Roma, 6 agosto 2018 Comunicato stampa
Goletta dei Laghi di Legambiente fa il bilancio dell’edizione 2018
Presentato il primo studio sui rifiuti nei laghi e nelle acque interne
Monitorati
20 arenili dei laghi Iseo, Maggiore, Como, Garda e Trasimeno dove sono
stati trovati una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia,
il 75% è plastica
Maladepurazione
17 bacini monitorati, 68 punti campionati di cui il 55% risultati inquinati
24 i punti "malati cronici”
Legambiente:
"Per fermare gli scarichi inquinanti servono investimenti nel settore
della depurazione e controlli su quelli abusivi applicando la legge
sugli ecoreati”
Foto e video su http://bit.ly/GolettaLaghi2018 _fotovideo
Il
problema del marine litter, e in particolare l'invasione della
plastica, non riguarda soltanto i mari e gli oceani, ma anche fiumi e
laghi. E se per altri paesi gli studi su questi ambienti erano già stati
condotti, per l’Italia la prima voce è stata quella della Goletta dei Laghi
che tre anni fa, assieme ad Enea ha allargato il proprio fronte di
indagine anche alle microplastiche, ossia le particelle di plastica con
dimensione inferiore ai 5 millimetri, nelle acque interne. Quest’anno,
sono state aggiunte ricerche sui rifiuti di grandi dimensioni presenti
nell’ambiente di spiaggia e, come sul mare, il problema è presente anche
sulle sponde lacustri. Lo dimostra la prima indagine svolta da Legambiente, su protocollo Enea, che ha monitorato 20 arenili ubicati nei laghi Iseo, Maggiore, Como, Garda e Trasimeno dove sono stati trovati una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia,
per un totale di 2183 rifiuti censiti. Anche in questo caso plastica si
conferma la regina indiscussa tra i materiali più trovati, con un
percentuale del 75,5%. Rifiuti che possono frammentarsi così in milioni
di particelle e provocare danni alla biodiversità: e, come dimostrano i
dati già raccolti da Legambiente ed Enea, la cui indagine è proseguita
anche quest’anno, i laghi non sono esenti dal problema delle
microplastiche, un inquinamento di difficile quantificazione e
impossibile da rimuovere totalmente.
La fotografia è stata scattata in occasione della chiusura dalla tredicesima edizione di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata allo stato di salute dei bacini lacustri e realizzata in collaborazione con il CONOU – Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont,
che fa il punto sulle principali criticità che minacciano i nostri
laghi e i loro ecosistemi: gli scarichi non depurati e inquinanti, i
rifiuti in acqua, la perdita di biodiversità, la cementificazione delle
coste legale e illegale, la captazione delle acque, l’incuria e gli
scempi ai danni dell’intero sistema territoriale lacustre. Un viaggio
quello di Goletta dei Laghi partito a fine giugno e che ha visto
impegnati i tecnici in un monitoraggio scientifico, ma anche in una
serie di attività che hanno coinvolto i cittadini e le comunità
territoriali.
«Il
nostro studio, il primo a livello nazionale, dimostra che il problema
del marine litter non riguarda soltanto mari e oceani - spiega Giorgio Zampetti,
direttore generale di Legambiente -. L'80% della plastica che arriva
sulle nostre spiagge viene trasportata proprio dai fiumi ed è presente
in misura preoccupante anche nei laghi. L’obiettivo, dunque, è di
approfondire ulteriormente la dinamica delle microplastiche nei laghi,
analizzando il ruolo che questi sistemi semi-chiusi svolgono, in
relazione alla presenza dei loro immissari ed emissari. Di certo il
problema dei rifiuti dispersi sta assumendo proporzioni sempre più
preoccupanti ed è necessario e urgente mettere in atto politiche di
prevenzione e sensibilizzazione per ridurre gli impatti economici e
ambientali causati da questa emergenza».
I dati sui rifiuti - Dopo
la plastica tra i materiali più trovati c’è il vetro/ceramica (10,3%),
seguito da metallo (4,7%) e carta/cartone (4,1%). Sul podio dei rifiuti
più trovati ci sono, invece, i mozziconi di sigaretta, al primo posto
con una percentuale del 29,4%; a seguire i frammenti di plastica, ovvero
i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di
disgregazione; a seguire bottiglie (e pezzi) di vetro (7,4%); sacchetti
di patatine e dolciumi (5,6%); bastoncini per la pulizia delle orecchie
(3,5%); frammenti di carta (3,34%).
La
cattiva gestione dei rifiuti urbani resta la causa principale della
presenza dei rifiuti sulle sponde dei laghi monitorati (il 63% degli
oggetti è riconducibile ad essa). Questa categoria di rifiuto è
rappresentato per lo più da imballaggi alimentari (sacchetti di dolciumi
e bottiglie, ad esempio), in primis, e da rifiuti da fumo,
principalmente mozziconi di sigaretta ma anche accendini, pacchetti di
sigarette e imballaggi dei pacchetti. La carenza dei sistemi depurativi,
unita con la pessima abitudine di usare il wc e gli scarichi domestici
come una pattumiera, è causa della presenza del 5,4% dei rifiuti
presenti.
L’indagine sulle microplastiche - L’attenzione
ai rifiuti di grandi dimensioni è fondamentale, perché questi sono i
principali precursori delle microplastiche e di cui Legambiente, in
collaborazione con Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie,
l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha accertato la presenza
nell’ecosistema lacustre. Per il terzo anno consecutivo infatti,
Legambiente ha continuato il monitoraggio sulla presenza di
microplastiche nei laghi. I laghi monitorati sono stati quello di Iseo,
Garda, Como, Maggiore, d'Orta, Cavazzo, Trasimeno, Bracciano, Paola, per
un totale di circa 80 ore di campionamento complessivo e 40 chilometri
percorsi dalla manta, la rete utilizzata per i vari campionamenti.
Quest’anno, inoltre, per ampliare gli indicatori dell’indagine sulla
presenza delle microplastiche nei laghi italiani, i tecnici della
Goletta dei Laghi hanno campionato le spiagge dei bacini toccati dalla
campagna, secondo una procedura messa a punto grazie alla collaborazione
con Enea. Oltre ai campionamenti condotti a centro lago, la metodologia
del lavoro d’indagine sulla presenza di microplastiche ha riguardato
anche i principali immissari ed emissari, così da ottenere ulteriori
informazioni sulle caratteristiche del fenomeno.
Legambiente
ricorda a tal proposito che nelle scorse indagini sono state trovate
microplastiche in tutti i bacini esaminati, nonostante le loro diversità
morfologiche ed ecosistemiche. Lo scorso anno i laghi di Como e quello
Maggiore furono quelli in cui fu trovata la maggiore densità media di
microplastiche al chilometro quadrato: rispettivamente 157mila e 123mila
particelle.
Le analisi microbiologiche - I
tecnici di Goletta dei Laghi come di consueto hanno monitorano lo stato
di qualità dei laghi attraverso le analisi microbiologiche delle acque,
prelevando campioni in diversi punti considerati sensibili sia per
l’elevata attività antropica che per la l’affluenza di scarichi nel
bacino, spesso segnalati dai cittadini tramite il servizio SOS Goletta.
Anche quest’anno i risultati confermano che i laghi italiani continuano a
essere minacciati da scarichi fognari non depurati: il 55% dei
campionamenti eseguiti dai tecnici di Legambiente in 17 bacini
evidenziano la presenza di cariche batteriche oltre i limiti di legge.
Su 68 punti campionati in sei regioni italiane (Piemonte, Lombardia,
Friuli Venezia Giulia, Veneto, Umbria e Lazio) ben 38 sono quelli
giudicati "fortemente inquinati” e "inquinati”. Punti critici spesso
denunciati da anni, come nel caso dei 24 "malati cronici” segnalati
dall’associazione ad ogni edizione della campagna partita nel 2006.
“Il quadro
che emerge dai monitoraggi di Goletta dei Laghi mostra quanto sia lunga ancora
la strada verso il completo risanamento delle acque dei nostri laghi -
dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - Una situazione che vede più del 50% dei
punti monitorati inquinati da reflui fognari non collettati o che arrivano da
impianti di depurazione che non rispettano i parametri di legge. La Lombardia
ha bisogno urgente di mettere in moto la macchina degli investimenti per
completare le infrastrutture e la dotazione impiantistica. I laghi lombardi
sono tra i più belli al mondo, tutelare le acque che rendono unici il loro
paesaggio è una responsabilità che spetta, in primis, alle Istituzioni”.
Nel
monitoraggio vengono prese in esame le foci dei fiumi e torrenti, gli
scarichi e i piccoli canali che spesso si trovano lungo le rive dei
laghi: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione
batterica di origine fecale, indice della presenza di scarichi abusivi o
di un insufficiente sistema di depurazione delle acque che attraverso i
corsi d’acqua arrivano a lago. Il punto di monitoraggio è fissato dove
si prevede il maggior afflusso di bagnanti o dove il rischio di
inquinamento è più elevato. Legambiente ribadisce da anni che quelli
effettuati dalla Goletta dei Laghi sono campionamenti puntuali che non
vogliono sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretendere di assegnare
patenti di balneabilità, ma restituiscono comunque un'istantanea utile
per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.
I
ritardi nell’affrontare questi problemi, oltre ad avere gravi
conseguenze sugli ecosistemi lacustri, hanno già portato una multa da
pagare all’Ue di 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché
non ci metteremo in regola. Soldi che, sottolinea Legambiente,
potrebbero essere spesi meglio, per efficientare il sistema depurativo
italiano, portando indubbi benefici anche alla qualità delle nostre
acque interne dal punto di vista degli apporti inquinanti, comprese le
microplastiche.
Anche
quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e
trattamento degli oli minerali usati è stato main partner della campagna
estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il CONOU garantisce
la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto
il territorio nazionale. L’olio usato - che si recupera alla fine del
ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche
nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli - è un rifiuto
pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito
correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati
in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma
l'olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato
tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98%
dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per
la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il
Paese leader in Europa. "La difesa dell’ambiente e in particolare del
mare e dei laghi - spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi
- rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del
Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un
rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per
l’economia del Paese”.
Il monitoraggio microbiologico di Goletta dei Laghi insintesi
Lago |
Punti totali
|
Punti Fortemente Inquinati
|
Punti inquinati
|
Punti entro i limiti
|
ALBANO |
2
|
0
|
0
|
2
|
BOLSENA |
6
|
4
|
1
|
1
|
BRACCIANO |
4
|
3
|
0
|
1
|
CANTERNO |
2
|
0
|
0
|
2
|
CAVAZZO |
3
|
0
|
0
|
3
|
CERESIO |
3
|
2
|
0
|
1
|
COMO |
9
|
4
|
1
|
4
|
FOGLIANO |
1
|
1
|
0
|
0
|
FONDI |
2
|
1
|
0
|
1
|
GARDA |
10
|
2
|
3
|
5
|
GHIRLA |
1
|
0
|
0
|
1
|
ISEO |
7
|
2
|
1
|
4
|
MAGGIORE |
10
|
6
|
1
|
3
|
ORTA |
2
|
1
|
0
|
1
|
PAOLA |
3
|
2
|
0
|
1
|
TRASIMENO |
5
|
1
|
2
|
2
|
VICO |
2
|
0
|
0
|
2
|
totali |
72
|
29
|
9
|
34
|
Il monitoraggio delle acque fariferimento alla direttiva europea recepita dal codice italiano con il D. Lgs. 116/2008, relativa allagestione della qualità delle acque di balneazione, e decreto attuativo delMinistero della Salute del 30 marzo 2010, che riporta nello specifico la"definizione dei criteri per determinare il divieto di balneazione”. I campioniprelevati sul posto vengono conservati in ambiente sterile e in frigorifero eanalizzati entro le successive 24 ore nel laboratorio mobile di cui dispongonoi tecnici di Goletta dei laghi.
INQUINAMENTO MICROBIOLOGICO | GIUDIZIO GOLETTA DEI LAGHI |
● Enterococchi intestinali (metodo di riferimento dell’analisi: ISO 7899-‐2) ● Escherichia coli (metodi di riferimento dell’analisi: ISO 9308-‐1; metodo F dell’IRSA-‐CNR-‐ISSN 1125-‐2464) | INQUINATO: Enterococchi intestinali maggiori di 500 UFC/100ml* e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100ml* FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi intestinali maggiori di 1000 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiori di 2000 UFC/100ml *Valori limite per singolo campione per le acque interne previsti dal Decreto Ministeriale del 30 marzo 2010 |
Perconsultare i dati online: http://www.legambiente.it/gole ttaverde‐map/
L’ufficio stampa Legambiente: 347.4126421
SeguiGoletta dei Laghi anche su:
Facebook: fb.com/golettadeilaghi
Twitter: @golettadeilaghi
Instagram: golettadeilaghi
Nessun commento:
Posta un commento