il miuo numero:
0287386480.

Sarebbe interessante, anche sull'onda di quanto si sta prospettando per Treviglio (apertura nuovi pozzi) non fare cadere nel dimenticatoio le problematiche sull'acqua che avete aperto.

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