Milano, 18 Novembre 2022 – Il 2022 è stato uno degli anni più siccitosi
degli ultimi decenni, a partire già dall’inverno, durante il quale sono
caduti in Lombardia mediamente meno di 50 millimetri di pioggia, oltre
l’85% in meno rispetto al 2021, con conseguenze sull’agricoltura,
incendi e livelli minimi di fiumi, laghi e riserve idriche. In valore
assoluto, secondo i dati di Arpa Lombardia, nel primo trimestre 2022
sono mancati tre miliardi di metri cubi d’acqua
rispetto al 2021. A giugno la neve sulle Alpi era già totalmente
esaurita, con oltre 40 giorni di anticipo rispetto alle annate medie. I
laghi e gli invasi alpini, risultavano ai minimi storici del periodo,
con accumuli di riserva idrica insufficienti a sostenere i fabbisogni
irrigui delle campagne lombarde e la generazione idroelettrica. Quando
la pioggia è scesa, in maniera copiosa, i terreni si sono dimostrati
incapaci di gestire la portata, dando luogo ad alluvioni e smottamenti,
come accaduto nella notte tra il 27 e il 28 luglio in Val Camonica,
dove è caduta in poche ore la stessa quantità di pioggia caduta sulla
provincia di Brescia nei sette mesi precedenti, causando l’esondazione
dei torrenti Re e Corbello.
La siccità si è accompagnata anche ad un’ondata di calore.
A luglio si sono registrate temperature record in diverse città
lombarde: a Brescia e Cremona 39,5°C, a Pavia 38,9°C e a Milano 38,5°C,
con una crescita della domanda di energia, e di conseguenza la pressione sulla rete elettrica, del 35% in poche settimane.
È il quadro dipinto dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente,
nel cui dossier annuale vengono analizzati i dati riguardanti gli
eventi avversi che le aree urbane italiane devono fronteggiare a causa
dei cambiamenti climatici.
«Periodi
prolungati di siccità, ondate di calore, violente piogge ed
esondazioni, black out sono tutti effetti del cambiamento climatico in
atto, ma anche delle errate gestioni del territorio troppo urbanizzato –
dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia
– In particolare nell’area della Città Metropolitana di Milano (32% del
suolo impermeabilizzato secondo i dati Ispra), come in Brianza e nel
Varesotto, si è modificata in maniera importante la risposta idrologica e
climatica del territorio, generando fenomeni di surriscaldamento estivo
e eventi alluvionali più intensi e frequenti».
Nel rapporto trovano spazio le descrizioni di interventi infrastrutturali importanti per la messa in sicurezza del territorio, come il programma di sistemazione idraulica del Seveso
a protezione del territorio di Milano dalle inondazioni. La storia
della metropoli lombarda ci dice che l’impermeabilizzazione del
territorio, se non verrà fermata o invertita, finirà col rendere
obsoleta ogni soluzione ingegneristica messa a punto per governare gli
estremi climatici. «Per evitare di inseguire le emergenze con nuove
opere ingegneristiche che artificializzano sempre di più il territorio,
siano esse canali scolmatori o vasche impermeabili, occorre un
cambiamento di approccio: bisogna puntare a ripristinare la piena
funzionalità del sistema idrografico, eliminando le strozzature
artificiali e le tombinature dei corsi d’acqua, restituendo ai fiumi gli
spazi di loro pertinenza e al suolo la propria permeabilità. Per questo
Legambiente Lombardia sta lavorando a progetti con diversi partner
proprio per estendere il ricorso alle cosiddette nature based solution
nell’ambito degli interventi infrastrutturali» conclude Meggetto.
Nel dossier spazio anche alle buone pratiche con la segnalazione del progetto Bicocca Lab. L’Ateneo milanese ha presentato il piano di transizione ecologica e digitale del campus basato sulla rigenerazione dello spazio urbano
valorizzando gli edifici esistenti. Piazze smart e sempre più verdi per
la didattica all’aperto, aree relax e velostazioni per favorire la
mobilità dolce, installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia pulita, depavimentazione delle piazze del campus per mitigare l’isola di calore e cinque ettari di verde e 450 nuovi alberi, grazie ai quali si prevede di assorbire più di 100mila kg all’anno di CO2.
MAPPA INTERATTIVA DEL RISCHIO: WWW.CITTACLIMA.IT
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