mercoledì 19 ottobre 2022

OTTOBRE CALDO: UN DATO STAGIONALE SEMPRE PIU' RICORRENTE

 

COMUNICATO STAMPA

OTTOBRE CALDO: UN DATO STAGIONALE SEMPRE PIU' RICORRENTE

 

Posticipare l’accensione dei riscaldamenti non è austerità, ma buon senso per evitare sprechi

 

Dati e previsioni in collaborazione con la Fondazione OMD - Osservatorio Meteo Duomo: il semaforo di Legambiente Lombardia per aiutare a decidere quando è il momento ‘giusto’ per l’accensione degli impianti termici a Milano

 


Milano, 18 Ottobre 2022 - “Ottobrata”: è il termine sicuramente trending topic in questi giorni per definire l’ennesimo episodio di un semestre che, soprattutto nel Nord Italia, verrà ricordato per un clima caldo e secco con pochi precedenti. Ma a ben vedere, il caldo di questi giorni non è poi così anomalo: si tratta di una tendenza che dura da diversi anni, che a Milano viene fotografata dai dati di Fondazione OMD, Osservatorio Meteorologico Milano Duomo. Complice l’inarrestabile cambiamento climatico, il crollo termico autunnale si trascina sempre più in avanti, verso il mese di novembre, mentre ottobre, in una città come Milano, mantiene temperature medie generalmente al di sopra dei 15°C

 

TEMPERATURA MEDIA (°C) A MILANO, PERIODO 2013-2020

Ottobre 2a Decade

 Ottobre 3a Decade

Novembre 1a Decade

15.8

15.0

12.9

Dati climatici elaborati da OMD all’interno del Progetto ClimaMi (www.progettoclimami.it)


Purtroppo, però, le norme mutano più lentamente del clima: nella pianura lombarda l’avvio degli impianti termici di case e uffici è normalmente consentita dal 15 ottobre, e questo sebbene, con temperature medie all’aperto stabilmente al di sopra dei 15°C, non ci sia alcun bisogno di azionare le caldaie. C’è voluta la crisi del gas per ritardare di una settimana, al 22 ottobre, la data di accensione, un provvedimento presentato come austerità energetica, quando in realtà si tratta di una moderatissima misura di buon senso per evitare lo spreco di energia di uffici pubblici e scuole. In questo periodo, infatti, non è raro assistere a finestre spalancate per fare uscire l’inutile calore prodotto da termosifoni male o per nulla regolati, mentre nei condomini gli amministratori, per prevenire qualsiasi polemica, dispongono l’accensione degli impianti anche quando la stagione consente di stare in maniche corte all’aperto, come in questi giorni in cui è previsto che le temperature  possano arrivare addirittura a superare i 25°C di giorno, per restare intorno ai 15°C di notte, quindi con una media vicino ai 20°C.


Per questo, basandosi su dati forniti da fondazione OMD, Legambiente Lombardia quest’anno mette a disposizione uno strumento per orientarsi nella decisione sul momento giusto per dare il via alla stagione termica, rivolto ai cittadini e agli amministratori della regione milanese, al fine di scoraggiare sprechi e consumi evitabili: basandosi sulle previsioni relative alla temperatura media, il sito www.legambientelombardia.it e la pagina facebook dell’associazione ogni giorno aggiorneranno un ‘semaforo’ che indicherà quando è giunto il momento di azionare la caldaia.


“Il caro energia e la lotta alle emissioni climalteranti impongono scelte intelligenti nella gestione del calore degli edifici: per questo occorrerebbe fare un buon uso dei dati e delle informazioni che i modelli meteorologici mettono a disposizione, anche per la gestione degli impianti di climatizzazione – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - Bene il decreto MITE che posticipa la data di accensione delle caldaie, ma meglio ancora sarebbe decidere sulla base non di un calendario, ma di una previsione meteorologica che eviti di azionare gli impianti quando non ce n’è alcun bisogno”.


Ovviamente la riduzione dei giorni di accensione è solo una delle misure necessarie ad evitare sprechi di energia ed emissioni inquinanti. Ricordiamo che il decreto MITE di ottobre stabilisce anche che le temperature degli edifici debbano essere impostate a 19°C, e che il ricorso alla climatizzazione, per la Lombardia di pianura e di collina, debba avvenire per non più di 13 ore al giorno. Per non rinunciare al benessere termico poi, una serie di comportamenti e di interventi devono essere gestiti all’interno di abitazioni e uffici: dalla scelta dell’abbigliamento alla riduzione delle perdite di calore e degli spifferi, molto può essere fatto non solo per alleggerire la bolletta energetica di famiglie e imprese, ma anche per il conto delle emissioni di gas serra.


“Riteniamo che ogni azione del singolo cittadino che possa favorire il  risparmio energetico e combattere, seppur nel proprio piccolo, la crisi climatica, debba essere apprezzata - dichiara Samantha Pilati, Responsabile dei Servizi Meteorologici di Fondazione OMD - Per questo motivo appoggiamo l’iniziativa di Legambiente, fornendo una previsione delle temperature medie giornaliere attese: uno tra i principali parametri su cui si basano le decisioni riguardanti l'accensione degli impianti di riscaldamento”.


Il ‘semaforo’ messo a punto da Legambiente con i dati di Fondazione OMD prevede tre colori. Con il rosso, le caldaie è bene che restino spente, anche se il provvedimento del Governo ne autorizza l’accensione. Il giallo indica una situazione da valutare caso per caso: nelle aree rurali o periferiche è probabile che le temperature siano più fredde di quelle della città, mentre le caratteristiche e l’esposizione di ogni singola abitazione e degli infissi modificano in modo significativo la prestazione termica dell’edificio, oltre ovviamente ai parametri soggettivi, legati anche a età e stato di salute delle persone che ci abitano, e a condizioni climatiche che possono accentuare la condizione di discomfort termico anche all’interno degli edifici (forte umidità, ventosità, grande escursione termica notte/giorno, ecc). Con il verde, corrispondente a temperature medie inferiori a 14°C, invece probabilmente è arrivato il momento di avviare la stagione termica, ovviamente con la raccomandazione di adottare tutti gli accorgimenti necessari a prevenire gli sprechi energetici, oltre che di rispettare i requisiti obbligatori (che da quest’anno impongono di impostare le termoregolazioni in modo da non superare i 19°C indoor).


lunedì 17 ottobre 2022

MAL’ARIA D’AUTUNNO: ALLA VIGILIA DELLA STAGIONE INVERNALE LO SMOG TORNA A SALIRE

 

MAL’ARIA D’AUTUNNO:
ALLA VIGILIA DELLA STAGIONE INVERNALE LO SMOG TORNA A SALIRE


Legambiente: “Crisi energetica e internazionale non fermino le misure contro le emissioni inquinanti. Trasporto collettivo efficiente, limitazioni del traffico e politiche agricole incisive tra le azioni da perseguire”


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Milano, 17 Ottobre 2022 - I primi nove mesi del 2022 hanno già messo in luce la dimensione del problema della qualità dell’aria in Lombardia: il numero di giornate con inquinamento al di sopra dei limiti europei ha largamente superato la fatidica soglia dei 35 giorni in quasi tutte le città. La motorizzazione privata è in perenne congestione e le misure antismog insufficienti a fermare le polveri sottili: nonostante i riscaldamenti di case e uffici siano ancora spenti, da giorni lo smog fa registrare valori quasi doppi, rispetto ai limiti europei, in tutti i centri urbani della Pianura lombarda evidenziando, secondo Legambiente, che è nel settore dei trasporti, oltre che in quello dell’agricoltura, che occorre concentrare gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria.

Sono dati rilevati anche dal dossier: “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero” realizzato da Legambiente che, nell’ambito della campagna Clean Cities, fa il punto, da inizio anno ai primi di ottobre 2022, sulla qualità dell’aria di 13 città italiane, di cui 9 che aderiscono all’obiettivo ‘Carbon Neutral’ al 2030, condiviso con altre 100 città europee, tra le quali figurano le lombarde Milano e Bergamo. Il capoluogo lombardo fa già segnare 54 giornate di sforamento dei limiti di PM10, codice giallo per Bergamo, con 23 superamenti registrati ad oggi

«Ribadiamo la necessità di continuare a limitare il traffico motorizzato, che insieme al riscaldamento domestico rappresenta uno dei problemi delle nostre città. AreaB a Milano, ad esempio, è un primo passo per limitare la congestione da traffico e rallentare le emissioni di polveri sottili in atmosfera. ora ci aspettiamo che anche città metropolitana prenda in considerazione il disagio dei comuni limitrofi arrivando a pensare ad una sua estensione. Certo è che il Move-In di Regione Lombardia, con la eccessiva generosità dei suoi chilometraggi ‘in deroga’ e concessi anche ai veicoli più inquinanti, rischia di vanificare i vantaggi di una soluzione intrapresa da Milano sulla scia di molte città europee – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Ma non basta. Per evitare di pagare multe salate per lo sforamento dei limiti europei degli inquinanti, una regione come la Lombardia non può ignorare una profonda revisione della gestione del sistema di trasporto collettivo: più capiente, moderno, efficiente e capillare, per poter essere una valida alternativa all’automobile privata, soprattutto in un periodo storico di rincari dei combustibili fossili. Una condizione molto lontana da quella che incontrano i pendolari nei loro spostamenti quotidiani».

Di fronte ai limiti consigliati dall’OMS, che vedrebbero ad esempio Milano superare il valore di NO2, prodotti in prevalenza dai motori diesel, del 257%, Legambiente richiama l’attenzione sulla direttiva aria che sta per essere pubblicata con valori decisamente più vicini alle soglie raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Inoltre, secondo le ultime analisi effettuate dalle agenzie ARPA del bacino padano, anche agricoltura e allevamento intensivo, le cui emissioni sono la prima e più importante causa di inquinamento da polveri sottili in Pianura Padana, e i cui effetti si fanno sentire anche nelle città, richiederebbero un piano d’azione di cui finora si sente solo la mancanza, secondo l’associazione ambientalista: «Per questo, abbiamo chiesto alle Regioni di definire una programmazione dedicata del Piano Strategico della Pac (Politica Agricola Comunitaria) che allochi risorse per investimenti finalizzati alla riduzione delle emissioni di ammoniaca, inquinante responsabile della formazione delle polveri sottili. Ma per questo inquinante serve anche che Regioni e associazioni di categoria definiscano un programma per la riduzione del carico zootecnico legato all’allevamento intensivo: con i numeri davvero eccessivi di capi allevati, specialmente in Lombardia, non ci sono mezzi tecnici efficaci per perseguire obiettivi adeguati di qualità dell’aria nella nostra regione» conclude Meggetto.

Il Dossier Mal’aria ricade nell’ambito della Clean Cities Campaign, alla sua IIIa edizione. Un’iniziativa sostenuta da Legambiente insieme ad una coalizione europea di ONG ambientaliste, think-tank, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. La campagna sostiene la mobilità attiva, condivisa ed elettrica per un futuro urbano più vivibile e sostenibile, inclusa la graduale eliminazione dei veicoli con motore a combustione interna dalle città.


Ufficio stampa Legambiente Lombardia 

Silvia Valenti

ufficiostampa@legambientelombardia.it

3498172191

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