MAGENTA (01 luglio 2014) - A seguito della disposizione del Ministero dell’Ambiente, in relazione alle modalità di rilascio dell’acqua della Diga della Miorina con la quale viene imposto di applicare la regola di gestione e quindi di mantenere il lago a livelli prossimi al +1,00 m sullo zero idrometrico di Sesto Calende, il Consiglio di Gestione dell’Ente ha deciso di “dare mandato al vicepresidente, Luigi Duse, e al Direttore, Claudio Peja, di tutelare il Parco del Ticino da eventuali danni all’ecosistema fluviale che la scelta del Ministero potrebbe causare, anche con iniziativa legali” affinché si possano ripristinare in tempi celeri le condizioni per continuare il programma sperimentale di rilascio controllato delle acque interrottosi, di fatto, il 17 giugno scorso. La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio di Gestione del Parco del Ticino
con delibera n. 72 del 25 giugno 2014. Infatti dal gennaio 2009 è in corso il progetto di sperimentazione finalizzato alla definizione del DVM (deflusso minimo vitale) per il fiume Ticino, come da protocollo d’intesa sottoscritto il 03 marzo 2010 tra Regione Lombardia, Regione Piemonte, Provincia di Novara, Provincia di Varese, Provincia di Milano, Provincia di Pavia, Parco Lombardo della Valle del Ticino, Parco Ticino Piemontese e Lago Maggiore, Consorzio
del Ticino. Il programma di sperimentazione, per poter essere realizzato, ha comportato in questi anni la necessità di applicare regole di gestione del deflusso dal Lago Maggiore diverse da quelle previste dall’Accordo Italo-Svizzero del 1940, aggiornato nel 1945, da anni in fase di revisione ed anche in coerenza con quanto aveva imposto il Decreto commissariale n. 39 del 30.06.2008.
La richiesta di sospensione delle modalità di gestione che consentivano di realizzare il programma sperimentale è stato inviato lo scorso 16 giugno dal Ministero dell’Ambiente al Consorzio del Ticino, Ente regolatore delle acque, su sollecitazione delle Autorità elvetiche.
con delibera n. 72 del 25 giugno 2014. Infatti dal gennaio 2009 è in corso il progetto di sperimentazione finalizzato alla definizione del DVM (deflusso minimo vitale) per il fiume Ticino, come da protocollo d’intesa sottoscritto il 03 marzo 2010 tra Regione Lombardia, Regione Piemonte, Provincia di Novara, Provincia di Varese, Provincia di Milano, Provincia di Pavia, Parco Lombardo della Valle del Ticino, Parco Ticino Piemontese e Lago Maggiore, Consorzio
del Ticino. Il programma di sperimentazione, per poter essere realizzato, ha comportato in questi anni la necessità di applicare regole di gestione del deflusso dal Lago Maggiore diverse da quelle previste dall’Accordo Italo-Svizzero del 1940, aggiornato nel 1945, da anni in fase di revisione ed anche in coerenza con quanto aveva imposto il Decreto commissariale n. 39 del 30.06.2008.
La richiesta di sospensione delle modalità di gestione che consentivano di realizzare il programma sperimentale è stato inviato lo scorso 16 giugno dal Ministero dell’Ambiente al Consorzio del Ticino, Ente regolatore delle acque, su sollecitazione delle Autorità elvetiche.
Nella stessa si obbliga il Consorzio del Ticino “ad operare la regolazione dei livelli del
Lago Maggiore mantenendo la regolazione estiva entro il limite di +1,0 m. rispetto allo
zero idrometrico di Sesto Calende, oggi mette a rischio “la vita” del fiume.
L’abbandono delle regole di gestione applicate negli ultimi anni, non garantirà l’acqua
sia al Fiume Ticino che ai concessionari agricoli ed industriali, comporterebbe un grave
rischio per la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali e il peggioramento della qualità
dell’acqua del fiume, dovuto alla minore diluizione che metterebbe a rischio la
fruizione delle sponde.
Grazie all’applicazione di un modello di gestione legato alla sperimentazione in corso,
invece, negli anni scorsi non si erano rilevati tali problemi né erano stati segnalate
problematiche per i territori a monte della Diga della Miorina.
Il vicepresidente del Parco del Ticino Luigi Duse, in merito alla lettera del Ministro dell’Ambiente Galletti (pubblicata oggi sul Corriere della Sera in risposta a quelle di Giulia Maria Crespi, Presidente Onorario del FAI, da sempre attenta amica e sostenitrice del Parco e del Ticino) dichiara: “ Siamo felici dell’interessamento in prima persona del Ministro. Però si parte da un assunto sbagliato. E’ ovvio che il livello del lago influisce sul fiume, e quindi non sono indipendenti i due sistemi di regolazione. Altra cosa che non capiamo è perché si parli di
accordo Italo Svizzero sulla regolazione medesima. Noi non crediamo sia su essa, e anche se fosse è un protocollo del 1940. E’ chiaro a tutti come sia cambiato il mondo e noi ci sentiamo a questo punto in obbligo di tutelare con ogni forma il fiume, il suo ambiente naturale, la biodiversità, gli agricoltori e tutto quanto ne deriva.”
Lago Maggiore mantenendo la regolazione estiva entro il limite di +1,0 m. rispetto allo
zero idrometrico di Sesto Calende, oggi mette a rischio “la vita” del fiume.
L’abbandono delle regole di gestione applicate negli ultimi anni, non garantirà l’acqua
sia al Fiume Ticino che ai concessionari agricoli ed industriali, comporterebbe un grave
rischio per la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali e il peggioramento della qualità
dell’acqua del fiume, dovuto alla minore diluizione che metterebbe a rischio la
fruizione delle sponde.
Grazie all’applicazione di un modello di gestione legato alla sperimentazione in corso,
invece, negli anni scorsi non si erano rilevati tali problemi né erano stati segnalate
problematiche per i territori a monte della Diga della Miorina.
Il vicepresidente del Parco del Ticino Luigi Duse, in merito alla lettera del Ministro dell’Ambiente Galletti (pubblicata oggi sul Corriere della Sera in risposta a quelle di Giulia Maria Crespi, Presidente Onorario del FAI, da sempre attenta amica e sostenitrice del Parco e del Ticino) dichiara: “ Siamo felici dell’interessamento in prima persona del Ministro. Però si parte da un assunto sbagliato. E’ ovvio che il livello del lago influisce sul fiume, e quindi non sono indipendenti i due sistemi di regolazione. Altra cosa che non capiamo è perché si parli di
accordo Italo Svizzero sulla regolazione medesima. Noi non crediamo sia su essa, e anche se fosse è un protocollo del 1940. E’ chiaro a tutti come sia cambiato il mondo e noi ci sentiamo a questo punto in obbligo di tutelare con ogni forma il fiume, il suo ambiente naturale, la biodiversità, gli agricoltori e tutto quanto ne deriva.”
Ufficio Stampa Parco del Ticino
Tel. 02.97210258
E-mail ufficiostampa@parcoticino.it
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