Grande
soddisfazione di Legambiente che si era costituita parte
civile nel processo
“Risultato
storico: rispettato il principio del chi
inquina paga”
Grande
soddisfazione in casa Legambiente per la notizia delle
condanne che vanno dai 2
anni fino alla pena massima di 6 anni e sei mesi per 4 dei 5
imputati della
dirigenza della Tamoil di Cremona, ritenuti
colpevoli di disastro ambientale
e omessa bonifica per aver inquinato i terreni nei pressi della
raffineria. Un
risultato che l’associazione ambientalista non fatica a definire
storico perché
premia l’impegno di chi da sempre combatte contro i nemici
dell’ambiente.
“Da molto tempo
attendevamo questa sentenza
– dichiara l'avvocato Sergio Cannavò, del Centro di Azione
Giuridica di
Legambiente Lombardia – e finalmente si sono stabilite le
responsabilità nei
confronti di chi per anni ha inquinato i terreni di Cremona,
mettendo in
pericolo la salute dei cittadini, e che ora dovrà risarcire la
popolazione dei
danni causati dalla propria condotta. Nonostante le tante
difficoltà, derivanti
da un quadro normativo non particolarmente efficace in materia
ambientale e
dalle lungaggini per la messa in sicurezza e bonifica dell'area,
oggi è stato
rispettato il principio del chi
inquina paga”.
A processo erano
finiti nel 2010 alcuni dei
dirigenti che si sono susseguiti ai vertici dell'azienda tra il
2001 e il 2008,
a cui la Procura della Repubblica di Cremona ha contestato i
reati di
avvelenamento delle acque pubbliche, disastro ambientale, omessa
bonifica e superamento
dei limiti previsti dalla legge per gli scarichi industriali. La
vicenda
giudiziaria si è concentrata sulle condotte aziendali a partire
dal 2001, quando
fu accertato l'inquinamento da idrocarburi pesanti nel terreno.
Successivamente
si era rivelata una contaminazione estesa anche nella falda
acquifera. La
società petrolifera per anni ha cercato di scaricare le proprie
responsabilità
addebitando le cause dell’inquinamento ai precedenti proprietari
della
raffineria.
In questo processo
Legambiente Lombardia si
è costituita parte civile insieme al “Dopolavoro Ferroviario”,
ad alcuni soci
delle società canottieri “Bissolati” e “Flora” e al cittadino di
Cremona Gino
Ruggeri, che è intervenuto in sostituzione dell'amministrazione
comunale. “Dal
processo sono emerse alcune importanti verità – prosegue Cannavò
- come ad esempio
lo stato di totale degrado del sistema fognario della raffineria
che si è
protratto fino al 2009 o la poca incisività con cui gli enti di
controllo hanno
partecipato al procedimento amministrativo volto alla messa in
sicurezza e alla
bonifica dell'area. Prendiamo atto di questo risultato positivo,
ma continuiamo
a chiedere quelle riforme necessarie per realizzare una piena
tutela penale
contro le più gravi forme di inquinamento: l'introduzione dei
delitti contro
l'ambiente nel nostro ordinamento, la drastica riduzione dei
tempi della
giustizia penale e la revisione dell'istituto della
prescrizione”.
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