Quasi in tutte le città italiane la qualità dell'oro blu è buona dal punto di vista sanitario. Lo rivela uno studio interuniversitario realizzato all'interno del progetto europeo Eurogeosurvey geochemistry expert group e pubblicato sul settimanale Il Salvagente
Oligominerale, lievemente ferrosa, poverissima di sodio o molto mineralizzata. In Italia l'acqua che esce dai rubinetti di casa cambia molto da città a città, sia dal punto di vista organolettico, cioè per odore e sapore, sia da quello chimico-fisico. La buona notizia è che, quasi ovunque, la qualità dell'oro blu è buona, almeno dal punto di vista sanitario.
La conferma arriva da uno studio interuniversitario realizzato all'interno del progetto europeo Eurogeosurvey geochemistry expert group. I ricercatori italiani hanno analizzato 157 campioni raccolti in casa o alle fontanelle di oltre un centinaio di località al Nord, al Centro e al Sud della Penisola. A partire da questi dati Il Salvagente, in edicola da oggi giovedì 6 ottobre, ha valutato l'acqua di 112 Comuni. Solo in 5 casi l'acqua analizzata non è risultata potabile. A Olbia, Marsala e Picenza, per esempio, è stata riscontrata un'eccessiva concentrazione di nitrati. E sostanze indesiderate sono state trovate anche a Viterbo, Mantova, Siracusa, Quarrata, in provincia di Pistoia, e Caronia, nel messinese.
A parte un limitato numero di città che rappresentano un'eccezione, però, il quadro che emerge è più che soddisfacente. E una volta tanto sembra che anche i consumatori se ne rendano conto. Complice la crisi, infatti, nel 2010, per la prima volta nell'ultimo decennio, i dati di vendita dell'acqua in bottiglia fanno registrare un calo lieve ma significativo, pari a 1,5%.
"La nostra ricerca", spiega al Salvagente il professor Benedetto De Vivo, docente di Geochimica Ambientale all'Università di Napoli Federico II, a capo del gruppo di lavoro italiano, "non pretende di essere esaustiva, dal momento che si concentra sulle caratteristiche geochimiche dell'acqua tralasciando i parametri microbiologici e quelli relativi ai sottoprodotti della disinfezione, ma ha il pregio di concentrarsi direttamente sul liquido che beviamo permettendoci di affermare che la qualità dell'acqua in Italia è buona". E poi aggiunge: "Anche se le poche situazioni anomale riscontrate necessitano di ulteriori approfondimenti".
Il problema più diffuso è quello legato alla eccessiva presenza di nitrati ed è legato all'inquinamento delle falde a causa di pesticidi e rifiuti industriali o urbani. In una città su 4 la concentrazione di questi composti è tale da rendere l'acqua del rubinetto non potabile per i neonati. Bisogna ricordare, infatti, che per i più piccoli il valore guida relativo alla presenza di nitrati è 10 mg/l, mentre per gli adulti è di 50/ mg/l. L'eccessiva esposizione a questa sostanza può causare la metaemoglobina, una malattia che riduce la capacità di trasporto di ossigeno nel sangue.
Le 10 città con la più alta concentrazione di nitrati (espressa in milligrammi per litro)
La conferma arriva da uno studio interuniversitario realizzato all'interno del progetto europeo Eurogeosurvey geochemistry expert group. I ricercatori italiani hanno analizzato 157 campioni raccolti in casa o alle fontanelle di oltre un centinaio di località al Nord, al Centro e al Sud della Penisola. A partire da questi dati Il Salvagente, in edicola da oggi giovedì 6 ottobre, ha valutato l'acqua di 112 Comuni. Solo in 5 casi l'acqua analizzata non è risultata potabile. A Olbia, Marsala e Picenza, per esempio, è stata riscontrata un'eccessiva concentrazione di nitrati. E sostanze indesiderate sono state trovate anche a Viterbo, Mantova, Siracusa, Quarrata, in provincia di Pistoia, e Caronia, nel messinese.
A parte un limitato numero di città che rappresentano un'eccezione, però, il quadro che emerge è più che soddisfacente. E una volta tanto sembra che anche i consumatori se ne rendano conto. Complice la crisi, infatti, nel 2010, per la prima volta nell'ultimo decennio, i dati di vendita dell'acqua in bottiglia fanno registrare un calo lieve ma significativo, pari a 1,5%.
"La nostra ricerca", spiega al Salvagente il professor Benedetto De Vivo, docente di Geochimica Ambientale all'Università di Napoli Federico II, a capo del gruppo di lavoro italiano, "non pretende di essere esaustiva, dal momento che si concentra sulle caratteristiche geochimiche dell'acqua tralasciando i parametri microbiologici e quelli relativi ai sottoprodotti della disinfezione, ma ha il pregio di concentrarsi direttamente sul liquido che beviamo permettendoci di affermare che la qualità dell'acqua in Italia è buona". E poi aggiunge: "Anche se le poche situazioni anomale riscontrate necessitano di ulteriori approfondimenti".
Il problema più diffuso è quello legato alla eccessiva presenza di nitrati ed è legato all'inquinamento delle falde a causa di pesticidi e rifiuti industriali o urbani. In una città su 4 la concentrazione di questi composti è tale da rendere l'acqua del rubinetto non potabile per i neonati. Bisogna ricordare, infatti, che per i più piccoli il valore guida relativo alla presenza di nitrati è 10 mg/l, mentre per gli adulti è di 50/ mg/l. L'eccessiva esposizione a questa sostanza può causare la metaemoglobina, una malattia che riduce la capacità di trasporto di ossigeno nel sangue.
Le 10 città con la più alta concentrazione di nitrati (espressa in milligrammi per litro)
CITTA' | NITRATI |
Marsala (Tp) | 228 mg/l |
Olbia | 64,4 mg/l |
Piacenza | 53,2 mg/l |
Benevento | 36,6 mg/l |
Milano | 36,3 mg/l |
Modena | 28,6 mg/l |
Siracusa | 26,1 mg/l |
Oristano | 24,1 mg/l |
Venezia | 22,8 mg/l |
Treviso | 22,3 mg/l |
Fonte: Il Salvagente - 6 Ottobre 2011
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