LECCO – Non è affatto un bel quadro quello dipinto da
Legambiente riguardo alla salute del nostro lago: dai rilevamenti
effettuati ogni anno dall’associazione, sono risultati ben 13 punti
critici sui 19 presi in esame, 11 sulla sponda lecchese e solo 2 su
quella comasca.
E’ l’esito del lavoro della Goletta dei Laghi che nelle scorse
settimane ha prelevato campioni di acqua sulla foce di fiumi e torrenti,
in altre in prossimità di scarichi a lago, per verificare se i
parametri fossero o meno nei limiti di legge con analisi chimico-fisiche
compiute direttamente in loco grazie alla strumentazione da campo,
mentre per le analisi microbiologiche sono stati prelevati dei campioni
in barattoli sterili e trasferiti in laboratorio.
I risultati? Pessimi: sono risultati fortemente inquinati i
campioni prelevati a Colico nei pressi della foce del fiume Adda, del
torrente Inganna e del torrente al laghetto di Piona; lo stesso vale per
i campionamenti effettuati a Lecco alle foci dei torrenti Caldone e
Bione, quest’ultimo in corrispondenza dello scarico del depuratore.
“Si
tratta di inquinamento dovuto principalmente agli scarichi fognari ai
quali a volte si aggiungonoanche quelli delle industrie” spiega Barbara Meggetto, direttore di Legambiente Lombardia.
Fortemente inquinati anche i punti di Perledo alla foce del torrente Esino e di Valmadrera alla foce del rio Torto.
Le analisi indicano come inquinati il punto di Dorio presso la spiaggia
LC45, quello di Bellano alla foce del torrente presso la spiaggia di
Oro, quello di Mandello del Lario alla foce del torrente Meria. L’unico
campione che passa l’esame è a Bellano, foce del torrente Pioverna.
Rispetto all’anno scorso, sono due i nuovi punti analizzati dai
tecnici della campagna a seguito delle segnalazioni dei cittadini a Sos
Goletta ed entrambi hanno prodotto risultati superiori alle soglie di
legge: a Colico al laghetto di Piona, a Lecco presso la foce del
torrente Bione.
Secondo Legambiente c’è da considerare che molte situazioni di
inquinamento sono ormai croniche. Lo dimostrano gli esempi di Colico,
alla foce dell’Adda, e di Mandello del Lario, nei pressi del fiume
Meria, per la sesta volta consecutiva fuori dai parametri. Da quattro
edizioni risultano inquinati o fortemente inquinati invece il punto alla
foce del fiume Caldone a Lecco e quello alla foce del torrente Senagra a
Menaggio.
Da sottolineare che i risultati di Legambiente non riguardano
la balneabilità delle acque e la tutela della salute pubblica, sancita
nei giorni scorsi dalle analisi dell’ASL.
“Non abbiamo alcun dubbio che i monitoraggio dell’ASL siano corretti e
che le spiagge monitorate siano sicure per la salute dei cittadini. Noi
monitoriamo i punti più critici con particolare attenzione non solo a
dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove
intravediamo un rischio più elevato di inquinamento – prosegue Barbara
Meggetto – Purtroppo la depurazione e il collettamento delle acque
reflue non emergono quasi mai come come priorità nell’agenda politica
degli enti locali. A dare il cattivo esempio sono per primi i capoluoghi
con depuratori ormai inadeguati e mal funzionanti e addirittura reti
fognarie incomplete”.
E’
il caso di Lecco dove il vecchio depuratore, oltre ai ben noti problemi
olfattivi, porterebbe anche le criticità segnalate da Legambiente: “Lecco,
pur avendo una rete fognaria ormai capillare, soffre di alcune storiche
mancanze, innanzitutto la ormai nota situazione del depuratore, insufficiente sia per quanto riguarda la ricezione che lo scarico delle acque – ha rincarato Pierfranco Mastalli,
presidente del locale circolo di Legambiente – Non meno emblematica la
vicenda del torrente Caldone il cui campione risulta per l’ennesima
volta sopra i limiti di legge senza che ne sia stata individuata la
causa”.
“Abbiamo questa spina nel fianco che è il depuratore, vecchio e sottodimensionato, rispetto al quale va presa una decisione
– ha commentato il vicesindaco Vittorio Campione – Possibili aree di
destinazione nel PGT ci sono, bisogna capire come chiudere la partita
del project financing aperto dall’amministrazione precedente. Piuttosto
che intervenire su quell’area, dove spazi di manovra ce ne sono pochi,
credo sia necessario ragionare sulla costruzione di un depuratore nuovo.
Sarebbe un intervento di medio-lungo termine ma credo che Lecco non si
possa appoggiare su questo depuratore obsoleto. E’ giusto e opportuno
muoversi prima possibile, nel frattempo in questi anni qualche
intervento è stato fatto, le acque di scarico non sono perfette ma
qualche miglioramento c’è stato”.
Fonte: Lecco Notizie.com
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