domenica 26 agosto 2018


Milano, 21 agosto 2018 Comunicato stampa

Laghi di Como e Idro a secco, Iseo in rapido calo. Siccità? No, è la grande sete estiva del mais.

Legambiente: “Per convivere con il cambiamento climatico occorre ridurre il fabbisogno irriguo delle coltivazioni”

“E’ ormai chiaro che è stato superato il limite delle disponibilità idriche. E’ necessario cambiare agricoltura: introdurre rotazioni e avvicendamenti del mais con colture che esigono meno acqua, usare sistemi di irrigazione più efficienti, ridurre il carico zootecnico. Il cambiamento climatico non è un’opinione, ma una realtà con cui anche la forte agricoltura specializzata lombarda deve fare i conti”.
Legambiente Lombardia interviene in merito all’allarme siccità che coinvolge alcuni bacini lacustri della regione. L’estate 2018 vede infatti un lago di Como svuotato per far fronte ai fabbisogni irrigui della Pianura Padana. Il paesaggio delle sponde lacustri non è diverso da quello delle annate peggiori, come nel 2015: il pelo dell’acqua è quasi 30 cm sotto lo zero idrometrico, molto vicino al minimo storico per questo periodo, affiorano spiagge e distesi di ciotoli dove di solito c’è solo acqua, le riserve idriche lacustri sono al lumicino. A secco anche il lago d’Idro, da sempre al centro delle ‘guerre dell’acqua’ tra agricoltori che la reclamano per la bassa Bresciana e Mantovana e gestori delle grandi dighe nel bacino montano del Chiese. Se non arrivano le piogge, presto sarà crisi anche per il Sebino, che può contare ancora su un misero 15% di scorte idriche prima di raschiare il fondo.

“Eppure i dati dei pluviometri raccontano un’altra storia: quella del 2018 è stata finora, dal punto di vista delle precipitazioni, un’annata assolutamente normale – spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia -. Gli apporti di acqua al lago di Como sono stati, dall’inizio dell’anno, perfettamente allineati alla media degli ultimi 70 anni, come chiunque può verificare consultando il sito laghi.net, e perfino il mese di agosto nel bacino montano dell’Adda si è rivelato finora piovoso”.

Il caldo poi in questi giorni sta favorendo la fusione di quello che resta dei ghiacciai, regalando un bonus idrico di acqua ‘fossile’ accumulata come ghiaccio nei secoli scorsi. Un bonus che tra pochi anni, a causa del cambiamento climatico, non ci sarà più, ma che per ora allevia la sete dei campi. Anche i bacini idroelettrici sono ben riforniti, le dighe montane del bacino dell’Adda hanno in serbo una scorta di qualcosa come 300 milioni di metri cubi di acqua, un dato allineato alla media.
Nessuna siccità dunque: lo stato pietoso in cui versano i laghi Prealpini e, in particolare, il Lario e il lago d’Idro si spiega col fatto che questi bacini hanno livelli regolati da dighe sugli emissari, in funzione dei bisogni irrigui della pianura. In agosto la campagna ha sete perché giunge a maturazione la coltura più esigente di tutte, il mais, coltivato su quasi 300.000 ettari di superfici nella sola Lombardia: un terzo della superficie agricola regionale, che chiede tanta acqua soprattutto nei mesi più caldi, luglio e agosto.

Quindi, per una volta almeno, il meteo è scagionato: quest’anno Giove Pluvio è stato generoso sulle montagne lombarde. “Ma non abbastanza per un’agricoltura che ha investito troppe superfici alla monocoltura del mais, per far fronte all’enorme fabbisogno di mangimi per gli allevamenti della nostra regione, che non ha pari in Italia – sottolinea Di Simine -. Un’agricoltura che evidentemente non fa i conti con i limiti sempre più stringenti imposti anche dal cambiamento climatico: più caldo in estate e sempre meno acque di fusione di nevai e ghiacciai”.


Ufficio stampa Legambiente Lombardia
Marco Fazio
Tel. 02 87386480

Mob. 333 8912559

giovedì 9 agosto 2018

Roma, 6 agosto 2018                                                                                                           Comunicato stampa 
 
 
Goletta dei Laghi di Legambiente fa il bilancio dell’edizione 2018

Presentato il primo studio sui rifiuti nei laghi e nelle acque interne
Monitorati 20 arenili dei laghi Iseo, Maggiore, Como, Garda e Trasimeno dove sono stati trovati una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia, il 75% è plastica

Maladepurazione
17 bacini monitorati, 68 punti campionati di cui il 55% risultati inquinati
24 i punti "malati cronici”

Legambiente: "Per fermare gli scarichi inquinanti servono investimenti nel settore della depurazione e controlli su quelli abusivi applicando la legge sugli ecoreati”


 
 



Il problema del marine litter, e in particolare l'invasione della plastica, non riguarda soltanto i mari e gli oceani, ma anche fiumi e laghi. E se per altri paesi gli studi su questi ambienti erano già stati condotti, per l’Italia la prima voce è stata quella della Goletta dei Laghi che tre anni fa, assieme ad Enea ha allargato il proprio fronte di indagine anche alle microplastiche, ossia le particelle di plastica con dimensione inferiore ai 5 millimetri, nelle acque interne. Quest’anno, sono state aggiunte ricerche sui rifiuti di grandi dimensioni presenti nell’ambiente di spiaggia e, come sul mare, il problema è presente anche sulle sponde lacustri. Lo dimostra la prima indagine svolta da Legambiente, su protocollo Enea, che ha monitorato 20 arenili ubicati nei laghi Iseo, Maggiore, Como, Garda e Trasimeno dove sono stati trovati una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia, per un totale di 2183 rifiuti censiti. Anche in questo caso plastica si conferma la regina indiscussa tra i materiali più trovati, con un percentuale del 75,5%. Rifiuti che possono frammentarsi così in milioni di particelle e provocare danni alla biodiversità: e, come dimostrano i dati già raccolti da Legambiente ed Enea, la cui indagine è proseguita anche quest’anno, i laghi non sono esenti dal problema delle microplastiche, un inquinamento di difficile quantificazione e impossibile da rimuovere totalmente. 

La fotografia è stata scattata in occasione della chiusura dalla tredicesima edizione di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata allo stato di salute dei bacini lacustri e realizzata in collaborazione con il CONOU – Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont, che fa il punto sulle principali criticità che minacciano i nostri laghi e i loro ecosistemi: gli scarichi non depurati e inquinanti, i rifiuti in acqua, la perdita di biodiversità, la cementificazione delle coste legale e illegale, la captazione delle acque, l’incuria e gli scempi ai danni dell’intero sistema territoriale lacustre.  Un viaggio quello di Goletta dei Laghi partito a fine giugno e che ha visto impegnati i tecnici in un monitoraggio scientifico, ma anche in una serie di attività che hanno coinvolto i cittadini e le comunità territoriali.

«Il nostro studio, il primo a livello nazionale, dimostra che il problema del marine litter non riguarda soltanto mari e oceani - spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. L'80% della plastica che arriva sulle nostre spiagge viene trasportata proprio dai fiumi ed è presente in misura preoccupante anche nei laghi. L’obiettivo, dunque, è di approfondire ulteriormente la dinamica delle microplastiche nei laghi, analizzando il ruolo che questi sistemi semi-chiusi svolgono, in relazione alla presenza dei loro immissari ed emissari. Di certo il problema dei rifiuti dispersi sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti ed è necessario e urgente mettere in atto politiche di prevenzione e sensibilizzazione per ridurre gli impatti economici e ambientali causati da questa emergenza».

I dati sui rifiuti - Dopo la plastica tra i materiali più trovati c’è il vetro/ceramica (10,3%), seguito da metallo (4,7%) e carta/cartone (4,1%). Sul podio dei rifiuti più trovati ci sono, invece, i mozziconi di sigaretta, al primo posto con una percentuale del 29,4%; a seguire i frammenti di plastica, ovvero i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione; a seguire bottiglie (e pezzi) di vetro (7,4%); sacchetti di patatine e dolciumi (5,6%); bastoncini per la pulizia delle orecchie (3,5%); frammenti di carta (3,34%).
La cattiva gestione dei rifiuti urbani resta la causa principale della presenza dei rifiuti sulle sponde dei laghi monitorati (il 63% degli oggetti è riconducibile ad essa). Questa categoria di rifiuto è rappresentato per lo più da imballaggi alimentari (sacchetti di dolciumi e bottiglie, ad esempio), in primis, e da rifiuti da fumo, principalmente mozziconi di sigaretta ma anche accendini, pacchetti di sigarette e imballaggi dei pacchetti. La carenza dei sistemi depurativi, unita con la pessima abitudine di usare il wc e gli scarichi domestici come una pattumiera, è causa della presenza del 5,4% dei rifiuti presenti. 

L’indagine sulle microplastiche - L’attenzione ai rifiuti di grandi dimensioni è fondamentale, perché questi sono i principali precursori delle microplastiche e di cui Legambiente, in collaborazione con Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha accertato la presenza nell’ecosistema lacustre. Per il terzo anno consecutivo infatti, Legambiente ha continuato il monitoraggio sulla presenza di microplastiche nei laghi. I laghi monitorati sono stati quello di Iseo, Garda, Como, Maggiore, d'Orta, Cavazzo, Trasimeno, Bracciano, Paola, per un totale di circa 80 ore di campionamento complessivo e 40 chilometri percorsi dalla manta, la rete utilizzata per i vari campionamenti. Quest’anno, inoltre, per ampliare gli indicatori dell’indagine sulla presenza delle microplastiche nei laghi italiani, i tecnici della Goletta dei Laghi hanno campionato le spiagge dei bacini toccati dalla campagna, secondo una procedura messa a punto grazie alla collaborazione con Enea. Oltre ai campionamenti condotti a centro lago, la metodologia del lavoro d’indagine sulla presenza di microplastiche ha riguardato anche i principali immissari ed emissari, così da ottenere ulteriori informazioni sulle caratteristiche del fenomeno. 
Legambiente ricorda a tal proposito che nelle scorse indagini sono state trovate microplastiche in tutti i bacini esaminati, nonostante le loro diversità morfologiche ed ecosistemiche. Lo scorso anno i laghi di Como e quello Maggiore furono quelli in cui fu trovata la maggiore densità media di microplastiche al chilometro quadrato: rispettivamente 157mila e 123mila particelle. 

Le analisi microbiologiche - I tecnici di Goletta dei Laghi come di consueto hanno monitorano lo stato di qualità dei laghi attraverso le analisi microbiologiche delle acque, prelevando campioni in diversi punti considerati sensibili sia per l’elevata attività antropica che per la l’affluenza di scarichi nel bacino, spesso segnalati dai cittadini tramite il servizio SOS Goletta. Anche quest’anno i risultati confermano che i laghi italiani continuano a essere minacciati da scarichi fognari non depurati: il 55% dei campionamenti eseguiti dai tecnici di Legambiente in 17 bacini evidenziano la presenza di cariche batteriche oltre i limiti di legge. Su 68 punti campionati in sei regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Umbria e Lazio) ben 38 sono quelli giudicati "fortemente inquinati” e "inquinati”. Punti critici spesso denunciati da anni, come nel caso dei 24 "malati cronici” segnalati dall’associazione ad ogni edizione della campagna partita nel 2006. 

“Il quadro che emerge dai monitoraggi di Goletta dei Laghi mostra quanto sia lunga ancora la strada verso il completo risanamento delle acque dei nostri laghi - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - Una situazione che vede più del 50% dei punti monitorati inquinati da reflui fognari non collettati o che arrivano da impianti di depurazione che non rispettano i parametri di legge. La Lombardia ha bisogno urgente di mettere in moto la macchina degli investimenti per completare le infrastrutture e la dotazione impiantistica. I laghi lombardi sono tra i più belli al mondo, tutelare le acque che rendono unici il loro paesaggio è una responsabilità che spetta, in primis, alle Istituzioni”.


Nel monitoraggio vengono prese in esame le foci dei fiumi e torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso si trovano lungo le rive dei laghi: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, indice della presenza di scarichi abusivi o di un insufficiente sistema di depurazione delle acque che attraverso i corsi d’acqua arrivano a lago. Il punto di monitoraggio è fissato dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o dove il rischio di inquinamento è più elevato. Legambiente ribadisce da anni che quelli effettuati dalla Goletta dei Laghi sono campionamenti puntuali che non vogliono sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretendere di assegnare patenti di balneabilità, ma restituiscono comunque un'istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. 
I ritardi nell’affrontare questi problemi, oltre ad avere gravi conseguenze sugli ecosistemi lacustri, hanno già portato una multa da pagare all’Ue di 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché non ci metteremo in regola. Soldi che, sottolinea Legambiente, potrebbero essere spesi meglio, per efficientare il sistema depurativo italiano, portando indubbi benefici anche alla qualità delle nostre acque interne dal punto di vista degli apporti inquinanti, comprese le microplastiche. 

Anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è stato main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato - che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli - è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l'olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. "La difesa dell’ambiente e in particolare del mare e dei laghi - spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi - rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”. 
 
 

Il monitoraggio microbiologico di Goletta dei Laghi insintesi

Lago
Punti totali
Punti Fortemente Inquinati
Punti inquinati
Punti entro i limiti
ALBANO
2
0
0
2
BOLSENA
6
4
1
1
BRACCIANO
4
3
0
1
CANTERNO
2
0
0
2
CAVAZZO
3
0
0
3
CERESIO
3
2
0
1
COMO
9
4
1
4
FOGLIANO
1
1
0
0
FONDI
2
1
0
1
GARDA
10
2
3
5
GHIRLA
1
0
0
1
ISEO
7
2
1
4
MAGGIORE
10
6
1
3
ORTA
2
1
0
1
PAOLA
3
2
0
1
TRASIMENO
5
1
2
2
VICO
2
0
0
2
totali
72
29
9
34

PROGRAMMASCIENTIFICO DI ANALISI E PARAMETRI INDAGATI
Il monitoraggio delle acque fariferimento alla direttiva europea recepita dal codice italiano con il D. Lgs. 116/2008, relativa allagestione della qualità delle acque di balneazione, e decreto attuativo delMinistero della Salute del 30 marzo 2010, che riporta nello specifico la"definizione dei criteri per determinare il divieto di balneazione”. I campioniprelevati sul posto vengono conservati in ambiente sterile e in frigorifero eanalizzati entro le successive 24 ore nel laboratorio mobile di cui dispongonoi tecnici di Goletta dei laghi.

INQUINAMENTO MICROBIOLOGICO
GIUDIZIO GOLETTA DEI LAGHI

●        Enterococchi intestinali (metodo di riferimento dell’analisi: ISO 7899-­‐2)
●        Escherichia coli (metodi di riferimento dell’analisi: ISO 9308-­‐1; metodo F dell’IRSA-­‐CNR-­‐ISSN 1125-­‐2464)
INQUINATO: Enterococchi intestinali maggiori di 500 UFC/100ml* e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100ml*
FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi intestinali maggiori di 1000 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiori di 2000 UFC/100ml

*Valori limite per singolo campione per le acque interne previsti dal Decreto Ministeriale del 30 marzo 2010

Perconsultare i dati online: http://www.legambiente.it/golettaverde‐map/



L’ufficio stampa Legambiente: 347.4126421

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