lunedì 5 agosto 2019

DOSSIER LAGHI 2019: MICROPLASTICHE E MANCATA DEPURAZIONE SONO LE MAGGIORI MINACCE PER GLI ECOSISTEMI LACUALI LOMBARDI

MILANO, 5 AGOSTO 2019                                                                                        COMUNICATO STAMPA

SOLO IL 30% DEI LAGHI LOMBARDI E’ IN STATO ECOLOGICO BUONO, RISPETTO QUANTO PREVISTO DALLA DIRETTIVA UE 2000/60

Legambiente: “Lanciamo un appello a chi frequenta laghi e fiumi: la dispersione anche di piccolissimi rifiuti come fazzoletti, mozziconi di sigaretta o incarti di dolciumi, procurano un danno notevole all’ecosistema e circa un terzo dei rifiuti gettati nel wc arriva direttamente nel lago”

Si è conclusa con l’ultima tappa in Puglia l’edizione 2019 di Goletta dei Laghi. Come ogni anno in Lombardia sono stati oggetto di monitoraggio il Sebino, il Lario, il Verbano, il Ceresio e il Benaco, per un totale di 29 punti di campionamento delle acque. Sulle sponde lombarde dei laghi analizzati, sono risultati entro i limiti 20 punti, mentre inquinati 1 e fortemente inquinati 8. Il Dossier Laghi del Nord 2019 presentato da Legambiente raccoglie l’analisi dell’edizione appena conclusa di Goletta dei laghi e uno storico dei risultati degli anni precedenti che, in molti casi, dimostrano come le problematiche siano croniche (vd. tabelle riassuntive nel dossier allegato)

In 14 anni di campagna attraverso i bacini italiani, la Goletta dei Laghi ha spesso denunciato come i problemi principali dell’inquinamento dei bacini lacustri riguardino i servizi di fognatura e depurazione le cui prestazioni rimangono ben lontane dagli obiettivi previsti dalla normativa ambientale europea. Il trattamento dei reflui urbani in particolare – le acque di scarico degli insediamenti civili ed industriali – resta uno degli interventi più urgenti da realizzare per abbattere i forti carichi di sostanze che raggiungono i corpi idrici senza essere state adeguatamente trattate.
Le cause sono principalmente legate all’immissione di scarichi fognari civili ed industriali non correttamente depurati, al malfunzionamento dei sistemi di depurazione o addirittura all’assenza di tecnologia; all’attivazione degli scolmatori della rete fognaria durante le piene, con conseguente ingresso di carichi inquinanti non depurati; all’impermeabilizzazione del suolo e all’artificializzazione delle sponde che limita fenomeni autodepurativi.

«La grande opera infrastrutturale di cui la Lombardia ha bisogno, forse in assoluto la più grande e più costosa di tutte, è un nuovo sistema drenante e depurante, che assuma come criteri progettuali non più quelli delle vecchie fognature, ma quelli di una gestione integrata ed efficiente delle acque – spiega Lorenzo Baio, responsabile Settore Acqua di Legambiente Lombardia –. O teniamo presente questo orizzonte, per sviluppare piani d'azione e programmi di investimento che vadano in questa direzione, o continueremo ad inseguire emergenze, sversamenti, inquinamenti, ma anche veri e propri rischi sanitari. La qualità dell'acqua è uno dei parametri che concorrono all'ottenimento del buono stato ecologico, come previsto dalla direttiva europea 2000/60, il cui pieno raggiungimento però in Lombardia è ancora lontano».

Pur in presenza di un numero maggiore di punti monitorati risultati entro i limiti di legge per quanto riguarda la balneazione, 20 su 29 campionamenti, gli investimenti e i lavori per adeguare il sistema fognario e di depurazione vanno a rilento. È il caso ad esempio del depuratore dell’Alta Vallecamonica che finalmente sta vedendo la fine dell’iter burocratico, ma per cui occorrerà ancora spettare oltre il 2021 per la messa in funzione. Oppure del miglioramento della rete fognaria della Città di Como, con l’eliminazione degli scarichi nel torrente Cosia che sfocia nel lago. O ancora l’adeguamento delle reti e dei depuratori sul Ceresio che rendono la sponda italiana ben lontana dai risultati di quella svizzera. Per finire sul Garda dove, la scarsa trasparenza verso i territori sta generando un conflitto sociale sulla scelta del sito in cui collocare impianto e scarico delle acque depurate, che non devono finire nel Chiese, fiume in secca per molti mesi all’anno.

Oltre al problema della mancata depurazione, la presenza di plastica sia in acqua che sulle spiagge è diventata una questione la cui soluzione è di primaria importanza, per il benessere dell’ecosistema lacustre e dei frequentatori di queste zone. Dal 2018 tra le attività di monitoraggio svolte dai tecnici di Legambiente durante la campagna Goletta dei Laghi sono stati introdotti anche i campionamenti sulle sponde lacustri. Purtroppo, anche se vengono eliminati i rifiuti visibili agli occhi, c’è una porzione microscopica di plastica che sfugge alle pulizie e che invece resta nell’ambiente e sulle spiagge, a portata delle acque del lago. Sono le microplastiche, campionate dai tecnici della Goletta dei Laghi nei sedimenti delle sponde e analizzate in laboratorio da ENEA. Le attività di campionamento del beach litter (spazzatura spiaggiata) nell’edizione 2019 hanno interessato alcune spiagge dei laghi monitorati nella campagna di Legambiente, grazie all’impegno di decine di volontari dell’associazione e privati cittadini che hanno raccolto, separato e catalogato tutti i rifiuti rinvenuti sui litorali.

L’80% degli oggetti ritrovati sono in plastica, il 5% in vetro e il 5% in carta/cartone. Seguono con minori percentuali metallo, gomma, tessili e legno. In gran parte sono rifiuti che derivano dalla cattiva gestione di quelli urbani e che vengono trasportati dal vento e dalle acque meteoriche dalle zone urbanizzate alla spiaggia, interfaccia con le acque lacustri. Ma il 7% dei rifiuti rilevati provengono anche dalla cattiva depurazione: si tratta di bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie in plastica (al bando in Italia dal gennaio 2019 in favore di alternative biodegradabili e compostabili), blister dei medicinali, aghi da insulina, contenitori delle lenti a contatto, assorbenti, applicatori e altri oggetti di questo tipo che ritroviamo sulle spiagge.

Sono 4 i rifiuti che rappresentano la metà di quelli classificati (su 150 categorie) e sono i mozziconi di sigaretta, in primis, per il 26%, prezzi e frammenti di plastica per il 16%, sacchetti di patatine e incarti di dolciumi per il 7% e cotton fioc per il 5%.

«Siamo nel mezzo della stagione turistica e con l’estate aumentano le occasioni di trascorrere giornate al lago e al fiume – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –.  Per questo cogliamo l’occasione per lanciare un appello di maggior sensibilità a tutti i frequentatori di zone lacustri e delle sponde dei fiumi: la dispersione anche di piccolissimi rifiuti come fazzoletti, mozziconi di sigaretta o incarti di dolciumi procurano un danno notevole all’ecosistema, sia se abbandonati sia se gettati nei tombini. Tutti i rifiuti devono essere riportati a casa e differenziati o conferiti negli appositi cestini ove presenti. Inoltre è necessario rendere consapevoli i cittadini che nulla va gettato nel wc, perché circa un terzo dei rifiuti che finiscono impropriamente nei servizi igienici, arriva direttamente nel lago». 

Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Mob. 3498172191

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