Eppure, prima di Venezia, New York. L’anno scorso a luglio il primo cittadino Michael Bloomberg si mise a capo della crociata contro la mineral water con lo slogan: "Dimenticate la minerale e bevete l’acqua che sgorga direttamente in casa vostra". Anche il suo collega di San Francisco invitava a "farsi il pieno". Ma non solo. E così l’acqua della brocca ha iniziato a vedersi anche sui tavoli dei ristoranti più chic e più cool a costo zero. Poi è arrivata la volta del sindaco di Salt Lake City che ha cercato di sensibilizzare i consumatori puntando sulla difesa dell’ambiente. In California numerosi ristoranti hanno iniziato a servire solo ed esclusivamente acqua del rubinetto.
La caraffa torna a sfidare la minerale. Sa più di casa e ti libera dall’ossessione del residuo fisso, dei sali, della dieta e del plin plin. E magari fa risparmiare anche un po’ di vetro, plastica e un bel po’ di soldi. L’America, come spesso accade, in queste cose fa tendenza.
E in Europa? A Roma, dopo 250mila prelievi dai propri acquedotti, il comune ha deciso di rendere pubblica la carta d’identità della propria acqua, che risulta essere buona, fresca e molto meno dispendiosa.
Da 100 a mille volte più economica rispetto all’acqua in bottiglia. Eppure, americani ed europei, italiani in testa, bevono sempre più acqua in bottiglia. Sì, ma quanto contribuiscono al deterioramento dell’ambiente? Todd Jarvis della Water Resources Graduate Program alla Oregon State University, negli Stati Uniti, racconta: "Ogni anno nel mondo si consumano 81 milioni di litri di petrolio e 600 miliardi di litri di acqua per produrre 154 miliardi di bottiglie di minerale. E questo alimenta un business che oggi ha raggiunto oltre i 100 miliardi di dollari all’anno".
In questi locali con il bollino blu sulla vetrina come riconoscimento saranno ben lieti di mettere sul tavolo una brocca d’acque fresca. E a costo zero. A Milano ce ne sono già 25, seguita da Firenze, Torino, Genova e Venezia. A dispetto dei costi folli che può avere una bottiglietta d’acqua. Far risparmiare i cittadini sull’acqua è l’obiettivo anche del Comune di Genova.
Qui l’acqua dell’acquedotto si chiama "Acqua di San Giorgio". A giugno sono state regalate 10mila bottiglie di vetro e 3mila caraffe con il marchio del santo. "Il gusto è gradevole e il costo competitivo: 0,001 euro al litro contro i 30 centesimi medi di quella comperata" dice l’amministratore delegato di Mediterranea delle Acque. E a Milano a Palazzo Marino è scattato ormai l’ordine ufficiale: i consiglieri si disseteranno solo bevendo acqua della brocca. A palazzo l’acqua minerale è bandita.
Articolo de "Il Giornale" di venerdì 27 giugno 2008
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