giovedì 10 luglio 2014

Presentati i risultati del monitoraggio della Goletta dei Laghi sul Lario

13 i punti critici sui 19 rilevati lungo la costa, 11 sulla sponda lecchese e 2 su quella comasca. Sotto accusa anche quest’anno i corsi d’acqua che arrivano al lago. Legambiente: “Troppi punti inquinati. Sono necessari investimenti sul sistema fognario e depurativo”
Sono ancora una volta negative le notizie sulla qualità delle acque del Lario che la Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente per il monitoraggio scientifico delle acque lacustri, realizzata con il contributo di Coou e Novamont, ha diffuso stamattina. Sono 13 i punti critici scovati dai tecnici dell’associazione su 19 rilevamenti effettuati: ben 11 sulla sponda lecchese e 2 su quella comasca.
Pessimo dunque il quadro nella provincia di Lecco. Sulla sponda orientale risultano fortemente inquinati i campioni prelevati a Colico (le foci del fiume Adda, del torrente Inganna e del torrente al laghetto di Piona) e nella città capoluogo (le foci dei torrenti Caldone e Bione e il punto in corrispondenza dello scarico del depuratore).
Fortemente inquinati anche i punti di Perledo alla foce del torrente Esino e di Valmadrera alla foce del rio Torto. Le analisi indicano come inquinati il punto di Dorio presso la spiaggia LC45, quello di Bellano alla foce del torrente presso la spiaggia di Oro, quello di Mandello del Lario alla foce del torrente Meria. L'unico campione che passa l'esame è a Bellano, foce del torrente Pioverna.
Rispetto all'anno scorso, sono due i nuovi punti analizzati dai tecnici della campagna a seguito delle segnalazioni dei cittadini a Sos Goletta ed entrambi hanno prodotto risultati superiori alle soglie di legge: a Colico al laghetto di Piona, a Lecco presso la foce del torrente Bione.
Appare migliore il riscontro ottenuto sulla sponda comasca: fortemente inquinato risulta il punto alla foce del torrente Senagra a Menaggio, a Como è inquinato il canale del depuratore presso i giardini del mausoleo di Volta. Entro i limiti di legge rimangono il campione prelevato a Como presso il lido di Villa Olmo e quelli di Lezzeno, Cernobbio, Argegno e  Dongo.
Da considerare inoltre che molte situazioni di inquinamento sono ormai croniche. Lo dimostrano gli esempi di Colico, alla foce dell’Adda, e di Mandello del Lario, nei pressi del fiume Meria, per la sesta volta consecutiva fuori dai parametri. Da quattro edizioni risultano inquinati o fortemente inquinati invece il punto alla foce del fiume Caldone a Lecco e quello alla foce del torrente Senagra a Menaggio.
I dati confermano dunque che i problemi per il lago continuano ad arrivare direttamente dai corsi d’acqua, anche quelli minori, i quali ancora scontano i ritardi nel collettamento dei reflui fognari.
E se le analisi microbiologiche non sono rassicuranti, non lo sono neppure quelle relative allo stato ecologico: manca infatti solo un anno al 2015, quando secondo la direttiva europea 2000/60 tutti i corpi idrici devono raggiungere uno stato ecologico buono. Traguardo ancora lontano per quanto riguarda il Lario che risulta in stato sufficiente.
I risultati del monitoraggio della seconda tappa della Goletta dei Laghi, realizzata con il contributo del Coou (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e di Novamont, sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa a Lecco presso la sala del Consiglio Comunale da Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi, Virginio Brivio, Sindaco del Comune di Lecco, Vittorio Campione, Vicesindaco del Comune di Lecco, Pierfranco Mastalli, presidente del circolo Legambiente di Lecco, Enzo Tiso del circolo Legambiente di Como e Costanza Panella, presidente del circolo Legambiente Lario sponda orientale.
“Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione non solo a dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008 – commenta Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi - Purtroppo la depurazione e il collettamento delle acque reflue non emergono quasi mai come come priorità nell'agenda politica degli enti locali. A dare il cattivo esempio sono per primi i capoluoghi con depuratori ormai inadeguati e mal funzionanti e addirittura reti fognarie incomplete”.
“E' proprio il caso della città di Como – segnala Enzo Tiso del circolo locale di Legambiente -  dove basta una pioggia abbondante per trasformare piazza Cavour in una distesa di liquami. Questo perchè esistono ancora tratti in cui convivono ancora acque bianche e acque nere, oltre a scarichi non depurati nei corsi d'acqua della città. Problemi conosciuti ormai da anni e che le passate amministrazioni hanno sempre sottovalutato. Ci attendiamo dal nuovo governo locale un deciso cambio di rotta".
“Per rimanere sulle grandi città – rincara Pierfranco Mastalli, presidente del locale circolo di Legambiente – Lecco, pur avendo una rete fognaria ormai capillare, soffre di alcune storiche mancanze, innanzitutto la ormai nota situazione del depuratore, insufficiente sia per quanto riguarda la ricezione che lo scarico delle acque. Non meno emblematica la vicenda del torrente Caldone il cui campione risulta per l'ennesima volta sopra i limiti di legge senza che ne sia stata individuata la causa".
Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e in particolare del mare e dei laghi, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, direttore della Comunicazione del COOU. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Nel 2013, nella zona che circonda il Lario, il Consorzio ha recuperato 2.812 tonnellate di oli lubrificanti usati – 1.627 in provincia di Como e 1.185 in provincia di Lecco - evitandone così lo sversamento nell’ambiente.
Lago
Regione
Pv
Comune
Punto
Giudizio
Goletta dei Laghi
2014

 
 
Lario
Lombardia
LC
Colico
Foce fiume Adda
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Colico
Foce torrente Inganna
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Colico
Foce torrente presso laghetto di Piona
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Lecco
Foce torrente Caldone presso centro canottieri
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Lecco
Scarico depuratore di Lecco
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Lecco
Foce torrente Bione
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Perledo
Foce torrente Esino
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Valmadrera
Foce Rio Torto
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Dorio
Spiaggia LC45 presso scarico depuratore
Inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Mandello del Lario
Foce torrente Meria
Inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Bellano
Foce torrente presso spiaggia di Oro
Inquinato
 
Lario
Lombardia
LC
Bellano
Foce torrente Pioverna
Entro i limiti di legge
 
Lario
Lombardia
CO
Menaggio
Foce torrente Senagra presso il lido
Fortemente inquinato
 
Lario
Lombardia
CO
Como
canale depuratore presso  mausoleo di A. Volta
Inquinato
 
Lario
Lombardia
CO
Como
Lido Villa Olmo
Entro i limiti di legge
 
Lario
Lombardia
CO
Lezzeno
Foce torrente Bagnana
Entro i limiti di legge
 
Lario
Lombardia
CO
Cernobbio
Foce torrente Breggia
Entro i limiti di legge
 
Lario
Lombardia
CO
Argegno
Foce torrente Telo
Entro i limiti di legge
 
Lario
Lombardia
CO
Dongo
Foce torrente Albano
Entro i limiti di legge
 
Il monitoraggio scientifico
I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che anticipa di qualche giorno l’equipaggio impegnato nella comunicazione. Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo mentre i campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell'analisi, che avviene nel laboratorio mobile entro le 24 ore dal prelievo. Come da normativa “il punto di monitoraggio è fissato dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento in base al profilo delle acque di balneazione. I parametri presi in considerazione sono gli stessi previsti per i controlli sulla balneazione in base al Decreto Legislativo del 30 maggio 2008 n° 116.
Legenda:
INQUINATO: Enterococchi Intestinali maggiore di 500 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 1000 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi Intestinali maggiore di 1000 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 2000 UFC/100ml

Fonte: Ufficio stampa Goletta dei Laghi: Marco Fazio 346/4034528
golettadeilaghi@legambiente.it

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