martedì 27 luglio 2010

Regione, svolta per l’acqua «Gestione a Provincia e privati»

Il piano tariffario prevede un ritocco di due centesimi. Podestà: crollo entrate, a noi i ricavi del bollo auto

MILANO - Addio acqua del sindaco. Il decreto Ronchi sulla liberalizzazione dei servizi pubblici sta per entrare in Lombardia. Il servizio di erogazione dell'acqua finirà nelle mani di tante società miste, controllate al 60% dalle singole Province. Le restanti quote azionarie saranno però messe sul mercato attraverso gare pubbliche, con la possibilità, tutt'altro che remota, che anche i privati entrino nel business dell'acqua. La liberalizzazione è pronta. La Regione Lombardia approverà in giunta prima dell'estate la nuova legge che recepirà le direttive del decreto Ronchi. Materia complicata, quella della gestione e dell'erogazione dell'acqua dei rubinetti. Il quadro legislativo è complesso e in continua mutazione. C'è il decreto Ronchi, ma c'è anche la bocciatura arrivata dalla Corte costituzionale alla precedente legge regionale. Un vuoto normativo a cui il Pirellone porrà rimedio già nelle prossime settimane. Ieri l'assessore all'Ambiente Marcello Raimondi ha incontrato i presidenti delle province lombarde per concordare le linee-guida della prossima legge regionale.

Lo schema di partenza è confermato: ci sarà un soggetto gestore, la Provincia, che sostituirà gli Ato, le agenzie territoriali destinate a immediata scomparsa, e ci sarà poi un soggetto erogatore. La liberalizzazione imposta da Ronchi interverrà proprio qui: si creeranno, in pratica, tante società miste controllate dalle singole Province che dovranno però affidare, attraverso gara pubblica, la gestione del restante 40% del pacchetto azionario. L'opposizione di centrosinistra è scettica. «L'acqua - dice il capogruppo pd in provincia Matteo Mauri - è un bene raro e da preservare. Oggi più che mai deve diventare un diritto universale da garantire a ciascun individuo e in quanto tale non deve essere soggetto alle dinamiche di mercato e il suo servizio non deve essere determinato esclusivamente dall'incontro di domanda e offerta. Vigileremo e faremo la nostra parte fino in fondo per impedire che si privatizzi una risorsa così preziosa».

Anche in Comune ieri s'è parlato di acqua e dei suoi costi. Dopo l'aumento di sei centesimi al metro cubo (da 0,54 a 0,60) decisa settimana scorsa, il piano tariffario prevede un ulteriore ritocco di due centesimi per l'anno prossimo. «Ma nel 2027 - hanno assicurato l'assessore al Bilancio Giacomo Beretta e il rappresentante dell'Ato - l'acqua milanese costerà soltanto 0,72 centesimi». Soddisfatto il verde Enrico Fedrighini: «Il piano di investimenti sulla rete idrica pubblica milanese presentato in Commissione rappresenta una risposta credibile alle spinte legislative della Regione verso la privatizzazione del settore». Dall'acqua alle auto. Ieri i presidenti della Province lombarde si sono incontrati a Palazzo Isimbardi per parlare (anche) degli effetti della manovra di Tremonti. Al governo chiedono per il futuro fonti d'entrata certe e stabili. La riscossione del bollo auto, per esempio, da sfilare alle Regioni e da affidare alle Province. «Il bollo auto - ha spiegato il presidente milanese Guido Podestà - ci consentirebbe di modulare i nostri interventi su un gettito costante».

Fonte: Corriere della Sera - articolo di Andrea Senesi

venerdì 23 luglio 2010

Fagnano, la schiuma nell'Olona colpa delle fogne sottodimensionate

FAGNANO OLONA Potrebbe essere attribuita proprio al sottodimensionamento delle condutture fognarie, la fuoriuscita di schiuma che lo scorso 25 giugno ha causato la morte di migliaia di pesci nel tratto di fiume compreso tra Fagnano e Olgiate Olona. Questa almeno la causa individuata da Arpa, in seguito ad una serie di sopralluoghi: l'amministrazione comunale di Fagnano Olona, alla luce di quanto emerso, si dice pronta ad intervenire e probabilmente si tratterà di rifare l'intera rete fognaria dell'area industriale costruita non molti anni fa.
La schiuma era fuoriuscita dallo scolmatore di piena del collettore comunale, riversandosi direttamente nel corso d'acqua inquinando l'Olona. Seppur la segnalazione fosse arrivata in maniera tempestiva, verso le 12, l'orario in cui sono intervenuti sul posto i tecnici di Arpa, la sostanza bianca era già andata via. Non è stato quindi possibile individuare, attraverso le analisi, la sostanza inquinante: al momento dell'arrivo dei tecnici la situazione era già tornata alla normalità. Normalità che certo però non prevede il galleggiamento di centinaia di pesci morti sul pelo dell'acqua.
Il 30 giugno l'amministrazione comunale, convinta che il problema fosse da cercare altrove, aveva effettuato un sopralluogo presso un'azienda che già in passato aveva avuto problemi di sversamento fuori norma: in questo caso, però, gli accertamenti analitici non hanno evidenziato il superamento dei limiti di nessun parametro. Da lì i primi sospetti che il problema si nascondesse nelle strutture comunali. «Come amministrazione di Fagnano – fa sapere l'assessore all'Ecologia Giacomo Navarra - tramite l'ufficio Tutela Ambiente, da tempo stiamo monitorando attentamente la presenza di schiuma nel fiume Olona. Arpa ci ha confermato fra le possibili cause proprio il sottodimensionamento delle condutture e il sovrappieno della cameretta della fognatura in rapporto all'utenza che insiste su di esso». In sostanza le condutture non sarebbero in grado di contenere gli scarichi delle aziende, seppur a norma, che fuoriescono dagli scaricatori o scolmatori di pieno anche in periodi di magra, andando direttamente nel fiume senza passare per il depuratore consortile al quale sono allacciati (solitamente la schiuma fuoriesce di venerdì, quando le aziende puliscono le vasche delle tintorie).
L'amministrazione a questo punto si dice comunque pronta a riparare il possibile guasto tecnico rilevato: «Chiederemo agli uffici competenti un'attenta valutazione al fine di porre definitivamente una soluzione a questo problema, anche se sappiamo fin dall'inizio che i costi saranno alti ed eventualmente chiederemo sostegno alla Regione o ad altri Enti - commenta ancora Navarra – questi fenomeni non si devono verificare più. Detto ciò continueremo comunque a dialogare e a effettuare controlli nelle aziende». L'assessore tiene però a precisare che qualsiasi errore a tecnico di progettazione nelle reti non è imputabile all'attuale amministrazione. «Non credo sia un problema politico, ma tecnico – commenta il capogruppo d'opposizione Santi Di Paola, vicesindaco nella scorsa legislatura – se c'è un problema va risolto per il bene dell'ambiente. Durante la nostra amministrazione non si sono mai verificati fenomeni di inquinamento di tale portata, ma Fagnano è cresciuta molto negli ultimi anni, sono arrivate nuove aziende e le infrastrutture potrebbero non essere più sufficienti».


Fonte: La Provincia di Varese - articolo di Valeria Arini del 23/07/2010

giovedì 22 luglio 2010

Il Lambro finisce in un'interrogazione: Cavalli dell'Idv: «Serve più trasparenza»



Sbarca al Pirellone un'interrogazione per fare chiarezza su quanto accaduto nelle acque del Lambro. A presentarla è il gruppo Italia dei Valori, di cui fa parte anche il consigliere lodigiano Giulio Cavalli che, per la stesura del testo, ha collaborato con Legambiente. Dopo il disastro ecologico del febbraio scorso quando, con un atto doloso, sono stati sversati nel grande fiume oltre 2 milioni di litri di gasolio e olio combustibile, Cavalli punta a fare luce sulle reali dimensioni del disastro e sulle iniziative future a tutela del Lambro e di tutti i comuni che hanno subito e subiscono le conseguenze di un dramma ecologico di portata spaventosa. «Passata l'onda emotiva, adesso è tempo di fare chiarezza sull'accaduto -- ha detto in merito il consigliere regionale dell'Idv, Cavalli -- e su come si intende salvare il fiume». L'attore lodigiano che ha deciso di portare il suo impegno civile in politica ha anche chiesto «trasparenza» a favore dei cittadini, «perché siano realmente informati sulle dimensioni del disastro e sulle conseguenze che ha determinato». Non ultima secondo Cavalli, la necessità di stabilire la verità su un altro aspetto ovvero quello della natura delle sostanze che sono state riversate nelle acque del Lambro, per capire se gli idrocarburi arrivati anche nel Lodigiano fossero o meno commercializzabili, assecondando l'ipotesi che forse si nasconda molto altro dietro lo sversamento. Tra i punti dell'interrogazione a cui sarà chiamata a rispondere la giunta regionale c'è anche la questione economica. «Ora la giunta -- ha chiuso Cavalli -- illustri chiaramente quando è stato stanziato, quanto ancora vuole impegnare per il recupero del fiume e come intende utilizzare queste risorse». L'interrogazione è stata scritta in collaborazione con Legambiente, «che sembra una sorta di spilla che molti si mettono in campagna elettorale -- ha aggiunto il consigliere regionale -- e che tutti poi dimenticano, come gli idrocarburi del Lambro che noi non abbiamo fatto scivolare via dal nostro impegno politico». Dall'Idv è arrivato anche l'allarme per le irrigazioni nei campi che hanno ottenuto il via libera dell'Arpa, «che però non ci rassicura per niente -- ha spiegato Cavalli - : per questo vogliamo dati precisi sullo stato dell'inquinamento del fiume e su quanto si pensa di fare».

Fonte: Il Cittadino di Lodi 22/07/2010

mercoledì 21 luglio 2010

Inquinamento nel Gambara: pesci morti e acque sporche


Il corso d'acqua mostra preoccupanti segnali di inquinamento. I comuni raccomandano di non usare l'acqua per irrigare e di non pescare. Si attendono ulteriori rilievi dell'Arpa


Gambara, 20 luglio 2010 - La fonte dell'inquinamento del fiume Gambara, secondo la polizia provinciale avrebbe origine nell'omonimo comune della provincia di Brescia. Le cause più probabili per ora sono uno sversamento abusivo di sostanze chimiche, ma c’e’ chi ipotizza anche che nel Gambara siano arrivati liquami da qualche allevamento di suini. Nel fiume, che scorre fra le province di Brescia e Cremona, stamattina erano centinaia i pesci che galleggiavano senza vita e il colore delle acque risultava visibilmente alterato.

Segnali preoccupanti che hanno spinto i comuni della zona a sconsigliare l'utilizzo delle acque del fiume per l'irrigazione dei campi unitamente alla raccomandazione di non pescare. A seconda delle informazioni che arriveranno nelle prossime ore dai rilievi dell'Arpa e delle provincia le Amministrazioni locali delle località interessate potrebbero emanare apposite ordinanze.

Fonte: Il Giorno di Brescia

martedì 13 luglio 2010

Big Jump: Un grande tuffo dove l'acqua non è proprio blu...


Altro che nuotarci entro il 2015 come assicurava il Presidente Formigoni, il Lambro oggi assomiglia più ad uno scarico fognario che ad un fiume. Secondo i dati Arpa raccolti negli ultimi anni, lo stato delle acque del Lambro resta sconsolante, senza nessun segnale positivo per quanto riguarda il tratto brianzolo del fiume, e con un miglioramento per la parte bassa del corso, a valle di Melegnano, dovuto al funzionamento dei depuratori della città di Milano, ma insufficiente ad attribuire al fiume un punteggio migliore di quello 'scadente', secondo i parametri definiti dall'Unione Europea.


I valori pubblicati da ARPA Lombardia mostrano livelli molto alti di coliformi, fosforo e azoto ammoniacale e nitrico. Le analisi, condotte tra il 2006 e il 2008, hanno registrato valori anche superiori a 100.000 coliformi ogni cento millilitri d'acqua nel tratto di fiume compreso tra lo scarico del depuratore di Monza -al confine con Cologno- e Melegnano. Concentrazioni altissime se si pensa che il limite di riferimento in questo caso è 1.000 u.f.c./100 ml, soglia per lo stato di qualità “buono” delle acque e riferimento per la balneabilità. Lievemente migliore la situazione nel tratto brianzolo, dove la carica batterica si mantiene su livelli dell'ordine delle 20.000 unità, ma per trovare livelli compatibili con la balneazione bisogna risalire fin quasi alle sorgenti del fiume, in Vallassina. Il fiume si mantiene comunque vivo, anche se con acque di qualità non buona, fino al capoluogo brianzolo, poi il KO con lo scarico del depuratore di San Rocco di Monza: coliformi alle stelle, grave e persistente contaminazione da ammoniaca e carichi organici lo rendono, per molti chilometri a valle, del tutto inidoneo alla vita di pesci e altri organismi acquatici, se si escludono i miliardi di vermi tubificidi, avidi di detriti organici. Le concentrazioni di ammoniaca sono anche 60 volte superiori al consentito per acque di buona qualità, 15 volte per il fosforo. Questi sono alcuni dei dati raccolti dal 'numero zero' del dossier che a partire da quest'anno sarà il termometro di Legambiente per misurare il raggiungimento dell'obiettivo 'Lambro balneabile nel 2015', annunciato autorevolmente dal Presidente Formigoni all'indomani del disastro di Villasanta dello scorso febbraio.
Molte sono le cause che rendono il Lambro uno dei fiumi più inquinati della Lombardia. Innanzitutto gli scarichi civili ed industriali non depurati che continuano a riversarsi nel fiume, compresi quelli illegali. A questi si aggiunge poi l'azione degli sfioratori di piena che molto spesso determinano fenomeni intensi di inquinamento per il loro sistematico malfunzionamento. Ma anche quando le acque vengono depurate non sempre il Lambro ne trae giovamento, a causa della bassa tecnologia dei depuratori costruiti nel secolo scorso, che determina una qualità degli scarichi insufficiente anche rispetto ai limiti di legge disposti dal Dlgs 152/2006. Il dossier di Legambinete denuncia anche lo scempio compiutosi sull'asta del fiume a causa di un eccessivo consumo di suolo: tutti i problemi del bacino Lambro–Seveso–Olona sono aggravati dall'elevato livello di artificializzazione del territorio, soprattutto nella fascia pedemontana: nelle province di Varese, Como, Lecco, Monza e Milano oltre 151.000 ettari di superficie sono urbanizzati (quasi la metà del dato dell'intera regione) mentre il territorio agricolo superstite è di soli 147.000 ettari.
Ma già al numero zero del rapporto emerge chiaramente qualcosa che non funziona: infatti i dati disponibili sono scarsi e non aggiornati, poiché non sono ancora accessibili in alcun modo dati sullo stato del Lambro raccolti nel 2009, non pubblicati perchè non ancora validati da ARPA.
“Condividiamo la battaglia per il Lambro balneabile nel 2015, ma vogliamo giocare a carte scoperte – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – i dati sullo stato di salute del fiume devono essere raccolti con continuità e resi immediatamente pubblici. Basta misteri sullo stato delle acque superficiali lombarde, non si possono avere acque pulite se non c'è trasparenza sui monitoraggi dei corsi d'acqua. Se la politica lombarda vuole salvaguardare i fiumi, tenga i dati ben in vista, di misteri ne abbiamo già visti fin troppi nel disastro ambientale di Villasanta ed ogni qual volta si verifica uno sversamento o una moria di pesci”.
In ogni caso, balneabile o meno, Legambiente non aspetta il 2015 e oggi si getta nel fiume per il Big Jump: il 'grande salto' che si è svolto questa mattina contemporaneamente in tutti i grandi fiumi europei per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla qualità delle acque e sul recupero della balneabilità nei grandi corsi d'acqua, ma anche per ricordare alla politica che la buona qualità dei corsi d'acqua entro il 2015 non è una graziosa concessione di qualche governatore, ma un obbligo imposto dalla direttiva europea sulle acque (dir. 2000/60 CE), a cui le regioni del Bacino del Po hanno già annunciato di voler derogare per diversi fiumi, rinviando questo obiettivo al lontano 2027 e limitandosi, per il 2015 a raggiungere uno stato di qualità 'sufficiente'. Obiettivo che, nelle condizioni in cui versa il Lambro, non è per nulla scontato.
E così un gruppo di temerari ambientalisti ha sfidato le acque inquinate del Lambro proprio per ribadire che questo fiume deve tornare ad una condizione accettabile di salute. L'iniziativa di Legambiente si è svolta ad Agliate (MB) e ha visto la partecipazione di diverse associazioni tra le quali gli Amici della Natura, l'Associazione Le Contrade e Commissione Cultura Alternativa, in collaborazione con Contratto di Fiume di Regione Lombardia e Parco Valle Lambro, ma anche con il patrocinio dei comuni di Carate Brianza, Verano Brianza e Triuggio.

“Un tuffo tutti insieme per accendere i riflettori su questo fiume e ricordare al Presidente Formigoni il suo impegno per un Lambro balneabile entro il 2015 – riassume Legambiente – un impegno che è quasi una missione impossibile, se non si programmano investimenti enormi, a partire dal potenziamento del depuratore di Monza e dal ridisegno della rete di collettori e fognature: dobbiamo essere consapevoli che il Lambro non si ripulirà da solo, occorrerà un enorme impegno e una adeguata dotazione di risorse finanziarie per raggiungere l'obiettivo imposto dalla UE”.

La causa è il caldo non l'inquinamento

Si pensava a una nuova emergenza inquinamento, in realtà la colpa è tutta del caldo che asciuga il fiume e non permette una buona ossigenazione delle acque. A farne le spese decine di pesci morti.

Monza, 10 luglio 2010 - Per qualche ora, è sembrato un «giallo». Decine di pesci sono stati trovati morti sulle sponde del Lambro, in particolare all’interno del Parco, all’altezza del Ponte delle Catene. E il pensiero è corso a quanto era accaduto il 23 febbraio scorso, quando dalla Lombarda Petroli, l’ex raffineria di Villasanta, erano stati sversate 2.600 tonnellate di gasolio e olio combustibile finite malauguratamente proprio nel Lambro e di qui fino al Po. Stavolta, per fortuna, quanto accaduto alla Lombarda Petroli non c’entrava niente. I pesci erano morti per una banale atossia, una mancanza di ossigeno come capita sovente in questa stagione.

Dunque, nessun veleno, nessuno sversamento malandrino, niente di niente. Prima di giungere a questa verità, erano però trascorse ore di apprensione. Partiamo dall’inizio. Le prime segnalazioni arrivano nel tardo pomeriggio di mercoledì. Qualcuno si accorge che sta accadendo qualcosa di particolare: ci sono diversi pesci (decine?) arenati sulle sponde e fra i sassi del Lambro, vicino al Ponte delle Catene. Dalle carcasse dei pesci emana odore di putrefazione. La segnalazione arriva subito a giornali e televisioni, la notizia monta.La segnalazione è già arrivata però intanto anche alle guardie ecologiche del Parco Regionale Valle del Lambro, che vanno a ispezionare il tratto di fiume che va da Cascina San Giorgio a Villasanta. I tecnici del Parco e dell’Arpa analizzano le acque del fiume: non c’è traccia di sostanze inquinanti. Viene invece rilevata una presenza inferiore alla media di ossigeno (7,7 mlg per litro contro una media stagionale di 9.2 mlg per litro).

"La maggior parte di pesci morti - precisano - sono stati trovati in tratti di fiume dove l’acqua era molto poca, con temperatura molto alta e dove la presenza di ossigeno era particolarmente bassa. Questo fa ritenere che la morte dei pesci sia da attribuire non a un’azione inquinante, ma a cause naturali. E in particolare a tre fattori: scarsità delle piogge, scarsità dell’acqua del fiume e mancanza di ossigeno".

E, col caldo, evapora pure il «giallo».

Fonte: Il Giorno articolo di Dario Crippa

Domenica 11 luglio: pronti per il Big Jump


Il Big Jump è una campagna europea di European Rivers Network (ERN) e dei suoi partners su iniziativa del suo fondatore Roberto Epple. L’iniziativa consiste in un grande tuffo che avrà luogo in tutti i grandi bacini idrografici europei. Alla stessa ora tutti i partecipanti d’ Europa si tufferanno e nuoteranno nei più importanti fiumi della propria città per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla qualità delle acque e sul recupero della balneabilità nei grandi corsi d’acqua. L’appuntamento per tutti i partecipanti è fissato per domenica 11 luglio alle ore 15.00.

“I fiumi italiani – commenta Legambiente che gestisce l’organizzazione italiana di Big Jump - costituiscono un patrimonio importantissimo per il nostro Paese: paesaggi ed ecosistemi che contribuiscono a rendere unica l’Italia. Spesso, però, sono aggrediti da abusivismo, inquinamento, escavazioni in alveo, cementificazioni, consistenti captazioni delle acque per uso idroelettrico o irriguo. Il fiume non può essere considerato “altro” rispetto al territorio in cui è inserito, esso vive in un territorio e lo fa vivere in un intreccio di equilibri che pone la sua radice nella notte dei tempi. Solo con il recupero di questo antico rapporto, attraverso un corretto uso congiunto suolo-acqua e una razionale destinazione d’uso dei territori, è possibile ritornare almeno in parte all’equilibrio perso e attenuare così i paurosi effetti degli eventi estremi con i quali ci toccherà fare i conti nel futuro prossimo anche a causa dei cambiamenti climatici. La balneabilità dei fiumi, soprattutto nelle città, - conclude Legambiente - sembra oggi un’utopia, eppure solo 50 anni fa era normale per i cittadini cercare refrigerio dal caldo estivo nelle acque dei corsi d’acqua“.

Diversi saranno i punti in Italia nei quali verrà effettuato il Big Jump. L’evento di punta però sarà però quello di Torino presso il Punto Verde della Circoscrizione in Corso Moncalieri 18. L’evento farà parte del più ampio programma della festa estiva di Legambiente, Festambiente.

Fonte: News Notizie di Roberto D’Amico

Legambiente: "Domenica Big Jump nel Lambro"


Il "grande tuffo" si svolgerà contemporaneamente in tutti i grandi bacini idrografici europei. La festa sul fiume sarà organizzata in prossimità del ponte di Agliate.

Monza, 10 luglio 2010 - Domenica 11 luglio torna il Big Jump nei fiumi della Lombardia: un grande tuffo che si terrà contemporaneamente in tutti i grandi bacini idrografici europei. L'evento principale lombardo si svolgerà sul Lambro, il fiume che solo qualche mese fa ha subito lo sversamento di oltre 2600 tonnellate di idrocarburi fuoriusciti dalla Lombarda Petroli di Villasanta a Monza.

A Carate Brianza, frazione Agliate, Legambiente, Amici della Natura, Associazione Le Contrade e Commissione Cultura Alternativa, in collaborazione con Contratto di Fiume di Regione Lombardia e Parco Valle Lambro, organizzano una festa sul fiume Lambro in prossimità del ponte di Agliate: vi saranno stand delle associazioni e laboratori/giochi per bambini. Alle 10 è prevista, per i coraggiosi, una discesa in canoa dalla zona Lamplast ad Agliate. Alle ore 11.30 ci sarà la visita guidata alla Basilica di San Pietro di Agliate e al Battistero. Infine, alle ore 12.30 il vero Big Jump nel fiume Lambro a cui seguirà un piccolo rinfresco.

Fonte: Il Giorno 10-07-2010

Alcuni articoli sul Big Jump

Per gli interessati ed i curiosi ecco alcuni link dove recuperare articoli ed informazioni su come sono andati i Big Jump in Lombardia.

Olona:


Lambro:

Blog Brianza Centrale

RaiUno (telegiornale delle 13.30 minuto 24)

Sito di Legambiente Piemonte

Adda:

Video Big Jump Adda

Serio:

Video Big Jump Serio

giovedì 1 luglio 2010

Big jump nel Lambro e nell'Olona - ci vuole coraggio per risanare i fiumi!

Un importante evento europeo per richiamare l’attenzione sui nostri fiumi, perchè possano raggiungere lo “stato ecologico buono” entro il 2015


Cosa si farà:

Ore 10.00: discesa in canoa dalla zona Lamplast ad Agliate (solo per adulti);
Ore 11.00: per gli interessati ci sarà la visita guidata alla Basilica di San
Pietro di Agliate;
Ore 12.30: il Big Jump un “tuffo” simbolico nel fiume
Lambro.
Sulla riva destra del fiume Lambro in prossimità del ponte di Agliate vi saranno
inoltre stand delle associazioni che animano il fiume, stand gastronomici
e laboratori/giochi per bambini.

In via Milite Ignoto di fronte al Bar della Pesa fraz.di Agliate - Carate Brianza (MB)

Per info: l.baio@legambiente.org


11 luglio 2010 – ore 11.00 a Malnate – via Gere*


Oggi, in un territorio fortemente urbanizzato, nella valle che da Varese porta fi

no a Milano, dove la gente non è più attenta ad osservare ciò che la circonda, si

nasconde un fiume: l’Olona.


Un tuffo tra sogno e realtà


ore 11.00 la realtà: l'Olona da salvare

conosciamo questo fiume e la sua storia

ore 11.30 il sogno: l'Olona possibile

tuffo come 50 anni fa e seconda edizione della "Regata dei Mulini" per barchette di carta

ore 12.15: aperitivo

*(da Varese: arrivare alla rotonda della Folla, andare verso Malnate, subito dopo, lasciando sulla sinistra il ristorante Regina, sulla destra scendere nella strada sterrata via Gere)

Per informazioni: legambientevarese@virgilio.it


Che cos'è il Big Jump:

Il Big Jump (www.bigjump.org) è una grande campagna nel corso della quale, in tutta Europa, migliaia di persone si tufferanno nei fiumi della loro città per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla qualità delle acque e sul recupero della balneabilità: il grande salto rappresenta la sfida alla quale i cittadini chiamano le loro istituzioni affinchè siano raggiunti gli obiettivi di qualità imposti dalla direttiva europea sulle acque: con l’impegno di tutti, anche il Lambro tornerà ad essere un fiume pulito!

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA DOSSIER - ACQUA E AGRICOLTURA Occorre ridurre i fabbiso...