giovedì 29 aprile 2021

Il Parlamento europeo approva la risoluzione sulla protezione del suolo

  Roma, 29 aprile 2021                                                                                   Comunicato stampa


Plauso di Legambiente: “La risoluzione serve a colmare un grave vuoto del diritto ambientale della Ue; finalmente la richiesta alla Commissione europea di una proposta legislativa per la protezione e l’uso sostenibile del suolo”


È arrivata nella serata di ieri la comunicazione ufficiale dell’esito del voto che approva la risoluzione del Parlamento europeo sulla Protezione del suolo, dopo una tre giorni di dibattito che ha visto diversi tentativi di modifica del testo, finalizzati a renderlo molto meno incisivo, tuttavia respinti a larga maggioranza. Un risultato atteso per una risoluzione approdata al Parlamento su iniziativa di sei parlamentari di altrettanti Eurogruppi, in rappresentanza della larga maggioranza dell’assemblea.

“Siamo entusiasti dell'esito della votazione, la risoluzione approvata ieri, infatti, serve a colmare un gravissimo vuoto del diritto ambientale della UE, ovvero la mancanza di una direttiva sul suolo:  contiene la richiesta esplicita, alla Commissione europea, di redigere una proposta legislativa per la protezione e l’uso sostenibile del suolo - dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente - dopo 15 anni di promesse e di battaglie, questa risoluzione accende la luce verde a un percorso legislativo che ora deve ripartire, con il vento favorevole del Green Deal”.

La risoluzione è un documento complesso e denso di contenuti nei suoi 69 paragrafi, a partire dal primo che segnala la gravità del fenomeno del degrado del suolo, e riportando la cifra astronomica di 50 miliardi di euro l’anno: a tanto ammonterebbero i costi attuali dell'inazione sul fronte del degrado del suolo in tutta Europa. Al contrario, i suoli sani vengono identificati come un presupposto irrinunciabile per conseguire gli obiettivi del Green Deal: dalla lotta al cambiamento climatico alla conservazione e ripristino della biodiversità, dall'ambizione 'zero inquinamento' alla sostenibilità del sistema alimentare. Tra le richieste del Parlamento Europeo, anche l’esplicito richiamo alla necessità di metodi di contabilizzazione dei danni al suolo nei procedimenti di valutazione ambientale, la mappatura dei siti contaminati e delle aree dismesse, lo sviluppo di meccanismi di finanziamento europeo per la bonifica dei cosiddetti 'siti orfani', ovvero quelle aree inquinate per le quali non è più possibile imputare i costi di bonifica al responsabile dell'inquinamento, e l'introduzione di misure per la limitazione e la prevenzione del consumo di suolo dovuto a edifici e infrastrutture che devono invece privilegiare il recupero di siti dismessi.

Di una direttiva sul suolo si dibatte da tempo: risale al 2006 la prima proposta di direttiva europea sul suolo, affossata dall’opposizione di alcuni Stati membri tra cui il Regno Unito e ritirata per questo dalla Commissione Europea, definitivamente, nel 2014. A seguito di questa grave sconfitta, Legambiente si è mobilitata, lanciando una piattaforma europea che ha coalizzato oltre 500 associazioni di 26 Paesi membri e che ha promosso una petizione europea, People4Soil, che nel 2017 ha raccolto 216.000 firme, di cui 83.000 solo in Italia, ma la mobilitazione dei cittadini non fu sufficiente.

“Ora il vento è cambiato a Bruxelles, ma sappiamo che esistono ancora forti resistenze alla protezione del suolo da parte di diversi Paesi membri, su cui bisognerà lavorare, nei prossimi mesi, per evitare che la storia si ripeta: gli obiettivi climatici, di sostenibilità e di sicurezza alimentare ci mettono di fronte a sfide per le quali non si può prescindere dalla protezione di un bene che, come scrive la risoluzione approvata ieri, è una risorsa comune da cui dipende il benessere dell'intera comunità europea” dichiara Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente.

Per affrontare gli ostacoli e le diffidenze opposte dagli Stati membri a una normativa sul suolo, Legambiente nei prossimi mesi sarà impegnata nell’attività di advocacy, nei confronti del nostro Governo ma anche in relazioni con le organizzazioni della società civile di altri Paesi europei, anche attraverso l’ampio partenariato internazionale del progetto europeo SOIL4LIFE di cui Legambiente è capofila (www.soil4life.eu).

 

L’ufficio stampa Legambiente

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mercoledì 21 aprile 2021

NESPRESSO E LEGAMBIENTE INSIEME PER UN’ITALIA SEMPRE PIÙ VERDE. IL COMUNE DI ASSAGO TRA “LE CITTÀ CHE RESPIRANO”

 

Inaugurato l’intervento di forestazione nel Comune lombardo: oltre 500 mq e più di 100 alberi piantumati per incrementare la biodiversità e mitigare le emissioni di CO2

 

Progetto di riforestazione in Lombardia: oltre 10.500mq nei territori di Assago e Monza


Assago (MI), 21 Aprile 2021 - L’iniziativa “Le città che respirano” di Nespresso approda ad Assago, in provincia di Milano, dopo l’annuncio e l’avvio dei lavori nel 2020, per concretizzare e inaugurare gli interventi previsti a sostegno delle aree verdi italiane insieme a Legambiente e in occasione del 22 Aprile, Giornata Mondiale della Terra

 

In Lombardia si inaugura oggi l’intervento di forestazione di una superficie di 550mq con la messa a dimora di oltre 100 alberi nel comune di Assago, lungo la pista ciclabile nel quartiere Bazzana Inferiore, una zona di recente costruzione.

 

Scopo del progetto è quello di migliorare l’aspetto naturalistico e la fruibilità di questo tratto di pista ciclabile grazie alla messa a dimora di nuovi alberi, contribuendo, allo stesso tempo, all’incremento della biodiversità della zona e alla riduzione delle emissioni di COin atmosfera. “Le città che respirano” permetterà, ad Assago, di mitigare gli effetti dell’inquinamento acustico e ambientale e di arricchire la superficie verde pubblica a disposizione della cittadinanza. I benefici dell’intervento sul territorio saranno molteplici, incrementando la superficie boscata si favorisce infatti la mitigazione delle alte temperature estive e gli effetti delle isole di calore. Inoltre, è importante evidenziare che in questo difficile momento che stiamo vivendo il valore restituito non è solo ambientale, ma è anche sociale. Creando infatti aree ombreggiate lungo il percorso ciclabile si migliora uno spazio comune della collettività fornendo la possibilità di viverlo al meglio aumentando così la socialità della comunità locale. Particolare cura è stata posta anche nella scelta della tipologia di albero individuata nella specie della noce.

 

“Le città che respirano”, lanciato nel 2020 da Nespresso, rientra nella Campagna “Mosaico Verde”, un grande progetto nazionale di forestazione ideato e promosso da AzzeroCO2 e Legambiente, nato con lo scopo di facilitare l’incontro tra le necessità degli enti locali di recuperare aree verdi e la volontà delle aziende di investire risorse nella creazione o tutela di boschi permanenti, come misura di Responsabilità sociale d’impresa. In particolare, l’intervento di Nespresso sta consentendo in totale la riforestazione in Lombardia di oltre 10.500mq, nei territori di Assago e Monza, e proseguirà anche nel 2022 con ulteriori interventi di tutela sul territorio nazionale, a partire da quelli di riqualificazione di oltre 15.000mq nel 2021.

 

All’evento sono intervenuti Lara Carano, Sindaco del Comune di Assago, Stefano Goglio, Direttore Generale di Nespresso Italiana, Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia, e Alessandro Martella, Responsabile commerciale di AzzeroCO2.

 

«Nel 2020 abbiamo aderito con grande piacere al progetto "Le città che respirano". L'Amministrazione Comunale di Assago è orgogliosa di comunicare, inoltre, che già dal lontano 1993 ha attuato ininterrottamente la Legge n.113/1992, che prevede la messa a dimora di un albero per ogni neonato. Nel 2020, grazie alla collaborazione con Nespresso, AzzeroCO2 e Legambiente, abbiamo piantumato 120 alberi di noce dedicati ai bimbi nati ad Assago nell'anno 2019. Gli eventi legati alla pandemia ci hanno impedito di organizzare la consueta giornata con le famiglie dei nuovi nati, durante la quale viene posata, su ogni albero piantato, la targa con il nome di ciascun bimbo. Superata l'emergenza in corso, riprenderemo certamente a organizzare l'iniziativa, che ha contribuito a rafforzare il senso di comunità e a sensibilizzare i cittadini alla tutela e al rispetto dell'ambiente. Oggi inauguriamo questo intervento di forestazione, mettendo a dimora quattro alberi di noce: un gesto simbolico, ma che al tempo stesso ci ricorda che domani, 22 aprile 2021, ricorre la 51.ma "Giornata Mondiale della Terra". Una giornata che assume quest'anno un valore particolare, e che ci spinge a una riflessione comune su quanto sia fondamentale salvaguardare il nostro patrimonio ambientale. Ringrazio Nespresso - la cui sede italiana è ubicata da anni ad Assago – AzzeroCO2 e Legambiente, per aver scelto il nostro territorio come sede di questo importante progetto di forestazione. Al tempo stesso mi auguro che questo sodalizio prosegua anche nei prossimi anni, contribuendo così a creare nuove occasioni volte a tutelare e a migliorare l'ambiente che ci circonda» dichiara Lara Carano, Sindaco di Assago.

 

Un intervento, quello realizzato, che assume un valore ulteriore in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Terra la cui edizione 2021, “Restore Our Earth”, chiama a porre attenzione non solo sul ridurre quanto prima l’impatto ambientale delle nostre azioni quotidiane, ma anche sull’impegnarci seriamente a riparare i danni causati negli ultimi decenni all’ecosistema del pianeta.

 

Nemmeno la pandemia è riuscita infatti a limitare in maniera significativa l’inquinamento e le emissioni climalteranti in Italia. Tra i luoghi che scontano più di tutti le conseguenze dell’elevato impatto ambientale del nostro stile di vita ci sono infatti le città. Secondo il report di Legambiente “Mal’Aria di città 2021”, nel 2020 sono stati ben 35 i capoluoghi di provincia - su 96 analizzati - fuori legge per polveri sottili. Andando ad analizzare i livelli dei parametri individuati dall’OMS, sono ben 60 le città del Belpaese che hanno registrato una media annua di Pm 10 superiore ai limiti indicati a tutela della salute dei cittadini. Nel pensare globalmente e agire localmente tra le misure più utili di mitigazione dei cambiamenti climatici e di assorbimento degli inquinanti nelle città, vi è sicuramente la messa a dimora di alberi che hanno un ruolo chiave per la riduzione delle emissioni di CO2 e delle polveri sottili.

 

“Le città che respirano” - attraverso cui è stato reso possibile l’intervento di Assago - è l’iniziativa con la quale Nespresso si impegna a tutelare il patrimonio naturalistico del Paese con l’obiettivo di rendere l’Italia sempre più verde, aumentarne la biodiversità e dare a tutti la possibilità di vivere attivamente il proprio territorio riscoprendone la sua bellezza. Un progetto che rientra nel più ampio programma “Nespresso per l’Italia” che vede l’azienda impegnata in prima linea in diverse iniziative a sostegno del territorio italiano, tra cui il progetto di economia circolare “Da Chicco a Chicco” e la collaborazione con il FAI – Fondo Ambiente Italiano in favore del patrimonio naturale, umano e artistico che rende unico il nostro territorio.

 

«Alta qualità, sostenibilità e innovazione sono i valori che ispirano Nespresso da sempre, partendo dal nostro impegno globale a raggiungere la piena neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2022. Per far questo ci impegniamo anche in Italia con una serie di progetti sul territorio e in favore delle comunità locali. Oggi siamo molto orgogliosi di inaugurare questo intervento di forestazione ad Assago, che per noi è doppiamente significativo. Da una parte, ad Assago ci lega una storia iniziata anni fa, quando decidemmo di stabilire qui la nostra sede in Italia. Dall’altra, proseguiamo un percorso che abbiamo iniziato a intraprendere l’anno scorso al fianco di Legambiente e AzzeroCO2 con il progetto “Le città che respirano”, per rendere l’Italia un paese più verde e per supportare la tutela dell’ambiente, così come il sostegno del patrimonio ambientale e paesaggistico italiano» dichiara Stefano Goglio, Direttore Generale di Nespresso Italiana.

 

«I progetti volti  alla rigenerazione e riqualificazione del verde urbano sono fondamentali per contrastare la crisi climatica in atto e arginare la perdita di biodiversità - dichiara Barbara Meggetto Presidente Legambiente Lombardia - L’intervento nel comune di Assago è un esempio concreto di come si possa e si debba ridisegnare i territori pensando in maniera sinergica: aumentare il verde urbano è fondamentale, farlo migliorando un tratto di ciclabile diviene ancor più funzionale nell’attuazione di città a misura di persone e di ambiente».

 

«Con la Campagna Nazionale Mosaico Verde noi di AzzeroCO2 insieme a Legambiente portiamo avanti progetti volti ad incrementare le aree verdi urbane con l’obiettivo di mitigare gli effetti dell’inquinamento e aumentare il benessere delle comunità locali - dichiara Sandro Scollato, Amministratore Delegato di AzzeroCO2- - La collaborazione con Nespresso ci ha permesso di realizzare  un intervento di forestazione funzionale anche a una migliore fruibilità della pista ciclabile situata nel quartiere Bazzana Inferiore di Assago, un progetto per noi importante perché aiuta a dare valore ad un luogo di condivisione. Sono questi i contesti che vogliamo ricreare per restituire pregio ai nostri territori, certi che siano tasselli fondamentali per costruire nei nostri centri urbani, efficaci percorsi di sostenibilità».

 

‍Nella foto: Barbara Meggetto, Alessandro Martella, Lara Carano, Stefano Goglio


Ufficio stampa Legambiente Lombardia 

Silvia Valenti

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martedì 20 aprile 2021

ANCORA INQUINAMENTI DOVUTI AI REFLUI ZOOTECNICI: QUESTA VOLTA È TOCCATA AL FIUME OGLIO

 

Oggi al Ministero dell'Agricoltura si avvia il dibattito sulla nuova PAC: Legambiente chiede a Regione di intraprendere un Green Deal per la sua politica agricola, perseguendo la sostenibilità dell'allevamento, riducendone l'intensità e qualificando le produzioni.

All'assessore Rolfi: “Per ridurre l'inquinamento sugli allevamenti intensivi della Lombardia è urgente un cambiamento”

 


Milano, 19 Aprile 2021 – La Lombardia è una delle prime regioni zootecniche d'Europa, al terzo posto per produzioni di latte (dopo Bretagna e Irlanda del Sud), e al primo posto in Italia per allevamento di suini, con oltre il 51% del patrimonio suinicolo nazionale concentrato tra le province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova. La regione non ha abbastanza territorio per produrre i mangimi necessari ai milioni di capi allevati, li deve importare, e soprattutto non ha abbastanza terre per gestire le enormi masse di liquami degli allevamenti, che ormai sono diventate di gran lunga la maggior fonte di inquinamento per le acque e per l'aria di vaste aree del territorio regionale.
Sono ormai nella cronaca quotidiana le notizie relative a sversamenti e inquinamenti di corsi d'acqua. L'ultimo grave episodio ha riguardato il fiume Oglio che, negli scorsi giorni, è stato inquinato dagli scoli causati dalle piogge abbattutesi su campi della zona di Orzinuovi, interessati da spandimenti di liquami. E i controlli dell'ARPA provinciale confermano un disarmante quadro di sistematiche irregolarità.

 

Dati eloquenti sono anche quelli riferiti alle emissioni climalteranti: la quantità eccessiva di nutrienti che arriva al suolo attraverso i liquami animali è molta di più di quella che può essere assimilata dalle piante che vi vengono coltivate, e ciò dà luogo, oltre all'inquinamento delle acque, alla trasformazione dei composti dell'azoto che viene trasformato in protossido d'azoto, un gas serra 350 volte più potente della CO2 e che, insieme al metano prodotto dalla digestione dei bovini, fa sì che la Lombardia, da sola, produca oltre un quarto delle emissioni climalteranti di origine agricola di tutta Italia: circa 8 milioni di tonnellate di CO2eq, secondo i dati di ISPRA. Grazie a ciò, province come quella di Cremona vedono l'agricoltura come prima fonte di emissioni climalteranti, mentre in aree più industriali, come la provincia di Brescia, le emissioni di fonte agrozootecnica seguono a breve distanza quelle da combustioni industriali e da trasporti stradali, e sono molto superiori a quelle dovute al riscaldamento di case e uffici (vd. tabella).

 

"Chiediamo all'assessore regionale Rolfi un drastico cambiamento nelle politiche che investono il settore agrozootecnico. In Lombardia occorre includere la zootecnia nelle politiche necessarie a perseguire gli obiettivi del Green Deal, riducendo fortemente l'intensità di allevamento e, contestualmente, puntando alla qualificazione delle produzioni animali, con obiettivi di aumento delle certificazioni biologiche e di miglioramento progressivo del benessere animale: il tavolo nazionale di partenariato che si apre oggi al MIPAAF per l'attuazione della nuova politica agricola comunitaria è la sede in cui portare la pressante esigenza di ristrutturare e risanare le filiere zootecniche lombarde" dichiara Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia.

 

Emissioni climalteranti della provincia di Brescia, elaborazione su dati INEMAR 2020 riferite all'anno 2017

Fonte

CO2 eq, Kt/anno

Combustioni nell'industria

2961

Trasporto su strada

2800

Agricoltura e zootecnia

2289

riscaldamento edifici

1919

Altre fonti emissive

2083


 


Ufficio stampa Legambiente Lombardia 

Silvia Valenti

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martedì 13 aprile 2021

RAPPORTO ANIMALI IN CITTA’ 2021: IN LOMBARDIA 1 CANE OGNI 6 CITTADINI, MENTRE LA POPOLAZIONE FELINA È IN UN LIMBO

 

Legambiente assegna il premio Animali in città: Bergamo sul podio nazionale, menzioni anche per Mantova e per ATS Montagna (Sondrio, Valtellina, Valcamonica)

Qui il Dossier nazionale 


Milano, 13 Aprile 2021 – Come vivono gli animali in città? Mentre sono sempre più coccolati e curati i pet d’appartamento, la fauna randagia e selvatica nei contesti urbani non gode di sufficienti tutele. Il quadro che emerge dal dossier di Legambiente Animali in Città, indagine che valuta le performance che Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie dichiarano di offrire per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici, mette in luce una realtà fatta di vuoti normativi e discrepanze tra i numeri ufficiali di animali registrati e le popolazioni effettive presenti nei territori. Cani e gatti sono ancora oggi le due specie che dominano tra gli animali domestici: in Lombardia risultano registrati 1.624.735 cani, vale a dire 1 cane ogni 6,2 cittadini, mentre 188.572 sono i gatti, 1 ogni 53,4. Ma la realtà del randagismo e delle colonie feline non controllate amplia notevolmente questi dati. Sono poche le Amministrazioni comunali che rispondendo ai questionari di Legambiente dichiarano di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio. Tra i Comuni più “gattofili” troviamo Curno (BG) con 1 gatto ogni 5 cittadini e tra le aziende sanitarie più attente l’ATS Città Metropolitana (Milano e Lodi) con 3.684 colonie per 28.343 gatti e 3.684 gattare/i, ATS Insubria (Varese e Como) con 1 gatto ogni 5 cittadini, ATS Brianza (Monza e Lecco) con 1 gatto ogni 35 cittadini.

 

«Il principale strumento di conoscenza su presenza e cambiamenti nelle popolazioni degli animali domestici o di compagnia è l’Anagrafe degli animali d’affezione, la cui responsabilità di gestione è in capo alle Regioni, tramite i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie, ma tutt’oggi è obbligatoria soltanto per i cani e dal 2020 per i gatti appena nati o adottati. Tutto il variegato mondo animale, ricchissimo in termini quantitativi e qualitativi, che abita le case degli italiani rimane avvolto nelle nebbie. Il livello di conoscenza della biodiversità animale che abita sempre più spesso i territori urbanizzati è troppo scarso, mentre sarebbe importante sia in quanto valore naturale da promuovere sia per le nuove esigenze, sanitarie e di sicurezza che la convivenza tra uomini e animali comporta» sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

 

La gran parte degli attuali costi delle amministrazioni comunali destinata agli animali d’affezione è assorbita dalla gestione dei cani presso i canili sanitari, strutture indispensabili nel modello attuale, ma purtroppo carenti rispetto ai bisogni reali dei territori. Molto spesso canili e gattili rifugio, ma anche oasi e colonie feline e centri di addestramento per cani sono realtà che sopravvivono grazie all’impegno di privati, associazioni e gruppi di cittadini, che fanno del volontariato e della passione per gli amici a quattro zampe una vera vocazione. Lo dimostrano due esperienze positive sul territorio lombardo, il circolo Legambiente Mondo Gatto di Milano che conta 50 volontari e si prende cura di 140 gatti grazie al supporto di donazioni e si occupa per conto del Comune di Milano, della gestione del gattile municipale e il Canile-Gattile Sanitario/Rifugio Comprensoriale di Valle Camonica a Lozio diretto in collaborazione con il circolo Vallecamonica di Legambiente.

 

«Ci auguriamo che sempre più Amministrazioni locali prendano atto della difficoltà legate alla condizione degli animali nelle città, con interventi mirati e con stanziamenti adeguati, facendosi carico di situazioni che, ancora oggi, spesso sono affidate alla libera iniziativa delle associazioni di volontariato - dichiara Mavj Davanzo di Mondo Gatto -. È oggi quanto mai necessario il potenziamento e la formazione non solo degli agenti di Polizia dedicata agli interventi di protezione verso gli animali, ma anche delle guardie volontarie che intervengono nelle segnalazioni che coinvolgono animali come combattimenti, maltrattamenti, accattonaggio con animali, animal hoarding ecc. Sono ancora troppo "esili" le forze di Polizia messe in campo dalle Amministrazioni per gli interventi, soprattutto nelle città più grandi, e ancora troppo lungo il tempo di attesa in caso di necessità su segnalazione dei cittadini».

 

Legambiente da quest’anno ha deciso di assegnare il premio nazionale “Animali in Città” rivolto alle esperienze dei Comuni e delle Aziende sanitarie che hanno realizzato i risultati migliori secondo l’analisi complessiva di una serie di indicatori quali: i fondi spesi per la gestione degli animali, il numero di controlli effettuati, i servizi offerti, i regolamenti stilati. Sul podio nazionale si trova una città lombarda, Bergamo, al terzo posto in Italia preceduta da Prato e Modena nella valutazione complessiva tra tutti i 1.069 comuni che hanno fornito dati. Menzione anche per Mantova, primo miglior risultato nella valutazione complessiva degli indicatori considerati, tra i medi Comuni tra 15 e 100mila abitanti, che hanno fornito i dati. La classifica delle performance delle Aziende Sanitarie per quanto riguarda il quadro dei controlli vede al primo posto ATS Montagna (Sondrio, Valtellina, Valcamonica), tra le 46 aziende sanitarie che hanno fornito dati. 


Ufficio stampa Legambiente Lombardia 

Silvia Valenti

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LA PROTEZIONE DEL SUOLO RITORNA NELL'AGENDA EUROPEA DEL GREEN DEAL

 

Oggi la petizione PEOPLE4SOIL è stata dibattuta dalla commissione petizioni del Parlamento europeo: riparte la discussione per la direttiva sul suolo 

 

Legambiente chiede al ministro Cingolani di farsi ambasciatore del suolo tra i paesi rappresentantinel consiglio d’Europa

“L’Europa ha bisogno di una direttiva per il suolo”

 


Questa mattina la commissione Petizioni del Parlamento Europeo, su iniziativa dalla europarlamentare italiana Eleonora Evi (gruppo dei verdi) ha ascoltato i promotori della campagna PEOPLE4SOIL, la petizione pubblica che, nel 2017, ha mobilitato 500 associazioni e istituzioni di ricerca di 26 Stati Membri sulla richiesta di dotare l'Unione Europea di una direttiva per la protezione del suolo.

Un appuntamento importante che, insieme ad altri, marca la ripartenza della discussione europea sulla protezione del suolo, risorsa ambientale che, ancora oggi, è priva di una legislazione di tutela: "a quasi quattro anni di distanza dalla conclusione della campagna europea, abbiamo avuto finalmente l'occasione di affrontare l'istituzione parlamentare europea, chiedendole di attivarsi per stabilire un quadro giuridico per la protezione del suolo, analogo a quelli vigenti per la qualità dell'acqua e dell'aria, e dotato di regole comuni per garantire, nel loro insieme, biodiversità, riserve di carbonio, sicurezza alimentare, salute dei cittadini nonché salubrità e distintività delle produzioni agricole europee" dichiara Damiano Di Simine, oggi responsabile suolo di Legambiente nonchè a suo tempo promotore e primo firmatario dell'iniziativa People4soil.

 

Il tempo però non è trascorso invano: la Commissione a guida Von Der Leyen si è resa infatti promotrice di un Green Deal in cui la protezione del suolo è uno degli elementi chiave delle strategie per la protezione della biodiversità e la lotta al cambiamento climatico. E' attesa entro l'anno la pubblicazione della nuova Strategia Tematica sul Suolo, di cui è aperta la consultazione pubblica, mentre a fine aprile inizierà la discussione plenaria del Parlamento Europeo sulla Risoluzione sul Suolo, che contiene la formale richiesta di avviare il percorso per dotare l'Europa di una direttiva. In questo quadro, le 226.000 firme raccolte dalla petizione europea rappresentano un elemento in più, che affiancano l'azione istituzionale con una solida istanza popolare

 

"L'Italia può e deve giocare un ruolo importante nella partita europea sul suolo - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - sappiamo che ci sono alcuni Stati Membri ancora contrari all'introduzione di una norma comunitaria sulla materia del suolo, e questo fino ad ora ha provocato uno stallo che dura dal lontano 2006, anno della prima proposta di direttiva. Per questo chiederemo al Ministro Cingolani di farsi promotore di un'azione di eurodiplomazia, anche a nome dei Paesi mediterranei, i cui suoli sono maggiormente esposti agli effetti della crisi climatica".

 

Legambiente, dopo aver concluso la campagna per la petizione popolare, è oggi in campo con il progetto europeo Soil4life, con cui sta promuovendo azioni di comunicazione e advocacy per la protezione del suolo. "Occorre che l'emergenza legata al degrado dei suoli sia conosciuta e portata all'attenzione dei livelli istituzionali: chiediamo a cittadini e associazioni di attivarsi, a partire dalla partecipazione alla consultazione che la Commissione Europea ha aperto per permettere a tutti i cittadini e le associazioni di dire la loro sulla nuova strategia tematica sul suolo: c'è tempo fino al 27 aprile per farlo attraverso il sito istituzionale della Commissione" conclude Di Simine.

 


Ufficio stampa Legambiente Lombardia 

Silvia Valenti

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SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA

SICCITA’: SCORTE IDRICHE AI MINIMI STORICI, MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI D’ACQUA DOSSIER - ACQUA E AGRICOLTURA Occorre ridurre i fabbiso...