“La ripartenza delle città ha bisogno di
soluzioni green e coraggiose per la mobilità, per garantire sicurezza
dai contagi e ridurre inquinamento ed emissioni di gas serra”
5 misure concrete per ripensare la mobilità post COVID 19:
Mezzi pubblici sicuri con monitoraggi, distanze tra persone, tornelli, mascherine; più bici e nuove ciclabili in città, più sharing mobility, rottamazione auto e mobilità sostenibile. E poi smart working e vantaggi fiscali per aziende e lavoratori che scelgono il lavoro agile
“Per superare l’emergenza coronavirus e
per far ripartire le città italiane e lombarde servono risposte e
soluzioni eccezionali. Per questo, cari Sindaci, non vi limitate
all’ordinario, non restituiteci le vecchie città. Il vostro mestiere
richiede visione di futuro, soluzioni inedite, capacità di guidare la
comunità verso frontiere nuove. E oggi che tutti abbiamo sperimentato
una condizione eccezionale, non c’è momento migliore per osare lo
straordinario. Insieme ce la possiamo fare”.
Legambiente Lombardia rilancia la
lettera inviata ai sindaci d’Italia anche alle città lombarde e al
presidente dell’Anci Lombardia Mauro Guerra, indicando ai primi
cittadini un pacchetto di 5 misure sostenibili e concrete per ripensare
la mobilità in città post COVID-19, evitando che l’auto, le moto e gli
scooter, siano per i cittadini la soluzione più sicura per proteggersi
dal virus e per spostarsi dentro e fuori l’area urbana. Un pacchetto,
quello proposto dall’associazione ambientalista, che prevede:
mezzi pubblici più sicuri
attraverso monitoraggi, controlli e tornelli per contingentare gli
ingressi e garantire le distanze di sicurezza, e prevedendo più risorse
per realizzare tutto ciò.
Più bici e nuove ciclabili nelle aree urbane replicando,
ad esempio, il modello vincente della Bicipolitana di Pesaro e le
esperienze che arrivano da diverse città del mondo. E poi prevedendo,
tra le altre misure, il rafforzamento della
sharing mobility
- auto soprattutto elettriche, bici, e-bike, scooter elettrici e
monopattini – attraverso accordi con le imprese per avere più mezzi in
città e in più quartieri a costi molto più contenuti; invitando i
cittadini a
rottamare l’auto e scegliendo la
mobilità sostenibile e i bonus green. Ed infine incentivando sempre di più lo smart working, avviando un dialogo con il Governo per prevedere dei
vantaggi fiscali per le aziende e i lavoratori che decidono di puntare su lavoro agile e sul mobility management di comunità.
Si tratta di misure attuabili in pochi
mesi, con risorse relativamente contenute e alcune già disponibili,
perché si tratta di attuare provvedimenti già contenuti in Leggi dello
Stato. L’importante, dunque, sarà avere idee chiare per affrontare con
progetti semplici e praticabili la fase in cui le città si rimetteranno
in moto, perché il dopo non sia più come il prima.
“Per ricominciare a muoversi in sicurezza, non potrà essere tutto come prima – dice
Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia
– Le nostre città possono essere un fantastico banco di prova per
dimostrare che si può cambiare il mondo in meglio, sperimentando le vie
green verso nuovi modelli di sviluppo. La mobilità in città, sui
percorsi casa-lavoro, sarà un argomento strategico soprattutto in
Lombardia, una delle zone più inquinate d’Italia. Perché è evidente che
l’inquinamento atmosferico ci rende più deboli, influendo negativamente
sulla nostra salute al di là della pandemia. È necessario quindi, per il
benessere dei cittadini, mettere al centro della fase 2 un nuovo
modello di mobilità sostenibile. Per far ciò è indispensabile un impegno
da parte di tutti, cittadini, sindaci, società di trasporto e Regione,
consapevoli che sono necessari provvedimenti che mettano al centro le
città e i comuni, perché è da qui che bisogna prima di tutto ripartire”.
Le proposte di Legambiente:
1. Sicuri sui mezzi pubblici.
Molte persone avranno paura a prendere bus e treni, tram e metro per
timore del contagio. Per questo man mano che le città ricominceranno a
muoversi, si dovranno programmare con attenzione le corse, garantire le
distanze di sicurezza, bisognerà ripensare anche gli orari della città
per evitare congestione e traffico nelle ore di punta. Sarà fondamentale
un continuo e attento monitoraggio, sia dei mezzi che delle stazioni,
dove si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare gli
ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione. In Spagna il
governo ha stabilito l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici e ha
garantito la distribuzione di oltre 10 milioni da distribuire nelle
stazioni principali.
Per fare tutto questo ci vogliono risorse.
In parte il governo ha risposto, ma è evidente che non basta perché le
aziende pubbliche hanno bisogno di investimenti e già soffrono per la
riduzione di introiti da biglietti dovuta a questi mesi di stop.
2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi.
La bici è il mezzo che permette il migliore distanziamento: per cui è
ora il momento di realizzare percorsi ciclabili temporanei (con
segnaletica orizzontale e verticale) lungo gli assi prioritari e le
tratte più frequentate, riservando lo spazio per poi dotarli di
protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi
successivi in vere ciclabili. È la soluzione che stanno praticando già
diverse città del mondo: da Montpellier con una striscia di vernice e
cordoli di protezione con conetti provvisori, a Berlino allargando le
piste ciclabili con nuove strisce laterali. Stesse misure decise a
Bogotà, a Vancouver, New York, Boston e Parigi. In Nuova Zelanda il
Governo ha deciso di finanziare queste misure da parte dei Comuni.
Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per realizzare vere ciclabili ci sono:
nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di Euro
per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Importante che i
Comuni inizino a prepararsi, in modo da avere progetti seri da candidare
e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo
strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge, in
modo che nel 2021 possano partire i cantieri.
3. Rafforzare la sharing mobility.
Le più efficienti alternative all’auto privata in città, per chi non
vorrà prendere i mezzi pubblici, dovranno diventare tutti i mezzi in
sharing: auto (meglio elettriche), bici, e-bike, scooter elettrici e
monopattini. I Comuni dovranno stringere accordi con le imprese per
avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più contenuti.
Serviranno risorse, ma il servizio potrà avere grande successo e in parte ripagarsi. In
ogni caso saranno soldi ben spesi quelli per potenziare il servizio
(con controllo, sanificazione e ridistribuzione dei mezzi nelle diverse
ore e luoghi della città) perché avremo offerto mobilità sostenibile a
buon mercato a milioni di cittadini.
4. Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile. Qui i Sindaci devono farsi sentire anche con Regione Lombardia, perché
le risorse ci sono!
Cosa aspetta il Ministero dell'Ambiente a mettere a disposizione i
fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dal decreto Clima
approvato a dicembre scorso? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180
milioni di euro per le annualità successive. Si tratta di 1.500 euro
alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più circolare
(Euro3 o più inquinante) oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per
acquistare abbonamenti, e-bike e sharing mobility. Si potrebbe così
subito dimezzare la spesa media per i trasporti per 250 mila famiglie
italiane (3.500 euro all'anno secondo l'Istat).
5. Più smart working. Ai
Sindaci Legambiente chiede di spingere sul lavoro agile per
riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e aiutare tutte le
attività che scelgono di andare in questa direzione.
Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove e andrà coinvolta la Regione,
ma esistono tutte le possibilità per premiare con vantaggi fiscali a
livello nazionale o attraverso bandi e finanziamenti ad hoc a livello
regionale, sia le aziende che i lavoratori che decideranno di puntare su
soluzioni innovative di smart working e mobility management di
comunità. Ad esempio i vantaggi fiscali di cui oggi beneficiano le auto
aziendali possono essere estesi anche a mezzi e investimenti
organizzativi per il lavoro a distanza, ai mezzi pubblici, alla
condivisione e alla mobilità elettrica o muscolare in tutte le sue
forme.